Tensioni in Sudan

Spieghiamo la guerra civile in Sudan

di Laura Cetera e Maria Rizzo

Nel mese di ottobre 2021, c’è stato un colpo di stato da parte di Burhan, un militare dell’esercito sudanese, e Dagalo, capo dell’esercito dei paramilitari (RSF). Adesso che Burhan è diventato presidente dello stato, Dagalo è il suo braccio destro ma da quando quest’ultimo ha definito il colpo di stato un errore, i loro rapporti si sono inaspriti. Così le forze di Al-Burhan hanno definito il capo delle RSF un criminale e le organizzazioni dei paramilitari ribelli. Per questo motivo, Dagalo ha posto una taglia sul presidente dello stato.

Ora in Sudan, è in atto una guerra civile dal 2022, ma anche dopo molti inviti a cessare il fuoco, che purtroppo non sono serviti a nulla, nessuno dei due schieramenti vuole arrendersi e, al momento, non si vede nessuno spiraglio di tregua. Sono state annunciate già dall’inizio della guerra diverse “tregue” che sono sempre state violate. Secondo un ultimo bilancio, si è registrato un totale di 443 vittime e oltre tremila feriti.

Il 21 aprile 2023 si è registrato un assalto respinto all’ambasciata francese, ma già agli inizi della guerra c’è stata un’ aggressione all’ambasciatore Ue a Khartoum, insieme a denunce di abusi e violenze sessuali a discapito di operatori umanitari. Per questi motivi, Usa, Spagna, Germania e altre organizzazioni stanno annunciando l’evacuazione dei propri cittadini dall’ambasciata in Sudan.

Fonti