Tratto da:
"Questo ti voglio dire
ci dovevamo fermare.
Lo sapevamo. Lo sentivamo tutti
ch’era troppo furioso
il nostro fare. Stare dentro le cose.
Tutti fuori di noi.
Agitare ogni ora – farla fruttare.
Ci dovevamo fermare e non ci riuscivamo.
Andava fatto insieme.
Rallentare la corsa. Ma non ci riuscivamo.
Non c’era sforzo umano
che ci potesse bloccare.
E poiché questo
era desiderio tacito comune
come un inconscio volere ..."
"Costrinsero il sogno in un cerchio di voci
con le ali di prima pensai di scappare
ma il braccio era nudo e non seppe volare".
F. de André
Immagino una piazza con sculture che rappresentano le persone prigioniere dentro scatole in plexiglass, solo due di esse riescono a stringersi in un abbraccio.
Le sensazioni, le salite e le discese della vita durante l’emergenza Covid-19.
Aprire una porta come sinonimo di un nuovo inizio, uscire da un periodo di reclusione, sconforto e paura.
A Ispirata alla scultura de "l'Altante farnese", come nelle mitologia greca il titano sostiene il cielo sulle spalle, così l'infermiere, simboleggia il sacrificio del personale medico in questo periodo.
L'istallazione rappresenta la fatica del personale medico, rappresentata da un grembiule liso.
La scultura si ispira a "l'angelo d'oro" di Berlino, ma senza le ali, scende dal cielo grazie ad una mascherina che le fa da paracadute e simboleggia l'unico modo per sconfiggere la pandemia: proteggere se stessi e gli altri.