Università di Messina: CGIL e FLC chiedono un incontro al Rettore sullo Statuto

Data pubblicazione: Sep 20, 2014 10:11:43 PM

La FLC CGIL e il Segretario Generale della Camera del Lavoro CGIL di Messina hanno inviato una richiesta di incontro al Rettore sul tema delle proposte di modifica dello Statuto di Ateneo. 

Oceano e Pistorino hanno avanzato puntuali proposte in un breve documento con la presentazione degli elementi che rappresentano le priorità sulle quali bisognerebbe intervenire per la predisposizione di uno Statuto più democratico e vicino alle diverse esigenze presenti in un grande ateneo.

In particolare, il documento, la cui stesura ha coinvolto i dirigenti provinciali della FLC CGIL del comparto Università, Di Renzo e Caccamo, propone integrazioni e modifiche in relazione ai vari profili professionali, tenendo sempre presenti le tematiche generali che un luogo formativo così importante come la nostra Università deve rappresentare per il contesto sociale e culturale in cui si inserisce.

Daniela Caccamo, ricercatrice presso il Policlinico Universitario, rileva: “Abbiamo voluto porre l’accento sull’esistenza, nella proposta di modifica presentata dall'Amministrazione, di uno sbilanciamento tra le varie fasce rappresentate in seno al Senato Accademico. Nello specifico, la rappresentanza dei Professori Associati e Ricercatori, che insieme costituiscono il 76,4% del corpo accademico, è stata diminuita al 27,3% rispetto al 36,4% previsto dallo Statuto attualmente in vigore. Questa modifica penalizzerebbe in maggior misura i Ricercatori, i quali avrebbero una rappresentanza pari al 13,6% rispetto all’attuale 18,2% nonostante costituiscano il 50,4% della comunità accademica”.

Francesco Di Renzo, Responsabile Provinciale del Comparto Università della FLC, sottolinea: “Non è stata accolta la proposta di allargare la rappresentanza ai lettori e di dare un maggiore peso a quella del personale tecnico-amministrativo. Questo creerebbe i presupposti per cui il Senato Accademico, che è un organo fondamentale per la gestione della vita accademica, non sarebbe in grado di garantire a tutte le figure che vi operano, e contribuiscono al suo funzionamento, un’adeguata possibilità di portare avanti le proprie istanze.

Graziamaria Pistorino, Segretaria generale FLC CGIL Messina, dichiara: “Il prestigio e la funzione educativa di una Università parte dall’immagine che questa riesce a dare di se stessa agli studenti ed alla comunità circostante. Lo Statuto di Ateneo rappresenta l’organizzazione interna di una istituzione complessa che sappia regolare i propri rapporti interni senza prevaricazioni o squilibri tra le varie componenti, riconoscendo a tutti l’importanza di ciascun ruolo ed assegnando ai singoli la responsabilità di rivestire un incarico non solo per se stessi, ma per una intera comunità. Le regole sancite dallo Statuto di Ateneo dovrebbero rappresentare il tentativo di una comunità che si fonda su principi come merito, equità e legalità, valori che, in questi anni, sembra siano stati smarriti.”

Lillo Oceano, Segretario generale della Camera del Lavoro, ribadisce: “È centrale il ruolo dell'Ateneo nella vita sociale e culturale della nostra città, anzi, probabilmente dell'intera Area dello Stretto, riteniamo che una istituzione così importante abbia la responsabilità di dotarsi di strumenti di regolamento che garantiscano democrazia, condivisione, trasparenza; pertanto siamo convinti che alcune modifiche prodotte in questa direzione non potranno che rendere più adeguato ed efficace lo Statuto di Ateneo.”

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Il documento inviato al Rettore

Magnifico Rettore,

la scrivente O.S. in relazione alla proposta di modifica dello Statuto di Ateneo, anche a seguito del dibattito assembleare tenutosi il 10 Settembre u.s., esprime un giudizio positivo sul recepimento dell'istanza, da noi avanzata, di introduzione del meccanismo elettivo per la componente interna del Consiglio di Amministrazione e di inserimento di una norma che limiti l’elettività in caso di condotte sanzionate dal punto di vista legale.

