Di Betto Post

Numero Tre

20 Dicembre 2021

Editoriale

Questo numero del Giornale esce con una nuova forma editoriale perché si sta avverando quello che abbiamo perseguito sin dall'inizio, cioè che un gruppo di ragazzi, complice un corso di preparazione, si sono fatti redattori a tutti gli effetti. Quindi una nuova prospettiva di intenti, di sollecitazioni, di tecniche.

Troverete quindi nella rubrica "intervista con l'artista" una novità assoluta: due interviste (ideate e condotte interamente dai ragazzi), la prima con un alunno del nostro liceo che da autodidatta ha coltivato la sua passione per la musica; la seconda con il padre di una nostra liceale che sempre in ambito musicale ha seguito invece un percorso classico.

Due generazioni a confronto e due modi di approcciare la musica legati da un'unica passione.

A seguire, vi parleremo di una bellissima kermesse pittorica che ha visto all'opera, in occasione del settecentenario dantesco, i nostri ragazzi con un'esposizione allestita in modo molto suggestivo all'interno della Torre degli Sciri.

Presentiamo poi l'intervista con il prof. Francesco Marchetti aka Skizzo che ci ha raccontato l'esperienza estiva di "Avanti tutti Days" nella quale il nostro Liceo si è misurato riportando eccellenti esiti.

Pubblichiamo sempre con entusiasmo le esperienze di scrittura creativa e artistica dei ragazzi del biennio, che questa volta si sono misurati con la poesia e abbiamo introdotto l'esperienza ricordando il nostro collega e amico Prof. Alessandro Celani.

Troverete un nuovo spazio creato dalla giovane redazione: libri consigliati e film recensiti per voi, ma anche foto, disegni, esperienze...

Con l'auspicio che questa spumeggiante redazione possa sempre più impegnarsi nei prossimi numeri per rendere sempre più caratterizzante questo giornale come espressione del nostro Liceo, auguro a tutti una buona visione, lettura e ascolto.

Auguriamo ai nostri lettori un sereno Natale e uno splendido 2022.


Il Direttore responsabile

Prof.ssa Elena Bongini

Ultime News: quello che è stato, quello che è, quello che sarà

Intervista con l'artista

GENERAZIONI A CONFRONTO: UNICA PASSIONE L'ARTE

Damiano Pisani

In passato abbiamo già trattato di artisti con molta esperienza alle spalle, scritto di loro, scritto delle loro opere delle loro passioni.

In questo numero abbiamo scelto di utilizzare l’idea della video intervista, scelta della giovane redazione, che offre al lettore un nuovo modo di vivere questo giornale. Giovane è la redazione, giovane sarà pure l’artista che andremo ad intervistare.

Il nostro Inviato Gianfranco Bertoldi, compagno di classe e amico, cercherà, attraverso le sue domande, di presentarci Damiano Pisani, uno studente del quinto anno del Liceo Artistico "Bernardino di Betto", indirizzo Architettura, che oltre a eccellere nel suo indirizzo si destreggia in vari hobby, tra cui la musica a cui si è avvicinato da autodidatta.


Buona Visione.

(Pietro Betti)


Alessandro Costantini


Alessandro Costantini è un padre, un musicista ed un insegnante. Nel giugno del 1965 nasce a Roma, trasferitosi a Perugia, si diploma prima al Liceo Linguistico, scelta imposta dai suoi genitori, decide, al fine di seguire la sua passione, di iscriversi al Conservatorio perugino.

La passione Inizia i primi anni della sua infanzia, diventa il prestigio di casa, ma il piccolo Alessandro lo vede inizialmente come un obbligo. Poi cresce e comincia ad esplorare il mondo reale della musica, e la composizione diventerà il suo tarlo. Negli anni della sua adolescenza non si lascia scappare il mondo del punk e del rock, diventando lo stereotipo del ribelle, con tanto di eyeliner e rock band.

Cresce, e si appassiona così anche di filosofia, storia e teologia; diventa così un artista a 360°.

Nel febbraio del 2011 pubblica 'Linpha', un album significativo per l'artista dove ogni composizione è ispirata dalla sua vita di tutti i giorni, una traduzione dei suoi pensieri. Invece nel settembre del 2017 pubblica poi 'Many lives'.

