Lorenzo Gresleri


Lorenzo Gresleri è un artista italiano

saggista presso Cristina Palmieri Arte dal 2015, Responsabile Archivio Architetto Glauco Gresleri dal 2017,  Direttore degli Archivi A. Aalto Italia C.S.M.A. dal 2019,

architetto e direttore artistico


Info

Email: arch.lorenzogresleri@gmail.com

Location: via Bellacosta 22, 40137 Bologna (BO)

Facebook: https://it-it.facebook.com/grelo.pittore    _      Linkedin: https://www.linkedin.com/in/lorenzo-gresleri/

Instagram: https://www.instagram.com/lorenzo.gresleri/   _  Pinterest: https://www.pinterest.it/lorenzogresleri/ 

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curriculum vitae

-------------------------DATI PERSONALINato a Bologna il 18/12/1973. [titoli e formazione]------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------2019  Promotore Alvar Aalto Cities  Network Promotore, in collaborazione con l’Alvar Aalto Foundation e l’Ambasciata finlandese a Roma, dell'inserimento nel network Aalto Cities del Comune di Bologna-Città Metropolitana di Bologna-Regione Emilia Romagna              Direttore Archivi Alvar Aalto _ Italia Direttore degli archivi italiani  riferiti alla chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta in Riola di Vergato, opera dell’archistar Alvar Aalto              Coordinatore Frequentazione del corso Coordinatori per la progettazione e/o esecuzione dei lavori della durata di 40 ore ad Eurosicurezza & Formazione e conseguimento del relativo Attestato.2017   Responsabile Archivio Architetto Glauco Gresleri https://www.treccani.it/enciclopedia/glauco-gresleri/https://it.wikipedia.org/wiki/Glauco_Gresleri https://www.sapere.it/enciclopedia/Gresl%C3%A9ri%2C+Gl%C3%A0uco.html 2015   Saggista per Cristina Palmieri ArteDal 2015 ad oggi saggista presso Cristina Palmieri Arte con la rubrica di arte ed architettura Really.G Show.2014   CoordinatoreFrequentazione del corso Coordinatori per la progettazione e/o esecuzione dei lavori all’Istituto Istruzione Professionale Lavoratori Edili della Provincia di Bologna e conseguimentodel relativo Attestato.2013 Architetto presso Studio Associato Architetti Gresleri Progettazione per Studio Associato Architetti Gresleri, Bologna2012 - 2013 Direttore artistico Direttore artistico Galleria Cavour International Art Center (Galleria Cavour Bologna) sino al 20132010 - 2011 Direttore artistico Direttore artistico associazione culturale  èBOtion - Bologna è emozione sino al 20112004 Architetto presso Ethica s.r.l. Progettazione e  DL per Ethica s.r.l. sino al 2013, Bologna2002   Architetto Esame di Stato e registrazione all’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Bologna, n. 3244.2001   Laurea in ArchitetturaUniversità degli Studi di Firenze – Facoltà di architetturaLaurea cum laude. Tesi: Occasioni museali nel Parco Navile.Relatori: prof. Arch. L. Macci, prof . arch. Alberto Baratelli.1992 Critico d'arte Critico d'arte per artisti e gallerie d'arte1991 Editorialista per Parametro rivista internazionale di architettura e urbanistica Editorialista sino al 2002             Diploma liceoDiploma al Liceo Artistico di Bologna.

-------------------------------------------------------------ATTIVITA'
artistaLorenzo Gresleri pseudonimo in arte Grelo.Studio di pittura in Bologna. Sue opere sono presenti presso istituti bancari, in studi professionali ed in collezioni private italiane e straniere.Esposizioni museali: Sharjia Art Museum (Emirati Arabi), Museo internazionale e Biblioteca della musica (BO), Cà la Ghironda (BO), Museo Gianni Caproni-Aeronautica Scienza e Innovazione (TN), Casa del Console a Calice Ligure (SV), Pan (NA), Maschio Angioino (NA), Castel dell'Ovo (NA) nell’ambito delle manifestazioni culturali legate all’American’s Cup, Palazzo Zambeccari (Genus Bononiae), Bologna, Galleria D'Arte Moderna Raccolta Lercaro di Bologna, e MEB di Bologna, CSAC di Parma.
[Principali mostre personali, collettive, fiere, convegni e incarichi]:------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------2021Biennale del muro dipinto di Dozza.2020Collettiva Il Vangelo 2° Aalto a cura di Raimonda Z. Bongiovanni presso ACF Trading  Bologna in occasione di Art City White Night. 2021-2019Correlatore alla presentazione, del 6 aprile, alla stampa in Cappella Farnese di Palazzo d’Accursio del Museo e Centro Internazionale Alvar Aalto di Riola di Vergato assieme al Sindaco del Comune di Grizzana Morandi Graziella Leoni, all’Assessore alla Economia e promozione della città, Relazioni internazionali, Agenda digitale, Immaginazione civica, Patrimonio, Sport del Comune di Bologna Matteo Lepore, alla Curatrice degli Archivi A. Aalto Italia dott.ssa Raimonda Z. Bongiovanni e all’architetto Giuliano Gresleri.Dal 2019 ad oggi Responsabile degli Archivi A. Aalto Italia legati alla chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta di Alvar Aalto di Riola di Vergato; gli archivi appartengono a tutti i membri dell’Ufficio Nuove Chiese (la Committenza), dello Studio Alvar Aalto (relativi proprio a questo progetto) e del Costruttore. L’Alvar Aalto Foundation, l’Ambasciata finlandese a Roma ed il Consolato Onorario di Bologna sono state coinvolte da me, ed hanno aderito, alle attività legate alla promozione del Maestro Alvar Aalto in Italia.2018Relatore al convegno Cadendo una stilla di rugiada pensieri sul tema dell’acqua nelle tre religioni monoteiste al Museo Oratorio dei Fiorentini di Bologna, assieme al Presidente Associazione Abramo e Pace Beatrice.Draghetti, al Rabbino Capo della Comunità ebraica di Bologna Rav Alberto Avraham Sermoneta, al Vicario Generale della Diocesi di Bologna Mons. Stefano Ottani e al Responsabile Co.RE.ls Emilia Romagna Imam.Adhim Yusuf Pisano.Personale Cadendo una stilla di Rugiada al MEB, Museo Ebraico Bologna, in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica.Personale Eternal Now sul sito di Cristina Palmieri Arte http://cristinapalmieriarte.com/exhibit_all.php?menuId=4&table=exhibit&itemid=82017Fiera d’arte: Setup 2017Relatore al convegno Perché Grizzana? “lo scrigno di luce - la chiesa di Alvar Aalto a Grizzana” con il Prof. Angelo Mazza (Conservatore Raccolte d’arte della Fondazione Carisbo) al Castello Rocchetta Mattei.Dalla Iglesia de Los Angeles: 500 angeli & artisti, Serrone della Reggia di Monza, dal 7 dicembre 20172016Collettiva Una notte al museo alla Belgravia Bongiovanni Arte Contemporanea, Bologna a cura di J. P. G. Machal, L. Garai, M. Pagliari e R. Z. Bongiovanni.Collettiva Moments of the He-arts alla Belgravia Bongiovanni Arte Contemporanea, Bologna.Collettiva Yesss – Young, emerging and Star alla Belgravia Bongiovanni Arte Contemporanea, Bologna.Collettiva May you always be happy? alla Belgravia Bongiovanni Arte Contemporanea, Bologna.Collettiva Lux + Luxury alla Belgravia Bongiovanni Arte Contemporanea, Bologna.2015Collettiva Holy Lights – Only lights?  alla Galleria d’Arte Bongiovanni, Bologna a cura di R. Z. Bongiovanni e L. Garai, con opere de i Carracci, il Guercino, Elisabetta Sirani e Lippo di Dalmasio.Collettiva Start Huppy l’arte contemporanea è l’energia per la vita  alla Galleria d’Arte Bongiovanni, Bologna a cura di R. Z. Bongiovanni e Luca Garai evento organizzato in occasione della 12 G.del C. di AMACI.Collettiva Semper in domino l’arte sacra antica e contemporanea per la diffusione del Verbo in collaborazione con la Cattedrale Metropolitana di San Pietro Bologna alle Galleria d’Arte Bongiovanni, Bologna.Collettive a Bologna in contemporanea tre mostre: Le noire dame alla Torre Oseletti, The art cross over – l’eterna contemporaneità del bello al Grand Hotel Majestic, e il Guercino nel Guercino a Casa Talon in occasione di Art City Bologna 2015. Personale Ecce Ancilla alla Cassa di Risparmio di Cento  _ Area Bologna _ in Strada  Maggiore n. 16 Bologna 2014Personale Confiteor Tibi alla Galleria Moderna Raccolta Lercaro di Bologna. Presentazione di S. E. Mons. Ernesto Vecchi, A. Dall’Asta S.I. e della dott.ssa R. Z. Bongiovanni.Personale La finanza tra arte e design ad Azimut Global Advisory _ Bologna.Personale Degust' arte e finanza ad Azimut Global Advisory _ Bologna.Personale Pensieri finanziari ad Azimut Global Advisory _ Bologna.Collettiva Mostra d’Arte Sacra al Chiesolino della Parrocchia di San Matteo della Decima.Collettiva Necropoli etrusca di Poggio Buco2013Biennale di Brescia con presentazione in Arte aprile 2013, Mondadori, di  V-art Project.  Collettiva Rassegna internazionale d'arte città di Bozzolo, XII Premio, VI Biennale "Don Primo Mazzolari", BozzoloCollettiva Gli angeli - le ali del trascendentale Basilica San Bartolomeo e Gaetano in Bologna.Collettiva E2’s For the Love of Art alla Galleria d’Arte Bongiovanni, Bologna in occasione della 09 G.del C. di AMACI.2012Personale Biography of a human being a The Solo Project, nell’ambito delle iniziative Art Basel, Basilea.Personale Redrum alla Galleria d’Arte Bongiovanni, Bologna. Evento di Artefiera Off.Gran Gala al Metamorphosis di Palazzo Mantegazza a LuganoCollettiva Più falso del vero al Maschio Angioino, Napoli.Collettiva Vele d'arte alla Sala delle Carceri - Castel dell'Ovo, Napoli.Collettiva Senza titolo allo Spazio 88, Roma (a cura di F. Simonelli).2011Collettiva Fundamentum Artis - Scenari dell'arte contemporanea ad Unicredit - Filiale Private Banking, Bologna.Biennale di Firenze.Collettiva Senza Titolo, Spazio 88, Roma (a cura di Federico Simonelli)Collettiva Shut Out - Chiusi fuori in Cappella Orsini, Roma (presentata alla Biblioteca del Senato).Collettiva Rich! nell'ambito delle Mostre di Artefiera Off, Bologna.Collettiva Big Style alla Galleria d’Arte Bongiovanni, Bologna in occasione della 07 G.del C. di AMACI.Collettiva Doppio Senso al PAN Palazzo delle Arti, Napoli.2010Collettiva Nel nome dei padri nell'ambito delle Mostre di Artefiera Off, Bologna. Collettiva Eironeia - Artisti e ironia alla Galleria d’Arte Bongiovanni, Bologna.Collettiva OMNIA alla Galleria d’Arte Bongiovanni, Bologna in occasione della 06 G.del C. di AMACI.Collettiva Vivo per lei - nove artisti per la musica al Museo internazionale e Biblioteca della musica di Bologna.Apertura locale Grelo's work a Bologna . https://www.exibart.com/speednews/caffe-o-galleria-a-bologna-debutta-il-nuovo-grelos-work/ 2009Personale Cash is power alla Galleria d’Arte Bongiovanni, Bologna (presentata da S. Pinelli).Personale Qualcosa di cui sparlare allo Spazio Arte Pinelli, Brescia.Collettiva Mystic City alla Galleria d’Arte Bongiovanni, Bologna in occasione della 05 G.del C. di AMACI.Collettiva D'Ars: un navigatore satellitare per le strade dell'arte 1959-2009: al Museo Gianni Caproni -Aeronautica, Scienza e Innovazione- Trento; alla Società Umanitaria nel Chiostro dei Glicini di Milano; alla Galleria Angelica di Roma, con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Comune di Roma; al Museo d'Arte Contemporanea Casa del Console a Calice Ligure (SV).Collettiva Night Light e Personale Molto rumore per nulla nell'ambito rispettivamente delle Mostre e delle Installazioni di Artefiera Off, Bologna.2008Collettiva Homo Lucens alla Galleria d’Arte Bongiovanni, Bologna con Giovanni Albanese, Mario Nanni e Claudio Silvestrin in occasione della IV Giornata del Contemporaneo di AMACI (presentata da S.Pinelli).Personale Privilege illumina il mare, Cantiere PYC, Civitavecchia.Fiera d’arte: Arte Roma. Istallazione Molto rumore per nulla su Piazzale Kennedy, Palazzo dei Congressi, Roma.Collettiva Unicef chiama Arte al Museo di Arte Moderna Cà la Ghironda, Zola Predosa (BO). Un'iniziativa del Comitato provinciale Unicef Bologna; Supervisione scientifica Silvia Evangelisti; a cura di Simona Pinelli/Elisa Schiavina (ComunicaMente) . Collettiva Guné Gunaikos _ visioni di donna alla Galleria d’Arte Bongiovanni, Bologna2007Personale Niente da dichiarare alla Galleria d’Arte Bongiovanni Bologna (presentata da F. Gallo). Personale Callas sempre Callas al Museo internazionale e Biblioteca della musica di Bologna (presentata da S. Pinelli).Video Niente da dichiarare proiettato al MIM Museum in motion, Castello di San Pietro in Cerro.Collettive “Five at Feltrinelli”, “City - la città dentro”, “Self Portrait”, “A ciascuno il suo” alla Feltrinelli Libreriedi Piazza Galvani, Bologna  (presentate da Lucio Mazzi) .Collettiva “Agatarte” nell’ambito della festa di Sant’Agata di Catania, galleria d'arte Dietro le QuinteFiera d’arte: .Artefiera, Bologna. Collettiva “24 ore di proiezione per 24 artisti” allo stand Fondazione D’ARS, artisti scelti dalla Fondazione D’ARS-Oscar Signorini onlus di Milano e dal mim Museum in Motion, Castello di San Pietro in Cerro (PC)Fiera d’arte: Vernice, Forlì.Fiera d’arte: Contemporanea, Forlì.2006Asta Magnifica alla Galleria d'arte Benedetto Trionfante, Palermo.Collettiva Contemporanea - Arte italiana tra forma e colore a Palazzo Balffy, Bratislava. Collettiva 5+5 - Generazioni a confronto alla Fondazione D’ARS, Milano.Fiera d’arte: Art Innsbruck.Fiera d’arte: Contemporanea, Forlì.Fiera d’arte: KunStart, Bolzano.Collettiva Exit 10, BolognaCollettiva “5+5 - Generazioni a confronto” alla Fondazione D’ARS, Milano.Personale alla Fondazione Forense Bolognese – Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, Bologna.2005Personale Men in jungle alla Galleria d’Arte Bongiovanni, Bologna (presentata da F. Gallo). Personale La Cina e la Memoria d'Occidente alla Mondadori Librerie, Bologna.Carta d'autore, su invito personale, al Sharjia Art Museum, Emirati Arabi.Fiera d’arte: Contemporanea, Forlì con allestimento delle pareti in marmo di Vicenza del Laboratorio Morselletto.Opere esposte nelle vetrine di filiale Corte dè Galluzzi di Banca di Bologna, Bologna (collezione della banca)2004Personale alla sala Torreggiani del Grand Hotel Baglioni in Bologna.Personale Grelo alla Banca Popolare dell'Emilia Romagna, Rimini, nell'ambito dell'iniziativa Energia Contemporanea e partecipazione a Poltrona d'autore a Contemporanea, Forlì (testo critico di F. Gallo).Personale Lost in canvas, mostra on line sul sito http://www.galleriabongiovanni.com.Collettiva Emerging in progress - percorsi nel contemporaneo  alla Galleria d’Arte Bongiovanni, Bologna.Group Exhibition of emerging artists a  La Musa Gallery the Chevy Pavilion 5345 Wisconsin Ave. 20015 Washington D.C. USACollettiva Artisti a Cortina2003Personale alla sala Torreggiani del Grand Hotel Baglioni in Bologna.Personale Walking through the world alla Galleria d’Arte Bongiovanni, Bologna.Fiera d’arte: Vicenza Arte.Fiera d’arte: Contemporanea, Forlì.Group Exhibition of emerging artists a  La Musa Gallery the Chevy Pavilion 5345 Wisconsin Ave. 20015 Washington D.C. USA2002Personale alla sala Torreggiani del Grand Hotel Baglioni in Bologna.Fiera d’arte: Vicenza Arte.Fiera d’arte: Museum ParmainArte, Parma.Esposizione permanente, sino ad oggi (2020) nella vetrina di Palazzo de’ Notai affacciata su Piazza Maggiore in Bologna (collezione Banca di Bologna). 2001Fiera d’arte: Personale Nature liquide a Contemporanea, Forlì.2000Personale Graffiti a Palazzo Ratta, Bologna. Serata di beneficenza presentata dalla giornalista Paola Rubbi, al canto di Francesca Pedaci  accompagnata al piano da Riccardo Zabeo,, Direttore musicale di palcoscenico del Gran Teatro la Fenice di Venezia1999Concorso a invito indetto dalla CEI per la progettazione di massima del complesso parrocchiale di S. Sisto in Perugia, con l’opera Il Battesimo di Gesù (concorso vinto ma opera non realizzata).1995Relatore al convegno Giovanni Pini - Dall'idea alla sublimazione, ne “I Mercoledì del circolo degli artisti”, 8 novembre.

direttore artistico[Principali direzioni artistiche di mostre personali e collettive, fiere d'arte]:------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------2017Belgravia Bongiovanni Arte Contemporanea, Bologna. Direzione degli stand alla Fiera d’arte Setup2016Belgravia Bongiovanni Arte Contemporanea, Bologna. Direzione della mostra: Lux + Luxury2013Galleria Cavour International Art Center, Galleria Cavour, Bologna. Direzione delle seguenti mostre: 
  • ROOM 1
  • ROOM 2
  • ROOM 3 con: Luca Vinciguerra, Lele De Bonis
2012Galleria Cavour International Art Center, Galleria Cavour, organizzata in tre negozi al piano terra e mezzanino di Galleria Cavour, Bologna.Direzione delle seguenti mostre:  
  • Bramante & friends con: Bombaci, Bramante, Coda Zabetta, Di Silvestre, Grassino, Grelo, Marchisio, Monticelli & Pagone, Pellegrini, Petracchi, Puglisi
  • No Borders  con: Dan Allon, Vincenzo Baldini, Davide Bramante, David Berkovitz, Marck C. Cottle, Jean Luc Darkan, Claudio di Carlo, Grelo, Serge Gualini, Peer Koglin, Mikayel
Ohanjanyan, Luigi Petracchi, Israel Rabinovitz, Joachim Silue, Ja Vercrusse, Lolita Timofeeva
  • Buick City con: Paolo Balboni
  • Christmas party & magic number con: Stefano Di Staio, Giovanni Frangi, Klaus Karl Mehrkens, Luca Pignatelli, Piero Pizzi Cannella, Safet Zec

  Arte in piazza con l'esposizione fotografica di Paolo Balboni su via Orefici e della 500 di Monticelli & Pagone in Piazza De' Celestini in occasione di Artefiera2011  Galleria d'Arte Bongiovanni, Bologna. Direzione della mostra The Big Style. L'arte contemporanea in grande stile con: Tranquilli, Santissimi, Petracchi, Monticelli & Pagone,    Lucifero,  Bramante, Hermanin, Grelo, Fo, Chia, Botta, Paladino2010E'BOtion. Direzione della mostra Lucio Fontana - Spazio e luce oltre il taglio al Museo Civico Archeologico di Bologna.Galleria d'Arte Bongiovanni, Bologna. Direzione della mostra Vivo per lei - nove artisti per la musica al Museo internazionale e Biblioteca della musica di Bologna con: Baldini,Buffagni, De Bonis, Distefano, Grelo, Marino, Minarini, Negroni, Stumpo2008Galleria d'Arte Bongiovanni, Bologna. Direzione della mostra Homo Lucens con Giovanni Albanese, Grelo, Mario Nanni e Claudio Silvestrin in occasione della IV Giornata del Contemporaneo di AMACI (presentata da S.Pinelli).2007Galleria d'Arte Bongiovanni, Bologna. Direzione dello stand alle Fiere d’arte Vernice, Forlì e Contemporanea, Forlì.2006Galleria d'Arte Bongiovanni, Bologna. Direzione dello stand alle Fiere d’arte Art Innsbruck, Contemporanea, Forlì, KunStart, Bolzano.2005Galleria d'Arte Bongiovanni, Bologna. Direzione dello stand alla Fiera d’arte Contemporanea, Forlì.2004Galleria d'Arte Bongiovanni, Bologna. Direzione dello stand alla Fiera d’arte Contemporanea, Forlì.2003Galleria d'Arte Bongiovanni, Bologna. Direzione dello stand alle Fiere d’arte Vicenza Arte e Contemporanea, Forlì.2002Galleria d'Arte Bongiovanni, Bologna. Direzione dello stand alle Fiere d’arte Vicenza Arte e Museum ParmainArte, Parma.2001Galleria d'Arte Bongiovanni, Bologna. Direzione dello stand alla Fiera d’arte Contemporanea, Forlì.

designer[Esempi di arredo su misura]:------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------2008libreria Massimiliano, Bologna. 1995   pavimentazione alla veneziana per Villa al Golf Club, Monte S. Pietro, realizzata da Laboratorio Morselletto di Vicenza

architetto[Opere scelte realizzate in collaborazione con Ethica s.r.l. e Studio Associato Architetti Gresleri ]:------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------2019Affidamento incarico tecnico – riqualificazione Centro Ricerche Ex Tamburini per la trasformazione in sala polifunzionale a servizio della comunità a promozione dell’opera di Alvar Aalto da parte del Comune di Grizzana Morandi con Determinazione nr 94 del 19/04/2019.Ristrutturazione immobile via di Monte Donato, BolognaLottizzazione Ozzano dell'Emilia2018n.3 palazzine a Castel Maggiore (BO)2013Riqualificazione Hospitality N., Molinella  (BO) Ristrutturazione appartamenti P., via Mazzini, Bologna 2012Riqualificazione della piazza Minghetti e piazza del Francia in centro storico, Bologna 2010Progetto "un codice a barre" per la riqualificazione dello slargo di via IV novembre, Bologna2009Appartamento LS, via Albertazzi, BolognaAppartamento LEO, via Arienti , Bologna2008Appartamento DeF, via Valdonica, Bologna Appartamento GOL, via d'Azeglio, Bologna Tomba GOL alla Certosa, Bologna2007Appartamento G., via Bellacosta, Bologna 2006Appartamento LEO, via Arienti , Bologna2005 Ristrutturazione villa B. a San Giovanni in Persiceto 2004 Complesso agrituristico, Ozzano dell'Emilia, località Mercatale. Appartamento M., via Dagnini, Bologna 2002Chiesa Santa Maria del Cammino, San Gottardo , Masa Selico (BL);Appartamento POL, via Malta, Bologna 2001   Progettazione stand fieristici per Galleria d’Arte Bongiovanni sino al 20072000Riuso a residenza della stalla e fienile F., Budrio (BO); Ristrutturazione casa MRT, località Fontana di Sasso Marconi (BO)

direttore  Archivio Architetto Glauco Gresleri[Principali Istituzioni bibliotecarie ed archivistiche che hanno accolto documenti sull'opera di Glauco Gresleri attraverso il mio lavoro]:------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------2019-2024

1) Accademia Nazionale di San Luca, Roma;

2) Biblioteca civica d’arte Luigi Poletti, Modena;

3) Biblioteca comunale dell’Archiginnasio, Bologna;

4) Biblioteca dell’Accademia di Architettura, Mendrisio;

5) BiASA - Biblioteca di Archeologia e Storia dell’Arte, Roma;

6) Biblioteca di Architettura, Ferrara;

7) Biblioteca Giovanni Michelucci, Bologna;

8) Biblioteca Salaborsa, Bologna;

9-10) Centre Pompidou, Collezione Architettura e Biblioteca Kandinsky;

11) Fondazione Benetton Centro Studi, Treviso;

12-13) Fondazione Biennale di Venezia, Biblioteca e Raccolta documentaria;

14) Fondazione Istituto Beato Angelico, Milano;

15) Fondazione Lercaro, Dies Domini – Centro studi per l’architettura sacra e la città, Bologna;

16) Fondazione Maxxi, Roma;

17) ISAL – Istituto per la Storia dell’arte lombarda, Cesano Maderno (MB);

18) MART di Rovereto, Archivio del ‘900;

19-20) Ordine degli Architetti di Bologna, Biblioteca ed Archivio;

21) Politecnico di Torino, Biblioteca Centrale di Architettura (BCA);

22) Sistema Bibliotecario di Ateneo e Polo Museale, Trieste/Udine;

23) Università degli Studi di Firenze, Biblioteca di Scienze Tecnologiche, Architettura;

24) Università degli Studi di Parma, CSAC.

ritratto di Piero Casadei e sotto alcune opere dipinte in fase di realizzazione



















il locale Grelo's work di Alessandro Ragni









































































































Qui sotto alcune immagini di due delle tre gallerie di Galleria Cavour International Art Center in occasione del party di Natale del 2012















mobile libreria in massello wengè e laccato rosso
------------------------PUBBLICAZIONI [rubrica Really.G Show su http://www.cristinapalmieriarte.com/]-----------------------------------------------------------------------------------20216.2 - La bellezza del nord. Esempi di Arte e Architettura nel nord Europa (parte seconda)
20202.15 Architettura e tradizione (prima parte)6.2 - La bellezza del nord. Esempi di Arte e Architettura nel nord Europa (parte prima)
20192.13 Architettura e dettaglio (prima parte)9.1 Cadendo una stilla di rugiada2.14 Architettura e dettaglio (seconda parte) 20182.5 Il suolo trema (Amatrice)2.6 Ragionamenti sull’architettura2.7 Avvicinandoci al concetto di spazio architettonico2.8 Venezia! Roma!!2.9 Lo spazio indicibile2.10 Architettura e paesaggio2.11 Architettura e funzione (prima parte)2.12 Architettura e funzione (seconda parte)






20172.1 … profumo nell’aria …8.1 Cosa buona2.2 Spazio2.3 Segno architettonico1.3.2 Il primo viaggio: alla scoperta dell’ “uomo” (quinta parte)3.2 L’Architettura può!2.4 A Cloe (prima parte)5.6 A New York c’è chi uccide Picasso e chi dice di esserlo!8.2 So What! (prima parte)8.2 So What! (seconda parte)2.4 A Cloe (seconda parte)7.3 Idée fixe6.1 Morandi, Mattei, Aalto. Perché Grizzana. Arte, Cultura e bellezza si incontrano 20161.3.1 Cosa succede conficcando un paletto nel suolo? (prima parte)1.3.1 Cosa succede conficcando un paletto nel suolo? (seconda parte)5.1 Flauto (Antonello da Messina)5.2 Esperimento (Picasso e Delacroix)







