Garantire a ogni individuo pari diritti e opportunità, superando stereotipi e discriminazioni legati al genere.
L’uguaglianza di genere è un principio fondamentale che promuove l’equità tra uomini e donne in ogni ambito della società, garantendo pari diritti, responsabilità e opportunità indipendentemente dal genere. Questo concetto si basa sull’idea che nessuna persona dovrebbe essere discriminata o limitata nelle proprie aspirazioni personali, sociali o professionali a causa del proprio genere. L’uguaglianza di genere non implica che uomini e donne debbano essere identici, ma che abbiano uguali possibilità di sviluppare il loro potenziale, di contribuire allo sviluppo economico, sociale e culturale, e di beneficiare dei risultati ottenuti. Promuovere l’uguaglianza di genere è essenziale non solo per la giustizia sociale, ma anche per creare una società più inclusiva, innovativa e sostenibile.
Per tutelare tutte le categorie più deboli (donne, bambini, anziani e disabili) esistono normative contro la discriminazione di genere.
Nel nostro Paese, la norma cardine sull’uguaglianza di genere è contenuta nella Costituzione italiana, all’articolo 3, che recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Possiamo affermare che la parità di diritti tra uomo e donna in Italia è stata riconosciuta proprio con l’entrata in vigore della Costituzione, nel 1948. Tuttavia, affinché questo principio fosse tradotto in termini concreti sono stati necessari molti altri interventi legislativi.
Uno dei più importanti è la legge 66/1963 sulla “ammissione della donna ai pubblici uffici e alle professioni”. Oggi sembra inconcepibile, eppure soltanto 60 anni fa non era considerato normale che una donna potesse diventare, ad esempio, Magistrato. D’altronde, non dimentichiamo che è solo con la legge 442 del 1981 che vengono cancellati matrimonio riparatore e delitto d’onore. La legge che ha invece permesso alle donne di accedere alle Forze armate è del 1999.
Tornando alla Costituzione, un altro articolo fondamentale è il n.37: “La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione”.
Citiamo infine anche l’articolo 51 della Costituzione: “Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. (A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini)”. Un ulteriore punto sul quale, evidentemente, c’è tanta strada da fare.
Nonostante normative come la legge sulle quote rosa nei consigli di amministrazione (2011) e interventi giurisprudenziali come la sentenza della Cassazione n. 14206 del 2013 che riafferma il divieto di discriminazione, e norme come lo Statuto dei Lavoratori che vietano atti discriminatori per motivi sindacali, politici o religiosi, le donne continuano a subire disuguaglianze, derivanti sia da barriere culturali che legali, in ambito economico, sociale e politico. La società italiana rimane ancora fortemente influenzata da una visione maschilista, ostacolando il pieno raggiungimento della parità di genere.
Un’altra delle frasi sull’uguaglianza di genere che ci sono sembrate interessanti è questa del cantante e attore statunitense John Legend. Parla di un concetto fondamentale per il raggiungimento di questo obiettivo (l’uguaglianza di genere): l’impoteramento. A sua volta, enfatizza l’importanza del femminismo, una corrente per molti, necessaria per costruire un’uguaglianza di genere reale e tangibile.
Essere uomo o donna non dovrebbe essere un fattore di discriminazione quando si parla di diritti, sia scritti che non scritti. Il valore, la personalità e le capacità sono ciò che dovrebbero determinare il nostro posto nella società, indipendentemente dal sesso o dal genere. Questo è uno dei pilastri della società a cui aspiriamo, e che potremmo considerare una società giusta.
Frase dello scrittore e pensatore Gregorio Marañón, che riflette una realtà forse ovvia ma spesso ignorata. Perché è chiaro che uomini e donne sono diversi, ma non dovrebbero mai esserlo nei diritti.