Ci stiamo avvicinando alla fine di questo anno 2020: un anno segnato dalla diffusione del virus Covid 19 che ha profondamente inciso sulle nostre vite. Amici e conoscenti che hanno vissuto dolorosi momenti di malattia, altri che ci hanno lasciato, meno contatti di persona, limitazioni negli spostamenti, perdita del lavoro, aumento della povertà: una società già ingiusta lo è diventata anche di più ed è in forte aumento il numero degli “ultimi” cui, come Diaconia, cerchiamo di portare un aiuto.
Nelle nostre opere e nei nostri servizi abbiamo cercato di proteggere al massimo dal contagio ospiti e collaboratori, di mantenere alta la qualità dei servizi al prossimo, di applicare ove possibile la modalità di lavoro a distanza, di non lasciare nessuno senza una regolare entrata mensile, anticipando le erogazioni per coloro che sono stati in cassa integrazione.
Il primo picco di infezioni in primavera sembrava destinato ad esaurirsi nel medio periodo, ma dopo un’estate vissuta da molti troppo liberamente, il secondo picco ci sta segnando in modo più pesante e già si comincia a paventare un terzo picco...
Come comportarci nelle prossime festività? Molte limitazioni, mentre scrivo, sono in fase di confronto politico ma certamente la corsa ai regali, i grandi pranzi natalizi, i festeggiamenti per il nuovo anno non saranno gli stessi degli anni passati. Va in crisi il modello di un Natale come festa secolarizzata ma, per chi tra noi è credente, non va certo in crisi il Natale che ricorda la nascita di Gesù.
Chissà… forse quest’anno, meno distratti dal clima dei festeggiamenti di massa, potremo tutti e tutte prestare più attenzione al senso del dono, all'ascolto e all'aiuto all'altro, in particolare a chi è più solo o più fragile. E non limitare questa attenzione solo al periodo delle festività ma farne un modo di vita quotidiano.
Questo è l’augurio che faccio a tutti e tutte voi, pregando il Signore di continuare ad accompagnarci nel cammino della nostra vita.
Giovanni Comba
Presidente Diaconia Valdese