Ricordare non ci serve a niente, se non ci rende migliori

La giornata della memoria

Il 27 gennaio di ogni anno si celebra la giornata della memoria, che ricorda tutti gli ebrei uccisi nei “lager”(campi di concentramento) durante la shoah. Ma le domande che ci dobbiamo porre sono: è importante commemorare questo giorno? Perché? Ma soprattutto cosa vuol dire?

Sì, è importante ricordare. È fondamentale, soprattutto perché oggi si vedono ancora episodi di odio razziale. Il nazismo esiste ancora, è tra di noi, solo che agisce in modo meno evidente rispetto al tempo. Crediamo che sia scomparso, ma non è per niente vero. Ce l’avranno ripetuto un’infinità di volte, forse abbiamo pensato che diventasse una rottura, ma è proprio per non dimenticare che abbiamo letto vari articoli e libri e guardato un sacco di film su questo tema. Anche l’Italia, la nostra bellissima Italia, ha avuto un ruolo centrale durante la shoah. Non possiamo nasconderlo, NON DOBBIAMO nasconderlo, perché, per fortuna, i sopravvissuti ci sono stati e alcuni sono italiani. Prendiamo per esempio Primo Levi, suicidatosi l’11 aprile 1987 a Torino, o Liliana Segre, tuttora viva e vegeta e nominata senatrice a vita il 19 gennaio 2018. 

Detto questo, sorge spontanea la nostra terza domanda. Cosa vuol dire ricordare? Questa parola non vuol dire solo guardare un film il 27 gennaio o scrivere un semplice articolo di giornale. Ricordare è sapere. Ricordare è mettersi in moto, è il compimento di azioni concrete per far sì che non accada più, questa “tempesta devastante” che ha investito tutte le persone di religione ebrea. Secondo me è la scuola che deve dare l’iniziativa, e devo dire che la mia, anzi la nostra, ci sta riuscendo. Abbiamo guardato “Anne Frank, la mia migliore amica”, un film veramente serio, che colpisce. Anne, una ragazza come noi, si trova suo malgrado a vivere uno dei periodi più bui della storia, con una forza e coraggio che tanti di noi non avrebbero avuto.

Ricordare è una nostra priorità, ce lo chiedono storie come quella di Anne che non devono essere dimenticate.