Olindo e Rosa sono innocenti? Che cos'è successo davvero quella serata?

Il dibattito sulla strage di Erba si riapre. Ci sarà una svolta?

di Luka Cikic - 11 giugno 2023

Rosa Bazzi e Olindo Romano

La sera dell’11 dicembre 2006 all’interno di un appartamento a Erba, in provincia di Como, divampava un incendio che fa subito allarmare due vicini di casa, i quali cercarono per primi di entrare nella palazzina salendo le scale verso il primo piano dove è localizzato l’appartamento. A ridosso del pianerottolo trovarono un uomo ferito (Mario Frigerio), sdraiato con la testa dentro l’appartamento ed il corpo fuori, il quale viene prontamente trascinato per le caviglie nel punto più lontano dal fuoco. Subito dopo i due soccorritori entrano nell’abitazione e scoprono il corpo senza vita e in fiamme di una donna; lo prendono per le caviglie e lo allontanano dal fuoco. Mario Frigerio, il ferito, gesticolando avvisa che un’altra persona si trova di sopra In quel momento si sentono delle grida di aiuto provenire dal piano superiore. Il fumo però inizia a farsi sempre più denso, motivo per il quale i soccorritori si videro costretti ad abbandonare gli ambienti. 

Dopo l’arrivo dei vigili del fuoco che riuscirono a domare l’incendio, vennero scoperti ben quattro cadaveri. Il sopravvissuto Mario Frigerio, gravemente ferito, viene trasportato d’urgenza all’ospedale dove viene sottoposto a diversi interventi. 

Le vittime sono Raffaella Castagna, la madre Paola Galli e il piccolo figlio di Raffaella. Si comprende che sono state uccise brutalmente colpite da coltellate e sprangate, sgozzate e lasciate dissanguare. Nell’appartamento al piano superiore venne scoperto il corpo senza vita di Valeria Cherubini, moglie del sopravvissuto, che era accorsa per prestare aiuto dato che aveva notato l’uscita di fumo dall’appartamento. Viene trovato morto anche il cane di famiglia, ucciso dal monossido di carbonio. In seguito alle indagini e alle autopsie sui corpi delle vittime, il medico legale stabilisce che gli aggressori erano stati due, uno dei quali mancino, armati di due coltelli e di una spranga. Inizialmente venne interrogato Azouz Marzouk, marito tunisino di Raffaella Castagna, con precedenti per spaccio, ma ha un alibi di ferro: si trovava in Tunisia dai genitori.
Le indagini si concentrano allora sulle figure di Olindo Romano e Rosa Bazzi, vicini di casa della signora Castagna. I due in passato hanno avuto contrasti legali con lei. 

Le vittime della strage: da destra Raffaella Castagna, Youssef Marzouk, Paola Galli e Valeria Cherubini. A sinistra Mario Frigerio

Mario Frigerio in un'aula di tribunale scortato da due carabinieri

Si sospetta su di loro per la loro indifferenza verso il delitto, per la presenza di alcune ferite sui loro corpi e il ritrovamento sul battitacco della loro auto una macchia di sangue della vittima. I due hanno, tra l'altro, un passato difficile: Rosa ha subito violenze sessuali da bambina e il trauma non è risolto, su Olindo pendono alcune denunce per rissa familiare.
Nelle udienze i coniugi prima ammettono e poi ritirano la loro colpevolezza diverse volte, sostenendo anche che i carabinieri li stessero costringendo a confessare.
Mario Frigerio, unico sopravvissuto alla strage, riconobbe Olindo come suo aggressore.
La Corte d'Assise pronunciò la sentenza di primo grado condannando all'ergastolo con isolamento diurno per tre anni i coniugi. Venne confermata la pena in seguito ad un ricorso.
Le prove ci sono e sono incontestabili.

Resta in dubbio come due persone da sole possano aver commesso una strage di questo genere. Azouz Marzouk sarebbe coinvolto in tutto ciò? Da poco è rinato il dibattito, ma il caso non verrà riaperto per via della solidità delle accuse.