5.2.1 Menippo, Santa Cecilia, Broadway Boogie-woogie3.1 Artigiano1.3.2 Il primo viaggio: alla scoperta dell’ “uomo” (prima parte)1.3.2 Il primo viaggio: alla scoperta dell’ “uomo” (seconda parte)4.1 Addentrandoci sull’origine del Suono1.4 Luce e penombra: astrazione che prelude il mistero5.4 Una forza che s’agita (Piero della Francesca)5.5  Accresci nel tempo l’angoscia! (prima parte)5.5  Accresci nel tempo l’angoscia! (seconda parte)1.5 Sacra idea1.3.2 Il primo viaggio: alla scoperta dell’ “uomo” (terza parte)1.3.2 Il primo viaggio: alla scoperta dell’ “uomo” (quarta parte/la luccicanza)7.0 Presentazione dell’artista 20151.1 La luce come strumento1.2 Il gioco corretto e magnifico della forma entro la luce1.3 Il <<gioco>> della luce: una regia calcolata (prima parte)1.6 La luce materiale
[articoli, cataloghi e recensioni]------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------2002Jean-Michel Basquiat (Roma, Chiostro del Bramante 20 gennaio-17 marzo 2002), in “Parametro” n.238, marzo-aprile. L’Io-Jackson Pollock, in “Parametro” n.240-241, luglio-ottobre.2001Aguzzi: prima mostra a Bologna alla Galleria d’Arte Bongiovanni, in “Parametro” n.234, maggio-giugno.La violenza di Balthus (osservazioni sulla mostra a Palazzo Grassi in Venezia), e L’Ottocento: le incisioni di Giovanni Fattori, in “Parametro” n.236, novembre-dicembre.1999Come leggere disciplinarmente l’architettura, in “Parametro” n.227, gennaio-febbraio.Le Corbusier. Gli anni della formazione. Viaggio in Italia, in “Parametro” n.228, marzo-aprile.Materia zero in Nevyjel, in “Parametro” n.229, maggio-giugno.La scoperta della vita, in “Parametro” n.230, settembre-ottobre.1998La pittura di Wanda Benatti in una indagine critica, in “Parametro”  n.222, gennaio-febbraio.Il racconto toscano di Curandai, catalogo della mostra alla Galleria d’Arte Bongiovanni,  Grafis, Bologna, ottobre 1996; successivamente in Linea Stampa e in “Class” (suppl. “Rari Belli e Preziosi”), dicembre.Come leggere disciplinarmente il moderno in “Parametro” n.225, settembre-ottobre. Osvaldo Curandai, in “Parametro” n.225, settembre-ottobre.In merito al tempo Malatestiano in “Parametro” n.226, novembre-dicembre. Angiolo Volpe, in “Parametro” n.226, novembre-dicembre.1997Osvaldo Curandai, testo della locandina della mostra alla Galleria d'Arte l’“Incontro” in Cremona, novembre-dicembre.Luce & terra - Energie del paesaggio nei quadri di Osvaldo Curandai nel supplemento de il Resto del Carlino Bologna Mese novembre 19971996Wanda Benatti-Frammenti & dintorni, catalogo della mostra, Grafica Victoria, Bologna, marzo.Alvaro, testo della locandina della mostra alla Galleria d'Arte Bongiovanni, Grafis, Bologna, 23 marzo.Giovanni Pini a Faenza, catalogo, Arti Grafiche Faenza, Faenza, settembre-ottobre.1995  Luce e terra - Energie del paesaggio nei quadri di Osvaldo Curandai in Bologna Mese (supplemento ad "Il resto del Carlino" 22 novembre 1995).Giovanni Pini-Dall'idea alla sublimazione,  in “Parametro” n.209, luglio-agosto.Carmelo Puzzolo: scultore in pittura, catalogo della mostra alla Galleria d’Arte Bongiovanni,  Grafis, Bologna, novembre.Paolo Targhini per il volume omonimo - Grafis - Bologna, 1994-95;1994Osvaldo Curandai, catalogo della mostra alla Galleria d’Arte Bongiovanni, Grafis, Bologna. Paolo Targhini, per il volume omonimo, Grafis, Bologna.1992La pittura come studio delle forme e dello spazio, in “Parametro” n.191, Faenza Editrice, Faenza, luglio-agosto.
------------------------CATALOGHI DELLA MIA OPERA [cataloghi d'arte riferiti alla mia opera pittorica]------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Grelo ,Editrice Compositori, agosto 2001Grelo collana energia contemporanea, testo critico di Francesco Gallo, Edizioni d'Arte Coinè, Forlì, ottobre 2004Optium, prego si accomodi, testo critico di Francesco Gallo, Edizioni d'Arte Coinè, Forlì, novembre 2004Grelo opere dal 2003 al 2007, testo critico di Francesco Gallo, Grafiche MDM S.p.A, Forlì, febbraio 2007Arte moderna - l'arte contemporanea dal secolo dopoguerra ad oggi  - numero 41, Editoriali Giorgio MondadoriGrelo Architetture dell'Essere, testo critico di Germana Riccioli, Stampa Artigrafiche Campo, Alcamo, 2007Vinces Agata o della Santità - Agataarte di Francesco Gallo, Tipografica T.C.S., febbraio 2007 Homo Lucens , Damiani Editore 2008Il guscio del tempio - Uova d'artista della collezione Bruno Fava di AA.VV., Damiani Editore,Bologna,  dicembre 2008Grelo Cash is Power 2009, catalogo di Galleria d'Arte Bongiovanni, 2009D'Ars 50 _ Mappe d'artista 1959-2009, Tipolitografica Salsese, marzo 2009Racconti d'arte a cura dell'Accademia della Bussola, Youcanprint Edizioni, dicembre 2011Grelo opere dal 2012 al 2013, catalogo di Galleria d'Arte Bongiovanni,  testo critico di Vittorio Mascalchi, 2013Rassegna internazionale d'arte città di Bozzolo, XII Premio, VI Biennale "Don Primo Mazzolari" a cura di Gloria Doloris Bianchino, Arti Grafiche Chiribella s.a.s, Bozzolo, settembre 2013Grelo opere dal 2014 al 2016, catalogo di Galleria d'Arte Bongiovanni,  testo critico di Cristina Palmieri, 2016Angeli & Artisti nella Iglesia de Los Angeles - Uno stuolo di Angeli contemporanei ha scelto di vivere in Argentina,Museo del Parco – Centro internazionale di scultura all’aperto di Portofino, Bellavite Editore, 2017Grelo opere dal 2002 al 2018, catalogo di Belgravia Bongiovanni, testo critico di Cristina Palmieri, 2018

direttore archivi a. aalto italia _ la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta di Riola  di Alvar Aalto

parola chiave: direttore generale archivi _ archivio storico _ alvar aalto _ alvar aalto foundation _ glauco gresleri _ giuliano gresleri _ giorgio trebbi _ francesco scolozzi siti di riferimento: https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_Santa_Maria_Assunta_(Riola_di_Vergato); https://it.wikipedia.org/wiki/Giacomo_Lercaro; https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_e_Quartiere_(rivista)https://it.wikipedia.org/wiki/Alvar_Aalto; https://it.wikipedia.org/wiki/Glauco_Gresleri;
Bologna, 27 febbraio 2019 Progetto culturale Alvar Aalto presentato al Comune di Grizzana Morandi  e approvato con Deliberazione della Giunta Comunale n. 22 del 28.2.2019 alla piena unanimità.
Il Comune di Grizzana Morandi presenta delle unicità e tra queste certo si colloca la chiesa di Santa Maria Assunta progettata dal Maestro finlandese Alvar Aalto.Ora la documentazione d’archivio di questa chiesa è già distribuita in più uffici pubblici: alla Fondazione Card. Giacomo Lercaro in Bologna, alla Alvar Aalto Foundation a Jyvaskyla e all’Istituto Alvar Aalto a Pino Torinese; ma restano fuori dalla possibilità di consultazione  molti archivi privati; ad esempio gli archivi: arch. Giorgio Trebbi (Docente all’Università di Bologna Facoltà d’Ingegneria, Fondatore e direttore delle riviste Chiesa & Quartiere e Parametro), arch. Glauco Gresleri (Accademico Pontificio dei Virtuosi del Pantheon, Accademico Nazionale di San Luca, Membro della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa), arch. Giuliano Gresleri (Docente alla Facoltà di Pescara, Firenze e Bologna, già Membro del Consiglio della Fondation Le Corbusier di Parigi, Turrita d’oro 2017), famiglia Tamburini, arch. Federico Marconi, geom. Ottorino Gentilini ed altri, tutti professionisti attivi all’avvenuta realizzazione di questa architettura.Il rapporto diretto con tali archivi è già stato attivato dal sottoscritto. La prima fase che il programma culturale vuole porsi è quello di raccogliere questi archivi per destinarli all’esame e alla mostra, e divenire la base di una collezione permanente museale. Il luogo scelto per la loro conservazione è la Meeting Hall dell’’ex Centro Tamburini in Riola di Vergato con i suoi 400 mq espositivi su due livelli, ed un ampio doppio volume di affaccio tra loro, in prossimità del fiume Reno.Il museo contemporaneo si apre alla Comunità, facendo convergere in esso, al di là della valorizzazione delle opere in esso contenute (in questo caso l’archivio che potrà essere ampliato con catalogazione d’architetture del moderno nell’Appennino), aspetti collettivi:
  • didattica;
  • azioni di valorizzazione del territorio attraverso la promozione turistica, sia italiana che estera;
  • attività sociali legate alla salute pubblica e alle emergenze sociali; ad esempio percorsi di formazione per operatori ed operatrici a sostegno alle vittime di violenza sulle donne, sui bambini, sui diversamente abili, sugli anziani, sui deboli e promozione dei percorsi di uscita dalla violenza;
  • attività legate al gioco sempre al fine ultimo di proporre forme nuove di istruzione;
  • momenti di aggregazione per le diverse fasce generazionali con l’organizzazione calendarizzata di eventi ad hoc per bambini, adolescenti, anziani.
Naturalmente per fare interagire due realtà così distinte, architettura e vita quotidiana, entra anche la componente dell’arte. L’insegnamento di Aalto è quello di un dialogo/scambio dell’architettura con il paesaggio e quindi su questa linea di principio verrà chiesto ad artisti internazionali di realizzare opere a grande dimensione (ad esempio di Land art, della Luce …) che si raffrontino (come la chiesa di S. M. Assunta) con la valle intera. Il museo così non sarà più solo un luogo limitato, isolato e chiuso da pareti, ma, ripeto, la valle intera.E un premio internazionale a scadenza quadriennale con una gratifica in denaro diverrà il fulcro di questa vitalizzazione del paesaggio.Il vincitore sarà il progettista di un’opera di landscape architecture o di land art realizzata che per originalità e qualificazione del territorio si sia distinta nell’ultima decade. Il premio affianca così quello già inaugurato in Italia nel 2015 Agritecture & Landscape Award ma connotandosi diversamente nel rapporto tra Architettura e Arte nel Paesaggio. Si reputa già da ora che il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori possa essere sempre, come nel premio già costituito, un valido referente per la promozione del bando.Per tutte le attività relative alla curatela delle mostre, agli eventi culturali e sociali, e alla valutazione delle opere permanenti e temporanee il referente è la dott.ssa Raimonda Zizzi (Bongiovanni) che attraverso la sua formazione di studi estera (Boston – Helsinki) ed i suoi contatti internazionali (Cina, Russia, Europa e America) trova già consensi e rapporti stabili utili e fondamentali al lancio, promozione e affermazione del centro stesso. In fedeLorenzo Gresleri   e   Raimonda Zizzi (Bongiovanni)


Bologna, 28 febbraio 2019DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE N. 22 del 28/02/2019 CITTÀ METROPOLITANA DI BOLOGNA OGGETTO: PROGETTO DI COSTITUZIONE MUSEO E CENTRO INTERNAZIONALE ALVAR AALTOL'anno DUEMILADICIANNOVE il giorno VENTOTTO del mese di FEBBRAIO alle ore 15:30 nella sala della Giunta Comunale, previa l'osservanza di tutte le formalità prescritte dalla legislazione vigente, vennero oggi convocati a seduta i componenti della Giunta Comunale. All'appello risultano presenti: LEONI GRAZIELLA SINDACO, RUBINI FRANCO VICESINDACO, SALSEDO SERGIO ASSESSORE , ORNELLI PATRIZIA ASSESSORE, NANNI RAFFAELE ASSESSORE [...] OGGETTO: PROGETTO DI COSTITUZIONE MUSEO E CENTRO INTERNAZIONALE ALVAR AALTO LA GIUNTA COMUNALE Premesso che il Comune di Grizzana Morandi può vantare numerose eccellenze architettoniche e paesaggistiche, autentici gioielli che fanno di questo territorio uno scrigno di bellezze e di unicità; che tra di essi è possibile annoverare il capolavoro architettonico rappresentato dalla Chiesa di Santa Maria Assunta a Riola, unica opera italiana del grande maestro del movimento moderno, il finlandese Alvar Aalto; che la Chiesa costituisce un’eccezionale esempio di architettura strettamente interconnessa al contesto naturale nel quale si inserisce, divenendone parte integrante sia nelle forme che nell'utilizzo dei materiali, rigorosamente locali, tra i quali la pietra di Montovolo; che la complessa progettazione e realizzazione dell'opera è testimoniata da una vasta documentazione d’archivio, già distribuita in più uffici pubblici: alla Fondazione Card. Giacomo Lercaro in Bologna, alla Alvar Aalto Foundation a Jyvaskyla e all’Istituto Alvar Aalto a Pino Torinese, mentre restano fuori dalla possibilità di consultazione molti archivi privati; Valutata l’opportunità di ospitare presso i locali del Centro Tamburini in Riola, Via Nazionale n.134 il Museo e Centro Internazionale Alvar Aalto che si propone di divenire un punto di riferimento per tutto il bacino turistico che gravita attorno alla Rocchetta Mattei facendosi promotore di un percorso di valorizzazione del territorio dell'intera vallata del Reno; Dato atto che il suddetto Museo conserverà tutta la documentazione relativa alla Chiesa di Alvar Aalto e alla sua realizzazione rendendola fruibile ai visitatori e fornendo informazioni sulle numerose eccellenze che il nostro territorio ospita; Acquisito il progetto formulato dall’Arch. Lorenzo Gresleri allegato al presente atto nel farne parte sostanziale; Delibera Di approvare il progetto di costituzione del museo in oggetto; Di dare mandato al Responsabile del Servizio a svolgere tutto gli atti necessari alla buona riuscita dell'iniziativa. 
il mio intervento a Cappella Farnese di Palazzo d'Accursio il 6 aprile 2019

testo per la presentazione alla stampa del 6 aprile 2019 a Cappella Farnese di Palazzo d'Accursio 


RingraziamentiSeguo l’esempio di Raimonda nei ringraziamenti al Sindaco Graziella Leoni, all’Assessore Matteo Lepore, ed ai relatori che oggi sono al nostro fianco, non dimenticando il Prof. Angelo Mazza che ormai un anno or sono mi ha coinvolto proprio a Grizzana Morandi, in Rocchetta Mattei, in una lettura della chiesa del Maestro finlandese. RiolaDefiniamo immediatamente il luogo ove si insedierà la nuova realtà museale. Siamo nel Comune di Riola di Vergato in un’area di interesse paesaggistico prossima al fiume Reno in un edificio già in essere: l’ex Centro di Ricerca Applicata (denominato Centro Tamburini) da poco tempo preso in gestione dal Comune di Grizzana Morandi dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna.L’immobile si trova pressappoco alla medesima distanza che separa la chiesa di Santa Maria Assunta, di Alvar Aalto, dalla Rocchetta Mattei solo che anziché salire a monte scendiamo, oltre il ponte, ancora di più verso la riva del fiume. Siamo solo a 300 metri dalla chiesa ed abbiamo a disposizione un terreno di oltre sette ettari. L’immobile è stato realizzato dall’imprenditore riolese Mario Tamburini, nel 1990, lo stesso imprenditore, udite udite, che ha costruito la chiesa per Alvar Aalto, e questo è di nostro interesse diretto, ma anche le torri di Kenzo Tange, ed il ricostruito Padiglione dell’Esprit Nouveau di Le Corbusier. Tutte eccellenze internazionali dell’architettura moderna in Bologna. Ed il Centro di Ricerca Applicata è stato progettato dall’architetto Glauco Gresleri organizzandolo per rapporti promozionali e formativi volti al mercato di edilizia residenziale estera di paesi, per citarne alcuni, quali la Tunisia, il Guatemala, Il Sud Africa ed il Mozambico. ….. Metto in evidenza questo punto solo per ricordare che la chiamata al mondo, da imprenditori locali, alle terre della Valle del Reno è fatto già consolidato … basti ricordare, tra gli altri, il famoso Conte Mattei.E così il complesso è ancora oggi formato da 5 Tipologie a schiera (che erano prototipi dimostrativi al vero) per un totale di 650 mq, un blocco Magazzini e depositi di 200 mq, e la Meeting hall che ne conta 400 mq distribuita su due livelli con ampio doppio volume di affaccio l’uno sull’altro. Posso preannunciare che la manutenzione di questo immobile sarà fatta in fasi successive. La prima interesserà la Meeting Hall ed i Magazzini attivando così subito  l’archivio storico, una biblioteca e l’area espositiva. Per quanto riguarda la biblioteca informo che abbiamo già trovato una serie di donatori che metteranno a disposizione raccolte di riviste e libri storici, di prevalenza a tema Architettura o relative al territorio, che siamo certi saranno di eccezionale interesse per studenti e docenti della stessa Università degli Studi di Bologna.
ArchivioE veniamo al punto più importante: l’archivio. La documentazione proviene da archivi privati di professionisti che hanno partecipato attivamente all’incarico e alla realizzazione dell’opera aaltiana in Riola, e riguardano non solo la chiesa ma tutto il complesso edilizio.Mi riferisco ai componenti della Sezione Tecnica del Centro studi della Diocesi di Bologna:
  • in primis l’architetto Giorgio Trebbi che ne era il Responsabile, e devo ringraziare per l’accesso alla consultazione le figliole Lucia ed Anna
  • Sempre della Sezione Tecnica gli archivi di Glauco e Giuliano Gresleri
  • L’archivio del Geometra Ottorino Gentilini che ne era il referente tecnico riolese, incaricato dei rapporti con il Comune ed il Comitato riolese. Ringrazio tutti gli eredi ed in particolar modo l’architetto Giulia Brunini.
  • L’archivio dell’architetto Federico Marconi che ne è stato per un ampio periodo il Direttore Lavori. Ricordiamoci che Federico Marconi fu scelto dal Maestro, con Leonardo Mosso, fra i 30 architetti ed urbanisti del suo staff per l’“ordinamento dell’esposizione” della grande personale del ’65 a Palazzo Strozzi, Firenze, curata dal Ragghianti.
  • Ovviamente l’archivio Mario Tamburini; ringrazio la famiglia.
Ma ve ne sono tanti altri contattati e che ancora oggi sono a “caccia” nel loro archivio per ritrovare “antiche cose”.Questo patrimonio completa magistralmente la documentazione agli atti in altre Istituzioni. Quali:
  • l’Archivio Nuove chiese  1955-1968 alla Fondazione Lercaro;
  • l’ Alvar Aalto Fondation ove vi è già l’archivio di Vezio Nava, suo stretto collaboratore sul progetto di Riola e da me informato e coinvolto nel nuovo museo;
  • all’ Istituto Alvar Aalto a Pino Torinese di Leonardo Mosso.
Che cosa è visibile? Rassegna stampa locale e internazionale, la corrispondenza originale con lo studio e con il Maestro, con il Cardinale Giacomo Lercaro e tanti altri, video e registrazioni audio ma soprattutto disegni del progetto di massima e di tutte le fasi successive (ad oggi che sono ancora all’inizio della catalogazione ne conto 200). Molti di questi disegni sono firmati da Aalto e da Vezio Nava.
AaltoRicordiamoci bene una cosa. Aalto appartiene alla storia dell’architettura, così come un Leon Battista Alberti o un Bramante. La sua statura di artista è compresa nel novero della triade massima del Movimento Moderno: Wright, Aalto, Le Corbusier, cui appartiene come seconda generazione.La grandezza e unicità di Alvar Aalto è nella capacità di giungere con la sua architettura a livello di poesia; quel momento in cui tutta la tecnica, la grammatica, la funzionalità, raggiungono una situazione di totale armonia comunicando all’uomo un senso di assoluto ed intoccabile.Alla domanda finale Perché è così importante l’architettura a Riola? rispondo: Aalto aveva rifiutato in quel preciso momento incarichi per opere di ben maggiore dimensione offertigli da ogni parte del mondo, fra i quali il progetto di una nuova città americana ma alla richiesta dell’Arcivescovo di Bologna accettò con grande entusiasmo.E così noi oggi possediamo il testamento spirituale del maestro finlandese, l’ultimo messaggio di una sua produzione creativa sparsa per il mondo, ed entrata nella storia.

Lorenzo Gresleri




Qui di seguito le pubblicazioni.
martedì 22  gennaio 2019:

domenica 7 aprile 2019
  • La Repubblica alla pagina Società Cultura e spettacoli l'articolo "Un museo per Aalto che seppe unire architettura e ambiente" di Emanuela Giampaoli
  • Il Resto del Carlino l'articolo "Vergato - A Riola sorgerà il museo dedicato a Alvar Aalto" di Pierfrancesco Pagoda
  • Il Corriere di Bologna alla pagina Società Cultura e spettacoli l'articolo "Museo Aalto, il sogno è realtà" di Fernando Pellerano
  • Pagina Matteo Lepore Assessore alla Cultura di Bologna l'articolo: Museo Aalto - Il sogno è realtà - Il Corriere https://matteolepore.it/2019/04/07/museo-aalto-il-sogno-e-realta-il-corriere/ 

lunedì 8 aprile 2019
venerdì 12 aprile 2019
lunedì 15 aprile 2019
  • A Grizzana Morandi un museo di Alvar Aalto - servizio di TRC
https://www.youtube.com/watch?v=AnseNsLKh7c 
mercoledì 17 aprile 2019
  • Il Resto del Carlino nella rubrica il colloquio l'articolo "Il museo per il capolavoro di Aalto" di Cesare Sughi

domenica 10 novembre 2019 



















Sette ettari di terreno, la collina quale schiena, un piccolo lago in prossimità, e la via Nazionale che affianca il fiume Reno sintanto che non incontra il Limentra. 
stralcio della relazione progettuale depositata al Consiglio Comunale del Comune di Grizzana Morandi il 16 maggio 2019. La relazione, accompagnata da documentazione fotografica e grafici, è il progetto preliminare.
Bologna, 14.05.2019 

MANUTENZIONE STRAORDINARIA DEL CENTRO RICERCHE E DEL MAGAZZINO E DEPOSITI E LORO TRASFORMAZIONE IN SALA POLIFUNZIONALE A SERVIZIO DELLA COMUNITA’ E PROMOZIONE DELL’OPERA DELL’ARCHITETTO ALVAR AALTO

IMMOBILE ATTUALMENTE DENOMINATO CENTRO DI RICERCA APPLICATA AD USO DIMOSTRATIVO E RESIDENZIALE  REALIZZATO DALLA TAMBURINI S.P.A. SITO IN VIA NAZIONALE n. 134 A RIOLA DI VERGATO  PROGETTO PRELIMINARERELAZIONE TECNICAPremessaIl presente progetto si propone d’intervenire su un edificio già in essere: l’ex Centro di ricerca applicata ad uso dimostrativo e residenziale (denominato Centro Tamburini) sito in via Nazionale n. 134 a Riola di Vergato, da poco tempo preso in gestione dal Comune di Grizzana Morandi dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna [...] Il progetto si pone l’obiettivo di trasformare l’immobile in un archivio e museo internazionale dedicato all’architetto finlandese Alvar Aalto, e più precisamente di raccogliere, conservare, esporre per la prima volta al pubblico, e promuovere, i più importanti archivi di professionisti privati che lavorarono assieme al Maestro ed al suo studio alla realizzazione della chiesa riolese di Santa Maria Assunta. [...]Il Centro, che fu costruito dalla Tamburini S.p.A. e organizzato per i propri rapporti promozionali e formativi volti al mercato di edilizia residenziale estera, è formato da:
  • n.5 Tipologie a schiera (che erano prototipi dimostrativi al vero), per un totale di 650 mq;
  • un blocco Magazzini e depositi, di 200 mq;
  • ed il Centro Ricerche, detto Meeting hall, che ne conta 400 mq, distribuito su due livelli con ampio doppio volume di affaccio l’uno sull’altro.
 La manutenzione di questo immobile è prevista in fasi successive. In questa prima fase che andrò ad esporre si interverrà sulla Meeting hall ed i Magazzini e depositi attivando così subito la sede archivistica, una biblioteca pubblica, sala conferenze e museo, ed una idonea zona di servizi.La zona servizi sarà costituita da:
  • cucina, sguatteria, dispensa, deposito, ristorante e bar, spogliatoio e servizio igienico per il personale (di seguito denominata “zona ristorazione”),
  • bagni per il pubblico
  • un magazzino per l’imballaggio-sballaggio e temporaneo deposito di opere e materiali del solo museo. 
La manutenzione avrà carattere ordinario dell’esterno della Meeting hall e straordinario nel volume accessorio del Magazzini e depositi per apertura e ampliamento di finestrature necessarie alla nuova distribuzione; per gli interni il progetto promuoverà verifiche strutturali, di accessibilità per persone con ridotta mobilità e di adeguamento impiantistico e distributivo che rispondano alle normative vigenti e raggiungano la flessibilità necessaria di uno spazio multifunzionale.E’ infatti da evidenziare che il nuovo Centro oltre alle iniziative museali legate all’archivio e a mostre temporanee programmate dovrà organizzarsi ad accogliere manifestazioni di carattere sociale e culturale che possano in prima istanza aggregare la comunità e via via sostenere la promozione turistica del territorio in tandem con il Castello Rocchetta Mattei. Conoscenza del contesto  [...]
Caratteristiche dell’opera esistenteL’immobile ex Centro Tamburini è esempio in Italia di prefabbricazione come principio costruttivo, attività che contraddistinse come eccellenza italiana prima la Grandi Lavori e poi la Tamburini S.p.a. in campo internazionale; entrambe imprese (prima l’una poi l’altra) amministrate dal Geometra Mario Tamburini, cittadino della città di Riola di Vergato.Il sistema prefabbricato “Trespolo” che caratterizza la sala cubica della Meeting hall fu proposto per numerose realizzazioni nei vari paesi esteri in cui operava l’Impresa -per citarne alcuni: la Tunisia, il Guatemala, Il Sud Africa ed il Mozambico- oltre che sul territorio nazionale -si ricorda solo ad esempio la torre dell’Autodromo di Imola che fu costruita, come questo complesso, sempre su progetto dell’arch. Glauco Gresleri-.Lo stesso principio di prefabbricazione fu promosso ed impiegato da questo imprenditore per i grandi archi che qualificano struttura e spazialità interna della chiesa di Santa Maria Assunta, progettata dall’architetto Aalto; questa nota risulta determinare un ulteriore filo conduttore che lega queste due architetture (l’ex Centro Tamburini e la chiesa).Quindi seppur trovandoci di fronte ad un progetto “semplice” l’intervento si propone di recuperarne i principi ispiratori procedendo ad una ristrutturazione manutentiva che imprima nuova vitalità significante all’edificio.
Lo stato di conservazione dell’immobile  [...]Precedenti edilizi e certificazioni/dotazioni  [...]Catasto   [...]Confronto tra lo Stato di fatto e lo Stato legittimo  [...]Distribuzione  [...]Precisazione sulla zona ristorazione  [...]Problematiche/esigenze e risposte progettuali di tutto il complesso  [...]Sicurezza  [...]
ColoreSeppur conoscendo che i Piani del Colore suggeriscono cromie ben definite parrebbe allo scrivente che l’edificio possa essere oggetto di una puntuale riflessione. L’intorno non ha riferimenti con insediamenti antropizzati, si trova immerso nella fascia di rispetto fluviale con un ampio parco a prato che arriva a lambire lo stacco degli oggetti costruiti sino alla base del muro su tutto il fronte a sud prospiciente al fiume.In questo ambiente raccolto nella valle la struttura dei trespoli si manifesta come episodio scultoreo che trascina nella sua espressività non solo il volume edilizio proprio ma anche il complesso in tutta la sua ricchezza di altezze, marcature e gerarchie. E queste sculture appaiono nella loro semplice prefabbricazione come “desiderose” di un colore astratto, bianco puro, che le esalti nel loro pensiero di vero e proprio concetto di costruzione. Un bianco RAL 9010 (che già possiamo osservare nella costruzione della già citata torre dell’Autodromo di Imola) che imprimerebbe una chiara immagine di rinascita al nuovo centro.E’ da ricordare che proprio sul fiume Reno è stato da poco fatta opera manutentiva dello stabilimento delle Terme di Porretta, valutato attraverso un procedimento autorizzativo paesaggistico, dove appunto è stata condivisa, con l’amministrazione e la sovrintendenza, la nuova tinteggiatura in un bianco puro; il medesimo intervento coloristico le richiamerebbe l’un l’altra come fosse un modello puntuale, e raro, delle eccellenze turistiche immerse nella valle.

