La malattia peggiore che il pianeta Terra potesse prendersi siamo noi esseri umani: piccoli batteri con un grande potere distruttivo che camminano sulla sua superficie, devastandola sempre di più. Ma arriverà il giorno in cui inizierà a comportarsi come il corpo umano: raggiungerà temperature troppo elevate per qualsiasi batterio… in parole povere: sarà uno strage! E quel giorno è pericolosamente vicino.
“Vivi nel presente, non pensare al futuro, per quello c’è tempo”, così mi è stato ripetuto da quando ho memoria, ma notizia dell’ultima ora: stiamo esaurendo questo tempo, siamo sempre più vicini a un punto di non ritorno. Non credo nel concetto di presente, c’è solo un passato che non si può cambiare e un futuro che potrei non voler vedere.
Il passato è egoista: generazioni di persone che non hanno pensato a come le loro azioni avrebbero potuto influenzare (e stanno effettivamente influenzando) le vite dei loro discendenti perché “tanto sarò già morto prima che una cosa del genere accada, quindi cosa mi interessa?”. La mia generazione, ossia la Gen Z, e la generazione dei millennial, stanno cercando di rimediare a danni causati da persone a cui non importava se il mondo sarebbe morto. Ci siamo sentiti dire: “I giovani di oggi non hanno più principi, non si battono per cause serie”… questi giovani senza principi hanno dato vita ai Fridays For Future, prendendo parte a iniziative atte a salvare un mondo in rovina, e lo fanno da soli, perché chi è ai vertici degli Stati è troppo impegnato a dichiarare guerre per motivi futili, a deliberare sulle libertà che un individuo può o non può avere, a uccidere, incuranti del fatto che tutto questo non avrà più senso se loro che hanno il potere di fare la differenza non si mettono in gioco.
Il futuro è a rischio e sta a noi salvarlo. Ci siamo posti un limite per questo: il 2050, che sembra lontano, ma è come sugli specchietti laterali delle auto: più vicino di quanto sembra. Per salvaguardare questo futuro è nata l’Agenda 2030: essa si articola in diversi obiettivi da raggiungere entro l’anno 2030, ancora più prossimo a venire e tra questi obiettivi (oltre a salute, pace, benessere collettivo…) ci sono la salvaguardia del’ambiente, della biodiversità, un uso più responsabile della corrente elettrica e dell’acqua.
Parlando di acqua, che è fonte di vita e quindi il bene più prezioso che abbiamo, è doveroso notare come in questi ultimi mesi, in alcune zone del nostro paese ha piovuto poco o niente, portando aridità del suolo e incendi mentre in altre ha piovuto troppo portando ad alluvioni. In sintesi: o troppo o niente; stanno crollando i punti di equilibrio. E non solo in Italia, ma in tutto il mondo: il più duro colpo è stato veder bruciare la foresta Amazzonica, i polmoni del mondo, con migliaia di alberi ridotti in cenere e un suolo che impiegherà ben oltre il limite per riprendersi.
Viviamo su un pianeta che sta cadendo a pezzi, con le guerre che ne accelerano il deterioramento e industrie che lo soffocano usando fonti di energia non rinnovabili… e poi abbiamo anche il coraggio di dire che non è colpa nostra. Questo non è il mondo che avevamo in mente, ma abbiamo tempo e allora usiamolo bene! Nel suo piccolo, ognuno può fare qualcosa, il problema è che non sarà efficace se saranno in pochi a farlo.
L’avvento della pandemia, una cosa buona l’ha fatta: spostandosi di meno e tenendo chiuse alcune fabbriche, l’inquinamento nell’aria è diminuito parecchio. E allora la domanda mi sorge spontanea: non è possibile cambiare qualcosa affinchè la situazione migliori? Per fortuna la risposta è si, e c’è chi lo sta già facendo: aziende che usano l’energia solare, idroelettrica ed eolica piuttosto che bruciare carbone, case che possono convertire la luce del sole in energia da usare al posto del gas (e nel clima di crisi in cui ci troviamo questa soluzione mi suona meglio che quella di bruciare il carbone), persone che usano i mezzi pubblici o quelli che necessitano solo di energia cinetica per spostarsi. I più restii a queste soluzioni (è risaputo) sono quelli che si preoccupano solo di quanto denaro gli costerebbe perché è il denaro che fa girare il mondo… come può, però, girare un mondo morto? La risposta è semplice e ovvia: non può, in nessuno modo.
Ognuno nel suo piccolo può fare la differenza, basta essere disposti a fare sacrifici, e personalmente vorrei vedere un mondo diverso, un mondo migliore e sapere che per una piccola parte è anche merito mio. Non ho molta fiducia nell’umanità, le persone me l’hanno fatta perdere quasi completamente, ma sinceramente vorrei avere un motivo per ricredermi.
E allora? Che facciamo? Vogliamo agire o aspettiamo che il cielo ci crolli addosso? Basta solo prendere l’iniziativa, come ha fatto Greta Thumberg, e il resto verrà da sé.
“Sii il cambiamento che vuoi vedere nelle persone”.