Collabora poi in diversi studi discografici, viaggia, esplora, e riesce ad arrivare in Germania insieme alle sue due figlie, dove esegue un concerto ad una mostra pittorica di un'artista locale.

Scopre a suo modo che per entrare nel settore devi avere la pelle dura, e passa anni difficili alla ricerca di ispirazione e soprattutto di un luogo dove può essere veramente apprezzato per il musicista che è.

Così, nell'inverno del 2018 inizia ad insegnare, prima privatamente e poi in veri istituti musicali.

Alessandro Costantini emerge come artista per la sua ampia curiosità che lo porta ad avere un enorme conoscenza dell'arte, per il suo sarcasmo e umorismo pungente che influenza ogni sua opera e per un mondo interiore ampio e a volte sconosciuto e oscuro.

All'antica? No, per niente. Metodo scolastico? Si, ma riesce a fondersi al 100% con il nuovi modello musicali più moderni, come l'elettronica.

Quindi, in conclusione, per capire meglio quello di cui sto parlando, potete sia trovarlo su Spotify, ma soprattutto guardare il suo video intervista di nel link qua sotto.

Buona visione.


(Sofia Costantini)

Uno sguardo all'esterno

La torre degli Sciri "e quindi uscimmo a riveder le stelle"

Sono esposte dal due di ottobre, presso la torre degli Sciri e sino al 2 novembre, opere di nostri studenti sezione bi e tridimensionale sul tema "e quindi uscimmo a riveder le stelle" . La mostra si inserisce nelle celebrazioni del Settecentenario della morte del sommo poeta. La torre non è una scelta a caso, vestigia della forte Perugia medievale, momento storico a cui appartiene l'Alighieri, ma anche metafora dell'ardua salita fatta per riveder le stelle.

La torre degli Scalzi è infatti una costruzione medievale del XIII sec. sita nel quartiere porta s. Susanna, alta circa 46 metri e è l'ultima delle tante torri che in passato abbellivano la nostra città che veniva appellata "turrita". Segnaliamo sull'architrave alla base della torre lo stemma araldico degli Sciri.

Forse in origine appartenente al clan degli Oddi, sappiamo che dal XVI sec. divenne possesso della famiglia degli Sciri. L'interesse diffuso per la costruzione delle torri era almeno duplice: difesa militare, ostentazione di potenza e prestigio. Dopo che la famiglia Sciri si estinse, nei secoli varie furono le funzioni che ebbe la struttura, passata per diverse proprietà.

Attorno al 2015 sono terminate le opere di restauro e il Comune la mette a disposizione per eventi e visite.

La mostra è stata possibile grazie all'interessamento della Prof.ssa Martino, al lavoro di progettazione e controllo di esecuzione dei colleghi di laboratorio Prof. Sisani, Fortunelli, Balucani, Chiacchella, Bellegrandi e alla forza creatrice, nata dalle suggestioni della lettura della Divina commedia nelle ore di letteratura, dei nostri geniali allievi delle classi IIIA, IVA, VA, IVE, (VE)

L'esposizione è stata possibile grazie alla Associazione cooperativa Priori e al patrocinio del Comune di Perugia

Avanti tutta Days

Documento da parte di Elena

Dante nel terzo Millennio

L'impatto che ha avuto Dante nella nostra società è talmente profondo che ancora oggi la sua opera dialoga con le moderne forme artistiche dal fumetto alla pubblicistica attraverso il cinema e la musica, ispirando, ormai da secoli, intere generazioni.

Cliccando sulla immagine scoprite un Dante anticonvenzionale...

Recensioni di libri

Alcune ragazze del VA vi segnalano queste letture...

Hannibal Lecter - Le origini del male

Autore: Thomas Harris

Anno di pubblicazione: 2006

Genere: Romanzo (Thriller, horror psicologico)

Il quarto romanzo di Thomas Harris è dedicato alla saga di Hannibal Lecter e, sotto il profilo cronologico della narrazione, ne costituisce il prologo. Narra l'infanzia di Hannibal Lecter, e con sé la nascita di uno dei cattivi più amati nella storia della letteratura.

Il libro è una finestra dentro la psiche del personaggio, dove si può osservare come gli eventi traumatici della sua infanzia abbiano influenzato il suo divenire;

La narrazione si può dividere in tre parti: la prima parte è l’infanzia spensierata, in seguito l’evento traumatico e infine la rinascita, la rinascita di un ragazzo in un predatore che non sarebbe più stato una vittima.