Lorenzo Gresleri






QUALITÀ E FUTURO – Franco Rubini candidato Sindaco      
Programma per il mandato 2019 - 2024L’offerta culturale pag 10-11
Tra le numerose eccellenze architettoniche e paesaggistiche vantate da Grizzana Morandi, autentici gioielli che fanno di questo territorio uno scrigno di bellezze e di unicità, si annovera il capolavoro architettonico rappresentato dalla Chiesa di Santa Maria Assunta a Riola, unica opera italiana del grande maestro del movimento moderno, il finlandese Alvar Aalto.Alla progettazione e realizzazione dell'opera è associata una vasta documentazione d’archivio, distribuita in diversi uffici pubblici e collezioni private.
Intendiamo finalizzare l’istituzione, già avviata, di un Museo e Centro Internazionale Alvar Aalto che, oltre a raccogliere e conservare tutta la documentazione relativa alla Chiesa di Alvar Aalto e alla sua realizzazione rendendola fruibile ai visitatori, si configuri come promotore di un percorso di valorizzazione del territorio dell'intera vallata del Reno definendosi come un punto di riferimento per tutto il bacino turistico che gravita attorno alla Rocchetta Mattei.
Il luogo scelto per ospitare il Museo è la Meeting Hall dell’ex Centro Tamburini in Riola di Vergato. Il museo contemporaneo si aprirà alla Comunità e oltre alla valorizzazione delle opere in esso contenute, in esso si faranno convergere aspetti collettivi quali la didattica, azioni di valorizzazione del territorio attraverso la promozione turistica, sia italiana che estera, attività sociali legate alla salute pubblica e alle emergenze sociali e momenti di aggregazione con l’organizzazione calendarizzata di eventi ad hoc per bambini, adolescenti, anziani.

COMUNICATO STAMPA 


IL VANGELO AALTOda sabato 25 gennaio 2020 al 29 febbraio 2020presso ACF trading via S. Stefano, 7/B Bologna Mostra collettiva a cura di Raimonda Z. Bongiovanni in qualità di International Curator A. Aalto Archives Italy – Museum Finance Manager E’ il giorno 21 giugno 1978 in Citta del Vaticano. Il S. Padre Paolo VI in occasione dell’apertura al culto della chiesa di Riola riceve in udienza speciale l’architetto Elissa Aalto assieme ai collaboratori ed esecutori dell’opera. Ella Gli dona due oggetti: il disegno originale a matita della chiesa di Riola firmato da Alvar Aalto e una delle sette copie di un volume rilegato in pelle di agnello.Entrambi i documenti sono affidati dal Santo Padre alle Gallerie Vaticane affinché siano conservati ed esposti con i materiali dei Grandi Maestri dell’architettura di tutti i tempi.Nessuna delle altre sei copie del volume è mai stata ritrovata … sino ad oggi.Al primo opening dedicato al Maestro finlandese Alvar Aalto sarà esposta per la prima volta al mondo una di queste sette copie del volume. E’ l’inizio, solo l’inizio, di un percorso espositivo museale internazionale molto articolato che nel tempo -di volta in volta nelle esposizioni che verranno- svelerà, attraverso documenti inediti, la storia dell’unica architettura realizzata dal Maestro in Italia. Si ringrazia: ACF trading,  Raimonda Z.Bongiovanni Concept,  Cacao Mar ca. Venezuela,         Lex Impresa, Sle Services USA LLC Los Angeles, Studio Antonini & Partners Svizzera Opening sabato 25 gennaio 2020 – ore 18 / 24 Orario di apertura: lunedì - venerdì 10:30 – 13, 15 - 19:30per specifiche richieste di visione dell’opera di Alvar Aalto solo su appuntamento
Qui di seguito un  suggerimento all'Amministrazione  del Comune di Grizzana Morandi  per la continuità promozionale dell'iniziativa.Bologna, 12 luglio 2019

progetto culturale Alvar Aalto

(fase prima) Il Comune di Grizzana Morandi
  • nei riguardi del Progetto di costituzione Museo e Centro internazionale Alvar Aalto deliberato con atto di giunta comunale n.22 del 28/02/2019;
  • nel rispetto del Programma per il mandato 2019-2014 di Qualità e Futuro – Franco Rubini candidato Sindaco, capitolo “Cultura, turismo e impresa”, paragrafo “L’offerta culturale”;
  • ottemperando alle tempistiche d’apertura al pubblico espresse alla presentazione alla stampa del 6 aprile 2019 a Palazzo D’Accursio in Bologna, e nel rispetto delle stesse nei confronti della Alvar Aalto Foundation, fondazione internazionale a cui il nuovo programmato Museo fa riferimento;
  • in attesa che possa concludersi l’iter amministrativo e tecnico-costruttivo della manutenzione straordinaria prevista per l’ex Centro Tamburini in via Nazionale n.134 a Riola di Vergato, sede scelta del Museo;
inizia la fase preliminare di raccolta documentale. Sarà la preziosa Biblioteca comunale di Villa Mingarelli (inaugurata con puntuale restauro poco meno di sei anni fa, precisamente il 23 luglio 2013) sita in via Pietrafitta n.46 in Grizzana Morandi, a pochi passi dal Municipio, il primo punto di deposito, conservazione con possibilità di consultazione, del materiale didattico e storiografico destinato al Museo.In questa prima fase saranno raccolte riviste internazionali di settore (architettura ed urbanistica) che rappresenteranno la base bibliotecaria della nuova istituzione. Solo per citare, riviste come: Rassegna, Domus, Interni, Parametro, Lotus, Casabella, che sono ritenute espressione massima della cultura scientifica sull’argomento. Questo mettere a disposizione immediatamente al pubblico permetterà alla Comunità di apprendere maggiormente nel panorama delle eccellenze architettoniche mondiali il valore storico-espressivo del capolavoro della chiesa di Santa Maria Assunta, opera della “nostra” archistar finlandese del ‘900.L’occasione dell’apertura al pubblico e alla stampa di questa biblioteca scientifica sarà l’occasione per l’autorità comunale di annunciare una importante iniziativa.Essendo il Museo destinato primariamente alla Comunità del territorio, che lo brama dagli anni ’70 dello scorso secolo, è da ritenersi fondamentale farla partecipare attivamente all’iniziativa stessa. E quindi in quell’occasione pubblica sarà fatto appello a tutta la cittadinanza che ha vissuto la grande iniziativa della costruzione, di darne un segno tangibile.Viene richiesto ad ognuno di loro di consegnare in comodato -o donare- fotografie, diapositive, video, cartigli, tutto quello a disposizione, che ne riguardi le fasi di realizzazione e celebrazione liturgica; ad esempio il sopralluogo di Aalto al sito, la posa della prima pietra, l’innalzamento degli archi, la messa inaugurale, le visite di Elissa, la costruzione del campanile e così via. Tutta questa documentazione sarà parte fondamentale del Museo affiancando gli archivi dei professionisti incaricati già previsti.Questa raccolta permetterà di “mettere in moto” così non solo l’intera Comunità di Grizzana Morandi ma anche le cittadinanze prossime come quelle gaggese e vergatese, e fors’anche di tutto il territorio dell’Appennino, mantenendo accesa la sua attenzione su questo importante progetto in divenire. E non ultimo darà un’altra prova concreta che la chiesa è “loro”; è stata voluta e promossa proprio dalla Comunità locale che ha permesso il superamento di una stasi economico istituzionale che avrebbe potuto allontanare anche quest’ultima occasione italiana del Maestro. In fedeLorenzo Gresleri e Raimonda Zizzi (Bongiovanni)















L'occasione per informare la Comunità di questa possibilità di raccolta mi viene fornita dalla rivista Artribune venerdì 24 aprile 2020, con la seguente intervista del caporedattore Santa Nastro:
  • "La storia incredibile della chiesa progettata da Alvar Aalto in Italia diventa un museo" articolo di Santa Nastro
http://www.artribune.com/progettazione/architettura/2020/04/alvar-aalto-chiesa-emilia-romagna-museo/
Immediata pubblicazione dell'Ambasciata finlandese a Roma dell'intervista di Artribune sulla propria pagina social di facebook e sul sito ufficiale, a dimostrazione  del consenso alla mia iniziativa.

L'intervista è promossa da Hidalgo Arte: https://hidalgoarte.it/la-storia-incredibile-della-chiesa-progettata-da-alvar-aalto-in-italia-diventa-un-museo/
e da DOCOMOMO Italia Onlus:https://m.facebook.com/DOCOMOMOItalia/photos/a.420288614726145/3023103311111316/?type=3&source=57&__tn__=EH-R






Su Archiportale del 20/05/2020 scrive Rossana Vinci della mia iniziativa sul museo dedicato al Maestro Alvar Aalto 
https://www.archiportale.com/news/2020/05/architettura/capolavori-nascosti-la-chiesa-di-alvar-aalto-nella-campagna-bolognese_76545_3.html 

Su Art on world n.1 gennaio 2021: https://www.artonworld.com (a sinistra)












































Su Art on world n.2 aprile 2021: https://www.artonworld.com (a destra)

AALTO È LISSA

L’Italia attraverso lo sguardo di Elissa Aalto

 

MILANO DESIGN WEEK 2024

Dal 15-23 aprile 2024

Milano | Zona Tortona - via Savona, 35

 

Premessa: TERRITORI® Narrative Italian Landscape per lungo tempo sistema di co-progettAzione composto da professionisti incentrato sulla sostenibilità che ha messo al centro le sue relazioni e si è occupato di cultura a 360° e dal 2021 una Associazione che si occupa di Cultura, Design, Arte, Territorio, Turismo consapevole, Persone e Ambiente per dar voce alle eccellenze di cui è disseminata l’Italia. TERRITORI® promuove la valorizzazione del territorio italiano e delle Opere dei Maestri che vi hanno lasciato un segno indelebile grazie alla sinergia di tutti gli interlocutori che vi operano, partendo dalla considerazione che si tratta nel complesso della più grande comunità del nostro Paese. Con TERRITORI® gli Spazi Museali da Contenitori divengono Hub, gli Spazi Espositivi Spazi di Esperienze Immersive in connessione con il territorio e gli attori delle succitate complesse filiere quale impatto per gli Spazi d’Arte e Cultura, i territori, i visitatori - che si trasformano in visitAttori.


Giorgio Mingardi, fondatore TERRITORI® Narrative Italian Landscape, in collaborazione con The Playful Living® (co-progettisti, storyteller e event designer) e Sfera Media Group (Divisione di RCS Media Group), TERRITORI® ha ideato un percorso culturale immersivo da vivere nel Fuori Salone come esperienza unica, irripetibile:

 

AALTO È LISSA

L’Italia attraverso lo sguardo di Elissa Aalto

Si tratta di un evento ibrido, fisico e digitale che integra a monte l’esperienza fisica con un piano di comunicazione multimediale e multicanale realizzato nel pre-durante-post evento. Verrà presentato un flusso di pensieri che vuole riversarsi, come sollecitazione conoscitiva di cultura e luoghi, nelle “possibilità” di sviluppo dell’avviato Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa denominato: Itinerario di Alvar Aalto – Architettura e design del XX secolo. Il percorso narrativo porta in primis all’incontro con l’opera di Alvar Aalto incentrandola sulla importante figura femminile di Elissa Aalto, architetto che ha ostinatamente perseguito la conclusione di tutti i lavori iniziati assieme al suo celebre amato, sul rapporto della famiglia Aalto con l’Italia e sui luoghi del Nostro Paese che tanto hanno influenzato la cultura di questa Archistar del Novecento. Parallelamente a questo è:

- indagata la professionalità dei collaboratori italiani del Maestro (Mosso, Nava, Marconi) e della Sezione Tecnica dell’Ufficio Nuove Chiese di Lercaro (Trebbi e Gl. Gresleri) per la commessa dell’opera riolese, cercando riflessi della lezione aaltiana nelle loro realizzazioni autonome. Vi sarà un focus sull’opera dell’architetto Glauco Gresleri, che da qualche anno ha trovato notevole interesse critico con la conservazione di fondi documentali presso prestigiose istituzioni: venti italiane, una svizzera e da poco il museo francese Centre Pompidou.

- i complessi temi della necessità di vincolo, del restauro e dell’efficientamento energetico dell’architettura Moderna. Problemi che interessano direttamente il capolavoro italiano della chiesa di Riola.

In via Savona n.35, segnatamente negli spazi interni ed esterni (Kids Space, Open Square, On The Road, Cultural and Business Lounge, Charme Hotel) si terranno incontri, si effettueranno proiezioni grazie ai monitor digitali interattivi (del nostro partner tecnologico INTECH), presentazione e avvio di itinerari culturali professionali e turistici. Si ospiteranno relatori d’eccezione attivi nel progetto, appartenenti alla sfera della Cultura, Creatività, Architettura, Ingegneria, Fundraising Culturale, restauro ed efficientamento energetico - ogni intervento potrà essere fisico in presenza o registrato o in videoconferenza.

L’assioma imprescindibile cultura e tecnologia multimediale diventato oggi un modulo di narrazione suggestivo e coinvolgente, ha portato TERRITORI® a concepire e realizzare una WebApp proprietaria, gratuita attivabile mediante QRcode, che in questa occasione sarà messa disposizione e sarà collegata ad un sistema attivo e in utilizzo nell’area della Milano Design Week. L’applicazione rappresenterà a tutti gli effetti una guida non convenzionale ad eventi ed itinerari fruibili durante la Milano Design Week e, all’interno di una sezione dedicata, gli utenti avranno la possibilità sia di trovare linee guida sull’evento, sia degli itinerari/esperienze immersive che TERRITORI ha preparato per quel periodo in esclusiva per gli espositori e i loro clienti/partner.

Si tratta quindi di un ulteriore importante e versatile strumento che potrà connettersi con Sfera Media Group (Divisione di RCS Media Group) e su cui saranno inseriti ulteriori contenuti di interesse del Fuori Salone 2024.

 

Temi: Itinerario culturale del Consiglio d’Europa: itinerario di Alvar Aalto  Architettura e design del XX secolo /  Architettura & Design / La fotografia come conoscenza dell’architettura costruita / Restauro del Moderno / Efficientamento energetico nei capolavori del Novecento / Archivio Architetto Glauco Gresleri _ disseminazione sul territorio nazionale ed internazionale di punti di ricerca alternativi / Archivi A. Aalto C,S.M.A _ presentazione di un ampio patrimonio documentale riferito al contributo di Elissa nella realizzazione dell’opera italiana di Aalto / Fundrising Culturale

 

Moderatore: Professor Luca Fois, Docente a contratto al Politecnico di Milano, Scuola di Design nonché Membro del board di Cilab – Laboratorio creativo del Politecnico di Milano. (CV a disposizione) Nasce a Milano 1949, studia filosofia, diventa falegname/designer col marchio Coruna, consulente R&S prodotto per Hermes e Calvin Klein. Dal ‘98 sviluppa con gli stakeholder locali, Zona Tortona, il Design per la valorizzazione territoriale. Come Creative Advisor ha seguito e segue diversi progetti/format in Italia e all’estero: Tortona Kids Design, +20 Egypt Design, Milano Design in The City, Base B, That’sDesign, La Casa per Giocare, Progetti & Paesaggi, Macef, The Playful Living, Guanxi Design Week, Creative&Innovative CoVillage Nanjing-Milano-NaMi. Continua a fare cose e vedere gente tra lezioni, tesi, ricerche, progetti e consulenze sulla base di molti errori e alcuni successi.

 

Alcuni Partner: The Playful Living® (co-progettisti, storyteller e event designer) / 

Sfera Media Group (Divisione di RCS Media Group) Magazine del Corriere della Sera / Archivi A. Aalto C,S.M.A. / Archivio Architetto Glauco Gresleri / INTECH / HECH ROMEO GUIDE

 

Partner Network: Per l’ottimizzazione delle sinergie cross market dei nostri partner 

Fuorisalone.it - Piattaforma digitale principalmente dedicata al Design italiano e internazionale con spazio a The Playful Living

Tortona Rocks - Concept espositivo e di comunicazione dedicato al design contemporaneo che seleziona e promuove i contenuti ospitati nel circuito espositivo diffuso

Abitare Co - Società di real estate che media tra investitori, sviluppatori, proprietari ed utilizzatori, situata in Via Savona davanti alla nostra location.

Ufficio Stampa dedicato all’evento Archiproducts — Piattaforma online internazionale B2B e B2C per il design e l’architettura.

 

Alcuni numeri dell’edizione 2023 in via Savona, 35: 9.752 visitatori, con un palinsesto di 52 eventi tra talk e workshop, 106 giornalisti, 6 media partner.

AALTO È LISSA

L’Italia attraverso lo sguardo di Elissa Aalto

a cura di Lorenzo Gresleri

Un evento organizzato per la Milano Design Week 2024

da Giorgio Mingardi per TERRITORI® Narrative Italian Landscape

  

17-19 Aprile 2024 dalle ore 11:00 alle 13:00

Curriculum vitae dei partecipanti


Antonello Alici architetto, dottore di ricerca in Storia dell’Architettura e dell’Urbanistica, è Professore Associato di Storia dell’Architettura presso l’Università Politecnica delle Marche (Univpm). I suoi interessi prevalenti di ricerca sono l’architettura e la città dell’Ottocento e del Novecento, in particolare sull’Italia, i Paesi Nordici e la Gran Bretagna Ha svolto attività di ricerca nei principali archivi e musei di architettura di Finlandia, Svezia, Norvegia e Danimarca.Intervento: L'Italia di Aalto tra viaggi e occasioni professionali  del: 17 Aprilehttps://www.youtube.com/watch?v=bgWfhGFYbHE  Alessia Buda architetto e PhD in Architecture, Built Environment and Construction Engineering. Laureata a Palermo nel 2012 con il massimo dei voti, vince lo stesso anno il premio ‘Domus Fassa Bortolo Restauro – sezione tesi di laurea’, ricevendo successivamente il ‘Premio Carlo Scarpa per il paesaggio' dalla Fondazione Benetton di Treviso nel 2013 per il lavoro svolto sulla tesi con la Soprintendenza di Palermo. Dopo il Master di II livello in Progettazione sostenibile (InArch, Roma - 2013) e una ricca esperienza professionale internazionale, diventa Dottoressa di ricerca cum laude presso il Politecnico di Milano, specializzandosi in efficienza energetica del patrimonio costruito (ICAR/19). Membro aggregato della SIRA, è stata partner esperto del progetto 'TASK 59 Renovating Historic Buildings Towards Zero Energy' dell'Agenzia Internazionale per l'Energia (IEA). Vincitrice nel 2021 di un assegno di ricerca post-dottorale della Fondazione F.lli Confalonieri di Milano, ha pubblicato il volume ‘Conservazione ed efficienza energetica dell’edilizia storica’ (Nardini editore - 2023), distribuito oggi dal Ministero delle Cultura in tutte le Soprintendenze d’Italia. Assegnista di ricerca e coordinatrice del progetto Horizon “HeriTACE – Development of a multidimensional assessment model for energy retrofit solutions for architectural heritage” presso il Politecnico di Milano, svolge consulenze in ambito di sostenibilità e tutela, contando importanti collaborazioni con aziende private e pubbliche. Intervento: Problemi di tutela e sostenibilità: urgenze e prospettive per la chiesa di Riola del: 19 Aprile Alessandra Cattaneo architetto, specialista in Beni Architettonici e del paesaggio per lo Studio e il Restauro dei Monumenti e PhD in Urban Recovery and Regeneration è professore a contratto all’Università degli Studi di Urbino, Dipartimento di Scienze Pure e Applicate, Scuola di Conservazione e Restauro per gli insegnamenti di Teoria e Tecnica del Restauro I e II ann. (ICAR/19). Da 2017 al 2023 è stata assegnista di ricerca e, dal 2022, fa parte del gruppo di lavoro d’Ateneo per la “Conservazione e valorizzazione, attraverso un modello digitale integrato, del patrimonio storico architettonico di proprietà dell’Università di Urbino”, con il ruolo di responsabile della ricerca scientifica; dal 2009 collabora attivamente con diverse Soprintendenze Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e dal 2014 è presidente della CQAP del Comune di Finale Emilia. Intervento con Leila Signorelli: Verso un piano conservativo. Il secondo Novecento a Bologna tra valorizzazione degli archivi, ricerca e didattica del: 19 Aprilehttps://www.youtube.com/watch?v=KU8_AEIrDi4  Maria Vittoria Marini Clarelli dirigente storico dell’arte del Ministero della Cultura. È stata soprintendente alla Galleria nazionale d’arte moderna, sovrintendente capitolina ai beni culturali e ha diretto, presso il Ministero della Cultura, i servizi arte contemporanea, beni artistici e storici, circolazione internazionale, periferie e rigenerazione urbana. È stata consulente per l’arte contemporanea della Banca europea degli investimenti e membro del comitato di indirizzo del Grand Palais di Parigi. È professore invitato di museologia presso la Pontificia Università Gregoriana. Ha pubblicato numerosi libri e saggi di storia dell’arte e museologia. L’ultima mostra che ha curato è Klimt la secessione e l’Italia svoltasi a Roma, Palazzo Braschi nel 2021-2022. L’ultima pubblicazione è la nuova edizione di Il museo nel mondo contemporaneo. La teoria e la prassi, Roma, Carocci 2024.Intervento: Saluti istituzionali del: 17 Aprile Maria Antonietta Crippa architetto, già professore ordinario di Storia dell’architettura del Politecnico di Milano. Ha insegnato anche Restauro architettonico. Accademico corrispondente dell’Academia de Bellas Artes Sant Jordi, di Barcellona, e membro della Pontificia Insigne Accademia Belle Arti e Letteratura Virtuosi al Pantheon, di Città del Vaticano. É direttore scientifico di ISAL e della sua rivista istituzionale. Autrice di circa 400 pubblicazioni (alcune in più lingue), soprattutto relative ad architetti e a temi del XIX-XX secolo. Ha svolto attività di restauro per importanti monumenti.Intervento: Portare i maestri dell'architettura moderna in Italia: Glauco Gresleri e Riola del: 19 Aprilehttps://www.youtube.com/watch?v=PxONNIpa988  Maria Margarita Segarra Lagunes ricercatore e docente di Restauro architettonico presso il Dipartimento di Architettura (Università Roma Tre) e il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale (Università di Perugia). Laureata in Architettura, specializzata in Conservazione architettonica e in Conservazione Preventiva nei Musei (ICCROM, Roma), Dottore di ricerca in Storia e Conservazione degli oggetti d'arte e architettura (Università Roma Tre). Presidente di Docomomo Italia (2021-2024), membro di numero dell’Academia Nacional de Arquitectura (Messico) e membro onorario dell’ISCARSAH-ICOMOS. Ha progettato diversi interventi di restauro di edifici storici e archeologici - Mausoleo di Augusto a Roma, Cento Camerelle a Villa Adriana, Convento di San Francesco a Deruta, Teatro Romano di Spoleto, Rocca Pia a Tivoli, Colosseo di Roma, Torre del Fiscale - e ha curato diverse mostre di architettura. Ha vinto diversi concorsi di progettazione e ha numerose pubblicazioni sulla storia e la conservazione del patrimonio architettonico.Intervento: Docomomo Italia e la tutela dell’architettura del XX secolo del: 17 Aprile Francesca Leto si laurea a Venezia in architettura e consegue la licenza e il dottorato in teologia con specializzazione in liturgia pastorale presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di S. Giustina a Padova con una tesi sullo spazio sacro. È membro della Consulta nazionale per la pastorale liturgica e dell’Associazione Professori di Liturgia. È docente incaricata del corso di Teologia dello spazio sacro, del corso di licenza in teologia dogmatica presso la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale a Firenze e di liturgia e di diversi seminari, presso l’Istituto di Scienze Religiose di Vicenza. È vincitrice della VI edizione Concorso progetti pilota CEI per la chiesa di Sant’Ignazio a Olbia e dell’adeguamento liturgico della cattedrale di Belluno. Partecipa in qualità di architetto o liturgista a diversi concorsi per nuove chiese. Si occupa di adeguamenti liturgici e restauri di chiese e progettazione di cappelle. Tiene lezioni e conferenze in diversi contesti: facoltà teologiche, Scuola Beato Angelico, Koinè. Ha curato e guidato come liturgista i Viaggi studio organizzati dall’ufficio liturgico nazionale e dall’ufficio dei beni culturali CEI nella diocesi di Bolzano-Bressanone e nella diocesi di Bari-Bitonto. È autrice di vari articoli in riviste e pubblicazioni, anche internazionali.Intervento: Glauco Gresleri e l'appassionata ricerca del sodalizio tra architettura e liturgia del: 19 Aprilehttps://www.youtube.com/watch?v=rNBa25shSdw  Tommi Lindh is an architect, architectural historian and conservationist, managing director of the Alvar Aalto Foundation in Helsinki. He has worked as a Senior Adviser on conservation at the Finnish Ministry of the Environment and the Finnish Heritage Agency. He is a member of councils and working groups in various international organisations such as ICCROM and DOCOMOMO. He is a Board member in the Paimio Sanatorium Foundation, Aalto2 Museum Centre Ltd and the Alvar Aalto Route Association. He also has his own architectural practice.Intervento: Itinerario culturale del Consiglio d’Europa: Itinerario Alvar Aaltodel: 17 Aprile Lorenzo Gresleri architetto e artista sotto lo pseudonimo di Grelo. Si laurea in architettura a Firenze. È responsabile dell’Archivio Architetto Glauco Gresleri dal 2017 e degli Archivi A. Aalto Italia _ C.S.M.A. (chiesa Santa Maria Assunta a Riola) dal 2019. Dal 2021 ha realizzato fondi dedicati alla valorizzazione di Glauco Gresleri presso le seguenti istituzioni: Università degli Studi di Bologna, Biblioteca Michelucci; Centro studi per l'architettura sacra e la città, Fondazione Lercaro, Bologna; Università degli Studi di Parma, CSAC; Università degli Studi di Firenze, Biblioteca di Scienze Tecnologiche; Biblioteca comunale dell'Archiginnasio, Bologna; Biblioteca Salaborsa, Bologna; Università degli Studi di Ferrara, Biblioteca di Architettura; Accademia di San Luca, Roma; Politecnico di Torino, Dipartimento di Architettura e Design; Università degli Studi di Trieste, Biblioteca di Architettura, Gorizia; Biblioteca ed Archivio dell'Ordine degli Architetti di Bologna; Biblioteca civica d'arte Luigi Poletti, Modena; ISAL, Istituto per la Storia dell'arte lombarda; Fondazione Istituto Beato Angelico, Milano; Archivio del '900 _ MART, Rovereto; Università della Svizzera italiana, Accademia dell'Architettura, Mendrisio; Biblioteca di Archeologia e Storia dell'arte, Roma; Fondazione Benetton Centro Ricerche, Treviso; Fondazione Biennale di Venezia, Biblioteca e Raccolta documentaria serie Artisti; Centre Pompidou di Parigi, Collezione Architettura e Biblioteca Kandinsky. Attivo in mostre personali e collettive sue opere sono presenti presso musei, istituti e privati.Intervento: curatore della manifestazione.Proiezione video con audio ed immagini raccolte dagli archivi in suo possesso: Agape Villa Pallavicini in Bologna: 10 gennaio 1966 (pensieri di Alvar Aalto e del Cardinale Giacomo Lercaro. Giornata del primo sopralluogo a Riola del Maestro) del: 17 AprileProiezione Alvar Aalto e la Comunità di Riola: storia di un incontro (L’attore Jacopo Trebbi legge la “Relazione del 30 ottobre 1976” scritta dall’architetto Glauco Gresleri ) del: 19 Aprilehttps://www.youtube.com/watch?v=O6L2enKbuVU  Federico Marconi si laurea presso lo IUAV nel 1956. Collabora con Gino Valle dal 1956 al 1959, con il quale partecipa nel 1958 al concorso nazionale per la sistemazione del centro storico di Udine, conseguendo il terzo posto, e nel 1959 ai concorsi per l'Istituto psicopedagogico di Tricesimo e per la realizzazione del monumento alla Resistenza a Udine, vincendo il primo premio. Dal 1958 al 1959 progetta con Carlo Scarpa la casa Veritti a Udine; dal 1959 per tre anni soggiorna ad Helsinki, in Finlandia, dove collabora con Alvar Aalto alla progettazione dell'Istituto politecnico di Otaniemi e del Teatro dell'opera di Essen. Nel 1963 decide di aprire uno studio in proprio e inizia la sua attività di libero professionista a Udine.Intervento: Testimonianza del: 17 Aprile Angelo Masina fotografo nel settore edilizio dal 1974 come Fotostudio. Ha operato con Imprese edili nel settore della prefabbricazione quali: Marchesini, Menarini, Galotti, Buriani, Sveco, Zanichelli, Grandi Lavori ecc. In particolare ha documentato costruzioni dall’inizio dei lavori alla fine come: Center Gross di Bologna, Esprit Nouveau, Chiesa di Riola, Cis di Nola, Edifici abitativi di Calderara di Reno, Centro protezione civile di Roma, ecc. L’ attività fotografica si è chiusa nel 2000 sostituita con azienda per allestimenti mostre.Intervento: Testimonianza del: 19 Aprilehttps://www.youtube.com/watch?v=DzzBBvGx5Kg  Giorgio Mingardi dopo gli studi e le esperienze maturate presso importanti aziende del Made in Italy, dal 1990 opera a Milano e Parigi in qualità di esperto in project development/cultural management, e di consulente freelance mettendo la sua expertise a servizio di realtà nazionali ed estere per supportarle nei processi di internazionalizzazione. Opera dapprima a Milano, poi a Saint Tropez, Aix en Provence, Parigi e Bruxelles riuscendo a portare le società clienti al raggiungimento di nuovi traguardi con un suo “innovativo metodo di comunicazione e distribuzione trasversale”. È poi attraverso la collaborazione con Recapito Milanese progetta, organizza e realizza la partecipazione delle aziende clienti a eventi e manifestazioni fieristiche, su moda e design come ad esempio il Fuorisalone in Zona Tortona a Milano, Scènes d’Intérieur e Maison&Objet a Parigi, Coté Sud a Saint Tropez, Pitti Immagine a Firenze. Dal 2010 al 2014 è anche produttore in proprio per le “prime linee” di alcuni brands prestigiosi tra cui: Courréges, Balmain Homme, Laura Biagiotti, Hermès Maison (Prototype du programme expèrimental ‘Cheval à Bascule’) e Aquascutum. Dal 2015 al 2016 è alla Presidenza della porzione di centro storico bolognese che comprende la c.d. Piazza Santo Stefano e la Strada Maggiore (una delle parti più monumentali di Bologna) e ne fa un vero e proprio percorso espositivo, culturale e sensoriale attraverso una stretta collaborazione con registi, artisti, architetti, Accademie e Università Nel 2016 e 2017 all'interno di Art City, propone e sviluppa gli eventi ULTRAMOBILE “TRIBUTE A DINO GAVINA” e “TRIBUTO AL CACCIA”, con l’architetto Luigi Caccia Dominioni. Nel 2017 in collaborazione con l’Associazione Amici del Guercino e l’istituzione Bologna Musei, rappresentata dal responsabile dei Musei Civici di Arte Antica Massimo Medica organizza l'iniziativa artistico culturale "DA GUERCINO A VELÀZQUEZ". Dal 2022 avvia una stretta collaborazione con l’architetto Lorenzo Gresleri (responsabile dell’Archivio Architetto Glauco Gresleri e degli Archivi A. Aalto Italia C.S.M.A.) per la valorizzazione delle architetture di Glauco Gresleri e della chiesa di Riola di Alvar Aalto in relazione al territorio ove sono edificate.In collaborazione con il Ce.St.Art. Centro Studi per l’Economia dell’Arte, ha attivi - tra gli altri - i progetti sulla valorizzazione della figura di Donatello nel periodo padovano, le CELEBRAZIONI INTERNAZIONALI MICHELOZZIANE 1472 - 2022 (patrocinate dalla Regione Toscana e dalla Città Metropolitana di Firenze), gli Itinerari Vasariani e gli itinerari Morandiani.Intervento: organizzazione evento Marco Pretelli professore ordinario di Restauro Architettonico presso il Dipartimento di Architettura dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna. Laureato in Architettura (Università IUAV di Venezia) e dottore di ricerca in Conservazione dell’Architettura (Università Federico II di Napoli). Già funzionario architetto presso Soprintendenze per i Beni Architettonici. È stato membro (2010-2013) del Collegio del Dottorato in Conservazione dei Beni Architettonici del Politecnico di Milano e dal 2013 è membro del Consiglio del Dottorato in Architettura e Culture del Progetto presso il suo Dipartimento. È stato membro del consiglio direttivo della SIRA (Società Italiana per il Restauro dell’Architettura); attualmente è membro del direttivo dell'AISU (Associazione Italiana di Storia Urbana) ed è Presidente della sezione italiana CICOP e siede nel Consiglio scientifico di ATRIUM-Architecture of Totalitarian Regimes of XX Century in Urban Managements, associazione e rotta culturale riconosciuta dal Consiglio Europeo. È stato consulente scientifico della Fondazione CaRiPLo per il bando "Beni al sicuro" dedicato al patrimonio culturale a rischio (2018-2021). Le principali linee di ricerca si concentrano su temi di teoria e storia del restauro; restauro dell'architettura moderna; restauro degli impianti storici e microclima dell'architettura storica. Ha svolto il ruolo di commissario in numerosi concorsi per il restauro architettonico, tra cui quello per il restauro dell'ex Casa del Fascio a Predappio. È autore di numerose pubblicazioni nel campo del restauro architettonico e membro di consigli scientifici di collane e riviste italiane e internazionali.Intervento: Strategie per valorizzare il contemporaneo. Heritage community e surveying per la tutela del: 17 Aprile Francesco Scolozzi Architetto, fondatore a Toronto dello studio Scolozzi Architect Inc. ha insegnato a Firenze, Bologna, Toronto, Canada e Dalian, Cina. La sua esperienza progettuale spazia dall’Architettura, al Design Urbano ed all’Interior Design. Scolozzi Architect Inc. è stato impegnato in progetti negli Stati Uniti, in Europa, Giappone e Medio Oriente. In Cina ha svolto pratica professionale con uffici a Shanghai, Pechino e Dalian.19 i riconoscimenti nazionali ed internazionali con affermazioni di primo premio. Pubblicazioni: My practice of architecture in China Urban Spaces Italian Towns a window to the possibilities, Amazon.Intervento: Testimonianza del: 17 Aprilehttps://www.youtube.com/watch?v=wpRcRjXRUu8  Pierluigi Serraino architetto, studia all’Università di Roma e alla SCI-Arc, UCLA e UC Berkeley. Si abilita alla professione in Italia e in California. Post praticantato in SOM ed Anshen & Allen. Apre il proprio studio nel 2009. È autore di libri, tra cui: The Creative Architect: Inside the Great Personality Study Monacelli Press 2016, Ezra Stoller: A Photographic History of Modern American Architecture Phaidon 2019. Di prossima pubblicazione The Modern Garden: The Outdoor Architecture of Mid-Century America Rizzoli New York 2024, L’opera completa di Alvar Aalto Taschen 2024.Intervento: Esperienze di spazio di Alvar Aalto: un itinerario di scoperta aptica del Maestro Finlandesedel: 17 AprileIntervento: Aalto nella fotografia: Limiti ed esaltazioni visive dello spazio rappresentato del: 19 Aprile Leila Signorelli professoressa associata di Restauro Architettonico presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna. Laureata in Architettura (IUAV, Venezia) e dottore di ricerca. Docente a contratto e assegnista di ricerca dal 2014, dal 2018 al 2020 è stata funzionario architetto del Ministero della Cultura e RTD-B dal 2020 al 2023. Collabora a progetti nazionali e internazionali, anche in qualità di P.I. I principali ambiti di ricerca sono la ricostruzione postbellica, la conservazione del patrimonio del XX secolo legato ai regimi totalitari (Dissonant Heritage) e il controllo microclimatico per la conservazioneIntervento con Alessandra Cattaneo: Verso un piano conservativo. Il secondo Novecento a Bologna tra valorizzazione degli archivi, ricerca e didattica del: 19 Aprilehttps://www.youtube.com/watch?v=uJd0wbpAO_w  Ferdinando Zanzottera professore di Storia dell’Architettura presso il Politecnico di Milano è membro del Collegio dei docenti del Dottorato in Conservazione dei Beni architettonici del medesimo Istituto. È Conservatore della Certosa di Garegnano (Milano), Direttore del Dipartimento di Valorizzazione dei Beni Culturali e Conservatore degli Archivi e della Fototeca ISAL. Ambiti principali dei suoi studi e delle pubblicazioni sono gli insediamenti monastico-religiosi, nel loro sviluppo dal medioevo alla contemporaneità, la tutela e il recupero dei beni storici ed ambientali, il legame esistente tra materia, architettura ed arte e la valorizzazione dei beni culturali. con particolare attenzione ai Beni Culturali degli Enti Sanitari lombardi e delle architetture ospedaliere.Intervento: “Elogio all’architettura”: Alvar Aalto al politecnico di Milano (1964) del: 17 Aprile
esempi di documentazione presente in archivio:
architettura spontanea a Sasso Marconi _ 1965(proprietà dell'immagine Archivio Architetto Francesco Scolozzi )
fotoreportage 2019_ Archivio Luca Massari, tutti i diritti riservati