Tuttavia, vorremmo avanzare dei rilievi sul testo in oggetto.

In particolare, il principio dell’elezione del Consiglio di Amministrazione dovrebbe essere esteso anche a tutti gli altri organi che rivestono un ruolo importante all’interno dell’Università (CUG, Nucleo di Valutazione, Collegio di Disciplina, ecc…). Per quanto attiene all’elezione del Rettore, poi, riteniamo utile riproporre un aumento, in percentuale, del voto ponderato espresso dal personale tecnico-amministrativo, dai lettori e dagli studenti.

La previsione della ineleggibilità in caso di condanna con sentenza passata in giudicato appare poco incisiva rispetto anche a quanto previsto dalla legge Severino. A nostro avviso, pertanto, rimane imprescindibile l’affermazione del principio che chiunque rivesta una carica all’interno dell’Ateneo debba lasciarla nel momento in cui venga raggiunto anche da un semplice avviso di garanzia, soprattutto se questo riguarda reati ai danni della Pubblica Amministrazione. Questo ci sembra fondamentale per assicurare la tutela dell’immagine dell’Università così duramente colpita nel recente passato.

Una maggiore garanzia andrebbe invece data nell’ambito dei procedimenti disciplinari relativi ai docenti, sottraendoli alla sede locale, così come invece previsto dalla contestata legge 240/2010, e prevedendo comunque la collegialità di qualunque decisione al riguardo.

Vorremmo poi porre l’accento sull’esistenza di uno sbilanciamento tra le varie fasce rappresentate in seno al Senato Accademico. Nello specifico, la rappresentanza dei Professori Associati e Ricercatori è stata diminuita al 27,3% rispetto al 36,4% dello Statuto attualmente in vigore, e questo a dispetto del fatto che gli stessi costituiscano il 76,4% del corpo accademico. Questa modifica penalizzerebbe in maggior misura i Ricercatori, i quali avrebbero una rappresentanza pari al 13,6% rispetto all’attuale 18,2% nonostante costituiscano il 50,4% della comunità accademica. Inoltre non è stata accolta la proposta di allargare la rappresentanza ai lettori e di dare un maggiore peso a quella del personale tecnico-amministrativo. Questo creerebbe i presupposti per cui il Senato Accademico, che è un organo fondamentale per la gestione della vita accademica, non sarebbe in grado di garantire a tutte le figure che vi operano, e contribuiscono al suo funzionamento, un’adeguata possibilità di portare avanti le proprie istanze.

Poco ragionevole appare la previsione inserita nello Statuto di dodici Dipartimenti: ci si vincolerebbe in maniera rigida ad un “numero” a fronte di esigenze che potrebbero mutare nel tempo. Più opportuno sarebbe, invece, indicare nello Statuto il numero minimo di afferenti, lasciando ad un Regolamento il compito di fissarne il numero. In ogni caso la riduzione dei Dipartimenti, quale che ne sia il numero, dovrebbe essere accompagnata dal fatto che gli stessi Dipartimenti possano articolarsi in sezioni istituite in ragione esclusivamente di specifiche esigenze di carattere scientifico. Nel caso in cui in un Dipartimento insista più di un'area CUN, dovranno essere attivate tante sezioni per quante aree presenti, tutte dotate di ampia autonomia e con una propria rappresentanza in Giunta.

Sui punti sopra indicati richiediamo, pertanto, un ulteriore confronto con l’Amministrazione, che si riveli utile ad esitare una versione dello Statuto maggiormente condivisa.

Ringraziando per l’attenzione e in attesa di un cortese riscontro porgiamo cordiali saluti.

Messina, 19 settembre 2014

Lillo Oceano, Segretario generale CGIL Messina

Graziamaria Pistorino, Segretaria generale FLC CGIL Messina