Lo stile narrativo è complesso ma lineare, ogni cosa è ridotta all’essenziale per mettere in risalto i piccoli dettagli, rendendo dialoghi e colpi di scena incisivi e memorabili.

Una piccola frase che può riassumere tutto il carico emotivo e psicologico del libro é una citazione mormorata dal protagonista stesso: "Nothing Happened to me, I happened.".

L’Alchimista

Autore: Paul Coelho

Anno di pubblicazione: 1988

Genere: Romanzo (romanzo di formazione)

Il romanzo racconta la vicenda del giovane pastore Santiago.

Il libro si svolge in un arco temporale di due anni dove l’obbiettivo apparente del protagonista è di fare un viaggio per l'inseguimento di un sogno ricorrente secondo il quale, ai piedi delle Piramidi, vi sarebbe un ricchissimo tesoro nascosto.

Alla fine, invece, ci renderemo conto che l'avventura che lo ha portato dall’Andalusia (sua terra natale) fin sotto le Grandi piramidi d’Egitto consisterà un insieme di durissime prove che stanno a rappresentare l'allegoria della sua crescita.

Non saranno delle prove di forza fisica (come quelle di Ercole!) ma sfide che metteranno alla prova la sua fede, la sua integrità e la sua anima.

Lo stile narrativo è poetico, semplice e lineare ma indimenticabile, nella sua elaborata semplicità il libro ti porta a rivalutare la tua vita e tutto quello che la costituisce.

Chi sei? Pensi di essere davvero chi dici di essere, o c’è qualcosa in più?

Noi (e Voi)

Autore: Paul Bühre

Anno di pubblicazione: 2016

Genere: Biografico


In un mondo dove le nostre vite da teenager sono soltanto rappresentate da adulti attraverso film, libri e serie tv questo è un libro che ha come obbiettivo il raccontare in prima persona la vita di un adolescenti, toccando ogni argomento tabù dal sesso, pornografia e droga passando anche all'amore e famiglia senza censure.

Che cosa pensiamo? Che cosa facciamo la notte lontano da casa? Perché rispondiamo male? Perché ci sentiamo soli?

La risposta è semplice: anche noi siamo persone. Anche se per tanto tempo hanno dipinto questa età di transizione come un mito fantastico, ma non ci potrebbe essere niente di più falso.


Questo libro aiuta a normalizzare questa esperienza di vita per i ragazzi ma può essere anche uno strumento utilissimo per adulti e familiari che vogliono cercare un dialogo con l’adolescente, avvicinandosi al suo punto di vista.

Tornando dal cinema...

Dune

Data di uscita: il 3 settembre (Italia) 2021

Durata: 2h35m

Genere: sci-fi/avventura


Protagonisti:

Timothée Chalamet (Paul Atreides)

Zendaya (Chani Kynes)

Rebecca Ferguson (Lady Jessica)

Jason Momoa (Duncan Idaho)


La pellicola è la prima parte del romanzo scritto da Frank Herbert, preso dal primo capitolo del ciclo di Dune.


Trama

In un lontano futuro dell'umanità, il duca Leto Atreides del pianeta Caladan, dominato da un imperatore, accetta la gestione di un pericoloso pianeta, Dune, in cui c'è l'unica fonte di una sostanza in grado di prolungare la vita e consente i viaggi spaziali, chiamata Spezia, il materiale più importante dell'universo e presente nella sabbia del deserto del pianeta. Il figlio del duca, Paul, possiede dei poteri particolari, come la madre, grazie ai quali ha delle visioni premonitrici, in cui vede una ragazza Fremen, Chani. In queste visioni Paul prevede le azioni che i Fremen mettono in atto per riportare alla libertà il loro pianeta Dune.

Recensione

Dune è un bel film, che mette in risalto il valore dell'onore, dall'amicizia e della libertà. Molto particolari sono: la grafica, gli effetti speciali e l'ideazione dei mezzi spaziali; mentre la musica non riveste un ruolo primario nel film. L'impostazione di Dune fa comprendere che è la pellicola introduttiva di una saga.

Intervista

Ti è piaciuto il film?

Molto gradito grazie alla trama, i personaggi, e alla grafica.


L'attore secondo te è stato scelto bene per il ruolo di Paul?

