5 domande a...
intervista a Maria Grazia
Insieme nella stessa grande casa.
E’ stato difficile per te decidere di affrontare i rischi connessi con il tuo lavoro in questa situazione di emergenza sanitaria ?
Inizialmente ho avuto qualche esitazione dovuta alla preoccupazione manifestata dalla mia famiglia, poi ho deciso di affrontare il rischio perché ho pensato che la mia propensione era per impegnarmi e quindi io non potevo essere diversa da me stessa.
Come si svolge ora il lavoro nel centro di ascolto?
Ora a S Simone è tutto diverso da prima. Noi operatori siamo intercambiabili. Tutti ci occupiamo di lavori materiali come fare la lavatrice riordinare il guardaroba preparare le borse per la distribuzione dei pasti che ora sono preconfezionati da una ditta esterna pulire e igienizzare gli ambienti. Stiamo lavorando tutti insieme come se dovessimo gestire una grande casa.
Come sono cambiati i Servizi?
Come dicevo prima il servizio mensa è sostituito dalla consegna di pasti confezionati all’esterno da una ditta. Noi prepariamo delle borse che contengono i pasti preconfezionati per il mezzogiorno e generi alimentari per la sera. Il servizio di guardaroba avviene su appuntamento. Purtroppo i contatti e i colloqui, si tengono quasi esclusivamente per telefono con grande sforzo da parte di tutti nel preservare la qualità della relazione. Quando incontriamo fisicamente le persone adottiamo tutte le precauzioni del caso. Abbiamo infatti il dovere di proteggere non solo noi stessi ma anche le nostre famiglie e le persone che a noi si rivolgono.
Come sono cambiati i comportamenti delle persone che vedete ?Manifestano più di prima consapevolezza e gratitudine per il lavoro che facciamo. Hanno con noi un approccio paritario nell’osservare le norme igieniche. Si igienizzano le mani e mantengono le distanze senza problemi: sono consapevoli dei rischi che corriamo, hanno paura di ammalarsi a loro volta e collaborano con noi il più possibile.
Le persone che arrivano al centro sono le stesse di prima o sono cambiate?
Molti sono gli abituali frequentatori ma se ne sono aggiunti anche altri. Sono persone che prima sopravvivevano arrangiandosi anche senza aiuti ma che ora non ce la fanno più e devono ricorrere a noi. Tra le situazioni più drammatiche ci sono anche casi di donne vittime di violenze che si sono dovute allontanare dalla loro abitazione e i ragazzi giovani che erano nei centri di accoglienza.