foto di Maris Casamenti



























foto di Gianni Innocenti



























foto di Simonetta Ragazzini










opere dal 2016 al 2020

i dolori del giovane Werther n.11

 2020

i dolori del giovane Werther n.12

 2020

i dolori del giovane Werther n.10

 2020

listen

2019

beatrice

portrait#0 _  november 3, 2019 




kim jong un 

having a button on my desk _ november 26, 2019
https://www.youtube.com/watch?v=KVEw-BhABLM 

sofia

a surprise for sofia _ november 24, 2019




donald trump

unsolved presidential face _ november 24, 2019

john baldessari

john baldessari is now in heaven  _            january 5, 2020



2020

you are welcome new year  _            january 1, 2020

monkey

made by God _ december 4, 2019

art basel banana

comedian rocco siffredi (great italian artist) _ december 23, 2019

boris johnson

too much air running through the brain _ december 6, 2019




carnet de voyage

6.59 a.m.2016

carnet de voyage

Rodi2016




carnet de voyage

6.58 a.m.2016

carnet de voyage

N.Y.C.12016




carnet de voyage

5.54 p.m.2016
il catalogo dal 2002 al 2018 nelle sue due versioni di copertina




carnet de voyage

Middleburg, Virginia20176




carnet de voyage

7.59 p.m.2016

conferenza 


cadendo una stilla di rugiada 

2018 Museo Oratorio dei Fiorentini _in Bologna _ 6 novembre 2018



parola chiave: conferenziere _ conferenza  _ banca di bologna _ bologna _ oratorio dei fiorentini _ religioni monoteiste _ acqua _ emilia romagna _ italia _ museo 





il manifesto
sopra alcune foto del museo e sotto alcuni momenti della conferenza









foto 1
































foto 2
























foto 3






































foto 4

cadendo una stilla di rugiada 


REALLY.G SHOWdi Grelo (Lorenzo Gresleri)0 - Programma _ 1 - Luci in sala _ 2 - Palcoscenico _ 3 - Tecnici al lavoro _ 4 - Brusio di fondo _ 5 - Dietro le quinte _ 6 - Inizia in orario? _ 7 - In scena _ 8 - Allestimento scenico _ 9 - Applausi, saluti e la gente se ne va _ 9.1 - Cadendo una stilla di rugiada (dopo la mostra inaugurata il 14 ottobre al MEB, il convegno organizzato per il finissage il 6 novembre al Museo Oratorio dei Fiorentini, in Bologna)Musica di sottofondo: Tupac Keep ya head upPresentazione e salutiSignore, Signori buonasera.Sono passati ormai quattro anni dalla mia personale Confiteor Tibi al museo Raccolta Lercaro di Bologna. Anche in quell’occasione ho avuto il conforto che la mia opera fosse trattata da uomini di Fede e i relatori, in quella occasione, furono il vescovo Mons. Ernesto Vecchi e Padre Andrea Dall’Asta.Oggi ho l’onore, tramite l’Associazione Abramo e Pace, di avere qui al mio fianco tre uomini molto importanti. Beatrice e Raimonda, che hanno parlato prima di me, hanno già introdotto il loro nomi. Li assaporo anch’io; sono: il Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Bologna Rav Alberto Sermoneta, il Vicario Generale della Diocesi di Bologna Mons. Stefano Ottani, e il Responsabile Co.RE.Is Emilia Romagna Imam Yusuf Pisano.E quindi ascolteremo da loro  PAROLE che provengono da profonde esperienze religiose:  quella ebraica  /  quella cristiana  / e quella mussulmana.E di cosa parleranno? Anche qui Raimonda mi ha preceduto …Parleranno di una “storia d’amore”.Penso di sorprenderVi perché li ho espressamente coinvolti per parlare di una “storia d’amore” La storia d’amore e le tracce possibiliLa “storia” inizia, come tutte le storie, con una scelta.Ogni relatore ha scelto una singola pala pittorica del mio trittico come principio e guida del proprio racconto. (che vediamo qui tratte dalla esposizione al MEB) [foto 1]Ognuna, di queste pale, se notate, è “simile” perché in essa è ugualmente dipinta una ed una sola goccia d’acqua.Altro accade nella scena a differenziarle, ma la protagonista indiscussa rimane lei; e il mondo, che si manifesta in piccoli atti, è come se fosse in trepida attesa che la stilla lo bagni, lo purifichi e lo salvi.La “storia d’amore”, può qui nella pittura maturare e svilupparsi in trama.Se ci pensiamo bene, le occasioni di spunto che si presentano ai relatori sono molteplici. Sono:
  • il MOMENTO PRESENTE, di silenzio e sospensione della goccia immobile;
  • il TEMPO FUTURO che può essere inteso:
· breve, e la storia acquisterà uno stato di “imminenza alla gioia”;· o infinito tanto che l’accadimento ultimo del tocco della goccia a terra non avverrà mai, e la storia, in questo caso, condurrà il nostro essere all’annientamento;
  • e infine un COME, un come prepararsi ad accogliere un dono direttamente venuto dal cielo. Se noi, mondo, ne siamo realmente degni o cosa ancora dobbiamo compiere per esserlo.
Il dono, pensiamoci bene, è comune!Ho voluto porre l’attenzione ad un -vorrei chiamarlo- “miracolo semplice”.Un miracolo non è solo qualcosa di straordinario, qualcosa di impossibile, contro o sopra natura, ma anche un atto che non risulta essere costante nel tempo e quando avviene ne avvertiamo un potere magico, appunto miracoloso.Ed è proprio nel quotidiano, nelle piccole cose, se siamo guidati a riconoscerle possiamo trovare dei segni, proprio a noi destinati dall’Universo, che “entrano” in noi, fin nelle più sottili fibre del nostro essere.Sempre per capire il  COME ragioniamo sull’ACQUA.La sua intima essenza un tempo era dall’uomo profondamente sentita.L’acqua era sacra -anche quella a disposizione di tutti i giorni- e possedeva qualità divine.Oggi, ahimè, invece, la purezza dell’acqua e le sue qualità sacre sono relegate solo a luoghi di pellegrinaggio quali Lourdes e la Mecca e quella che è rimasta attorno a noi è putrida dell’inquinamento e svuotata di ogni significato.Il principio dell’idea che ha mosso la mia opera è evidentemente ambientalista. Con la frase E l’acqua, sacra, e purificatrice di certe cerimonie ora ha già in sé qualche disonestà  (che leggete sul foglio di presentazione) uso la leva spirituale per muovere l’attenzione degli uomini di Fede a non dimenticare che ogni azione che produce inquinamento all’habitat naturale si riflette direttamente su loro.E quindi, ad esempio, la contaminazione delle acque corrompe l’uomo che ne è lerciato, nel momento più importante della sua vita spirituale, proprio quando né è bagnato nei rituali di purificazione! Ed è evidente che  quell’acqua che ha mondato i nostri padri oramai, per l’incuria dell’umanità, non esiste più!!Nel libro della Genesi Dio PRENDE e PONE l’uomo nel giardino dell’Eden espressamente perché lo coltivi e lo custodisca. Il rapporto quindi che lega l’uomo al mondo è, per diretta assegnazione di Dio, quello di CUSTODE  … altro che padrone, razziatore, sfruttatore, predatore …Il NOSTRO AGIRE per il meglio nella natura, non è così da intendersi come fatto culturale, nel rispetto dell’ambito ecologico, ma è ancor prima un fatto SACRO, come qualche cosa che, dalle radici stesse dell’umanità, ha indissolubilmente riflesso sul nostro essere CREATURA.E l’appello presente nel Corano “non riflettete sull’acqua che bevete (1) chiede lo stesso conto, agli uomini, del loro comportamento nei confronti della natura che li circonda.***Ora torniamo a guardare le pitture ***L’operaTutto parte, come detto, nel dipingere una goccia in ogni opera, e conferendogli le stesse  caratteristiche:
  • di dimensione;
  • di distanza da terra;
  • di direzione della luce che le colpisce;
  • di materia e colore, olio bianco e nero che la modellano. 
L’atmosfera è data da SFONDI immisurabili, di colore omogeneo che riempiono e saturano tutto lo spazio della tela rendendo iconica l’immagine semplice del corpo liquido.Per costruire la magia scenica dell’accadimento, poche linee o campiture vergano la tela. Sono bianche e nere. Passano indifferentemente da connotati più astratti ad altri più reali.Il BIANCO è prevalentemente alla base della tela: capta, attira a sé, specchia la goccia e quindi facilità l’avvenimento. E rappresenta il BENE.Il NERO invece si articola realizzando un vero e proprio campo magnetico di più forze che, poste più in alto, tendono cristallizzare la goccia esattamente dove è e annullare così lo sviluppo salvifico del prossimo evento. Ed è il MALE.VEDIAMO sulla tela gialla come si comportano il bianco ed il nero. [foto 2]La goccia è ormai prossima a raggiungere la bianca pozzanghera a terra, che la attende.Dietro e sopra, in nero, sta avvenendo qualcosa.Scopriamo una freccia uncinata che scatta, percorre trasversalmente lo spazio, e punta e pesa verso il basso. E sulla pozzanghera si manifesta un taglio nero che ha una triplice funzione:
  •  sottolineatura di questa scrittura di freccia;
  • ombra della stessa;
  • e, soprattutto, FERITA nella pozza. Una ferita arrecata al bene.
Ma in alto vi è anche, in nero, un ramo spezzato, che genera un’altra goccia gonfiandola come fosse un palloncino. L’origine di questa, beffarda, non è sacra.Nel contesto in cui cade la stilla, tirando le somme, troviamo assieme:
  • il tremore, la trepidazione all’accadimento; il cuore trema di gioia e paura;
  • la consapevolezza che sia il bene che il male abbiano le medesime possibilità di riuscita;
  • e il timore che il bene non prevalga.
 Vedete! sono arrivato a un punto della vita in cui mi sono accorto che “l’arte è magia e non tutta la magia è bianca (2). Sono le parole di uno scrittore e del libro d’arte più intenso che io abbia mai letto. Si tratta di Duma Key di Stephen King.Vi farà sorridere questo! Ma ha colto assolutamente nel segno.L’atto di creare appartiene solo al creatore. Dire che un artista crea non ha in se grande significato se non fosse che …. se non fosse che l’artista si renda conto che l’opera che sta realizzando ha una dimensione molto più amplia del raccontare se stesso o una semplice narrazione.Apre un portale ad un altro mondo, ove, da esso, una emissione benevola o malevola può giungere a noi.E l’artista di questo deve esserne consapevole e RESPONSABILE.***E qui vi posso fare due esempi di portale prima di chiudere l’intervento.Da una parte la Pala di Brera di Piero della Francesca e dall’altra un fotogramma del film Shining di Stanley Kubrick. ***La Pala di BreraIniziamo dal bene.Vediamo l’immagine. [foto 3]La Pala di Brera o Sacra Conversazione è di uno splendore trascendente.Tanto si può dire ma limiterò i pensieri a quattro.PRIMOHo trovato nel Paradiso Perduto di Milton un passaggio che ne racchiude al meglio la poetica: <<[…] E soprattutto, o Spirito (si rivolge alla Musa Celeste), che sempre preferiscipiù d’ogni tempio un cuore saldo e puro,poiché tu sai, istruiscimi; tu che fin dall’iniziofosti presente e con le ali possenti spalancatecome colomba covasti quell’abisso immanee lo rendesti pregno: ciò che è in me oscuro illumina,e ciò che è basso innalzalo e sostienilo; […] >>  (3)Sentendo queste parole apriamo la visione a Maria. Vediamola.E’ perno centrale, statuaria e isolata, senza rapporto con il Figlio che ha sulle ginocchia, con gli angeli ed i Santi che la attorniano, perché ella si manifesta a noi come un cuore saldo e puro che domina su tutto il tempio. Badate bene, l’architettura qui è quella di un tempio e non di una chiesa.Istruiscimi chiede Milton alla Musa.E Piero lo fa … ma come? Non palesando.Solo addentrandoci nella cultura simbolica delle presenze, ricca di echi tra i simboli, cercando e scoprendo, (ASCOLTATE BENE I VERBI) cercando e scoprendo, potremmo infine stupirci, e nel turbamento arrivare allo stato di grazia che Maria dolce e severa ci mostra.SECONDOQuesta istruzione avviene su uno sfondo grigio, nelle sue mutevoli vibrazioni.Il grigio, pensiamoci bene, è un colore cruciale tra <<[…] divenire e svanire. […] Perché non è bianco né nero, ovvero perché è sia bianco sia nero. […] Non è né caldo né freddo. >> (4) Il grigio è un colore adimensionale, ed è colore tra le dimensioni.In questo non luogo coloristico, o luogo sospeso, la luce e l’ombra naturale giungono e si manifestano equamente nella zona absidale.TERZO PUNTOQualcosa nell’abside accoglie la magia, e l’equilibrio, della luce e delle tenebre. Sono la conchiglia, che fa da volta, e l’oggetto a lei appeso.Parlo di magia perché qualcosa nella scena NON TORNA! L’oggetto appeso è troppo illuminato per la profondità absidale e dovrebbe essere addirittura, per legge naturale, tutto in ombra …Ma perché questo? perché così la luce modellandolo lo porta otticamente sopra alla testa di Maria costruendo un rapporto tra loro.Quale?La presenza della conchiglia bivalve suggerisce una perla enunciando alla sua capacità di generarla senza l’intervento maschile, come una conchiglia vergine.Oppure un uovo che genera la vita.Ed entrambe le interpretazioni conducono all’idea della GRAVIDANZA.E’ ovvio che questa precisa idea dell’oggetto c’entra con la mia opera. La mia goccia è sferica e l’altezza con cui si manifesta nella tela corrisponde esattamente all’altezza reale  di un grembo materno. E’ per questo motivo che tutte le tele poggiano a terra.Ma andando oltre, ancora ci accorgiamo che l’elevazione, nella Pala di Brera, dell’oggetto ed il vuoto attorno ne costituiscono anche un momento cosmogonico, di nascita del cosmo stesso.  QUARTOE ultimo aneddoto, su cui mi soffermo nell’ambito del bene, è che nell’opera si batte un tempo, quello del segno della croce.In alto il Padre è l’uovo/perla, in basso il Figlio è il Gesù Bambino, lo Spirito Santo “batte” sulle teste dei Santi Giovanni Battista e Bernardino da Siena (che si trovano agli estremi del gruppo) e la conclusione, Amen, è proprio nel gesto effettivo delle mani di Maria.Questo suono, questo battere di tempo, riecheggia nell’opera e spiega e completa la geometria estremamente semplice della composizione delle figure. E la Sacra Conversazione così sta tutta SOTTO il tracciato gestuale del segno della croce, segno non rappresentato ma presente e significante. ShiningOra il male: Shining.Guardate questa immagine. [foto 4]Vi accorgete di quanto sia simile alla Pala di Brera? Abbiamo la navata, il transetto, l’abside, l’elemento acqua (qui non è una conchiglia ma lavandini, una vasca da bagno, un gabinetto ed un bidè), un ambiente lindo e pulito, un battiscopa che marca l’architettura (come nella Pala era nella trabeazione), una figura femminile giovane, un velo, la luce, questa volta artificiale, che invade tutto lo spazio.Kubrick sceglie per la fatidica stanza 237 una ripresa frontale e simmetrica tutto a ripetizione di una iconografia sacra riconoscibile. E il vuoto, di fronte alla donna nuda e impudica, è un vuoto tipico della cultura contemporanea. E’ solo vuoto e in esso nulla vi deve essere, ne uovo ne perla, perché non vi è creatore e non vi è salvezza.Ma qual’è la grande differenza?Certo non vi sono santi, non vi sono angeli … ma la chiave di volta sta nell’uso della sola luce artificiale. Perché ne è l’uomo l’artefice assoluto. E non ha bisogno di Dio per crearla.Qui, nel vuoto di luce naturale, manca appunto l’ANIMA anche solo di un bagliore spirituale che possa produrre e generare vita sopraffatta da una luce fredda, neutra e spettrale.Come capirete il regista, in questo fotogramma, ha voluto PERVERTIRE IL SACRO, portandolo a noi, attraverso la maestria del perfetto, nella bellezza assoluta.La poetica?E’ sempre contenuta nel Paradiso Perduto di cui recito un altro passo: <<[…] un buio trasparente, una tenebranella quale si scorgono visioni di sventura,regioni di dolore e ombre d’angoscia, e il riposo e la pacenon vi si troveranno, né mai quella speranza che ogni cosasolitamente penetra; […] >>  (5) Conclusione sul confrontoOra VEDETE la consapevolezza dei due artisti, della Francesca e Kubrick, nel produrre l’immagine? L’uno ha volutamente aperto un portale beatifico -guidato da un sentimento al massimo livello di dirittura morale- l’altro all’immondo e alle bassezze umane.Ed entrambi si confrontano con il concetto di misura, di geometria, di matematica, di architettura e di conoscenze sapienziali. Conversione e Studi sulla CoscienzaCi sarebbero altri passaggi utili ma vi mostro cosa avviene, senza commentare, all’essere umano che finalmente giunge alla luce e raccoglie la bellezza spirituale. Sono tre opere su tavola legate alla Conversione e tre -li ho chiamati- Studi sulla Coscienza che derivano da una serie di n°77 opere di studio per una pala d’altare pensata con Mons. Ottani. [foto 5,6,7,8] Chiusura dell’interventoCHIUDO.Ho presentato tutte le forze che sono in atto nell’essenza stessa di UNA IMMAGINE CHE HA IL VALORE DI OPERA D’ARTE.Ora è tempo di tornare alle tele di cadendo una stilla di rugiada, ove i portali del bene e del male sono ancora in equilibrio, e aspettano di sapere quale sarà la loro sorte … ora è tempo che i nostri relatori, anche se ormai stremati, muovano la propria dichiarazione d’amore.
(1)   Corano, LVI:68(2)   Stephen King, Duma Key, Cles (TN), 2008, Sperling & Kupfer, pag 183(3)   John Milton, Paradiso perduto, Cles (TN), 2000, Arnoldo Mondatori Editore, Libro I pag 5(4)  Paul Klee, Teoria della forma e della figurazione, Milano, dicembre 1959, Giangiacomo Feltrinelli Editore, pag. 3(5)   John Milton, Paradiso perduto, Cles (TN), 2000, Arnoldo Mondatori Editore, Libro I pag 6  Riferimenti:             http://www.huda.it/h/articoli/articoli_islam_ambiente.htmhttps://www.miopapa.it/le-parole-di-papa-francesco-sul-segno-della-croce/ Bologna, 06-11-2018 10 - … e dopo?

cadendo una stilla di rugiada 

2018 MEB Museo Ebraico Bologna 
parola chiave: cultura ebraica _ museo ebraico _ religione ebraica _ bologna _ emilia romagna _ italia



per la Giornata Europea della Cultura Ebraica 2018 domenica 14 ottobre al MEB inaugurazione installazione cadendo una stilla di rugiada esposta nella sezione permanente del Museo visibile dal 14 ottobre al 4 novembre 