Si e no. Si perché è stata una scelta di marketing ma è andata bene; no perché è un attore crescente e non molto conosciuto e non ha molta esperienza.


L'ideazione dei mezzi spaziali ?

Molto particolare, con le dimensioni sia grandi che piccole gli spazi che rendono molto bene anche grazie alla grafica.


Idea della trama?

Molto bella la trama, che si trova in molti film, ma Dune ha reso questo film interessante. Un'idea interessante è la storia della Spezia.


Commenti sui personaggi?

Il duca Leto Atreides è un personaggio positivo che è bravo a svolgere il suo lavoro ma anche un ottimo padre che è presente per suo figlio non come le solite storie dove è un bravo capo ma non dà valore al compito del padre. Le figure femminili sono molto più elevate, l loro personaggi potrebbero reggere anche senza il protagonista, non servono a un mezzo per un fine e anche per i costumi che sono come quelli degli uomini e non ci sono differenze tra i due.

LA POESIA

Ricordando Alessandro Celani

I poeti non muoiono mai.

Vivono per sempre tra gli spazi bianchi dei versi.

Così incontriamo Alessandro Celani, cercandolo oggi tra gli spazi bianchi della sua ultima raccolta ‘Apocalisse ed altre visioni’, edito nel 2021 da Aguaplano.


Fatti feroce poesia

quando i tempi sono feroci

Impara dalle bestie nei campi

come uccidono e sono uccise

Impara dal tempo che viene in soccorso

a chi è già morto fra le acque

Non cedere alle lusinghe dei poeti

dicci la verità sulla morte

chi uccise e chi fu ucciso

nome per nome

Alessandro del resto ci ha lasciato tante pagine tra cui cercarlo. Intellettuale di rara cultura e sensibilità, archeologo per formazione, poeta, fotografo, storico dell’arte per elezione, ricercatore in Storia antica e borsista presso la Scuola Archeologica di Atene, ha pubblicato un fondamentale testo sul reimpiego dell’arte greca nella Roma imperiale, ‘Opere d’arte greche nella Roma d’Augusto’, (1998), un articolato ed ampio studio sulla scultura di età ellenistica, ‘Una certa inquietudine naturale’, (2013), le raccolte poetiche ‘Una lingua in esilio (2014) e la già citata ‘Apocalisse ed altre visioni’ (2021), il pamphlet ‘Victima. Discorso e forme dell’uccidere’ (2016), I testi di fotografie e racconti ‘Aura’ (2017) e ‘Passages’ (2019), oltre a numerosi articoli su giornali e riviste.

Un amico, un insegnante, un collega, il papà di Sofia, Dafne e Dario. Tante cose insieme, tanta gioia in questa sua vita breve e piena.

‘Nascondiamo le cose che ci spaventano: la malattia e la morte, i volti dei santi nella penombra, il buio improvviso, le lucertole spavalde che salgono alle caviglie, i ragni.’ Così in suo reportage sul Salento uscito per Repubblica viaggi. Non nascondiamo bellezza, aggiungerei. Mai.

Il Biennio all'opera

"Era grande, bruno, calvo"

RICERCATO

Pseudonimo: l'Innominato

Origini familiari: alta nobiltà milanese

Residenza conosciuta: un castellaccio sul confine in una valle angusta e uggiosa

Reati commessi: assassini, violenze, rapine, e in ultimo rapimenti

Descrizione fisica: "era grande, bruno, calvo, bianchi i pochi capelli che gli rimanevano; rugosa la faccia: a prima vista, gli si sarebbe dato più de' sessant'anni che aveva; ma il contegno, le mosse, la durezza risentita de' lineamenti, il lampeggiar sinistro , ma vivo degli occhi, indicavano una forza di corpo e di animo, che sarebbe stata straordinaria in un giovane".

Costruiamo una poesia in versi e.....musichiamola

POESIE


AUTUNNO

Cadono foglie leggere dal cielo

sul terreno bagnato da lacrime.

Un'altra estate é già passata

veloce come il vento trascina,

i fiori strappati dall'albero

radici che solcano il terreno

uccelli che scandiscono il tempo

che passa veloce come il vento.

LA PAURA

La sera la paura si sente,

nella mia mente un pensiero perenne.

Quello che accade con si scorda,

poi nella mia mente tutto torna.

Lo sguardo e il respiro addosso

di un gatto che mi guarda storto,

poi a svegliarmi ecco la voce

che mi chiamava e poi tace nel buio atroce.

