Rivoluzione Russa
La Russia era uno Stato segnato dall'ingiustizia e dalla miseria dove la repressione era forte e l'industrializzazione molto scarsa la rendeva un paese prevalentemente agricolo. Il parlamento (la Duma) aveva poco potere e a questa situazione si aggiungeva la prima guerra mondiale. Le politiche imperialiste dello Zar erano osteggiate da alcuni partiti, tra questi ve ne erano alcuni di ispirazione democratica e liberale, altri erano espirati da un sentimento rivoluzionario, in oltre molto diffuso era anche il movimento anarchico ispirato alle idee di Michail Bakunin. Il Partito Socialdemocratico era diviso tra una maggioranza rivoluzionaria marxista detta Bolscevica e una minoranza riformista detta Menscevica. Questi si separarono nel 1912. All'inizio del 1917 la popolazione stremata tra fame e guerra, insorge e il 23 febbraio numerose donne, per lo più operaie danno vita ad un corteo spontaneo insieme ai loro figli per chiedere pane e la fine della guerra. Il malcontento si dilaga in fretta e la rivolta diviene ingestibile poiché spontanea. Benché si trattasse di un movimento del tutto pacifico lo Zar ordina di sparare sulla folla ma i soldati disobbediscono e si uniscono alle proteste, alle quali si aggiunse lo sciopero dei ferrovieri. Gli insorti, inspirandosi alla Comune di Parigi, crearono i Soviet (collettivi di fabbrica basati sull'autogoverno) e il più importante fu quello di Pietrogrado, la capitale russa. I Soviet riescono a riscuotere fiducia e quindi più potere del governo centrale. Viene quindi spodestato lo Zar e istituito un governo provvisorio. Retto da Partiti di ispirazione moderata che comunque continua a sostenere la guerra. Questa linea del governo creò l'ostilità da parte della popolazione, che sperava finisse. I Bolscevichi rifiutarono di appogiare il governo provvisorio proponendo una alleanza tra operai e contadini. Ad aprile del 1917 il lider del Partito bolscevico Lenin tornò dalla Svizzera dove era stato esiliato dallo Zar. Egli propone l'immediata uscita dal conflitto mondiale e la trasformazione della guerra imperialista in una guerra civile rivoluzionaria, nonché la collettivizzazione delle terre e la distribuzione delle stesse ai contadini. Propose anche di dare tutto il potere ai Soviet. A luglio il partito bolscevico fu messo fuorilegge ma il 24 ottobre del 1917 i Bolscevichi occuparono i punti strategici della città e assaltarono il palazzo d'Inverno, già residenza dello Zar e sede dei ministri del governo provvisorio. Pochi giorni dopo il nuovo governo rivoluzionario venne presieduto da Lenin, il quale tra i primi provvedimenti assunti abbolisce la pena di porte e soppresse la proprietà privata della terra, i beni ecclesiastici furono nazionalizzati e i tribunale e la polizia furono sostituiti dai tribunali del popolo. Ma alle elezioni dell'Assemblea Costituente Lenin perse le elezioni. Dopo aver tentato la strada istituzionale Lenin dichiarò di non sottoporsi alla pratica borghese delle elezioni e così nacque la repubblica federale socialista russa il cui potere statale è interamente bolscevico.