Il Centro Diurno Diffuso (CDD) è una sperimentazione nata tra il 2016 e il 2019 a Milano, dall’incontro del mondo dell’educativa e tutela minori rappresentata da Arimo Cooperativa Sociale, con il centro di comunità Mare Culturale Urbano e l’esperienza nei processi di community engagement di Itinerari Paralleli impresa sociale.
È così che grazie alla prima sperimentazione con gli utenti del servizio "Chiavi di Casa" della cooperativa Arimo si è aperto un dialogo tra le tre organizzazioni (ARIMO, Mare Culturale Urbano e Itinerari Paralleli) che ha permesso di allargare lo sguardo da una prospettiva che mette al centro del servizio educativo la competenza di relazione con l’altro ad un nuovo sguardo di comunità territoriale con competenze trasversali che supporta il percorso educativo di crescita e benessere del ragazzo/ragazza in messa alla prova.
La sperimentazione del Centro Diurno Diffuso mira a inserire i ragazzi e le ragazze in contesti di vita reale all’interno di organizzazioni profit e non profit capaci di sollecitarli attraverso esperienze di volontariato o professionalizzazione negli ambiti più svariati: artistico-culturali, sportivi, civici e ricreativi.
L’obiettivo è quello di scardinare i tradizionali confini dove il servizio educativo per i ragazzi/ragazze con fragilità viene definito dalla carta dei servizi e da logiche istituzionali per aprire gli orizzonti ad una più ampia comunità educante a supporto del percorso educativo.
Il principio da cui si è partiti è stata la valorizzazione degli attori territoriali dell’area d’intervento, come opportunità di relazione, formazione, lavoro per gli utenti dei servizi minori e neomaggiorenni. Un sistema diffuso, appunto, di offerta per i ragazzi e le ragazze inserite in percorsi di messa alla prova, reinserimento e autonomia che sfuggisse alla logica chiusa del centro diurno che mette al centro l’organizzazione, il servizio e il rapporto tra operatori e utenti. Con il Centro Diurno Diffuso, è il minore o neomaggiorenne a individuare, all’interno della rete costruita sul territorio, la composizione del proprio “calendario” di attività e relazioni, che gli/le permetteranno quindi di affacciarsi al contesto di vita reale del territorio, seppur all’interno di un sistema di monitoraggio e accompagnamento “a maglie larghe”, in cui operatori socio-culturali, comunità territoriale e servizi invianti sono chiamati a investire in una maggiore libertà d’azione del beneficiario. Un vicino di casa, un’azienda, un piccolo esercente o un'associazione del territorio o altri attori tipicamente presente in contesti di vicinato, quartiere, città, possono essere un tipico esempio di aderente alla rete CDD.