L'ASPETTATO RITORNO

Ed il cuore mio in brandelli sta

aspettando persistente un tuo ritorno che non si ripresenterà

lacrime calde scorrono sul mio viso

ripensando a quel tuo timido sorriso.

I RICORDI

Ti ricordi?

Tutti quei momenti passati insieme

ad arrampicarci sugli alberi

dal fitto bosco intorno a casa.

Salivamo rapidi come scoiattoli

su quei rami contorti.

E se cadevamo

ci mettevamo a ridere.

Ora non ci parliamo più

non giochiamo più

siamo cresciuti!

Io ti vedo spesso,

sempre con i tuoi amici.

E ogni volta penso

a quanto ci siamo divertiti.

Ci penso. . .

E ancora sorrido.

( Sofia Grieco 2°b)

Alunne della classe IIB

Giovani poeti all'opera

Presentiamo alcune poesie di Gian Marco Strappaghetti, un mio ex allievo, diplomatosi l'anno passato. Gianmarco ha risposto a alcune nostre domande.

Presentati e raccontaci di te

Mi chiamo Gian Marco Strappaghetti, ho 20 anni e sono uno studente della facoltà di Filosofia e scienze e tecniche psicologiche dell’Università degli studi di Perugia. Da qualche anno ho scoperto la mia vera passione: L’arte. Prima come allievo di questo Liceo, poi, con la stesura di piccole riflessioni e pensieri personali, incentrati sull’espressione del proprio io interiore. Questi primi scritti hanno poi subito una graduale evoluzione, sfociando in numerose tematiche, quali ad esempio l’amore e la vita, per poi acquisire una configurazione metrica, passando dalla prosa alla poesia.

Perché la poesia in questo particolare momento storico?

Scrivo poesie in questo particolare momento storico, poiché, come sono solito dire, la poesia è tutto ciò che posso e non posso essere. Tutto ciò che posso essere in quanto essa rappresenta quasi una vocazione, uno scopo maturato dall'esigenza di incanalare l’onda di emozioni che spesso mi avvolge e nella quale amo identificarmi. Tutto ciò che non posso essere, perché scrivere mi permette di raggiungere e trascendere i miei stessi limiti e arrivare così, dove prima osavo solo immaginare di essere. L’unione di questi aspetti suscita in me la necessità di comporre un testo poetico e non solo.

Che progetti hai per il futuro?

In futuro ho in mente di scrivere anche un libro, in particolare, un romanzo autobiografico di un’esperienza vissuta in passato, sul quale sto meditando già da diverso tempo.

Caro Gian Marco, ti auguro giorni di gloria per l'ardua strada che hai intrapreso

Cos’è l’Arte per me?


Non è semplice rispondere a questa domanda, perché mi sono reso conto che quando tento di parlare di Arte, è molto facile scadere in banalità e definizioni riduttive che non esprimono quel che veramente vorrei dire.

Insomma, mi sono reso conto che anche per parlare dell’Arte devo ricorrere all’Arte e non è per niente facile. Almeno per me.

L’Arte è un “argomento immenso” e sinceramente non so se avrò la capacità di esprimere in poche e soprattutto “giuste” parole quello che sento e penso sia Lei per me...

Ci proverò come meglio posso, avvalendomi dell’aiuto di numerose parole virgolettate e definizioni liberamente “accroccate” da me, anch’esse virgolettate (benedette siano le virgolette!).

Inizio il mio discorso, cercando di costruire una mia definizione di Arte.

L’Arte può essere banalmente definita come “atto creativo” o “prodotto della creatività"... ma non tutto quel che nasce dalla creatività per me è Arte. Dal mio punto di vista credo che solo l’atto creativo che scaturisca dalla necessità di comunicare qualcosa, possa realizzare quella che noi chiamiamo Arte.

L’Arte secondo me nasce dal bisogno naturale di comunicare che è proprio dell’essere umano; è questo bisogno che “innesca” e muove l’atto creativo con cui cerchiamo di esprimere un messaggio, un “racconto” che alberga dentro di noi e che “spinge” per venire fuori e diventare “reale”, ossia prendere una forma percepibile ai nostri e altrui sensi.

