BONUS DOCENTI: LETTERA DI RINUNCIA DI UNA RSU

Data pubblicazione: Jul 20, 2016 5:57:13 PM

Competizione, conflitto, mercato, demotivazione, discriminazione. Sono solo alcuni effetti che ha prodotto la legge 107 ad un anno dalla sua approvazione. Il tanto auspicato miglioramento della didattica, professato dal governo dopo l'approvazione della legge sulla "brutta scuola", non è avvenuto anzi, ha creato un grande senso di  disorientamento e confusione tra  docenti e dirigenti scolastici che sicuramente avrà i suoi effetti negativi anche sul prossimo anno scolastico. Tra le tante "innovazioni" introdotte nella scuola, una delle più controverse e discusse è senza dubbio l'assegnazione del bonus docenti. Come organizzazione sindacale abbiamo chiesto che il bonus venisse  contrattato con le RSU, in quanto salario accessorio, affinchè non si lasciasse una totale discrezionalità ai dirigenti scolastici su un argomento delicato come questo. Riportiamo di seguito la lettera di rinuncia al bonus di una nostra RSU. Le sue parole esprimono tutto il disagio e il malessere che questa legge ha prodotto . La FLC CGIL aveva denunciato da tempo che l'entrata in vigore di questa di tutte queste norme ingiuste avrebbe prodotto degli effetti devastanti per il sistema scolastico italiano.

Al Dirigente scolastico dell’ I.S. “G. Minutoli” - Messina

e p. c. al Comitato di valutazione

al Collegio docenti

alla RSU d’Istituto

alla FLC-CGIL - Messina

Gentile Dirigente,

questa lettera rappresenta una formale rinuncia al “bonus per la valorizzazione del merito del personale docente” di cui risulto assegnataria, in base al decreto n. 1060 del 14/07/2016. Non si tratta di un fatto personale, anzi La ringrazio per la stima accordatami, ma le motivazioni che mi inducono a rifiutare il premio sono per me eticamente imprescindibili .

Non accetto il bonus perché, com’era ampiamente prevedibile, la pubblicazione della lista dei beneficiari sta avendo ricadute negative, dal punto di vista morale e psicologico, sulla coesione e la serenità della nostra comunità scolastica: un dispositivo che dovrebbe costituire un incentivo per quel 25% di docenti premiati, si sta rivelando un pericoloso disincentivo per il 75% degli esclusi. Serpeggiano amarezza, delusione e demotivazione.

Non accetto il bonus perché sono contraria all’impianto ideale della legge 107, e ritengo i commi 126-128 uno dei punti più odiosi dell’intero testo legislativo: così come avevo scelto di non produrre la scheda di autovalutazione propedeutica all’assegnazione del premio, analogamente adesso non intendo usufruire dei benefici economici derivanti da una norma ingiusta, divisiva, lesiva del principio costituzionale della libertà di insegnamento.

Non accetto il bonus per la sua natura discriminatoria, che esclude a priori i docenti precari, e per rispetto nei confronti dei numerosi colleghi meritevoli che non lo hanno ottenuto.

Non accetto il bonus perché mi offende constatare come in Viale Trastevere si ritenga di comprare la nostra docilità con un contentino nemmeno lontanamente paragonabile alle migliaia di euro che ci sono stati sottratti col mancato rinnovo dei nostri contratti, già miseri e inadeguati: non voglio premi, voglio uno stipendio dignitoso per tutti i docenti italiani, buona parte dei quali svolgono il loro lavoro con coscienza non in vista di benefici economici, ma perché lo avvertono come un servizio alla collettività.

Non accetto il bonus perché ritengo antidemocratico e potenzialmente pericoloso lasciar passare il principio che si possa deprivare la retribuzione, sia pure accessoria, di una qualsivoglia contrattazione con le rappresentanze sindacali, mentre i governi che si succedono falcidiano il fondo d’istituto, alimentando, d’altra parte, la falsa illusione di generose elargizioni di bonus premiali e card varie.

Non accetto il bonus perché la legge ha rovesciato sulle spalle delle singole istituzioni scolastiche responsabilità e costi della valutazione del merito, dando adito a pratiche che anche nel migliore dei casi avrebbero generato distorsioni e ingiustizie: se una valutazione del nostro operato deve esserci, ritengo debba essere non legata all’aleatorietà di taluni criteri elaborati in sede di comitato di valutazione, ma sottoposta ad un sistema di valutazione nazionale omogeneo ed affidato a soggetti terzi, specificamente formati allo scopo.

Con il consueto, cordiale dissenso, porgo distinti saluti.

Paola Pompejano

Docente di italiano e storia presso I.S. “G. Minutoli” - sez. agraria “P. Cuppari”

Componente della RSU d’Istituto