Un po' di storia
Un po' di storia
Il primo passo da fare per addentrarsi nella realtà dei Desaparecidos è conoscere la situazione politica dell’Argentina in quel determinato periodo. Bisogna, perciò, far riferimento ad alcune date importanti della storia e degli eventi collegati ad esse.
Nel settembre del 1973 Juan Domingo Perón, capo del partito populista e del movimento peronista, vinse per la terza volta le elezioni e dichiarò come vicepresidente sua moglie María Estela Martínez de Perón. A partire dall’agosto dello stesso anno, si ebbe una profonda crisi petrolifera mondiale che complicò la situazione politica.
Nel frattempo, nei Paesi dell’America Latina, l’intervento della CIA americana ostacolò la creazione di governi democratici. Di questi, soltanto l’Argentina riuscì ad eleggere democraticamente un governo, mentre gli altri Stati si videro sotto il comando di dittature militari, appoggiate dagli Stati Uniti.
Il partito peronista (partito giustizialista) comprendeva sia movimenti di destra sia movimenti di sinistra. Proprio a causa delle differenze tra le ideologie dei due movimenti, il partito si ritrovò ad affrontare una spaccatura interna. Peron iniziò a sostenere maggiormente i movimenti di destra, allontanandosi da quelli di sinistra, come i Montoneros, i quali non si sentirono più rappresentati.
Di conseguenza, i Montoneros iniziarono ad organizzare attentati e omicidi per riguadagnare l’attenzione e l’appoggio di Perón. Ottennero l’effetto contrario, poiché nel maggio del 1974, durante un discorso politico in Plaza de Mayo, Perón criticò duramente le loro azioni. Questo inasprimento dei rapporti portò ad un forte indebolimento del governo, favorendo le organizzazioni estremiste e anti peroniste.
Esattamente due mesi dopo il suo discorso al popolo, l’1 luglio 1974 Perón morì, lasciando il governo in mano alla moglie María Estela Martínez de Perón, la quale si ritrovò ad affrontare una situazione politica disastrata, che non riuscì a gestire a causa della sua poca influenza sul partito.
Nel 1974, la tripla A (Alleanza Anticomunista Argentina), un’organizzazione paramilitare di estrema destra, compì numerosi omicidi nei confronti degli oppositori politici. Questo portò i Montoneros e le altre organizzazioni di sinistra, come l’ERP, ossia l’Esercito Rivoluzionario del Popolo, a rafforzare ed aumentare le loro azioni armate. Si creò, così, un clima di terrore nel Paese, tanto che, alla fine del 1975, i disordini pubblici degenerarono provocando caos e scontri civili.
Si arrivò ad un punto di non ritorno:
il 24 marzo 1976 avviene il colpo di Stato.
L’Argentina passò sotto al controllo dei Capi di Stato Maggiore delle Forze Armate grazie anche all’appoggio degli Stati Uniti. Si instaura, dunque, una dittatura civico-militare, chiamata “Processo di Riorganizzazione Nazionale”.
A capo della giunta militare c'era il tenente generale Jorge Rafael Videla per l’esercito, l’ammiraglio Emilio Eduardo Massera per la marina e il generale brigadiere Orlando Ramón Agosti per l’aeronautica.
Dopo l’assunzione del governo da parte delle Forze Armate, l’Esercito Rivoluzionario del Popolo continuò a compiere atti terroristici per esprimere il dissenso. La risposta della giunta militare fu ancora più violenta e contrastò gli attacchi inefficaci dell’opposizione, grazie anche all’Impunità dello Stato Assoluto.
Da quel momento in poi, le azioni di repressione continuarono per tutta la durata della dittatura, violando i diritti umani attraverso rapimenti, torture e uccisioni, sia in luoghi pubblici sia in segreto. Le vittime appartenevano a categorie che si battevano per il miglioramento delle condizioni sociali e lavorative. Per questo motivo sparirono intellettuali, operai affiliati al sindacato e studenti attivi nei comitati scolastici. Queste persone, infatti, si ritrovavano spesso a discutere sui temi della giustizia sociale, influenzando i propri concittadini. Di conseguenza, furono considerati una minaccia per il governo.
In questo modo, in nome della sicurezza nazionale, migliaia e migliaia di persone, sono entrate a far parte di una categoria lugubre e terrificante: i Desaparecidos.
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Nel 1978 si svolsero i mondiali di calcio ed è proprio grazie a questo evento che il mondo venne a conoscenza degli orrori della dittatura argentina. Infatti, ci fu uno stretto legame tra politica e sport, e spesso i biglietti venivano venduti ai tifosi in cambio di azioni politiche.
Nel marzo del 1981 Jorge Rafael Videla venne deposto da un colpo di Stato, nel quale il generale Roberto Eduardo Viola si auto nominò presidente a vita. Nonostante questo, le modalità di governo non cambiarono, continuando a privilegiare una strategia basata sul terrore.
Il governo di Viola non durò a lungo, infatti nel dicembre dello stesso anno venne deposto dal generale Leopoldo Galtieri.
Il regime promosso da Galtieri aggravò la situazione di repressione, nella quale morirono circa 9000 persone. Date le condizioni in cui ormai versava il Paese, per rianimare e riportare a suo favore il consenso popolare, Galtieri promosse la guerra nelle isole Falkland, contro il Regno Unito. Nonostante i suoi sforzi, la guerra non venne vinta e il generale si vide costretto a dare le dimissioni.
A fronte delle sempre crescenti opposizioni alla dittatura militare, anche in campo internazionale, dopo tanto tempo ebbero luogo le libere elezioni, dalle quali uscì vincitore il radicale Raúl Ricardo Alfonsín.
Il 10 dicembre 1983 segnò la fine della dittatura durata sette anni.
In seguito all’eliminazione della dittatura, si crearono associazioni di investigazione sui crimini commessi durante il passato regime. Ad esempio, la CONADEP ossia la Commissione Nazionale sulla Scomparsa delle Persone (Comisión Nacional sobre la Desaparición de Personas).
Il fenomeno dei Desaparecidos fu portato alla luce soprattutto grazie all’intervento delle Madri di Plaza de Mayo. Le madri e le nonne delle vittime diffusero la notizia attraverso manifestazioni pacifiche e riuscirono a far conoscere gli orrori del loro Paese all’opinione pubblica.
Le operazioni di rapimento erano organizzate con precisione, a volte nei luoghi di lavoro delle vittime, per le strade e in pieno giorno, attraverso procedure evidenziati dalle forze di sicurezza che ordinavano ai corrispondenti commissariati di "zona franca". Quando la vittima era ricercata di notte nella propria casa, i commando armati circondavano gli isolati ed entravano con la forza, terrorizzando genitori e figli, spesso imbavagliandoli e costringendoli ad assistere agli eventi, catturando il ricercato, picchiandolo brutalmente, incappucciandolo e infine trascinandolo in auto o camion, mentre il resto del commando quasi sempre distruggeva o rubava qualsiasi cosa fosse trasportabile.