L'uso delle armi in Italia: come funziona?

Quali sono? Sono legali? E come si possono avere?

di Emma Aldighieri - 11 aprile 2023

Tutti sanno che in molte parti del mondo, compresi gli Stati Uniti, è perfettamente normale possedere armi per la difesa personale. Ma è legale possedere armi di difesa in Italia? Ebbene ciò è possibile, basta avere la licenza del porto d’armi. Anzi c’è di più: negli ultimi sette anni il numero totale di licenze è aumentato del 9,6% nel nostro Paese. Secondo la legge italiana, infatti, i soggetti privati possono detenere diversi tipi di armi in base all’utilizzo. 

Vi è una distinzione principale tra due tipi: armi improprie e proprie. Le prime rappresentano tutto ciò che viene utilizzato come arma ma che non è nato con quel preciso scopo (coltelli da cucina, catene, ecc.), mentre le armi proprie sono le armi da fuoco di difesa o offesa. Le forze dell’ordine invece possono possedere armi da guerra, cioè con calibro superiore al 12.7 mm. 

Le forze dell’ordine comprendono: la Polizia di Stato, l'Arma dei Carabinieri, la Guardia di finanza, nonché la Polizia penitenziaria e il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco.

Parlando invece delle licenze per avere queste armi, ne esistono diverse, ognuna per uno scopo ed arma differente: si va dal nulla osta che permette a chi ne ha bisogno di poter usare un'arma per 30 giorni ma senza la possibilità di portarla fuori dall'abitazione in cui si trova, al porto d’armi, un documento che permette al cittadino maggiorenne  di acquistare e detenere armi da fuoco. 

Vi sono quindi vari tipi di porto d’armi. I principali sono tre: il porto d’armi per difesa personale, per uso sportivo e per uso venatorio. Il primo permette al cittadino di portare sempre la propria arma fuori dalla propria abitazione domestica, il secondo permette di esercitare il tiro a volo o a segno ma l’arma nel tragitto dal domicilio al poligono deve essere scarica, mentre il terzo riguarda i fucili da caccia da utilizzare solo nei periodi prestabiliti e in zone ben precise. Mentre il primo deve essere rinnovato ogni anno, per gli altri due la scadenza è di cinque anni. 

Le forze armate invece sono quattro: Esercito, Marina, Aeronautica e Carabinieri.

Esiste infine un particolare porto d’armi che riguarda le armi da collezione: si chiama “licenza di detenzione” e non ha bisogno di rinnovo come i precedenti in quanto l’arma non uscirà mai dalla propria abitazione. 

Il porto d’armi per la difesa viene rilasciato dalla prefettura, mentre per tutti gli altri bisogna rivolgersi alla questura. Per ottenere questo documento bisogna essere maggiorenni e presentare requisiti fisici e psicologici che permettano al soggetto di possedere un'arma da fuoco e nel caso di difesa personale bisogna specificare il motivo per cui si desidera possedere un’arma. 

Questo certificato di idoneità viene rilasciato dagli uffici medico-legali, dai distretti sanitari o da singoli medici della Polizia di Stato. Il richiedente è obbligato a presentare un documento stilato dal suo medico nel quale è certificata la sua l’idoneità psicofisica: si dichiara che egli non faccia uso di droghe o abuso di alcol e che non sia affetto da patologie particolari che potrebbero compromettere la sua sicurezza o quella degli altri in caso di rilascio del porto d’armi. Il medico accertatore inoltre può richiedere ulteriori esami specialistici. 

Oltre alle classiche armi da fuoco ve ne sono altri tipi: primo tra tutti è il coltello da cucina, che però non può essere portato fuori di casa se non si ha un porto d'armi; in caso contrario, si rischiano 18 mesi di carcere. Un’altra arma è lo spray al peperoncino che può essere usato solo per difesa personale. Inoltre la bottiglietta non deve superare i 20 ml, la miscela deve essere formata da Oleoresin Capsicum e non può avere una gittata superiore ai 3 metri. Se la bomboletta in questione non soddisfa i requisiti sopra elencati, si può essere condannati per il reato di “getto di cose pericolose e di lesione”. Una questione a parte riguarda il possesso di un tirapugni, considerato un'arma bianca in grado di produrre lesioni anche gravi: è vietato dalla legge portarlo fuori dalla propria abitazione  in quanto non è prevista dal nostro statuto la difesa preventiva. 

Cosa cambia tra prefettura e questura?

La Prefettura è l’organo al cui vertice c’è il prefetto, ha funzioni amministrative più ampie della Questura; la Questura è rappresentata dal questore ed è collegata alla tutela dell'ordine pubblico, coordina e dirige le forze armate diverse dalla Polizia di Stato. Entrambi gli organi dipendono dal Ministero dell'Interno.