tre parole con ...

intervista a Bianca

In attesa di riabbracciarvi

COME RIUSCITE A GARANTIRE L’ASCOLTO DELLE PERSONE IN QUESTA SITUAZIONE DI EMERGENZA SANITARIA ?

Per quanto possibile cerchiamo di svolgere i colloqui al telefono sperando che possa essere percepito come un segno di presenza e di vicinanza a chi in questo momento soffre. Quando possibile facciamo di tutto anche per incontrare fisicamente le persone. In questo caso siamo bardati da capo a piedi con visiere, maschere, camici che ci rendono irriconoscibili e non distinguibili uno dall’altro o dall’altra. Pensa che io sono stata scambiata per Paolo e …viceversa ! Da allora ho deciso che qualche volta trasgredisco e faccio in modo di essere riconoscibile almeno dai capelli.


QUESTE MODALITA’ DI INCONTRO COME INFLUISCONO SULLA QUALITA’ DEL RAPPORTO CHE SI CREA CON LE PERSONE CHE FREQUENTANO IL CENTRO?

Il fatto di dialogare al telefono oppure di essere totalmente protetti, indossando tutti i presidi necessari, costituisce nella comunicazione una barriera che spesso impedisce di affrontare temi profondi e fa esprimere solo le richieste più immediate e urgenti. Questo determina in me un carico emotivo e di stress molto forte poiché devo assumere comportamenti che non sono i miei. Devo ragionare su come muovermi e stare molto attenta. Tutto ciò mi toglie un importante canale di comunicazione che per me è basato anche sul sorriso e sull’abbraccio. Sento che siamo come in una bolla che ci isola generando sofferenza. Però è stato emozionante quando un bambino dolcissimo, venuto con i genitori a ritirare la borsa con i generi alimentari, si è messo spontaneamente a mandarmi baci avvicinando le manine alla bocca coperta dalla mascherina.


COSA VI AIUTA DI PIU’ AD AFFRONTARE LA SITUAZIONE?

Il fatto che noi operatori ci sentiamo come in una grande famiglia , con emotività diverse e risorse affettive che creano un clima in cui ci si sostiene a vicenda e in cui è consentito che Bianca continui a fare le sue “Biancate”! Una grande famiglia in una grande casa dove cerchiamo di fare un po’ di tutto per fornire assistenza alle persone, ma dove altrettanto forte si avverte l’assenza di centinaia di volontari che con il loro prezioso aiuto ogni giorno si facevano carico di tanti piccoli compiti e della vita stessa di C.A.S.A. San Simone. Non vedo l’ora di poter riabbracciare tutti!