Potremmo dire, quindi, che l’Arte è il linguaggio attraverso il quale possiamo “raccontare” il nostro “mondo interiore” al “mondo esteriore”. Attraverso il linguaggio artistico possiamo esprimere il nostro modo di concepire la bellezza e l’armonia; attraverso il linguaggio dell’Arte possiamo esprimere la nostra indignazione, sofferenza e paura ; attraverso l’Arte possiamo ribellarci e lanciare la nostra provocazione utilizzando anche quel che comunemente viene considerato brutto, disarmonico e inopportuno, se serve a far emergere nella coscienza collettiva una nuova consapevolezza. Uno dei “super-poteri” dell’Arte infatti (ovviamente secondo il mio parere), è quello di riuscire ad esprimere “contenuti” che il linguaggio convenzionale non può esprimere. Questa sua capacità la rende capace di “svelare” quel che altrimenti resterebbe celato ai nostri sensi e alla nostra comprensione; grazie a questo “svelamento” diventiamo più consapevoli. In questo senso si può affermare che l’Arte abbia un ruolo fondamentale nell'evoluzione dell’essere umano.

Chi è dunque l’artista?

L’artista per me è colui che costruisce il “linguaggio” più idoneo per la “visione” ( nel senso più ampio della parola) che porta dentro di sé e che intende comunicare. L’artista, secondo me, deve avere “qualcosa da raccontare”, deve sentire la necessità di “raccontarla” e deve avere la capacità di trovare la forma idonea -ossia il linguaggio- per farlo .

Questa capacità di rappresentare in forma artistica la nostra esperienza (interiore) del mondo (esteriore), fa parte da sempre della nostra natura umana. Ciò è dimostrato dalle pitture rupestri della preistoria (ossia dell’era in cui l’essere umano ancora non aveva inventato la scrittura con cui poter “registrare” e trasmettere ai posteri la sua Storia), che raffigurano nella maggior parte dei casi scene di caccia. Fin dai suoi albori, l’essere umano ha dimostrato di essere un artista, ossia una specie vivente capace di creare linguaggi e “codici” sempre più complessi che chiamiamo cultura.

La natura dell’uomo è creare cultura (questa frase mia madre me la ripete fin da quando ero piccolo); l’Arte è somma cultura… per me, ovviamente.

Di N.P. Liceo, classe IE

Una passeggiata fra Napoli e Pompei

La libertà di stampa

Copia di La stampa

Un excursus dalla nascita della stampa, la sua evoluzione, l'articolo 21 della Costituzione italiana sino al gol 16 dell'agenda 2030

(lavoro di educazione civica classe IV C)

La casa dei ricordi

Oh casa mia dolce vecchia casa, luogo della mia Infanzia dove sono cresciuto, tra i miei primi passi, le giornate passate in famiglia e la miriade di ore trascorse davanti alla tv ad “ammazzarsi” dei cartoni animati più strampalati.

Dopo tutto questo tempo, ancora mi ricordo la sensazione che provavo ogni volta che tornavo da scuola per poi salire le scale e, una volta aperta la porta, tuffarmi nel divano come un dolce e soave mare in cui rilassarsi in compagnia dei rumori dell’acqua, perdendomi beatamente nel comfort di tutto ciò (e ovviamente buttare lo zaino via senza disturbarmi di metterlo a posto lasciando il compito a mia Madre) dopo ore passate a Scuola tra interrogazioni, divertimento coi compagni e ciò che sembrava un’eternità a stare fermo (il che per uno come il sottoscritto a cui piace muoversi non è proprio il massimo), anche se poi con gli anni si è migliorati in questo aspetto.

Ovviamente il tutto era un preludio al pranzo, dove ci riunivamo per mangiare, che fossimo soltanto io e mamma o anche papà, mia sorella, la mia nonna e qualche ospite; papà e Anastasia (mia sorella) sono sempre stati intransigenti sull’alimentazione il che, con uno come me che è incredibilmente selettivo e amante dei cibi spazzatura, ha portato qualche volta a scontrarci (beh, ”scontrarci”, andavamo in disaccordo e c’era qualche punizione di tanto in tanto, ma non era chissà che tragedia greca), così anche come sulla scuola, tra mancanza di voglia, qualche insufficienza nella matematica e geometria (uno stabile del genere) e interrogazioni finite male.