TESTO PRESENTAZIONE “CADENDO UNA STILLA DI RUGIADA” AL MEB 14 OTTOBRE 2018 
Gent.me Signore e Gent.mi Signoridesidero immediatamente ringraziare il Direttore del MEB, la Dott.ssa Vincenza Maugeri, per essere qui con Voi, oggi, in una occasione tanto importante quale è la Giornata Europea della Cultura Ebraica.Giornata che partendo dall’anno 2000 è arrivata ora alla diciannovesima edizione coinvolgendo in tutto 27 Paesi, come Austria, Italia, Francia, Germania, Spagna ed altri “propriamente europei”, ma anche Svizzera e Regno Unito.Ed ogni anno la Giornata è dedicata ad un tema. Per il 2018 è lo Storytellig, il narrare. Un atto molto presente e decisamente rilevante nella tradizione ebraica, le cui radici affondano proprio in un “racconto”: quello contenuto nella Torah, la Bibbia ebraica, fondativa dell’identità ebraica e patrimonio di tutta l’umanità.In questo ampio contesto internazionale sono qui, nella Collezione Permanente del Museo, a presentarVi un’opera d’arte: “cadendo una stilla di rugiada” dell’artista Lorenzo Gresleri conosciuto sotto lo pseudonimo di Grelo.La presentazione che ne farò sarà succinta perché per quest’opera è stato organizzato un convegno nella prestigiosa sala di rappresentanza di Banca di Bologna: l’Oratorio dei Fiorentini.La data che dovete scriverVi in agenda è il 6 di novembre ore 17:30 in cui la sottoscritta e la Dott.ssa Beatrice Draghetti, Presidente dell’Associazione Abramo e Pace, apriranno la strada prima al racconto dell’artista e poi agli interventi di eminenti esponenti delle tre religioni monoteiste:
  • il Rabbino Capo della Comunità ebraica di Bologna     Rav Alberto Sermoneta
  • il Vicario Generale della Diocesi di Bologna                     Mons. Stefano Ottani
  • il Responsabile Co.Re.ls Emilia Romagna                        Imam Yusuf Pisano 
Il tema “cadendo una stilla di rugiada” ha due approcci possibili: La caduta dal cielo di questa stilla ove il mondo tutto è pronto a raccoglierla, e l’essenza stessa dell’acqua come sorgente di vita, di purificazione e di rinascita. In attesa di questa “scoperta” cito alcune parole dell’artista Grelo sull’opera: <<Abbiamo desacralizzato la Natura; ed oggi nel vivere quotidiano, ove tutto è a disposizione, ad essa non è dedicato alcun rispetto. Ce ne ricordiamo solo quando si manifesta in calamità e carenze. Poco ci importa che la purezza degli elementi sia perduta e sempre più lontana da quella originale. E l’acqua, sacra, e purificatrice di certe cerimonie ora ha già in sé qualche disonestà. Come a giugno, in una notte buia, siamo ammaliati dalla luce delle lucciole dobbiamo imparare nuovamente a meravigliarci di una sola stilla di rugiada, non distribuita dall’ingegno dell’uomo, ma donata dal Creatore. E qui, a Voi, racconterò la storia di tre stille.>>Il principio dell’idea che ha mosso il pittore è evidentemente ambientalista. Con la frase E l’acqua, sacra, e purificatrice di certe cerimonie ora ha già in sé qualche disonestà usa la leva spirituale per muovere l’attenzione degli uomini di Fede a non dimenticare che ogni azione che produce inquinamento all’habitat naturale si riflette direttamente su loro.E quindi, ad esempio, la contaminazione delle acque corrompe l’uomo che ne è lerciato proprio quando è bagnato dall’acqua stessa nei rituali di purificazione! E quell’acqua che ha mondato i nostri padri oramai, per l’incuria dell’umanità, non esiste più!!Riprendo a questo punto un passaggio di Grelo, tratto da uno dei suoi testi pubblicati sul blog Cristina Palmieri Arte; è il numero 3.2 L’architettura può! Uscito nell’aprile del 2017.Scrive: << Nel libro della Genesi, vi sono due passi che relazionano l’uomo, come essere creato, con il mondo fisico, con il “creato” appunto. Nel capitolo 1° Dio dice: Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini quasi potendo sembrare che ne fosse “padrone”, ma al capitolo 2° leggiamo:Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisseIl rapporto che lega l’uomo al mondo è quindi, per diretta assegnazione di Dio, quello di CUSTODE. Qual’é il significato di questo termine se non quello di una responsabilizzazione per la cura, la manutenzione, la conservazione, la protezione?? L’Uomo custode dell’Universo … altro che padrone, razziatore sfruttatore, predatore … no! custode!Un senso di religiosità investe questo concetto che di colpo viene a dare un significato al rapporto uomo-natura … Allora forse anche i problemi che oggi chiamiamo ecologici rientrerebbero in un senso di religiosità globale (… bei “guardiani” che siamo, che lordiamo e distruggiamo “il giardino” che ci è stato affidato in cura! … in effetti siamo realmente usciti dall’Eden?)Ecco allora che in questo modo d’intendere il rapporto, tra custode e custodito, tra l’uomo cioè inteso nella sua accezione di essere voluto e creato da Dio nel suo divenire in relazione al mondo in cui Dio ha voluto potesse sperimentare e crescere la sua complessità fisico-spirituale, in questo modo d’intendere, si fa strada l’idea che ogni nostra azione che compiamo sugli elementi che compongono il campo esterno dell’AMBIENTE, è opera non ininfluente sui rapporti che legano l’uomo al mondo, e cioè strettamente connessi con lo stesso Essere dell’ UOMO.Poiché il rapporto uomo-natura è sacro per formazione primigenia, per “genesi”, tutto il coesistere tra uomo e mondo esterno è permeato d’una sacralità, e nell’agire su tale rapporto, noi comunque entriamo responsabilmente nel campo di detta sacralità! Non fa male cominciare ad accedere ad una simile idea! Che cioè IL NOSTRO AGIRE per il meglio nella natura, non sia solo un fatto culturale, ma addirittura sacro, come qualche cosa che, dalle radici stesse dell’umanità ha indissolubilmente riflesso sul suo essere CREATURA. >> Ritorniamo ora all’opera.
durante l'allestimento
Sono citato nei seguenti articoli:
Il Resto del Carlino Sabato 13 Ottobre 2018 nella rubrica Bologna Spettacoli nell'articolo di Cesare Sughi, pag. 30 (compresa foto dell'installazione)
Repubblica Sabato 13 Ottobre 2018 nell'articolo di Paola Naldi.
Corriere di Bologna Sabato 13 Ottobre 2018 nella rubrica Cultura & Spettacoli nell'articolo di Pietro di Domenico, pag 21.















Qui sopra la presentazione della mostra. Intervengono la Direttirice Vincenza Maugeri e la curatrice Raimonda Zizzi Bongiovanni












Il narrare di questa Giornata Europea della Cultura Ebraica è racchiusa in quel E qui, a Voi, racconterò la storia di tre stille che, come Vi ho letto, è nel testo di Grelo di accompagnamento alle tre pitture.La narrazione parlata per un pittore è una frode. Grelo non può narrarci una storia, e lui non lo farà, ce la può solo mostrare e quindi sta a noi leggerne le basi fondanti ed addentrarci in essa.Le stille, le gocce sono davanti a noi.Sono tre proprio in ragione delle tre religioni.Ognuna si trova nella stessa identica posizione; alla stessa distanza da terra.Hanno la medesima dimensione, colore ed ombreggiatura.Dietro a loro: una, ha la luce del tramonto, splendidamente gialla; la seconda, ha il blu della notte; l’ultima, ha il lillà dell’albaGrandi campiture piatte dalla cima al fondo della tela.Qualcosa però avviene. Il creato si muove. Con piccoli segni o nastri frastagliati, l’aria contenuta nello spazio coloristico del fondo si manifesta.Come ho già detto la terra si prepara all’impatto con il liquido ed un turbinio nell’etere ne rivela già l’ampia potenza.Ad enfatizzare il simbolo della goccia Grelo già nell’altezza di collocarla nell’opera ne rivela la natura feconda. La quota della stilla si trova qui come fosse un pancione gravido di mamma. Ecco perché le opere poggiano a terra e non sono sospese. Devono toccare il pavimento per mantenere il giusto rapporto con l’essere umano.Siamo ormai alla fine.Una domanda però dobbiamo porcela. La goccia sale o scende.La sua posizione, abbiamo visto, è iconica.Il movimento avviene attorno ad essa.Ma sale o scende? Una serie di opere dell’artista si chiamava “lacrime al cielo”. La prima fu un autoritratto poi alcune figure femminili. Poche opere realizzate sempre rappresentanti un solo volto; da questo una lacrima. Ma la lacrima non cade. Non toccherà mai la terra. Non diventerà mai sale sulla terra, ma scivolerà verso il cielo. Le donne di Grelo lacrimano al cielo perché solo nel cielo i loro desideri si potranno esaudire.Allora questa sale o scende?Grelo farà il convegno sulla caduta della goccia, ma non sarà nuovamente uno “sgambetto” di questo artista inafferrabile?A me e a Voi, nuovi cantastorie, è dato il compito di narrare questi tre racconti, e così noi tutti saremo uniti in questa meravigliosa Giornata di cultura.
Raimonda Z. Bongiovanni

lux + luxury

2016  Galleria d’Arte Bongiovanni, Bologna 
parola chiave: lux _ luxury _ laboratorio morselletto _ roberto burle marx
 

saggista _ pubblicazioni dal 2015 al 2020

really.g show 

dal 2015 su cristina palmieri arte parola chiave: saggista _ saggista italiano _ critica

5.6 - A New York c’è chi uccide Picasso e chi dice di esserlo!



0 - Programma _ 1 - Luci in sala _ 2 - Palcoscenico _ 3 - Tecnici al lavoro _ 4 - Brusio di fondo _ 5 - Dietro le quinte
Musica di sottofondo:  David Bowie - I’m Deranged Barry Adamson – Mr. Eddy’s Theme 1 Rammstein – Rammstein - From “Lost Highway” Soundtrack Osservare Picasso e spingersi oltre; prendere un catalogo della sua opera e, dopo averlo sfogliato ossessivamente, scaraventarlo lontano gridando ferocemente: “E’ già stato fatto tutto!”. Essere traumatizzato dal cannibalismo psichico dell’artista che ha utilizzato l’arte TUTTA, antica e sua contemporanea, fagocitandola e irridendola.Jackson Pollock non trova nelle strade battute dal maestro alcuna scappatoia; e quindi la materialità delle figure primitiviste, la loro scomposizione analitica e sintetica, l’intensità del singolo colore che struttura -blu e rosa-, l’immagine quale segno identificativo, non gli permettono alcun avanzamento nel linguaggio artistico … il  dopo Picasso.… Jackson Pollock inizia … tentenna ma si confronta. La priorità è “uccidere Picasso”.Ma dove siamo?Siamo nella New York degli anni ’30 e ’40 ove pittori statunitensi (Pollock dal Wyoming; Robert Motherwell dalla California; …) ed esteri (Arshile Gorky dall’Armenia; Willem de Kooning dall’Olanda; Mark Rothko dalla Russia; …) s’incontrano e parlano.L’espressionismo astratto prende piede. Il rapporto gestuale - l’action painting - e il colore dominante - color-field - sono le sue correnti.L’epoca è quella del crollo della borsa di Wall Street del ‘29, del New Deal di Roosevelt del ’33, del bombardamento di Pearl Harbour del ’41, con l’entrata in guerra degli USA, ….. ed arriviamo sino al 1946 Un olio su tela di un metro e 42,3 cm x  un metro e 68 è concluso.E’ intitolato Circumcision . E’ la svolta per Jack! Il segno è libero dalla mera funzione descrittiva di contorno; e le figure totemiche appaiono e scompaiono all’interno di un ritmo sincopato di segni neri -grevi e pesanti-, stesure piatte -bianche e gialle-  e pennellate lineari -corpose e sgranate-.L’imprimitura energetica delle tracce è articolata entro un impianto strutturale elementare e imponente:  sul piano orizzontale d’appoggio, in basso, è conficcata un’asta verticale  -segnata dal nero e conclusa, in alto, da una figura appollaiata- sulla quale tutto lo spazio e la scena ruotano, si muovono, si comprimono e si dilatano (chiameremo questo sistema a “ruota”). La T rovesciata, così costituita, suddivide un’area, a sinistra, dove lo spazio si riversa su se stesso, da un’area, sulla destra, di grande profondità prossemica, data da stesure piatte ad andamento orizzontale e dallo scorcio paesaggistico dei due soli lontani (sistema a “compagine”).Si genera una struttura a ritmo sincopato proprio dallo scontro tra il sistema a “ruota”, a “compagine” e a “luce” (quest’ultimo trattato di seguito). In specifico è lo scatto  meccanico e sordo -come d’ingranaggio d’orologio- dell’improvviso sopraggiungere della campitura verde con uomo sulla sinistra a traslare le aree e l’asta verticale rompendo la magia statica di una simmetria che prima sembrava immutabile e imprimendo così il moto rotatorio di ricircolo dello spazio (ottenuto dai segni arcuati nero, rosso, giallo e blu su fondo bianco tracciati a contorno verticale, a sinistra, del piano d’appoggio e dalle pennellate orizzontali, quasi liquide ed orientate con imprimitura gestuale da sinistra verso destra, di tessitura alla superficie del piano d’appoggio stesso).   
Tutte le spezzate ed i flessi della scena si piegano scossi dall’energia sopraggiungente e compressi dalla saetta-molla blu in alto a sinistra;  attraversano il dipinto dietro la T rovesciata;  trovano un’energia rotatoria, in alto a destra, -costituita da un segno a “parentesi tonda di chiusura” ripetuto due volte, a percepibile effetto crescente al limite della tela- che rispinge per 180° lo spazio a concludere il movimento rotatorio fuori scena e reiniziare il moto dallo scatto meccanico.Ad irrompere nella traslazione e nel giro è la luce che filtra da ogni anfratto sino ad illuminare l’area a grande profondità prossemica, a destra, e a perforare la figura nella campitura verde, a sinistra. Il bianco delle stesure piatte ed i tratti gialli ci abbagliano, irradiati dalla fonte luminosa nascosta lì -chissà dove- nel quadro e  la luce  trasforma, materialmente, ogni singolo frammento della scena in specchi a strutturare un giuoco continuo di rifrazione della luce (sistema della “luce”).E così …. ogni piano invita lo sguardo a scorrere in profondità, dentro l’opera, rimanendo abbagliato -e perduto- dalla luce  piena proiettata, e nascosta, dentro il magma pittorico.Pollock aggredisce la rappresentazione a tutto tondo del cubismo, forte e spigolosa del proprio involucro pieno, la rivolta come un guanto -od un corpo del film Society- chiedendo di “vedere”. Vedere dentro la fittizia forma pittorica  svelando così magicamente un luogo di “attraversamenti” e di “spinte” in continua reazione; un universo di forze. Chiama tutto questo Circumcision, abbandonando il riscontro aneddotico del reale, giungendo anche nella parola alla pura espressione astratta. Il confronto è con la Danza del ’25 del maestro andaluso -Pablo Picasso- con i suoi corpi contorti su compagine muraria variegata a fungere da quinta d’interno.  Circumcision  agisce compositivamente sul medesimo impianto ma lo stravolge, invadendo l’assetto statico  delle singole campiture di fondo e l’integrità delle figure, con flussi energetici che raccontano, nel loro moto, la storia del rappresentato come cadenza ciclica vichiana. Pollock realizza così in pittura, quella “struttura a circolo” che Joyce aveva inventato  sette anni prima in campo letterario con il suo Finnegan’s Wake pubblicato il 4 maggio del ’39 contemporaneamente in Inghilterra e negli U.S.A.. (1) Ma questo è solo un passo ….E’ nello spirituale del ritmo selvaggio e gestuale delle danze indiane che trova lo “spacco formale” tanto agognato … il dripping.<< Nella città americana, spazio immenso e ghiacciato nei vetri dei suoi grattacieli, disseminata nei suoi improvvisi percorsi di vitalità e di angoscia, in questa estensione quantitativa neutralizzata da un sistema produttivo impersonale, in questa scena avviene la danza del dripping di Pollock, autore di una performance in cui il corpo dell’artista si fa pennello totale e automatico in assedio del campo della pittura.Il Furor di Pollock non si accontenta del corpo a corpo verticale con la tela a muro o sul cavalletto, ma richiede l’assorbimento psicosensoriale dell’intero apparato somatico. L’artista circola, vacilla e danza ebbro attorno alla tela sotto l’imperativo categorico di un automatismo gestuale aperto all’impulso che sale come un conato ordinato e si afferma per l’intensità e non per la sua chiarezza. L’intensità diventa la verità che autorizza il movimento deambulante del corpo e il gesto pittorico, che bendano i tanti occhi della ragione facendola inciampare nel campo dionisiaco della forma nel suo farsi. >>  (2)Lo scatto, il corpo arcuato di Jackson, il getto, la colata dello smalto sulla tela dipinta su una figura già disegnata, l’incollaggio di chiavi, fili … e dopo, la fine. Tutto è fissato, e la tela non “regge” altro. Non regge gravata dal peso del materiale che giace e dalla saturazione segnica, compositiva, ritmica, energetica, spaziale, coloristica. Il rappresentato è in equilibrio instabile a rischio, quasi, di una reazione a livello atomico  in contrasto con il continuo flusso del naturale; luce, aria o ancora meglio, vento solare, all’interno, scavano e attraversano ogni singolo minimo interstizio.Si concretizza una rappresentazione non più dell’“immagine” dettata dalla visione, falsata dalla luce -che via via muta il nostro corpo-, dal tempo dell’istante scelto, dall’interagire del luogo, ma dell’“anima” nel suo pulsare di vitalità e nella sua fragilità. Anima -scoperta nel confronto psichico con una figura primariamente dipinta- che lega in sé le sue due principali realtà: la pesantezza di tutto quello che la rende terrena (peso del materiale) e la leggerezza dello spirituale (vento solare).Di fronte all’opera siamo noi con il nostro io e l’opera che è l’io del rappresentato. E in noi, con lei, è scambio.Sono passati quarant’anni da Les Demoiselles d’Avignon, olio su tela di 2 metri e 43,9 cm x 2 e 33,7 cm. Nel confronto con Sea Change -opera del ‘47 di Pollock-  gli specchi sono esplosi in un turbinio di energie che irradiano e moltiplicano all’infinito le luci; abbagliandoci. Nell’atto di gettare il colore Jackson Pollock lancia la pietra che tutto frantuma e l’energia svelata sembra poter generare un universo di stelle.La sua vita maledetta lo porterà, a soli 44 anni, nel ’56 a morire in un incidente stradale in stato di ebbrezza …  Ed il dopo Pollock?  … Dichiara all’inizio del XXI secolo, ancora a New York City, Julian Snabel: “Sono io il nuovo Picasso!”…
(1)   Cinematograficamente è David Linch che nel 1996 con Lost Highway ripropone il tema della “struttura a ruota”.(2)   Furor ecumenico di Achille Bonito Oliva, saggio dal catalogo Pollock – Gli Irascibili e la Scuola di New York Milano 2002, Skira editore Bologna, 15-12-2016
6 - Inizia in orario? _ 7 - In scena _ 8 - Allestimento scenico _ 9 - Applausi, saluti e la gente se ne va _ 10 - … e dopo?

ecce ancilla

2015 strada maggiore n. 16 BolognaCassa di Risparmio di Cento  _ Area Bologna
introduzione di Raimonda Zizzi Bongiovannipresentazione del Canonico Arcidiacono di S. Pietro nella Metropolitana Mons. Comm. Massimo Nanni 







studio sulla coscienza n.24 _ da ogni crimine e da ogni gentilezza generiamo il nostro futuro _  2015 
il catalogo















studio sulla coscienza n.70luce _ 2016

studi - fashion and consciousness



Aluni artisti vivono la necessità di affidare alla pittura non solamente emozioni, sogni o percezioni del reale, ma anche la loro profonda riflessione sul senso della vita. E’ come se vi fosse – insito nel loro intimo – l’intendimento di sollevare spirito e mente oltre la convenzionalità del quotidiano, al di là dell’ovvietà delle apparenze, per vivere un’esperienza di riflessione e conoscenza. L’arte diviene un percorso verso la rappresentazione della propria vita interiore, quanto l’attestazione di un preciso percorso speculativo.
Grelo colloca la propria ricerca pittorica in questa dimensione. Non persegue avidamente l’oggetto dell’arte finalizzato a se stesso, o ad una sterile sperimentazione formale e stilistica,  pur ovviamente non accantonandole, poiché da esse non è possibile prescindere. E’ fermo piuttosto nel proposito di concretizzare nella propria visione espressiva una comunicazione che è in primis atto di pensiero, senza mai cadere, però, nel tranello di un’arida estetica intellettualistica.Come è possibile cogliere osservando gli “studi” che propone in questa occasione, l’artista non rinuncia mai ad un linguaggio che persegua, sempre e comunque, la bellezza e l’equilibrio pittorico. In essi segni, forme, luci e colori reiterano la variazione di un unico tema, ogni volta sviluppato con un’enfasi che non dimentica il rigore compositivo. Ritorna e ricorre, in queste opere, una simbologia che da tempo Grelo utilizza.
Per esempio la presenza della porta che si pone come elemento allegorico, il quale spalanca a nuovi mondi oltre l’hic et nunc, nonché alla conoscenza di sé e di quanto ci trascende.La presenza figurale femminile, invece, personifica la profondità della coscienza che si apre al mistero, lasciandosene invadere ed abbandonandosi, con grazia, alla necessità di travalicare il contingente, senza timore, con sensibilità e profondità, la medesima che cogliamo negli sguardi e sui volti di queste enigmatiche presenze.Lorenzo non dipinge la bellezza muliebre fine a se stessa; la utilizza invece come metafora che ci aiuta ad accettare, per gradi, certe sensazioni, vivendole in momenti successivi, inducendoci ad osservare l’opera con ponderato senso critico. Progressivamente ci spalanca al suo mondo. Un mondo di cui in primis cogliamo l’ordine e l’armonia, che ci provengono dal taglio compositivo. Ci troviamo immersi in architetture perfette – di ascendenza rinascimentale – che, come in una classica inquadratura di Kubrick, vivono di simmetrie e proporzioni inalterabili. La severa costruzione prospettica implica, appunto, che l’intera scena (ambientata in “interni”) di fronte alla quale ci troviamo non sia il frutto di arbitrarietà, ma di una precisa suddivisione dei piani.
Il linguaggio del colore testimonia una sensibilità cromatica che da sempre ritorna nei suoi dipinti. Questi “studi” sono volutamente realizzati a pastello, con una tecnica “grafica” che richiede attenzione ad ogni singolo dettaglio, soprattutto alla sottolineatura dei contorni, alle ombreggiature, ad un utilizzo talvolta “divisionista” del tratto.Come accennato, il modulo compositivo si ripete, pur nella assoluta freschezza di ogni singolo disegno. La figura centrale campeggia in un contesto in cui ogni elemento non può prescindere dall’altro. Tutto è energia che si libera e coinvolge quanto è attiguo e contiguo. Il ritmo dell’opera è perciò perfetto in ogni singolo particolare.
Abile e sensibile disegnatore, Grelo dà qui vita ad una pittura in cui è forte la presenza di elementi che riecheggiano il taglio compositivo, l’impaginazione e la freschezza di talune immagini pubblicitarie, che vengono però riassorbiti e inglobati in una rappresentazione più tollerabilmente umana, quasi sospesa fra la finitezza dei propri contorni fisici e l’unicità della propria assenza al presente, del proprio essere proiettata, come accennato, verso dimensioni altre.

Cristina Palmieri  _ 2015 

http://www.cristinapalmieriarte.com/artists_all.php menuId=3&table=artists&itemid=7&search=grelo pubblicato sul catalogo Grelo opere dal 2014 al 2016 
studio sulla coscienza n.53l'angoscia spirituale della grazia  _ 2015
studio sulla coscienza n.71per un momento o due il mondo intero si annebbiò e la luce diventò più intensa _ 2016
in alto a sinistra il portico su strada maggiore in Bologna sede della banca. Qui raggruppate alcune foto dell'inaugurazione su invito e, per ultima, una foto dal mio studio

holy lights - only lights?


2015 Galleria d’Arte Bongiovanni, Bologna 
opere di: i Carracci, il Guercino, Elisabetta Sirani, Lippo di Dalmasioe contemporanei : Grelo
mostra a cura di Raimonda Zizzi Bongiovanni e Luca Garai
https://www.pinterest.it/bongiovannibelg/holy-lights-_-only-lights_2015/ 












<<[...] Porsi di fronte alla pittura di Grelo significa dimenticarsi dell’oscurità, abbandonare i timori e le angosce e affrontare una sorta di liturgia. Si deve entrare nel quadro, essere importuni agli spazi angusti, agli infingimenti a cui la società vuole abituarci e narcotizzarci. L’autore non rimane in disparte. Ci chiama, ci strappa alla nostra insipienza, ci toglie dall’angolo, perché vuole spalancarci all’immensità. Un’immensità la quale è energia che tutto avvolge e pervade, che ci avvicina in un medesimo destino in cui, aprendoci alle incognite, possiamo insieme vibrare e risuonare, al di là dell’ inintelligibilità.[...]>>di Cristina Palmieri
http://cristinapalmieriarte.com/exhibit_all.php?menuId=4&table=exhibit&itemid=8 

adorazione dei magi


2014 - 2016 Basilica dei Santi Bartolomeo e Gaetano _ Bologna
con il Vicario Generale della Diocesi di Bologna Mons. Dott. Stefano Ottani il progetto di sostituzione di una pala d'altare del novecento collocata nella prima cappella di sinistra della chiesa.Il progetto indaga attraverso gli "studi sulla coscienza" sul comportamento di persone all'interno della scena sacra arrivando, dopo 77 opere ad un bozzetto. L'indagine si è rivolta principalmente a testi sacri e a studi di fisica quantistica. Il tema della scoperta dell'uomo è stata occasione di confronto anche con la Kleinveld  per raggiungere consonanze alla religione ebraica.















studi per il comportamento dei personaggi: in alto con Elizabeth Kleinveld, a sinistra con Piero Casadei

la finanza tra arte e design

degust' arte e finanza 

pensieri finanziari


2014  n.3 mostre ad Azimut Global Advisory _ Bologna
Eventi esclusivi Private e Corporate con allestimenti ed installazioni della mia opera.


confiteor tibi


2014 Galleria d’Arte Moderna Raccolta Lercaro, Bologna 


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COMUNICATO STAMPA 


CONFITEOR TIBI _ GRELO Ho scelto il titolo CONFITEOR TIBI per la tensione spirituale che l'installazione di Grelo genera.In un luogo come questo al centro della Raccolta Lercaro ove le opere presenti, ma soprattutto la volontà del fondatore e l'atmosfera che vi regna, ne indicano una finalità trascendente la semplice esperienza artistica, vedere nuovi oggetti, pare che non basti.L'autore ha ritenuto di dover superare il principio del semplice confronto tra osservatore e oggetto contemplato, per fornire al luogo e al tempo dedicato, una esperienza connessa col mistero della spiritualità.Non sono qui in mostra quindi degli oggetti, le stesse opere di Grelo o la sedia Favela e l'inginocchiatoio, ma un "campo di energia" ove si manifestano tensioni di carattere spirituale in grado di connotare, sito e tempo di permanenza, in una esperienza di natura mistica.Rispetto la direzione del cammino di visita e dell'avanzamento fisico nello spazio, s'incontra una situazione di fermo; non solo di sosta nel deambulare, ma di attesa, un punto-momento che impone una concentrazione.Una fase cioè di riflessione ove possa apparire naturale e conseguente l'atto di concentrazione umile del piegare il corpo ad inginocchiarsi per concentrarsi sul proprio "io" sino a quando, la vista, oltre la porta, del momento catartico della "confessione", si pone come strumento di liberazione al percorso successivo.Che è "percorso verticale", ove la nostra tensione spirituale sembra trovare la sua strada di crescita verso la luce della fede. Ma per concentrarsi in quella visione ogni altro gesto o movimento occorre che s'acquieti e il corpo è bene che resti immobile -appunto sul trono- a lasciare che solo lo spirito si liberi e si lasci precipitare verso la luce della grazia.Ed è questa profonda capacità di esprimere la forza della spiritualità che giustifica il titolo "Confiteor Tibi", come mi ha indicato Don Alberto, mi confesso a te, parlo a te, io a te mi affido.Mi hanno colpito nel 3° capitolo di Lumen Fidei di Papa Francesco le parole straordinarie, che mi hanno spinto a trovare la ragione profonda della scelta di confidare nel Signore, non solo nella riservatezza della propria anima e del proprio cuore, ma di condividere questo in un ambito comunitario, come appunto quello della comunione con la Chiesa Cattolica.A tal proposito cito un passo che recita: “La fede si trasmette nella forma del contatto, da persona a persona, come una fiamma si accende da un’altra fiamma. Impossibile credere da soli. E’ possibile rispondere in prima persona – io credo – solo perché si dice anche – crediamo”.Concluderei con un passo bellissimo di Don Giussani, che credo non abbia bisogno di ulteriori spiegazioni per la profondità del senso stesso del confidare nel Signore:
  • Perché l’aspettavamo così?
  • Perché credo in quello che dico.
  •  Questo e basta?
  •  Si.
Raimonda Z. Bongiovanni La mostra verrà introdotta da Andrea Dall’Asta S.I. e presentata dalla curatrice Raimonda Z. Bongiovanni Mercoledì 26 marzo, nella prestigiosa Galleria D'Arte Moderna Raccolta Lercaro, in collaborazione con il Corpo Consolare dell’Emilia Romagna, Il Consolato Svizzero di Bologna, Il Reale Consolato di Danimarca, Il Reale Consolato di Norvegia e di Svezia, con Reverso che presenta Edra, Castaldi e Galleria d'Arte Bongiovanni. INAUGURAZIONE MERCOLEDI' 26 marzo 2014, ORE 18:00, Galleria D'Arte Moderna Raccolta Lercaro, Via Riva di Reno n° 57, Bologna. CONFITEOR TIBI - GRELOPeriodo mostra: DAL 26 MARZO 2014Vernice: 26 marzo 2014, ore 18Orario: MARTEDI' - SABATOSede: Galleria D'Arte Moderna Raccolta Lercaro,  Via Riva di Reno n°57, BolognaTel. 051.6566210
l'opera Cattedrale e la porta n.5 dell'installazione biography of a human beingche sono entrate nella collezione della raccolta
il testo della conferenza stampa di S.E. Mons. Ernesto Vecchi

E2'S for the love of art

2013 Galleria d’Arte Bongiovanni, Bologna 
Opere di Elizabeth Kleinveld & Epaul JulienMauro Fiorese, Grelo, Pamela Grigante, Luigi Petracchi e Marco Ventura a cura di Raimonda Z. Bongiovanni e Elizabeth Kleinveld 
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Collaborazione con Elizabeth Kleinveld e Mauro Fiorese con il mio inserimento come modello nelle opere dell'artista americana., opere successivamente acquisite da musei statunitensi.I vestiti di alta sartoria sono stati realizzati da Raffaele Dessì.

the solo-project _ basel

2012 biography of a human being _ installation


ritratto da catalogo
<<[...] Amo e odio le stanze di Grelo, amo l'inevitabile anche quando quel pozzo -dove noi coincidiamo a noi stessi in maniera feroce- è strabordante di risposte che conducono ad un mito della nostra coscienza molto distante dall'humana pietas. Il pozzo nero, dietro una porta rosso sangue, contiene i nostri demoni che ci confondono, ci straziano, ci spingono la testa nella vasca colma dell'acqua dell'eterno ritorno.[...]>>
di Astrid Feldman, da Grelo e le stanze dell’inevitabile = trasfigurazione del mito e demonologia



il catalogo





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È la più piccola e meno chiacchierata di tutte le fiere satellite di Basilea, eppure Solo Project si difende benissimo, offrendo al pubblico dell’arte progetti ben strutturati, di qualità e a prezzi molto accessibili. Un programma variegato, gallerie da tutto il mondo, Istanbul, Seoul, Rotterdam, Parigi, Londra, Basilea.

