Riziero Fantini
Riziero Fantini nacque all'Aquila il 6 aprile 1892 da una famiglia poverissima. A quindici anni fondò il Circolo del PSI di Coppito. Nel 1910 emigrò negli Stati Uniti, dove lavorò come terrazziere e frequentò le scuole serali; aderì al movimento anarchico, collaborando con il giornale degli emigrati italiani "La Scintilla", su cui si firmava "Jack“. Compì un viaggio a piedi fino in Centro America e poi in Ecuador per diffondere le idee anarchiche.
Tornò in Italia, nel 1921, spinto dalla notizia delle insurrezioni successive alla fine della guerra, e si stabilì nelle Marche. A causa dei suoi orientamenti ideologici fu schedato della polizia.
Si trasferì a Roma in via Calimno 7, dietro piazzale Jonio. Il 5 agosto del 1922 fu arrestato a Montesacro dai Carabinieri durante una vasta perquisizione alla ricerca di armi e munizioni.
Nel 1940 Riziero aderì al Partito Comunista Italiano di Montesacro-Val Melaina, diventando responsabile di una Cellula clandestina. Dopo l'armistizio, organizzò la Resistenza con altri operai antifascisti e tenne riunioni in casa sua.
Il 21 dicembre 1943, arrestato dalle SS con due dei suoi figli fu rinchiuso nel terzo braccio di Regina Coeli. Durante la detenzione del marito e dei figli, la moglie Marziana Taggi continuò a sostenere la Resistenza, portando volantini, armi e bombe nella borsa della spesa. Marziana comunicava con i familiari detenuti con bigliettini inseriti nei rigatoni che portava loro in carcere.
Venne fucilato a Forte Bravetta il 30 dicembre 1943 insieme con i compagni Italo Grimaldi e Antonio Feurra, tutti accusati di attività antitedesca. Riziero rifiutò i conforti religiosi, essendo ateo.