Almeno per rilassarsi c’era pur sempre il vasto giardino fuori casa in cui perdersi come Alice nel paese delle meraviglie, stando a contatto e diventando così tutt’uno con la natura, respirando l’aria delle varie stagioni come il bell’autunno, il soffice inverno, la dolce primavera e la calda estate (beh sinceramente a parte le uscite con gli amici l’estate non stavo tanto tempo fuori, complice il caldo il quale mi friggeva come delle patatine del Mc Donald); un altro posto speciale in cui andare a rifugiarsi, tra cartoni animati e salti sul letto come un leprotto iperattivo, era la stanza di mia nonna, una donna incredibilmente amorevole, calorosa e con diverse storie che condivideva con le mie (alcune delle quali sinceramente mi inventavo ma oh, che dire, mi piace intrattenere) e che purtroppo ci ha salutato quasi 3 anni fa: c’è da dire che, una volta trasferitisi, la sua demenza senile è sempre peggiorata purtroppo, e di conseguenza allontanandoci (come per prima, nessuna tragedia greca, semplicemente non comunicavamo più come una volta), motivo per cui i ricordi che associo di più a lei sono connessi a questa casa e più specificamente questa parte; non dimenticherò mai quanto fosse affettuosa, sempre preoccupata per me e con qualche volta mi confidavo anche, sempre pronta a mettermi un giacchetto e una sciarpa per riscaldarmi, il che è, in modo metaforico, il ricordo che ho di lei, con il suo calore e la sua dolcezza.

Tra le altre cose che facevo con i miei familiari era giocare con mio padre a cose come nascondino, districandomi tra i vari meandri della casa in pieno stile Indiana Jones o Signore degli Anelli, e, come già menzionato prima, stare davanti alla tv a guardare millemila cartoni diversi: da Ben 10 (di cui ancora custodisco i DVD dopo quasi 10 (appunto) anni) a Spider-Man, da Naruto a Sailor Moon, da Yu Gi Oh! a Bakugan, ce n’era per tutti i gusti, il tutto o in salotto o in camera mia: situata dietro la cucina, come qualunque camera, erano presenti degli scaffali dove mettere i miei libri in maniera disordinata che neanche un cieco sbronzo (e non è che ciò sia migliorato tanto ora…), il mio letto a sinistra e dal lato opposto degli armadi, uno dei quali veniva sopra messa la TV del primo piano per un certo periodo di tempo (fine 2010-inizio 2011), il che, vista dal letto tutto rilassato, mi faceva sentire come un beato re nella sua dimora, mentre nella mia scrivania sfogavo il mio tornado di idee creando un’infinità di personaggi e cartoni animati prendendo spunto da quelli che guardavo, che fossero o di commedia o di azione, inventando i miei universi narrativi….quando poi stavo vivendo in quello migliore di tutti: già perché la casa è il luogo in cui viviamo e essa di conseguenza diventa una scatola di ricordi preziosi, belli e brutti, un gioco di luci e ombre che si incastra nella tua memoria e uno stabile fisso in quello che diventa la casa più importante: quella della nostra anima, del nostro cuore, poiché sono le esperienze che attraversiamo a definirci, e che di conseguenza ci rimangono impresse nella mente e nel cuore, motivo per cui risulta normale ritornarci ogni tanto: punto sempre gli occhi su di te, vecchia casa mia, ogni volta che ti ripasso vicino, similmente ad una vecchia amica, così come per la nonna ricordandomi di lei, sentendomi come Vin Diesel nella scena tributo a Paul Walker di F&F 7; com'è? come state? Come stai in paradiso, nonna? E tu casa, come sono i tuoi nuovi residenti ? Io bene, da quando me sono andato in prima media tante cose sono cambiate; mi ricordo che allora era un periodo di cambiamento in cui avevo cambiato scuola, avevano smesso di trasmettere Corn Flakes (contenitore di cartoni animati della Rai che erano soliti trasmettere la mattina intorno allo stesso orario dell’Ora Esatta su Canale 5, che ero solito beccare nelle mattine piovose, entrambi simboli della mia infanzia) e non stavo più bene con le persone che frequentavo divenendo un solitario; ora sono iscritto al Liceo Artistico Bernardino di Betto, mi sto approcciando a nuovi orizzonti per quanto riguarda il mio talento e soprattutto sto migliorando piano piano nei rapporti interpersonali, ma durante tutto questo non posso non dire che tu e la nonna mi siete tornati spesso in mente, spero che anche tu casa sia cambiata in meglio e che tu nonna riposi in pace perché non potrò mai ringraziarvi abbastanza per l’immenso amore e ricordi indimenticabili che mi avete regalato. Statemi bene :)