Dall’Italia c’è la galleria Bongiovanni di Bologna, che presenta una personale del giovane Grelo.

Come mette in chiaro la stessa denominazione a Solo Project le 51 gallerie, selezionate dal fondatore e gallerista Paul Kusseneers, presentano allestimenti centrati su un singolo artista. Lo stesso Kusseneers propone tre distinti progetti di Pascal Danz, Stanislas Lahaut e Greet Van Autgaerden, quest’ultima con tre notevoli e grandi opere pittoriche, che fra disposizioni cromatiche ed assetto compositivo mixano ambientazioni naturali con fredde sagome industriali.

Interessante il progetto Obersalzberg – Eine Essenz del fotografo Andreas Muhe, della galleria Anke Degenhardt di Amburgo, che nella carta-parete dello stand affronta il tema della presenza umana nel contesto fotografico. Di grande sorpresa il capolavoro di Jorg Immendorff Cafe Deutschland (1979), portato dalla galleria Art & Public di Ginevra, come da non perdere sono le policromie tessili di Claude Vallait, in vendita intorno ai 15mila euro.

Geraldine Zodo su Artribune


https://www.artribune.com/tribnews/2012/06/basel-updates-piglio-globale-focus-su-singoli-artisti-con-tante-ottime-sorprese-fototour-anche-da-solo-project-la-mascotte-delle-fiere-satellite/attachment/the-solo-project-2012-foto-geraldine-zodo-3/ 
vedi anche : https://www.rivistasegno.eu/speciale-basilea_the-solo-project-2012/ 
http://artobserved.com/2012/06/ao-on-site-basel-the-solo-project-at-art-43-basel-2012/ 
manifesto
la fiera
l'installazione

redrum

2012 Galleria d’Arte Bongiovanni, Bologna 
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<< [...] Grelo avrebbe potuto ben collocarsi nella prima sezione di questo nostro racconto, e dunque fra i figurativi, ma c’è in lui qualcosa che lo porta fuori, come in certi dipinti del Realismo Esistenziale, come in certe ricerche che tengono conto anche della tradizione del Surrealismo. Penso alla associazione, nello stesso spazio, di una specie di grigia scala chiusa fra dure pareti con un animale e una mano che brandisce un osso; un altro animale e poi un volto, e un guanto e una maniglia e la serratura di una porta. Lo spazio è quello surrealista, delle associazioni, ma la scrittura pittorica è attenta a quella dell’Informale.[...]>>

di Gloria Doloris Bianchino, 

Direttrice dello CSAC di Parma

catalogo opere 2012 _ 2013
studi sull'opera shining di Stanley Kubrick anche nelle fotografie 
organizzazione del diagramma di borsa su più opere 

do ut do

2012 bologna
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Protagonista dell’edizione 2012 di do ut do è l’arte contemporanea. Grandi artisti, e le gallerie che li rappresentano, hanno donato altrettante opere alla Fondazione Hospice Seràgnoli. Tutte le opere d’arte donate dagli artisti o dai galleristi sono state esposte in Spazio Carbonesi, all’interno di Palazzo Zambeccari, un prestigioso palazzo nel centro di Bologna.Le opere sono poi state attribuite – con estrazione a sorte – a coloro che hanno effettuato una donazione per sostenere le attività della Fondazione stessa.Madrina di questa prima edizione, Yoko Ono che ha accompagnato e sostenuto do ut do con uno dei suoi “Alberi dei desideri” (Wish Tree), tassello di un grande progetto iniziato dall’artista nel 1981 e ripreso poi nel corso degli anni in contesti sempre diversi.
Comitato Organizzatore:Nicola Bedogni Daniela Berardi Barbara Cuniberti Silvia Evangelisti Alessandra Fini Zarri Carlotta Pesce Beatrice Spagnoli
https://www.doutdo.it/edizione/2012 



DO UT DO / ARTE PER HOSPICEper la Fondazione Hospice MT. Seràgnoli
progetto presentato ad Arte Fiera dalla Direttrice Silvia Evangelisti
opere esposte nello Spazio Carbonesi in Palazzo Zambeccari e Villa Zarri, Bologna con Yoko OnoM. Arlati, V. Baldini, A. Baruffi, B. Beckley, V. Beecroft, V. Bendini, A. Bergonzoni, L. Caccioni, L. Carboni, T. Cascella, L. Cecchini, S. Cerio, S. Chia, P. Cuniberti, F. Favelli, E. Fiore, M. Gastini, Grelo, F. Guerzoni, P. Icaro, M. Jori, Y. Karasumaru, L. Liberatori, G. Maraniello, I. Mitoraj, R. Nonas, L. Ontani, M. Paladino, F. Patriarca, L. Petracchi, M. Pistoletto, F. Plessi, C. Pozzati, G. Sartelli, E. Sighicelli, Sissi, G. Tonelli, L. Ventrone

presentazione dell'opera

Nell’opera donata da Grelo e dalla Galleria Bongiovanni emerge immediatamente un aspetto caratteristico del lavoro dell’artista: gli animali come soggetti delle sue opere, a volte soli, a volte in gruppo, a volte affiancati a figure umane. Ce ne sono dappertutto nei quadri di Grelo. Sono impermeabili e imperturbabili: guardano quello che succede, guardano punti lontani o guardano noi di là dalla tela, affaccendati nella nostra vita quotidiana. Possono essere, tigri, scimmie, puma, cani, lupi o leoni come in questo caso. Esseri ieratici e altamente simbolici, a volte gli animali sono l’artista stesso, che si traveste sotto questo manto per scrutarci meglio o per spaesare la figurazione, chiedendoci di guardare “oltre” proprio come fa il leone. Infine il titolo: ecco che compare anche un’altra caratteristica dell’artista: l’ironia.

Il Leone al cinematografo guarda con aria concentrata chissà quale film sullo schermo. Ma è un’ironia, che, come sempre in Grelo, sta a noi scoprire e individuare. 




Do ut do è un contenitore di iniziative culturali dell’Associazione Amici della Fondazione Hospice che ha lo scopo di raccogliere fondi a favore della Fondazione Hospice Seràgnoli Onlus. Ogni due anni do ut do propone eventi dedicati all’arte, al design e alle eccellenze della cultura coinvolgendo artisti, gallerie, istituzioni, imprese, collezionisti.
https://www.doutdo.it/chi-siamo 

fundamentum artis

scenari dell'arte contemporanea


2011 Bologna Unicredit via Del Monte 1 , Bologna  di Luciano Resciniti _ Responsabile Private Banking BolognaDomenico Filipponi _ Responsabile Art Advisory UniCreditRaimonda Zizzi Bongiovanni _ Curatricecon Piero Pizzi Cannella, Alessandro Mendini, Monticelli e Pagone, Sandro Chia, Giovanni Albanese, Paolo Balboni, Grelo, Roberto Lucifero, Luigi Petracchi, Adrian Tranquilli, Roberto Coda Zabetta, Maurizio Mochetti, Davide Bramante, Simone Pellegrini, Valerio Musocco, Dario Fo, Piero Casadei, Andrea Mariconti, Gaia Scaramella, Lawrence Ferlinghetti
qui sotto la stanza private a me dedicata

arredamento uffici 


2011  mosca

florence biennale

biennale internazionale dell'arte contemporanea
2011 firenze






Sono centinaia gli artisti provenienti da più di 70 nazioni che animano la storica Fortezza da Basso durante l’ottava edizione della Biennale. I Premi “Lorenzo il Magnifico” alla Carriera sono assegnati a José Luis Cuevas, pittore, scultore, scrittore e politico, considerato tra i più importanti artisti contemporanei messicani e ad Agatha Ruiz de La Prada, una delle più grandi stiliste e designer di tutti i tempi che con le sue creazioni ha fatto della moda un’espressione eccelsa di arte.All’interno della Fortezza da Basso, oltre ad uno spazio dedicato alla carriera del maestro José Luis Cuevas, che incontra di persona il pubblico presente, è allestito uno spazio per celebrare anche i trent’anni di carriera della stilista con 40 vestiti da lei firmati e scelti appositamente per l’occasione. In omaggio alla designer si svolge una performance di danza contemporanea ad opera del MaggioDanza, la cui prima ballerina Sabrina Vitangeli, indossa per l’occasione un abito creato appositamente dalla stilista.In questa VIII edizione la Biennale ha invaso la città coinvolgendo il territorio e le sue espressioni artistiche. Proprio dalla Fortezza da Basso ha preso il via il progetto Sit-In Florence: cinquecento ragazzi reinterpretano altrettante sedie, donate da Ikea, in chiave contemporanea sfilando con queste per le vie della città durante i giorni della    manifestazione.   Inoltre   la   Biennale, 





nella volontà di coinvolgere anche i più piccoli, promuove insieme all’Assessorato all’Istruzione del Comune di Firenze il progetto “Impariamo a leggere L’Arte Contemporanea”.Arte, Moda e Design si coniugano perfettamente con la contemporaneità e la ricerca. La sintesi è uno “sguardo rivolto al futuro”.Direttore Artistico: Stefano Francolini
menzione speciale della giuria

shut out - chiusi fuori

presentata alla Biblioteca del Senato
2011 Cappella OrsiniVia di Grotta Pinta, 21, 00186 Roma
https://www.positanonews.it/2011/04/roma-centro-studi-cappella-orsini-shut-out/26659/ 





parole chiave: arte _ arte contemporanea _ art _ contemporary art  _ opere artistiche _ opere d'arte _ installazioni opere _  installazione opere d'arte _ cappella orsini _ roma _ lazio _ italia _ biblioteca del senato _ roberto lucifero _ riforma sanitaria _ penitenziari italiani _ regina coeli _ polizia penitenziaria _ sanità penitenziaria 












COMUNICATO STAMPA

Obbligo di giacca e cravatta per accedere alla sala degli Atti Parlamentaridella Biblioteca del Senato della Repubblica “Giovanni Spadolini”
 Il 5 aprile 2011:ore 9.30 presso la Biblioteca del Senato, sala Atti Parlamentari, verrà presentato il volume “Garantire la Speranza è il nostro compito: La tutela della salute del detenuto il ruolo della Polizia Penitenziaria” realizzato dal Centro Studi Cappella Orsini.Ore 13.00 presentazione della mostra di arte contemporaneaShut-Out curata da Raimonda Bongiovanni presso la sede del Centro Studi Cappella Orsini. 
Il progetto  nasce in seguito al  convegno che il Centri Studi Cappella Orsini tenne a Roma nella rotonda della Casa Circondariale di Regina Coeli nel novembre 2010 dal titolo: “L’emergenza sanitaria nei penitenziari italiani a 18 mesi dall’entrata in vigore della legge” . In quell’occasione cittadini, detenuti, medici, personale penitenziario e associazioni del terzo settore si sono riuniti per confrontarsi sulle problematiche della sanità in ambiente penitenziario per trattare l’applicazione della legge approvata già nel 2002 in materia di sanità penitenziaria. Dal convegno emerse che una prima soluzione al pesante sovraffollamento penitenziario potrebbe essere quella della concreta definizione dei circuiti penitenziari differenziati: carceri per così dire 'leggere' per i detenuti in attesa di giudizio, ovvero con gravi disabilità e problemi di natura sanitaria, viceversa destinando le carceri tradizionali ai detenuti  quelli con una sentenza definitiva da scontare.Il titolo del manuale GARANTIRE LA SPERANZA È IL NOSTRO COMPITO è ripreso dal motto del corpo della Polizia Penitenziaria. Obiettivo dell’intero progetto è il riconoscimento dell’azione svolta dagli agenti all’interno del Carcere per poi individuare possibili interventi.  L’investimento sulla formazione e sulla professionalità degli agenti di Polizia Penitenziaria contribuirà a rendere effettivo il dettato costituzionale: “L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.Le pene non possono essere contrarie al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato” (Art. 27 della Costituzione della Repubblica Italiana.)Questa pubblicazione è costituita da una serie di contributi:
  •  Informazioni nella gestione delle malattie infettive: dalla semplice pediculosi alla scabbia, dall’epatiti alla tubercolosi rivolto agli agenti di Polizia Penitenziaria. 
Oltre alle informazioni di carattere sanitario il volume racconta l’ambiente penitenziario attraverso la creatività:
  • Oltre 50 artisti contemporanei hanno realizzato altrettante opere che costituiscono l’apparato iconografico del manuale.   Gli artisti si sono  espressi sul tema dell’esclusione sociale derivante dalla privazione di libertà testimoniando con il loro contributo quanto sia importante l’impegno sociale della Polizia Penitenziaria.
  • Un capitolo sul rapporto tra penitenziario e storia dell’arte con relativo apparato iconografico.
  • Un capitolo sulla storia del cinema a tema carcerario integrano questo mosaico di testimonianze.
La  pubblicazione, riallaciandosi all’iniziativa dell’anno precedente si conclude con:
  • Gli atti del convegno “La Riforma sanitaria in ambiente penitenziario”.
Il Centro Studi Cappella Orsini ha ideato e realizzato questa iniziativa editoriale  grazie al contributo della Regione Lazio Assessorato alla Politiche della Sicurezza  e con l’aiuto incondizionato della Molteni Famaceutici.Il convegno svoltosi a febbraio 2010 presso la Rotonda della Casa Circondariale di Regina Coeli è stato promosso dalla Regione Lazio Assessorato alle Politiche della Sicurezza, in collaborazione con l’Ufficio del Garante dei Diritti dei Detenuti della Regione Lazio e il Forum Nazionale per il diritto alla Salute dei detenuti e delle detenute, con il patrocinio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, Federazione Italiana degli Operatori dei Dipartimenti e dei Servizi delle Dipendenze (FeDerSerd).
Alcune informazioni:Nei penitenziari esiste una complessa e drammatica realtà sanitaria, un vero ambiente patogeno che la riforma in corso di applicazione ha il compito di sanare: CARCERI “MALATE” TBC, EPATITI, AIDS, DISAGIO MENTALE  IN AUMENTO TRA I DETENUTI: PIÙ SANO E’ IL CARCERE PIÙ SANO È IL TERRITORIO. Secondo i dati recentemente diffusi, è infatti emerso che l'80% dei circa 70 mila detenuti oggi in carcere in Italia ha problemi di salute, più o meno gravi. Il 38% versa in condizioni mediocri, il 37% in condizioni scadenti, il 4% ha problemi di salute gravi e solo il 20% è sano. Un detenuto su tre è tossicodipendente. Del 30% dei detenuti che si è sottoposto al test Hiv, il 4% e' risultato positivo. E ancora, il 16% soffre di depressione o altri disturbi psichici, il 15% ha problemi di masticazione, il 13% soffre di malattie osteoarticolari, l'11% di malattie epatiche, il 9% di disturbi gastrointestinali. Circa il 7% è infine portatore di malattie infettive. Tutto questo va ad aggravare le già pesanti condizioni lavorative delle donne e gli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria, oggi sotto organico di ben 6mila unità.  Al sovraffollamento che inevitabilmente crea promiscuità si aggiunge un carenza di personale penitenziario, solo tra gli agenti di Polizia Penitenziaria  mancano 5.539 unità.  Nel carcere “vivono” e lavorano, molto spesso in condizioni critiche, 35.726  agenti di Polizia Penitenziaria (nel solo Lazio sono 5.414). L’urgenza di una totale applicazioni della riforma  e la costruzione di un percorso che porti la tutela della salute al centro dell’azione si evince anche dal dovere che ha l’amministrazione nei confronti di coloro che lavorano nel penitenziario. Infatti  trattandosi di patologie infettive il rischio di contagio aumenta in virtù del sovraffollamento a causa degli spazi s inadeguati, delle cure solo parzialmente erogate, creando in tale  modo un ambiente patogeno pericolo per tutti coloro che vivono nel carcere. Il sovraffollamento primo malessere del carcere ha conseguenze drammatiche sulla popolazione carceraria: nel corso del 2009 i morti in carcere sono stati 175 di cui 72 i suicidi,  nel 2010 i morti sono stati 15 di cui 7 suicidi. Gli istituti penitenziari a più alta incidenza di suicidi o di tentati suicidi, negli ultimi 3 anni, sono stati, nel Lazio: il carcere di ''Rebibbia'' a Roma con 5 suicidi,  e 32 casi di tentati suicidi tra il 2007 e il 2008; il carcere di ''Rebibbia - femminile'' (3 suicidi e 14 tentati suicidi), il carcere di Viterbo (2 suicidi nel 2008 e 1 nel 2009 e 20 tentati suicidi).Il tasso di crescita della popolazione carcerario è aumentato dal 2001 al 2008 del 50%. Dunque  punto di partenza per superare il cronico problema del sovraffollamento in carcere e aumentare la sicurezza dei cittadini si articola su due asset fondamentali: la depenalizzazione dei c.d reati minori o di minore allarme sociale e un ricorso sempre più ampio alle misure alternative al carcere (affidamento in prova ai servizi sociali, detenzione domiciliare, semi libertà). Organizzazione: Centro Studi Cappella OrsiniTel 06/6877965  - 6896277 mail: info@cappellaorsini.itun progetto ideato e coordinato da  Roberto Lucifero, Andrea Conte.Ufficio Stampa: Francesca Cantini
Partecipanti al convegno:Sen. Maria Elisabetta Casellati Sotto Segretario di Stato Ministero della Giustizia,On. Giuseppe Emanuele Gangemi Assessore agli Enti Locali e alla Sicurezza delle Regione Lazio,On. Aldo Forte, Assessore alle Politiche Sociali e alla Famiglia della Regione LazioOn. Pier Ernesto Irmici Consigliere Regione Lazio,Avv. Angiolo Marroni Garante dei Detenuti del LazioProf. Alfio Lucchini Presidente della Federazione Italiana degli Operatori del Dipartimento e dei Servizi delle Dipendenze (FeDerSerD),Prof. Evangelista Sagnelli Presidente e della società Scientifica di Malattie Infettiva.Prof. Orlando Armignacco direttore Uoc di Malattie infettive Ospedale di Viterbo Belcolle  dott.  Mauro Mariani Direttore della Casa Circondariale di Regina Coelidott. Donato Capece Segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia PenitenziariaDott. Francesco Montella direttore  UOC Medicina V° ospedale San Giovanni Addolorata di Roma. Organizzazione: Centro Studi Cappella OrsiniTel 06/6877965  - 6896277 mail: info@cappellaorsini.itSegreteria organizzativa: Roberto Lucifero, Andrea Conte.Ufficio Stampa: Francesca Cantini.
l'esposizione a Cappella Orsini








le quattro opere che compongono l'installazione libero arbitrio

























il catalogo

the big style

2011 Galleria d’Arte Bongiovanni _  Bologna 
invito
nove opere della mostra e in affianco tre opere su commissione

omnia

2010  Galleria d’Arte Bongiovanni, Bologna 
curatela: Raimonda Zizzi Bongiovanni

parole chiave: arte _ arte contemporanea _ arte moderna _ art _ contemporary art  _ opere artistiche _ opere d'arte _ installazioni opere _  installazione opere d'arte _ le corbusier _ tadao ando _ edra _ feltrinelli _ bologna _ emilia romagna _ italia




gli sponsor

un codice a barre

2010  piazza di via IV novembre, Bologna
progetto urbano


un CODICE A BARREun segno minimalistain Bologna Premessa: lo slargo della via IV Novembre oggi è caratterizzato:
  • dalla presenza di un chiosco storico, in testa alla via d'Azeglio;
  • da panchine e verde, a fronte delle vetrine Comet - Art Hotel Orologio - Unicredit.
 Area di intervento: la porzione della piazza a fronte delle vetrine Comet - Art Hotel Orologio - Unicredit. Obiettivo: definire un luogo espositivo in pieno centro storico. Idea: un codice a barre come tappeto di pietra. Generato dimensionalmente dal fronte degli edifici prossimi e dall'allineamento delle strade. Struttura:
  • le strisce del codice sono in Bianco di Carrara Gioia bocciardato fine e New Cambrian Black riven di spessore 6 cm.
  • le sedute proposte sono "Reggiolo nero notte" della ditta Viabizzuno. Tale prodotto costituisce già proposta di illuminazione.
  • le torrette tecnologiche, dotate di prese della corrente e di eventuali casse audio, sono a servizio degli impianti delle installazioni artistiche.

direttore artistico 





lucio fontana _ 

luce e spazio oltre il taglio

2010  Museo Civico Archeologico _ Bologna 
curatela: Raimonda Zizzi Bongiovannidirezione artistica: Lorenzo Gresleri


parole chiave: arte _ arte contemporanea _ arte moderna _ art _ contemporary art  _ opere artistiche _ opere d'arte _ installazioni opere _  installazione opere d'arte _ museo civico archeologico bologna _ csac _ lucio fontana _ spazialismo _ direzione artistica _ direttore artistico  _ bologna _ emilia romagna _ italia



Dalla Conferenza stampa di presentazione dell'Associazione èBOtion - Bologna è emozione a Cappella Farnese di Palazzo d'Accursio, Bologna il giorno 8 dicembre 2010

<< [...] Poche le parole del suo presidente Raimonda Z. Bongiovanni, che, dopo i saluti di rito, ha preferito lasciare la parola al professor Eugenio Riccomini il compito di presentare l'opera di Lucio Fontana, il grande maestro dello spazialismo protagonista della bellissima mostra a lui dedicata presso le sale del Museo Civico Archeologico.Un'emozione che prosegue con la Bologna raccontata attraverso i versi di Pasolini, dalla scrittrice e attrice bolognese Margaret Collina. 
Bologna d'emozione si presenta così, lasciando intuire come parole d'artista possano raccontare meglio di ogni altra spiegazione una Bologna solo sopita e pronta a svelarsi a cittadini e turisti. èBOtion, si presenta come un contenitore, dove le diverse forme d'arte possono trovare casa, un luogo ideale dove ritrovarsi e ritrovare il piacere dell'emozione. Per spiegare che l'arte abita volentieri i luoghi noti e meno noti, che incontrarla è sempre un piacere sia in un museo che in una bottega, in uno spazio nascosto come in una piazza, èBOtion si propone alla città con quattro mostre che inaugureranno in contemporanea nei giorni 8 e 9 dicembre per restare aperte al pubblico con ingresso gratuito dal 10 dicembre fino al 9 gennaio 2011.
Pensata per stupire il visitatore, a cominciare dalle meravigliose opere di Lucio Fontana, frutto della preziosa collaborazione tra èBOtion e il CSAC - Centro Studi e Comunicazione -Sezione Arte - dell'Università di Parma, diretto dalla professoressa Gloria Bianchino, Lucio Fontana - Luce e Spazio Oltre il Taglio, riporta nelle sale del Museo Civico Archeologico l'arte dei grandi maestri. Bellissimi i disegni del celebre maestro, che lasciano il visitatore sospeso in un mondo onirico di tratto e colore. Emozioni che si susseguono nelle ampie sale colorate con le stupende opere scultoree dell'Angelo e del Pescatore o Fiocinatore.  E ancora uno dei celebri tagli ed alcune formelle completano le sale [...]>>.







qui in affianco gli articoli del Resto del Carlino media partner del progetto culturale. Da Manuela Valentini, Resto del Carlino venerdì 10 dicembre 2010:<<[...] “Ogni mostra nasce da un cuore -ha spiegato invece la curatrice- ed il cuore in questo caso è Lucio Fontana”. Per raggiungerlo, il visitatore dovrà intraprendere un percorso simile a un viaggio onirico che lo porterà a sperimentale emozioni e sensazioni all’interno di un tempo immaginato oltre lo spazio dell’opera. Le sale dedicate al fondatore del movimento spazialista sono state progettate cromatisticamente dall’architetto Lorenzo Gresleri, [...]>>
ai quali si aggiunge:
  • La Repubblica di Venerdì 10 Dicembre 2010 l'articolo "Le opere esposte all'Archeologico _ Il Taglio di Fontana oltre luce e spazio "di p.n.
  • Il Corriere di Bologna di Giovedì 9 Dicembre 2010 alla rubrica Tempo libero con l'articolo "Le mostre dell'associazione èBOtion _ Le sculture di Fontana e i giochi di luce di "Street to the SkY" di Luca Sancini, pag 23
  • Virgilio Bologna del Dicembre 2010 annuncio "Lucio Fontana"
  • http://www.artearti.net/magazine/articolo/lucio_fontana-_spazio_e_luce_oltre_il_taglio/ 
  • Iperbole la rete civica di Bologna a cura della redazione di  IAT - Uffici Informazione e Accoglienza Turistica di Bologna  del 14 dicembre 2010
  • ASC arte sacra contemporanea.it del Dicembre 2010 l'articolo "Lucio Fontana - Luce e Spazio oltre il taglio " 
distribuzione delle opere



gli sponsor 


piero casadeiambienti e pellicole 
adrian tranquillifour imaginary boys e endless
paolo scirpal'ottica dell'infinito e alla ricerca dell'infinitovedi: http://www.paoloscirpa.it/index.php?disp=news&n=567&lang=e 
giovanni albanesemezzocuoregrande
lucio fontana
lucio fontanastudi di figure 
lucio fontanail fiocinatore _ 1933-1934 foto: piero casadei
mark h. cottlethe love boxes room - an imaginary temple








tutte le foto sono di: piero casadei

cash is power 

2009 Galleria d’Arte Bongiovanni, Bologna 
parole chiave: art _ arte _ arte contemporanea _ contemporary art _ artista bolognese contemporaneo _ pittore bolognese contemporaneo _ artisti bolognesi _ artisti italiani contemporanei _ artisti italiani arte _ pittori italiani contemporanei _ opere pittoriche _ opere pittori italiani _ opere artistiche _ opere d'arte _  diagramma borsa _ raimonda zizzi bongiovanni _ galleria d'arte bongiovanni _ simona pinelli _ critico d'arte _ bologna _ emilia romagna _ italia _ italy
Dialogo tra S. che guarda le opere di Grelo e M. che guarda i grafici della Borsa: Grelo (S): “Cash is power” rivela subito la tecnica inconfondibile di Grelo, la sua firma, in quella materia scabrosa e densa, i suoi tagli di verticali e orizzontali dove si perde l'orientamento, i livelli di lettura tra gli strati di colore che diventano infiniti; figure umane e animali si confondono, ci sono bambini e stanze ricche e barocche, ci sono i parcour/angeli, simboli positivi, leggeri e fluidi; e ci sono, continui, i riferimenti e i confronti con l’arte (Picasso, Bacon, Pontormo). C’è confusione.Un diagramma figurato si viene a formare dall’accostamento delle opere, formando un alto/basso che si ritrova costante anche all’interno dei singoli quadri.La Borsa (M): Il mercato di borsa, partendo dalla teoria di Charles Dow*, si muove seguendo dei trend in una continua lotta tra Tori (rialzisti) e Orsi (ribassisti), anch’essa continua tensione di alto/basso. Anche qui c’è confusione.La prima fase di un trend primario rialzista guidato dai Tori è sempre quella di accumulazione.Si forma in modo sotterraneo, quando i prezzi sono diminuiti, le prospettive economiche non sembrano ancora allettanti e i volumi degli scambi sono bassi.Lo vedono solo in pochi sapienti. Sono i Farsighted, quelli che sanno guardare lontano, che approfittano di questa stagione di saldi per fare incetta di titoli.Grelo (S): Animali. Ce ne sono dappertutto nei quadri di Grelo. Guardano quello che succede ma sono impermeabili, loro. Il mercato, intorno, precipita: è il “venerdì nero” si intravede già la vertigine, i tagli di colore soffocano, gli animali diventano una sacra natività perché il mondo sta cambiando, vegliano su un Gesù/parcour che sa come affrontare tutto quello che sta per succedere perché già lo vede.La Borsa (M): La seconda fase del mercato Toro è caratterizzata da un’attività borsistica espansiva, con i prezzi in crescita e prospettive economiche decisamente migliorate. Poi, si arriva alla terza e conclusiva fase del mercato Toro, contraddistinta dall’euforia della massa, che non si preoccupa del futuro e fa salire le quotazioni a vertici irragionevoli.Grelo (S): Ecco Wall Street. E’ un abisso, fa paura. Uno squarcio aperto nel precipizio, non bisogna fidarsi non ora, non adesso. Bisogna guardare al di là dello specchio, vedere oltre. Tanti Simboli-Alice ci avvertono (il criceto, i parcour, la ginnasta).La Borsa (M): I Farsighted, che avevano comprato a prezzi stracciati, iniziano, nel mulinare dei volumi, a dismettere cautamente i titoli accumulati in portafoglio, bene attenti a non far calare troppo le quotazioni. Il Toro non c’è più e il mercato, infido come un serpente, è già pronto a un’inversione: i risparmiatori si trasformano in una massa vulnerabilissima.Grelo (S): Grelo gioca sulla parola Facebook, che si storpia in un grido contro chi sta facendo tutto questo, la folla si agita, i piedi cominciano a scalpitare, siamo appesi a un filo, non c’è neanche più la corda per fare - almeno - gli equilibristi che si è trasformata in verme per saziare quell’aquila che minaccia....E sempre questi animali....La Borsa (M): Ecco il mercato Orso, che nella prima fase, detta di distribuzione, vede gli investitori più esperti lasciare le posizioni: si inizia a percepire nell’aria la mancanza di fiducia; pian piano si va al ribasso, si scivola sul piano inclinato dell’incertezza e del pessimismo. Il terzo e definitivo colpo è inferto dal panico: gli indici sono in rovinosa picchiata.E’ la stagnazione e la recessione dell’economia reale.Grelo (S): La folla dei disoccupati è disperata wasting time in unemployment lines, l’aquila americana diventa veramente quel rapace che porta via, insieme al lavoro, speranze e benessere; crollano colossi della finanza e dell'industria. L’instabilità è sovrana; il giovane innocente cervo è in bilico su uno specchio d’acqua e vede il mondo crollare, intorno.I colori incalzano, e portano tutti al finale della storia.La Borsa (M): Alla fine, come dopo una tempesta, lentamente, prende corpo una ripresa e gli scambi si moderano.I grandi investitori sono fuori dal mercato, a metabolizzare la scorpacciata.Ora, il ciclo può ripresentarsi: prezzi bassi e prospettive incerte: gli investitori bene informati e di grande intuito tornano al tavolo da gioco...Grelo (S): Tutto entra in un sogno. O forse tutto è stato proprio un sogno. I visi dei bambini, figli del benessere, in splendidi ambienti opulenti e barocchi ma senza colori, vivono la loro magia come in un film di Hayao Miyazaki; è tutto calmo ora, non è successo niente. Potete dormire tranquilli, ora.La Borsa e Grelo (M+S): Un grafico di borsa è come un quadro infinito che ogni giorno viene ritoccato e su cui, ciascuno, può dare la sua interpretazione perché diverse sono le emozioni che procura.
Simona Pinelli
Grelo crea in “Cash is power” proprio un flusso infinito che confluisce vorticosamente verso l’epilogo di una vicenda che è già pronta per ricominciare, fedele a quel concetto di panta rei dove tutto si trasforma e tutto ritorna in una densità emotiva di strati e significati a cui Grelo ci ha abituati altre volte.Ciò che ha fatto la differenza sono stati l’informazione e l’intuito, conclude La Borsa.Informazione e intuito... come nell’arte, sono cose positive, In fondo, quindi, non c’è mai da aver paura. Un quadrato, di luce e di colore, là nell’angolo in basso, se guardi bene, c’è: uno spicchio giallo. È il se-greto che ci dice invece Grelo.Per noi.Simona Pinelli, ottobre 2009 (dedicato a M.)  ‘Charles Dow, fondatore del Wall Street Joumal, padre dell’analisi tecnica è l’inventore del celebre indice Dow Jones. Fu lui il primo apubblicare tra il 1900 e 1902, sul suo giornale, una serie di articoli che poi hanno costituito la base per la stesura della “Teoria di Dow”pubblicata nel 1936 ad opera di Robert Rhea.
organizzazione del diagramma di borsa su più opere 
con Silvia Evangelisti al vernissage

night light

2009 Galleria d’Arte Bongiovanni, Bologna 
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Il lavoro di Grelo utilizza la luce come evocazione sonora, nel solco di quella linea sinestetica della rappresentazione che caratterizza come peculiare l’opera di questo giovane artista.. Ritratti di jazzisti che ci rimandano immancabilmente l’immagine di fasci di luci basse, tagliati dalle nuvole di fumo di musicisti e pubblico da cui emergono i riflessi dell’ottone della tromba o i denti bianchi di una cantante che si confonde nel buio delle quinte per lasciare spazio e campo solo alla voce. Il graffio della materia scabrosa delle opere di Grelo si “ascolta” nel suono graffiiante degli strumenti del jazz, nell’assolo ispirato e piangente di grandissimi come Chet Baker o Charlie Parker, concentrati nell’emettere quella luce musicale che è suono divino, che è colore contrastante, che è spacco prospettico asimmetrico. 
tratto da NIGHTLIGHT di Simona Pinelli 
la medesima opera combinata interpretando il "Rosso ed il nero" 

molto rumore per nulla 

2009  bologna in prossimità di piazza maggiore
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il parterre della piazza prima della installazione
<<Tanto rumore per nulla>>,l’arte del finto cantiere Via IV Novembre, a ridosso di Palazzo d’Accursio: quattro pareti di legno colorate chiudono al loro interno quelli che sembrano dei normali lavori di manutenzione. A confermare l’impressione anche il ponteggio che spunta da dietro e il rumore perenne di martello pneumatico, mazza e scalpello. Non si tratta di un cantiere ma di “Molto rumore per nulla”, un’opera di arte concettuale che si spiega proprio attraverso l’ironia del suo nome. Promossa da Ascom e dall’Assessorato alle Attività produttive del Comune, in collaborazione con la Galleria Bongiovanni, l’installazione è stata realizzata dal giovane artista bolognese Lorenzo Gresleri, in arte “Grelo” e rimarrà esposta fino a metà febbraio. E solo quando verrà smontata che si comprenderà più a fondo, perchè si mostrerà che tutto “il rumore” proveniente dal suo interno (grazie a un apparecchio sonoro) alla fine non ha prodotto nulla, ha spiegato l’artista. “L’idea è quella di un’opera che si confonda nella città una parte di arredo urbano -spiega Grelo- chi passa vicino non si accorge che è un’opera, perché è un’installazione che non vuole essere goduta”.di Andrea Rinaldi, Corriere di Bologna venerdì 30 gennaio 2009. Hanno scritto, nella medesima giornata, anche Paola Naldi su Repubblica e m.l. sul Resto del Carlino. 
qui sopra progetto ingombro dell'installazione sulla piazza
Comune di    BOLOGNA                                                                                          Provincia di BOLOGNAPermesso di Costruire N°0   Del 01/01/2009                                                                    Lavori di: INSTALLAZIONE Proprietari: GALLERIA D'ARTE BONGIOVANNICon la collaborazione di:   COMUNE DI BOLOGNA -ARTE FIERA MAMBO ASCOM BOLOGNAASSOCIAZIONE GALLERIE D'ARTE MODERNA E CONTEMPORANEAProgetto: LORENZO GRESLERI - GRELO Direzione Lavori:   ETHICA - STUDIO ARCHITETTI GRESLERIImpresa Esecutrice:  RAGNI COSTRUZIONI s.r.l.Direttore Tecnico di Cantiere:    ARCH. ALESSANDRO RAGNICapo Cantiere:  LUIGI VERRONEProgetto Luce: VIABIZZUNO s.r.l.Elettricista: MARIO NANNIProgetto ed impianto tecnico del suono: ELETTRONICA MONTARBO s.r.l.Scenografia sonora: PAOLA SAMOGGIAInizio Lavori: 22/01/2009                                                                                              Fine Lavori: 29/02/2009
qui di seguito foto di Lucio Vitobello

molto rumore per nulla 

2008 roma a piazzale kennedy

presentazione del progetto


L’installazione vuole creare una sensazione di disorientamento operando sulla quiete propria della piazza dell’EUR. Un disturbo che rompe il silenzio proprio del luogo con l’immissione di un tumulto di forza che continua incessantemente per tutta la durata della manifestazione.  Forza/lavoro che muove badili, demolisce sottofondi, leviga pavimenti … racchiusa in un perimetro limitato al solo scopo di generare alternativa alla contemplazione dello spazio stesso. L’idea è di un cantiere aperto sulla fiera, costituito semplicemente da un perimetro cieco, e quindi senza né accesso né visuale al suo interno, reso vivo da un impianto stereofonico che dal suo interno amplifica suoni preregistrati, tratti da reali lavorazioni di cantiere edile, che inondano lo spazio circostante. E quindi rumori di martello pneumatico, intervallati da flex, da mazza e scalpello, animano di vita il vuoto tolto al libero deambulare della piazza.Alla fine della manifestazione fieristica lo smontaggio del recinto mostrerà che tutto l’operare del cantiere col suo “rumore” in effetti non ha prodotto proprio “nulla”.Ad incrementare l’effetto cantiere sarà collocato sulla pannellatura di perimetro un cartello di cantiere, proprio uno di quelli usati dalle imprese, completo di tutte le diciture che interessano la realizzazione dell’opera. Sfruttando la curiosità dell’osservatore, che cercando possibili asole da cui sbirciare completerà un giro attorno all’installazione, la superficie del recinto verrà parzialmente occupata con manifesti di opere dell’artista costituendo così un’ampia rassegna della sua pittura. Completa l’effetto sensoriale un impianto illumino-tecnico che integra l’impianto acustico. Luci: ViabizzunoScenografia sonora: Paola Samoggia

Tecnologia costruttivaL’installazione prevede l’ingombro di un’area pari a 40,96 mq, un quadrato di 6,40 ml di lato, con una recinzione perimetrale in pannellature lignee da cassaforma alta 5,00 metri.A sostegno della recinzione sono traversi in legno - ai quali le tavole vengono inchiodate -solidarizzati ad un ponteggio tramite cravatta di filo di ferro a forte spessore. Il ponteggio è di tipo a cavalle standard – moduli di 1,00x1,80 ml di base per un’altezza di 2,00 – ed appoggia a terra tramite basette regolabili. La pavimentazione della piazza per l’intera superficie occupata dalla istallazione è protetta da un tavolato ligneo e doppio strato di tessuto non tessuto tipo pesante 200 gr./mq.Durante la posa e lo smontaggio saranno adottati i dovuti accorgimenti di protezione del pavimento pregiato della piazza.Per l’impianto sonoro posizionato all’interno del recinto si prevede la collocazione sulle andatoie primo livello (a quota 1,80 ml) del ponteggio. L’impianto è fornito di n°4 casse acustiche posizionate dietro alle riproduzioni su pvc.

la commissione della fieraL'installazione Arte Contemporanea: molto rumore per nulla, e successivamente ribatezzata molto rumore per nulla, è stata valutata e confermata dal Comitato della Fiera D. Salvioni, C. Lauf, L. Neri e G. Verzotti.La Direttrice Daniela Salvioni è stata Direttrice di SteinGaldstone Gallery, New York; curatrice per P.S.1 Museum of Contemporary Art, MOMA, New York, San Francisco MOMA, PAC Milano, Kunsthalle Basel; critica d’arte per Artforum, FlashArt International, Parkett, Elle, ecc...Louise Neri è una delle direttrici della Gagosian Gallery.La grande installazione è nata attraverso il Comitato in contrapposizione ad un’opera concettuale di Joseph Kosuth che avrebbe dovuto collocarsi sul medesimo piazzale.














L’arte più innovativa in mostra per tre giorni al Palazzo dei Congressi<< [...] On Site sfrutterà il magnifico piazzale all’esterno del Palazzo per esporre le installazioni di due giovani artisti, Grelo (Molto rumore per Nulla, 2008) e Joys (un opera post-grafitti, 2008). [...]>>da exibart.com martedì 26 febbraio 2008
l'allestimento
io con gli operai della Ragni Costruzioni S.r.l. Nella foto sotto da sinistra: Maurizio Lorenzini, Luigi Verrone (capocantiere) e Antonino Ratti
l'opera conclusa

homo lucens 

2008  alla Galleria d’Arte Bongiovanni, Bolognacon Giovanni Albanese, Grelo, Mario Nanni progettista e Claudio Silvestrin 


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pubblicità su Flash Art di ottobre-novembre 2008 e articolo di Paola Naldi su Repubblica del 3 ottobre 2008 con evidenziata la performance di Claudio Silvestrin presentata tramite video in Galleria d’Arte Bongiovanni.

homo lucens – spazio, colore, mente, cuore in costruzioni di luce


Luce è parola primigenia. Una delle parole fondamentali dell’umanità, l’inizio del mondo, l’inizio del libro dei libri, la Bibbia, che prima di tutto ci presenta la luce e il suo gemello eterozigote, il buio.Genesi 1, 3-5: Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu         Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre         e chiamò la luce giorno e le tenebre notte.Argomento imponente, la luce. Cosa buona, la luce. Dalla notte dei tempi, filosofi, matematici, fisici, mistici, chimici, poeti, scrittori, architetti, insomma tutti hanno dovuto confrontarsi con luce e ombra.La classica dicotomia luce/ombra, giorno/notte, chiaro/scuro, l’ossimoro sublime, la contraddizione assoluta gira su se stessa e diventa interazione massima, sono i due contrasti che creano armonie assolute assillano menti e pensieri dai secoli dei secoli, dall’Oriente all’Occidente, vere pietre filosofali nella ricerca alchemica dell’equilibrio prefetto.La mitologia stessa è intrisa di richiami alla luce. Uno su tutti, il mito della Caverna di cui parla Platone che utilizza proprio la luce per metaforizzare i gradi della conoscenza e per dimostrare come la conoscenza sensibile e la conoscenza intellettiva siano intimamente legate, nessuna delle due può esprimersi senza l’altra nella strada verso la Verità e il Bene. Ma anche le mitologie nordiche dominate dai tanti archetipi e miti legati alla luce riflettono una dimensione spirituale pura, come testimonia ad esempio la descrizione del Walhalla nordico che splende luminoso, o  l’incessante inseguimento di Sköll, il lupo, nei confronti di Sol, la dea del Sole. E, naturalmente il pantheon egizio, dove Ra, il Sole, è senza dubbio una delle divinità più antiche e più venerate, colui che arreca la luce ai vivi e ai morti.La luce, quindi, imprendibile. Non ha mai una forma precisa, la puoi vedere ma non la puoi toccare, è energia pura che veste gli oggetti e si spande nello spazio, trasformandolo. Se cambia la luce, cambia tutto, lo spazio, le forme, i luoghi, le espressioni dei volti, l’umore.La luce è tanta ed è sempre: luce artificiale, naturale, luce come scenografia, luce come progetto, luce meditativa e luce esplorativa, luce funzionale e luce mistica, luce che separa coscienza e non coscienza (a doppio senso), luce come momento creativo, luce soggetto e luce oggetto.E  allora, come si fa a rappresentare la luce? Scorrendo la Storia dell’Arte – così, velocemente, come un lampo di luce - è sorprendente vedere le soluzioni e le ricerche degli artisti e dei movimenti; dagli studi dei greci sulle architetture – scanalature, rastremature, concavi e convessi per catturare la luce – ai giochi di specchi degli egizi per illuminare le mirabolanti pitture delle tombe; e poi, più avanti con i cieli d’oro che diventano cieli perfetti chiari e trasparenti, e poi ancora nubi squarciate dai raggi luminosi. E poi la grande rivoluzione di Caravaggio, che ha osservato gli effetti della luce di lanterne e di candele sui volti, sui corpi e sullo spazio caricando le sue opere di ombre e di accecanti bagliori mai visti prima. Fino all’età moderna, dove gli Impressionisti hanno dipinto all’aria aperta cercando di cogliere, con pennellate di colore, i mutevoli riflessi della luce. E più su, all’inizio del Novecento, con i Futuristi affascinati dalla novità della luce elettrica che illuminava le strade delle città, fino al legame progressivamente sempre più stretto con l’arte del XX e del XXI secolo in un progressivo potenziamento dell’azione artistica.Le possibilità sono infinite, veicolare la luce a una considerazione è estremamente riduttivo.Ma la luce, per fortuna, può essere raccontata, e in tanti modi.Homo lucens - che potremmo tradurre come “fattore, creatore di luce”, colui che sa manipolare la luce - ci parla proprio di questo, ci mostra la via, l’unica via:  guardare, hic et nunc,  l’opera specifica dei 4 artisti protagonisti e, attraverso di loro, considerare quegli aspetti della luce che loro stessi hanno deciso di raccontarci, in particolare nella condizione site specific, cioè quella condizione di studio della luce nel contesto, a nostro avviso quasi irrinunciabile per un argomento del genere.Sì, perché il luogo, il contesto è fondamentale, inutile dirlo. Davanti alle opere fatte con la luce infatti, ed è cosa imprescindibile, non si sta MAI davanti, si sta SEMPRE dentro, perché la luce, volenti o nolenti, non sta mai in un posto: è impertinente, esce sempre fuori dai confini, inonda l’ambiente, che sia la più fioca – una candela – o la più potente – il sole.E questo ben sanno I 4 artisti di cui parliamo; architetti e progettisti di fama internazionale, che con la luce lavorano da sempre, plasmandola, vivendola e rendendola viva al momento stesso.In attesa dietro la porta per vedere le nostre reazioni, Giovanni Albanese, poliedrico uomo d’arte – artista, regista, scenografo -, ci presenta alcune opere emblematiche della composita e variegata Famiglia Albanese come ha definito Gianluca Marziani il complesso poetico dell’artista, giustamente avvicinato dallo stesso Marziani all’energia poetica e dissacrante del grande Pino Pascali.Energico, quindi, ma anche ironico, spaesante con le sue reinvenzioni di oggetti quotidiani, Albanese fa un uso della luce di estremo effetto scenico: piccole lampadine rosse, vere “fiamme d’artificio”, diafane e possenti allo stesso tempo, alleggeriscono in modo imprevedibile le sue sculture, che diventano quasi aeree, spiazzanti in un lavoro da “chirurgo plastico” di cose e materiali che porta l’opera di Albanese, al di là di ogni pregiudizio, in un universo altamente caratteristico.Una luce che è inquieta e giocosa al tempo stesso, che noi, novelli Promoteo, desideriamo poter afferrare, fare nostra, possedere. Ma lavora tanto anche sull’ombra, Albanese: Eclissi, infatti, è un’opera ambientale di forte suggestione che modifica lo spazio in cui si trova sia attraverso le sue luci, sia attraverso le sue ombre: le stelle diventano visibili grazie all’eclissi del disco solare.Il teatro della persuasione barocca come lo ha definito Achille Bonito Oliva è pronto ad accogliere: benvenuti.

Una nuova tappa della sua ricerca artistica è quella che presenta Grelo, densa di elementi e stimoli. Suoni, luci, colori, materia e tattilità si fondono un’unica opera; una sinestesia totale dove si perde il punto di fuga centrale a favore di un disequilibrio dove verticali e orizzontali, nord e sud, ritmi e bagliori avviluppano lo spettatore in una sollecitazione continua che amplifica la visione ma nel contempo attiva infiniti percorsi di letture. Questo nuovo corso prende l’avvio da Arte Roma, dove è stata presentata l’installazione Molto rumore per nulla: da qui nasce la collaborazione con Paola Samoggia, sound designer creatrice di scenografie sonore di raffinata consistenza compositiva e con Mario Nanni, progettista di luce di fama mondiale. Ed ecco nascere la serie delle città - New York, Parigi, Roma, Bruxelles, Berlino, Londra – metropoli paurose e vertiginose regno di parcour e angeli, veri homines lucentes, visioni luminose che si insinuano veloci tra i pertugi della città inseguite dalle luci e dai suoni, fino ad arrivare alla serie Periplus Maris dove la trasversalità acustiche e visive diventano quasi estreme tra naturale e innaturale, abissi profondi e spazi siderali.

La capacità di Grelo di “rendere leggenda” le immagini, trova qui un altro, altissimo momento di realizzazione artistica attraverso molteplici mezzi di comunicazione visiva e non.

Un maestro della Luce, ecco Mario Nanni. Grande sperimentatore tra design, architettura e filosofia, crea una “luce dinamica” che sprigiona fiumi di parole e di pensieri che ci investono proprio come i fasci delle sue luci.  Straordinarie le sue proposte: le altalene, serie di opere-simbolo di rapporti d’amore fisici e affettivi, di cui qui ci viene presentata la famiglia solidamente ancorata in una struttura di tubi dove ci si guarda gli uni con gli altri in un continuo andirivieni di pensieri scanditi da luci blu. E ancora i quadri sottovuoto e le scatole di luce, per non parlare dei blocchi di carta, che lui stesso commenta tanto l’esperienza personale di Nanni entra in quella artistica: (…) il piacere del bianco che cattura la luce e la riflette esattamente come fa la luna, come fanno le stelle che ogni notte con la loro luce magica e misteriosa mi accompagnano nei miei momenti più intimi, tra la veglia e il sonno e poi via via, fino a tuffarmi tra le braccia del buio. ho ‘sporcato’, ho riempito quelle pagine bianche, ho trasformato la luce in volume. sono ancora nel mio vecchio banco di scuola: sovrappongo pagine bianche fino a formarne un blocco.E’ il senso stesso del progettare che è qui protagonista, anzi dell’inizio del progetto, il momento più emozionante, “il sabato del villaggio” della creazione quando si pregusta nella sua rotondità la futura realizzazione.Infine, l’internazionale Claudio Silvestrin che fa della luce la chiave di volta delle sue creazioni architettoniche senza tempo, che conducono per mano il pubblico in un viaggio indimenticabile attraverso il visibile e l’invisibile con strutture architettoniche altamente innovative ma al contempo intrise a fondo di arte e storia.Quello che salta agli occhi subito nell’opera di Silvestrin è l’estremo rispetto della luce cioè quella capacità di sublimazione della stessa nei pochi, essenziali elementi che compongono le sue installazioni, che utilizzano la tecnologia – la video installazione “Io no!”  con i suoi 111 angeli, protettori delle cose naturali e sensibili – unita all’utilizzo della luce naturale sprigionata da candele in un hortus conclusus del XXI secolo.Ed è infatti il rumore del silenzio che qui rende viva la luce, una luce che mai diventa dolorosa e chiassosa ma che invece spezza il ritmo, come una pausa di 4/4 nella frastornante sinfonia di suoni fuori da lì, nella strada vicina, nella piazza più in là, nella città in generale, donandoci un pensiero caldo e raccolto che si mantiene saldo nella mente, rassicurandoci, quando ce lo ritroviamo sempre, al lume di un candela.Un’architettura completa dunque, armonia di arti e scienze, di nuovo e antico, essenza mai apparenza che aiuta a inserirci negli ambienti con quel rispetto, quasi sacrale, dei templi tibetani.Artisti molto diversi tra loro sia nella tecnica che nella poetica ma che, attraverso le opere realizzate appositamente per questa mostra collettiva, trovano un equilibrio affascinante e seducente offrendoci grande energia ed equilibrio per consentirci, uomini moderni e frenetici, di incantarci un attimo – proprio come fanno i bambini davanti al fuoco - e riappropriaci del nostro tempo personale e riscoprire emozioni ancestrali, dimenticate e sopite nei nostri animi, attraverso LA LUCE…inizio del mondo, fonte di vita.Homo Lucens – spazio, colore,  mente, cuore in costruzioni di luce è anche l’avvio a una nuova stagione per la Galleria Bongiovanni che, attraverso l’anima della sua giovane titolare e curatrice Raimonda Z. Bongiovanni, supportata da un team tutto al femminile, si pone sul panorama nazionale e internazionale come punto di riferimento per la valorizzazione del contemporaneo, attraverso proposte di grande impatto che ci conducono verso un mondo in rapida evoluzione e dai forti e stridenti cambiamenti.Simona PinelliEstate 2008

privilege illumina il mare 

2008  cantiere Privilege Civitavecchia

Opere commissionate dalla Privilege Yard per l'inaugurazione della sede di Civitavecchia e destinate al gigayacht di Angelina Jolie e Brad Pitt, e a quello del miliardario russo Roman Abramovič.
L'inaugurazione si è tenuta con la benedizione della sede del Segretario di Stato vaticano Cardinal Tarcisio Bertone  e alla presenza del Ministro delle infrastrutture e trasporti  Altero Matteoli.
https://it.wikipedia.org/wiki/Tarcisio_Bertone https://it.wikipedia.org/wiki/Altero_Matteoli 








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I vip scelgono yacht made in Italyby Monica27 Dicembre 2013, 16:00Da Steven Spielberg a Brad PittNon solo moda.Le star di Hollywood oltre ad avere il guardaroba colmo di abiti delle griffe made in Italy, scelgono anche yacht di lusso rigorosamente nostrani: da Azimut Benetti, Palumbo, Nuvolari Lenard, Privilege Yard e Fincantieri, c’è l’imbarazzo della scelta.Tra i più gettonati, vi sono gioielli del mare della Benetti, tra i preferiti di Petra e Tamara Ecclestone, che non hanno badato a spese la scorsa estate per affittare questo yacht chiamato, e non poteva essere altrimenti, Diamonds Are Forever.Guidare questa bellezza tra Capri e Ponza in compagnia di tutta la famiglia, costa 360.000 euro alla settimana.