M.B- IV E

Attardiamoci ... in biblioteca

Progetto Biblioteca aperta

Sta per concludersi il progetto proposto del dipartimento di Lettere dal titolo “biblioteca aperta” che ha coinvolto la nostra biblioteca "Simone Bacelli" riscuotendo una grande partecipazione dei ragazzi e che merita almeno una succinta riflessione: ancora una volta i ragazzi tornano a stupirci e a insegnarci!

Ci possiamo chiedere se abbia ancora significato il raccogliere, archiviare, custodire, preservare, comperare libri cartacei in quest’epoca digitalizzata.

Noi il senso lo vediamo, e crediamo che anche i giovani, con la loro assidua e potente partecipazione lo abbiano compreso appieno. Nei nostri incontri pomeridiani del martedì e giovedì dalle 13,40 alle 15,40 abbiamo utilizzato la sala insegnanti come spazio fisico dove poter consultare, lavorare, pensare e incontrarsi.

In questi incontri la nostra biblioteca, che ha ripreso vita, luce e presenze, è stata anche un luogo che si è collocato nell'esperienza individuale dei ragazzi che l’hanno frequentata, vissuta, come luogo quotidiano, domestico, amichevole, quasi una propaggine della casa. Uno spazio che ha fatto stare bene la sua utenza, nei suoi silenzi, nei suoi armadi colmi di conoscenze, ha reso gradevole la permanenza, è stata punto fondamentale perché ha vissuto non solo del bisogno informativo/formativo dei suoi utenti ma del bisogno sociale, ludico e creativo/ricreativo dei nostri ragazzi usciti da una faticosa pandemia.

Inoltre, per coloro che lo volessero, c'è stata anche la possibilità di imparare a catalogare i libri custoditi nella biblioteca e possiamo affermare che alcuni ragazzi lo hanno fatto con interesse e sistematicità.

Biblioteca fisica che si è rivelata ai ragazzi una sinestesia di sensi, toccare, leggere, ricercare, annusare, prepararsi a una interrogazione, fare ricerca, cercare bibliografia o sitografia per una relazione, disegnare, e, perché no, per partecipare a un cineforum, incontrare un autore, uno scienziato o un'artista, fare un'esposizione.

Si è rivelata non una semplice raccolta di libri, ma un insieme di relazioni, un universo infinito e sconosciuto ai più, che Umberto Eco aveva precisamente colto, scegliendo, non casualmente, di ambientare il suo capolavoro letterario in una biblioteca. I ragazzi ci hanno chiesto di continuare questa esperienza, hanno più volte affermato che stavano bene in questo luogo. Certo, a chi di noi non piacerebbe pensare i nostri ragazzi in una biblioteca "aperta", dove possano incontrarsi, scambiarsi idee, leggere, ripassare; non semplice raccolta di libri, ma insieme di relazioni.

Rispondiamo agli studenti che speriamo che la Biblioteca resti aperta, che questa esperienza possa trovare soluzioni di continuità, e auguriamo loro che questa esperienza sia stata per loro solo l'inizio di un processo di connessioni, di ricerca, di soddisfacimento delle curiosità, luogo piacevole per uno studio proficuo, tessuto di coesione sociale.


Grazie ragazzi

Elena Bongini

AUGURI... "RICICLABILI" !

Buon Natale.mp4

Vi presentiamo un bellissimo albero di Natale realizzato dall'allievo R.P. del IIB assieme ai Prof. Rossi e Ruzzier per un progetto di geografia e educazione civica sull'inquinamento. L'albero è stato realizzato, come R.P. ci dice nel video, utilizzando sia materiali biodegradabili che materiali riutilizzati.

Con questo video la redazione augura a tutti i lettori un sereno Natale e un gioioso 2022.

Presentiamo la redazione:

Sofia Grieco, Alessia Manferini, Giulio Ferroni, Giada Basciani, Caterina Gori, Gianfranco Bertoldi, Marco Brilli, Pietro Betti, Cecilia Montano, Sofia Costantini, Filippo Grilli, Lorenzo Mazzilli, Sofia Spighetti, Amanda Zerbo.