Sempre firmato Benetti, il trendy Silver Angel del magnate russo Vladislav Doronin, che nonostante la fine della llaison con Naomi Campbell non sembra intenzionato a rinunciare a questa passione.Imponente anche il gioiellino del regista premio Oscar Steven Spielberg, il maestoso Seven Seas, uno yacht di lusso di 86 metri frutto del talento di Nuvolari Lenard, studio di design di alta gamma con sede a Scorzè, Venezia, specializzato nella creazione stilistica di yacht e superyacht.Non poteva certamente mancare in questa carrellata, il Columbus Sport Hybrid dei Cantieri Palumbo, adorato da personaggi molto attenti all’ambiente come la bellissima cantante Mariah Carey, che se ne sarebbe innamorata dopo averlo visto ormeggiato sulla banchina dei cantieri a Messina.Si tratta infatti di uno yacht interamente in alluminio, sportivo ma allo stesso tempo ecologico, elegante, e dotato di tutti i comfort di un megayacht. Tecnologicamente all’avanguardia, la propulsione ibrida consta di motori elettrici ausiliari, studiati per minimizzare l’impatto ambientale.Un altro russo, Vladimir Olegovich Potanin, magnate del nickel, ha acquistato da Fincantieri, il Serene, un capolavoro su ben sette ponti, che dispone di due piattaforme per gli elicotteri e dell’alloggiamento per un minisommergibile capace di toccare i 100 metri di profondità.E infine, ecco Angelina Jolie e Brad Pitt, la coppia hollywoodiana per eccellenza, che hanno commissionato tempo fa uno yacht rivolgendosi ai cantieri navali di Privilege Yard SpA di Civitavecchia.
https://www.luxgallery.it/i-vip-scelgono-yacht-made-in-italy-47012/?cn-reloaded=1 

niente da dichiarare

2007  alla Galleria d’Arte Bongiovanni _ Bologna



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due foto della mostra
Panorama economy n. 30 del 21 luglio 2010.l'imprenditore Consorte con la mia opera Manhattan tales

il catalogo






solitudes and metaphysics


Thinking of Grelo’s painting presupposes an intense linguistic preparation, the settlement of a specific hermeneutics, the penetration in an intense contemplative atmosphere. It deals with a premise which became extraneous to a great deal of painting and contemporary art, almost confined to a gestualism which is no longer even a manifestation of exuberance and vitality but an expression of phenomenon of decline in a post-linguistic reality, often agonistic and wheezing.
It’s essential, instead, for Grelo since it interprets the narration of an organic dream of the art as a complex system of signs and colors, just as the human mind functions in the discernment of images from other images to codify a system upon which the rules of ordinary significance are infringed and the axiomatic conventions of the surreality are called to life, over which immense solitudes are hanging, made of physical closeness which do not undermine psychological, humoral and syntactical distances.
In the soft mellowness of his works Grelo introduces a plus of presence and contrast that serves the willingness of representation as a catalyst serves the perception of elements. Only from here, everything occurs in a motionless scene where nothing seems to happen in the mirror of the objectivity because everything happens in the virtuality of the mind which is the place where the thought resides and finds the space for its oscillations which go from a “hortus apollineo” to a “silva dionisiaca” constituting the coordinates for a whole which contains also its opposite – a mere nothing, incardinating in its discourse a vast polysemous assortment within which to introduce senses, meanings, impressions, flashes of intuition and slow conceptual elaborations.
Grelo, from this point of view, represents more a unicum than a rarity because of the distillation in the painting, because of the exceeding the limits and the mechanisms of all that in his life doesn’t belong to a daily transience, but wins the youth of the hours and of the days to rise to a diffused symbol of itself, of all that is poetic that shrouds his language of imaginary in act, that takes diverse elements of everything that belongs to the memory, with a selective discernment, not ransacking it but making treasure of it. Taking as much of it as he needs to open, to face and to close a discourse which is always an aphorism, a fragment which transforms itself in evidence, in depth, where a function of the leavening of the destiny and of the conscious has seen the light, where a disquieting chaos of the inventiveness is consecrated in the shadow.
The substance used by Grelo is always dense and solid, strongly attached to its structural support in which it identifies itself, like in a fresco, gaining an ancient connotation which enables it to endure the weight of the meanings of the worldliness where the solitude of the incomprehension, the deep rooted sense of alienation which determines the suffering, the repression which settles like a lump of the shifting of identity towards its loss, dominates.
The paradox of genetic brilliance that dominates the colors of his painting goes back to that part of the Renaissance which can be found in Campigli and in Carrà, collecting the total of cult quotations which are placed in the pretexts of a scenery that, from time to time, moves itself and assumes the features of a psychology surpassing the dialectics of the objectivity and becoming an enlarged portrait of the author who confronts himself and his painting, like a bard or a narrator, just while, in the discovery of the language, he starts discovering himself as subject and individual.
The nature of his paintings is, essentially, a philosophy of life which develops itself in contact with an act, which is, each time, an assortment of a diversity that tends to a union, also taking into consideration the difficulty of an anabasis which loses its heaviness and becomes a progressive lightness, the consciousness that expands in the name of a truth which resides in no place and in no mind since it crosses all of them leaving a cryptic sign and then fleeing.
This consigns each of his works to a maieutic effect, necessary but not sufficient, for which the research continues and never stops with a consequence of sowing the fascination of the ineffable, like a peasant sows the field with wheat transforming each grain into a small irreplaceable element of the whole.
It is in this way that the golden section of poetics is born with its solid bond between a part and everything, which always leads to relate each inspiration and each hesitation to his whole conception of the painting as a high objective of his own theory and praxis of life. Each picture becomes a fragment of a big graffito where to write passages of the diary of public imagination that sustains him in the effort to deny to oblivion the traces of what was seen by artists and by life itself, the traces inscribed in his abstraction by the thousands of cross-references and the thousands of references starting from the consolidated structural culture of the quotation according to which it is not possible to escape from the genealogy, and so as life is born from life, the art is born from art.
His own dominant artistry is of an abstract character in the sense that he removes the attention from the details and places it on the whole, on the ordinary characteristics which contaminate not only the analogies, but also the opposite diversities, those which surprise us when they appear and those which are exactly the touches of the originality, which Grelo does not follow but finds as a completely necessary result of an analytical work which he performs in his personal memory, which is anthropological, emotional, linguistic, passionate, analytical, as for all of us, but in him it finds a space, quite singular and identifying.
The traces of the pictorial twentieth-century in his painting establish themselves from an adhesive to a historically ascertained vision, serving as a synthesis of points of view, which become transformed in the course that goes from the mind to the hand winning the status of a new iconography created with the rhythms of a personal vision of the world, the one which guides him in his meditated readings, in his reflections, in his pictorial applications which manifest, in a rather hermetic manner, his passage from an eternal auroral vision to a complex one where all different pieces of unitary knowledge are placed, which does not any longer exist but in a kinetics of the composition of diversities.Grelo actually works on the contamination as on the place of a treasure which does not yield immediately but has to be searched and researched, also because nothing yet exists in a pure form, but everything is given in an interlacing variety, such as to be hidden and not proclaimed, for which the data of the revelation are always temporary and partial and have to be taken up not any more as a repetition, but as a new contextuality, full of meanings, some of them immediate and literal, others – cryptic and hidden in the texture of the work.
A work that sees itself as an extension of a red thread along the labyrinth run, denying the universe of perdition and affirming the one of research, experimentation and invention, made by mixing different substances, which in an amorphous environment would have taken the aspect of a mere combination, of a juxtaposition, aimed at creating a visual discomfort, while here the opposite occurs and each time a new unit is generated.
The effects are fascinating, involving, as only the solitudes that tend to withdraw into themselves can be, with the profiles of the cities which add architectonic outlines to human forms, to animal shapes, to elements of collages, with a particular attention to the coherences, which comes from its enlarged sensibility, from the sweetness of a series of impacts that come from Tapies but are melted in a vein which is quite personal, Italian, however attentive to the languages of the world.Achieving a network of metaphysical expressions is the consequence of this stratified premise which is a vast territoriality from where to start, but not for keeping distance but for working on the subtleties, on the nuances of an opposition to each truthfulness, where at most it is possible to meet the impossible, or no one and nothing, except for an unwilling de Chirico who would tend to not even recognize himself, attracted only by the myth of himself, by his bewildering atmosphere, imagining then to interweave a dialogue with someone who is not his highly imaginative, purely virtual alter ego.Perhaps also Kafka, because of the total absolute rarefaction of his images tortured by an infinite metaphorical disposition where one can transform himself in the other one without awakening any surprise, or better still, with an absolute naturalness; as if it were not possible that it happens and as if it were crazy just to think that one plus one makes two, while here it is a due that it makes at least three.
Grelo is working on his officinal concreteness, blending in an alchemic way his rational ramifications and jumps of the contemporary irrationalism, more and more numerous and pressing, which is necessarily different from any other that preceded us, since it is provided with hidden diffusers and persuaders which penetrate not only through traditional sensory receptors, but through the perspiration to which all of us are obliged, being exposed to the thousands of flashes of the show-world, the prevailing datum of which is temporariness, uncertainty, reversibility, which is vague for it is own definition, and its own etymology.
For Grelo the painting is a pseudonym chosen for its wisdom and freedom of adventure, the highest segment of its ascendant parabola, with the richness of its repeated and numerous solitudes, with the limpidity of its metaphysics, capable to sink the harshness of a difficult communication, exactly because it refers to the highest part of “being able to see”, which is the contemplation, that is the expression of fluidity of glances which leads to something more than falling in love and seduction because it is a transfer of the subjective to the objective in continuous and reciprocal transfusion for which each starting point inevitably becomes mixed up and the only thing that remains is to become impregnated with a strong magic unrealism, as in a redeeming immersion.

Francesco Gallo  

catalogo Grafiche MDM S.p.A., Forlì, febbraio 2007

callas sempre callas

2007 Museo Internazionale e Biblioteca della Musica _ Bologna
l’opera Callas/Monna Lisa fa parte della Collezione del Museo


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<<[...] 4.“Per tutti coloro che cantano, la Callas è la dea che riuscì a fondere sempre parola e musica” Luciano Pavarotti.Concludiamo prendendo a prestito le parole del grande Luciano Pavarotti, per lasciare un’ultima immagine, azzeccatissima, di quello che Grelo ha reso nel dipingere la Callas; rispettare Maria nella sua divinità, senza mai usarla, senza approfittarsi di lei. Sarebbe troppo facile. No, Grelo rispetta lo ieratismo di questa donna eccezionale, perché è l’unico modo in cui non solo parola e musica, ma anche arte e musica si sono potuti fondere; sperando che la licenza lessicale venga accettata, così come Maria ha “callasizzato” le opere liriche, così Grelo ha “callasizzato” le opere d’arte, che, docili, hanno fatto entrare La Callas dalla porta principale.>>di Simona Pinelli, dal testo Callas sempre Callas Grelo e la Divina: arte, arte, arte. del 2007
Sono citato nei seguenti articoli:
  • Il Resto del Carlino Martedì 4 Dicembre 2007 nella rubrica Cultura/società spettacoli nell'articolo di Benedetta Cucci.
  • La Repubblica Martedì 4 Dicembre 2007 nell'articolo di Paola Naldi a pagina XVII.
l'opera presente nella fotografia soprastante (a sinistra) Callas Monnalisa è entrata nella collezione del museo

alcune immagini della mostra e qui sotto l'opera Callas con l'orecchino di perla battuta, e venduta,  all'asta di beneficenza tenutasi il 13 dicembre a Visionnaire dentro Palazzo Zambeccari per la Fondazione Hospice M.T. Chiantore Seragnoli O.n.l.u.s.

la cina e la memoria d'occidente 

2005  Mondadori Librerie, Bologna.
sponsor: Fondazione Forense Bolognese, Laboratorio Morselletto Vicenza, Ethica Studio Architetti Gresleri, Pedrini Arredamenti






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COMUNICATOSTAMPALA CINA E LA MEMORIA D’OCCIDENTETracce nel Contemporaneo a cura di Glauco Gresleri Si inaugura il 5 novembre presso la libreria Mondadori di via d’Azeglio a Bologna una mostra organizzata da Bongiovanni Gallerie che propone la personale di due noti artisti italiani Cavina e Grelo che già in febbraio hanno esposto nella sede della stessa Galleria una mostra binata presentata da Francesco Gallo e curata da Glauco Gresleri.La mostra si inserisce all’interno dello spazio-libreria come estensione delle espressioni d’arte permettendo ai visitatori motivati dall’attenzione alle opere letterarie una immersione nelle opere scultoree e grafiche di Cavina e pittoriche di Grelo. La proposizione della mostra di opere di grafica, scultura e pittura insieme a quelle letterarie vuole dare significazione alla poliforme capacità creativa dello spirito umano.Il tema che propone Cavina è quello della Cina, realtà contemporanea di forte attualità che sviluppa, attraverso l’esposizione di carte di riso lavorate ed opere scultoree a tema, un progetto sulla GRANDE MURAGLIA in vista di proporne una versione pubblica-istituzionale nel 2006 intitolata la MURAGLIA DEI SOGNI con grandi sculture posizionate all’aperto negli spazi urbani.Mentre Grelo, attento alla storia profonda dell’occidente, propone una visitazione pittorica come scandaglio storico elaborando figurazioni complesse a partire dai segni di MEMORIA che si costituiscono come tracce secondo la teoria Deridiana, per passare alla citazione degli animali caratteristici del territorio cinese, come le fiere e la tigre bianca, trattati con contrasti cromatici tipici della cultura pittorica d’oriente a proporre un confronto tra le tracce occidentali e la sintesi orientale.Con questa operazione aperta alla città di Bologna, la Galleria Bongiovanni in collaborazione con la Mondadori propone un passo iniziale per una serie di attività artistiche connotate di attualità contemporanea. Vernissage dalle ore 17:30  -  Sabato 5 novembre 2005

invito

                            

Anima e corpo

Estratto da “Anima e corpo per l’arte” di Vittorio Mascalchi, già Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, sulla pittura di Grelo.
La ricorrente querelle sulla morte dell’arte che ha occupato gran parte del dibattito sul “moderno”, ha sancito il fatto fondamentale che da tempo l’arte non è più da considerarsi una manifestazione concreta dello spirito, ma va a investire ambiti se non a lei impropri almeno diversi, per assumere aspetti ora mondani, ora sociologici, ora politici, oppure concettualizzandosi e astrattizzandosi per diventare una branca della filosofia.Pare peraltro che la ricerca condotta oggi da alcuni artisti sia orientata controcorrente verso forme di relazione diretta con la realtà del mondo, quindi tesa a riappropriarsi della consistenza e della concretezza del mezzo espressivo, già progressivamente anestetizzato dal virtuale e svuotato al suo interno.
Tra gli artisti che da tempo hanno preso questa posizione certamente è l’artista che ha scelto di rinominarsi Grelo. Mi piace pensare che questa scelta sia nata dalla sua convinta determinazione di voler “ripartire da zero”; acquisire una nuova identità viene così ad assumere un preciso significato. Significa scegliere autonomamente il proprio destino, non condizionato dal passato e nemmeno limitativo del presente.
Grelo sa che la soglia varcata verso il suo futuro d’artista gli ha indicato un percorso indubbiamente non facile ma certamente entusiasmante, perché aperto alla meraviglia e allo stupore che l’arte può ancora procurare in chi cerca il senso e il perché delle cose.
Condivido il suo profondo interesse per i maestri del passato. Sono come lui convinto che senza memoria del nostro passato non possa esserci futuro. Credo che ciò valga certamente per l’arte ma ancor più per la vita. E’ utile, direi indispensabile, guardare la tradizione come stimolo attivo per produrre innovazione.
Grelo propone, nella serie qui presentata, la Memoria d’Occidente prodotta -dalla contemporaneità d’immagini e interpretazioni tratte dall’arte (dal Sepik, da incisioni preistoriche, da Velázquez, …) e dalla parola (“Veni Vidi Vici” o “Sangraal San Graal Sang Raal”, …), - allo scopo di coinvolgere le figure che “abitano” la scena. Queste citazioni sono solo compresenti e non finalizzate a richiamare uno specifico avvenimento nella storia; è la Memoria, tutta e contemporanea che echeggia attorno a noi, che qui viene fatta presente.
Anche il supporto delle scritte partecipa all’idea: scolpite su marmi apuani inchiodati con chiodi di ferro battuto sulla pala, richiamano reperti archeologici che animano la scena.
Nella mostra questa Memoria si relaziona alla Cina, con pitture a resa coloristica tipica della tradizione d’oriente. Scrive Grelo: “Osservando il colore di alcune sete cinesi (la Donna al tavolo di toletta di Su Han-ch’en, del X secolo e Fiori di loto della scuola di P’i-ling del XIII secolo) ci si accorge che è la terra bruna a generare tutte le tinte. Magicamente, di volta in volta, è lo stesso bruno che si carica maggiormente, ad esempio di rosso in una campitura, poi di blu in un’altra. Non abbiamo così il blu di Prussia, o il giallo azo, o il rosso cadmio, ma un unico colore a diverse vibrazioni”. Colore in rapporto a immagini d’animali su fondi dove, questa volta, è il vuoto che si struttura come respiro della forma.
L’altro aspetto del lavoro di Grelo, che ritengo rilevante, è la paziente attenzione con cui sa osservare il comportamento della materia-colore, dallo stato liquido a quello solido, che di volta in volta usa per dar forma alle sue opere. Quasi si trattasse di materiali dotati in qualche modo di vita. Penso alla liquidità degli smalti che, per loro natura, nel solidificarsi polimerizzano mantenendo intatto tutto lo splendore; agli inserti di marmo; alla lavorazione a scalpello delle tavole di legno che violano la superficie pittorica a formare piani a ricezione di luce. Così, le sue opere vivono della loro piena concretezza, esercitando su di noi, sempre meno reali e sempre più virtuali, una sorta d’effetto ipnotico.
Se l’arte non può cambiare il mondo, certo è che ci aiuta a scoprire i suoi lati nascosti; ed è per questo che riesce ancora a sorprenderci.E’ in uso dire dalle nostre parti che non è mai troppo tardi, dunque, se l’arte ancora ci preme, rimbocchiamoci metaforicamente le maniche e tentiamo non solo di salvargli l’anima, ma di ridargli anche un corpo.Vittorio Mascalchi, ottobre 2005            https://it.wikipedia.org/wiki/Vittorio_Mascalchi                               

men in jungle

2005  alla Galleria d’Arte Bongiovanni _ Bologna

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presentata da Francesco Galloa cura di Glauco Gresleri













presentazione

Grelo, nel cuore stesso dell’informale pittorico, genera un rosario di opere la cui consistenza fa da forza di attrazione ad una sontuosa fascinosità della materia, ad un suo mostrarsi con impudicizia e con immediatezza, ma anche con levigatezza e formalità. Nel senso che queste opere posseggono una valenza complessa, innestata nella pastosità stessa dell’essere pittorico, che si presenta come riconoscimento del carattere fondante di una tecnica nei confronti di un flatus mentis che altrimenti rimarrebbe come pura possibilità.

Grelo rompe una forza di costrizione che viene dall’informale storico e dal suo contrapporsi al formale realistico, cogliendo trasversalmente i contributi positivi e vivificanti che da esso vengono, per trasbordarli nella sua attualità, che coglie le essenze del nostro tempo tanto quanto i rimandi della memoria e della rimozione. Dall’informale italiano e da quello europeo gli vengono le suggestioni dell’espressionismo astratto, tradotto in termini di classicità trasgressiva e dirompente, ma consapevole della sua missione che gli viene dall’avere dei maggiori a cui fare riferimento, per fare dell’originalità una originalità ricca e non una figlia casuale e accessoria. Grelo a volte immette elementi vagamente figurali, spesso elementi materici estrinseci, costringendo   così   il   suo  lavoro   ad  una continua prova sperimentale, in cui niente è  negato ma tutto è percorso con la disponibilità ad essere accolto. Nel mezzo c’è una profonda valenza architetturale, che sprigiona un senso di libertà, fatto di capacità di cogliere l’astratto come liberazione metafisica della concretezza delle sue fenomenicità accessorie.

Francesco Gallo

catalogo Energia Contemporanea GRELO, Edizioni d'Arte Coiné, Forlì, ottobre 2004
il gattopardo, il puma, la pantera e riposo
invito
il catalogo

walking through the world

2003  alla Galleria d’Arte Bongiovanni _ Bologna

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pietro bellasi all'inaugurazione



















il catalogo






striscione su via Indipendenza

Architetture dell’Essere

 La narrazione pittorica di Grelo scaturisce da un raffinato sistema di pensiero, costruito attraverso appassionate riflessioni filosofico-antropologiche, il cui audace percorso speculativo si traduce in un affascinante caleiodoscopio di visioni, in cui la poetica greliana si oggettivizza in un’enigmatica surrealtà, concepita dalla grande officina alchemica dell’artista demiurgo.Grelo plasma le forme ontologiche di un cosmo atemporale, dall’alto delle sue mani sapienti, che, come potenti fonti vitalistiche, inseminano la bianca materia del loro afflato morfologico-cromatico sorprendentemente cangiante.Il flusso vitale dell’artista, nel compimento della sua genesi, discende sul piano pittorico, dove lo sguardo viene rapito in un’intensa contemplazione e attirato oltre la soglia dell’immanenza, che, attraverso l’astrazione geometrica e l’isolamento morfologico, giunge alla sua stessa trascendenza.Linee intagliate e forme incastonate intessono la trama pittorica e accolgono la viscosità del colore in campiture profonde e porose, componendo così meandri criptici in cui l’occhio si perde nella spasimante ricerca di forme e significati.Si scorgono sagome furtive e inafferrabili, nascoste nelle mappe crittografate di una realtà divenuta riflessione teoretica, il cui sostrato è impregnato dell’humus idealistico proprio del cubismo e dell’astrattismo.Il particolare si perde così nella totalità concettuale del pensiero pittorico, anelante alla comunione suprema di Uno e Tutto e catturato in un’avventurosa indagine sulla loro natura, esistenza e significato.Il principio vitale e l’atto creativo vengono quindi esplorati nella loro congiunta indissolubilità con l’opera compiuta, la natura e gli uomini, nella ricerca della loro primigenia significanza attraverso raminghe riflessioni teleologiche d’impronta esistenzialistica sul tema dell’identità, che si fanno materia palpabile nella declamazione introspettiva dell’artista pensatore e costruttore di mondi,.L’immaginario pittorico di Grelo si dischiude lentamente all’osservatore attraverso l’attesa e l’ascolto visuale meditativo, in cui la complessa semantica del codice linguistico greliano giunge alla rivelazione di sé.La maestria ermetica di Grelo inquieta e affama di risposte, accendendo nel sé di chi guarda una bramosa ricerca di senso, il corporeo significato celato nei meandri della realtà, in cui fenomeni e idee si compenetrano sino a coagularsi nel misterioso principio umano, la cui giustificazione rimane irrisolta dentro una fitta impenetrabilità strutturale, che porta a iconizzarlo come sommo enigma gnoseologico.Il pensiero ‘sensoriale’ greliano penetra la sfera percettiva dell’osservatore, dispiegando poi la sua sofisticata concettualità attraverso una volumetria cromatica e morfologica giunta all’apice della sua trasformistica molteplicità visionaria.Questo impatto volumetrico affonda la sua forza nella corporeità della carta a mano, nella sua presenza scultorea, tattile, nella sua vellutata plasticità, mirabilmente concepita dalla sapienza di un’artigianalità antichissima, radicata nella cangiante e intrinseca vitalità della materia mondana.Un nutrimento amniotico permea le fibre ‘viventi’ della carta, che lentamente prende forma tra le mani del maestro cartaio, la cui ritualità istintiva, sublime fusione di arte e tecnica, feconda la densa fluidità dell’acqua in un silenzioso atto di creazione.Da questa placida e devota passione creativa nasce lo spessore fibroso su cui si poggiano le impronte visionarie del pittore, che sembrano filtrare dalle profondità della carta verso la superficie, dove trovano rilievo in un architettonico cromatismo delle forme.La corrente cromatica defluisce languidamente sul morbido letto pittorico, poggiandosi in morbidi bacini acquosi, su cui l’abbagliante brillanza celeste si riflette, spargendo il suo effluvio nutritivo sulle cose, per poi attraversarne e penetrarne profondamente la sostanza morfologica.La realtà naturale appare quindi illuminata da una solarità intrinseca, il cui bagliore declina però a volte in un grigio ossidarsi di forme e colori, culminante in un ineluttabile tracollo prospettico.Così, all’ombra malinconica di un grembo dissolto, la luce si ferma austera sulla superficie inaridita dei blocchi cromatici, intagliati dolorosamente nella materia, ormai priva di ogni permeabilità e accoglienza.   Solchi brucianti racchiudono i ventri scavati nella terra, in cui l’impeto vitalistico del pittore ha riversato la sua fertile fluidità, che si è poi sedimentata, inaspettatamente, sino a creparsi, arrugginita ed immobile, nella scrittura della sua stessa epigrafeL’apparente solidità delle strutture spaziali, sovrapposte, incastrate, isolate, avvolte in un abbacinante fulgore cromatico, nasconde quindi una sconcertante fragilità ontologica, che si rivela in una nuova aridità del colore, preludio di un incombente sgretolamento delle forme.Forma e colore manifestano la loro dinamica essenza, che, nella cieca ciclicità esistenziale, satura in un paradossale immobilismo, un moto perpetuo sconfinante nell’inerzia.Gli elementi compongono il mutevole polimorfismo dell’essere, la cui intrinseca permeabilità è attraversata ora dall’aria, un soffio di Vento che muove l’identità, presenza instabile, fluttuante e impalpabile nei confini della realtà fenomenica.La Testa di cervo e la testa di cavallo si riflettono sullo specchio d’acqua, che accoglie in sé la loro immagine, assorbendola gradatamente e inglobandola infine nei suoi abissi cromatici, dove la particolarità della forma torna al Tutto.La pennellata impressionista porge un tributo all’ultima fase evolutiva della mirabile parabola pittorica dell’artista seicentesco, fondatore del barocco spagnolo, quella in cui Diego Velàsquez ricercò nuove soluzioni cromatiche, esplorando una nuova visione del mondo attraversata da un’innovativa fluidità.L’acqua sembra colare sulla tela e riempire il colore con la sua stessa fluidità, trasmettendo all’immagine una sorprendente mobilità delle forme, in cui i confini del tratteggio si perdono in una panteistica permeabilità dell’essere.La stessa fluidità ritroviamo nel Mulino ad acqua, alloggiato come un pilastro tra i blocchi architettonici circostanti, in un paesaggio dalla mobilità solo apparente.Il cielo e il mare, incorniciati dai blocchi, si svelano ormai parte di una struttura ad incastro, punti cardine di una complessa geografia semantica, la cui mappa si dischiude lentamente all’occhio dell’osservatore, travolto dalla fulgida passionalità cromatica della visione.Pozze di colore graffiate sul piano pittorico come un’incisione nella materia palpabile, un confine ontologico tra gli spazi percorsi da un’intrinseca ‘traspirabilità’, entro cui sia il singolo profilo identitario sia un significato univoco della parola stentano ad emergere dal Tutto e ad affermarsi come unità compiute in sé.Nella tessitura a incastro dei campi cromatici si inserisce La casa gialla, nucleo di un mondo in cui si sviluppa l’impenetrabile intricatezza delle vicende umane e in cui si nascondono volti e profili indistinti, identità confuse e indecifrabili di un tangibile marasma dell’essere.Quando la forma si compie, emergendo dal magma materico-cromatico, diventa entità isolata, cadendo fatalmente nell’alienazione di uno spazio che si svuota d’attorno.La raffinata tecnica greliana del collage preleva forme compiute dal mondo naturale e le staglia in una steppa prospettica cromaticamente ovattata, in cui il frammento diviene cifra totalizzante del reale.In Cade l’autunno una testa di felino si eleva severa sopra un tronco d’albero ormai reciso, in cui la vita si è inesorabilmente spenta, e quel color sangue che ancora lo riempie diviene preda di uno sfondo muschioso, in cui arrugginisce e si deteriora la luce di un orizzonte crepato, senza profondità, inesistente.È la stessa immobilità che sospende Il saltatore e Una donna tra le nuvole di un cielo secco e indurito, in cui la pelle dei loro corpi inarcati e appesi nel gelo di una statica atemporalità è appassita in un colorito cinereo, senza vita, preludio ad un irreparabile tramonto cromatico.L’aspirazione gnoseologica ad una verità sconosciuta e non ancora rivelata rimane agghiacciata nell’aria rarefatta e infertile, in uno spazio senza orizzonte, in cui deflagrano gli immaginari vagheggiati di una realtà inesistente, mentre lo spettro sgomento di un sogno infranto si dissolve poi nell’amarezza esistenziale dell’attimo presente.Le oscillazioni cromatiche, talora vorticose, creano dirupi da cui il pensiero, in cima al vivido splendore del colore, precipita in profondità crepuscolari in cui la luce s’inabissa, disperdendo la sua fulgida iridescenza.Il relativismo ontologico sulla vera essenza della vita e dell’uomo, che serbava ancora la speranza di una suprema verità teleologica, piomba così in un’oscura e umiliante assurdità sistemica.La tenda nasconde la debolezza strutturale del codice umano, dominato dai fuochi fatui dell’immanenza, che raggelano rovinosamente il sacro fuoco della vita, che piano si estingue insieme alla speranza di una profonda ragione esistenziale, dapprima solo supposta, poi intensamente ricercata e infine miseramente tramontata nell’insensatezza.Sotto quella tenda troppo corta per celare il magma sanguigno delle pulsioni umane   si scoprono i profili geometrici di una scabrosa sessualità, che rivela il suo potere di schiavizzare l’uomo in forme robotiche, replicanti comportamenti coercitivi, codificati dalla legge di un’insopprimibile incontrollabilità della natura umana, vissuta come espressione di una archetipica, ineludibile predestinazione.Vanamente le Lacrime di coccodrillo riversano il loro ipocrita e ottuso pentimento nella grande bolla alchemica del mondo, uovo di Pandora fatalmente dischiuso dalla deflagrante voracità umana, coagulata nella testa di rettile saldamente ancorata nell’accesa geometria cromatica.L’uovo alchemico contiene anche l’inestricabile paradosso ontologico alla base delle serpentine riflessioni pittoriche greliane, rapite in un appassionato viaggio nella semantica della vita.La chimera di un senso esistenziale si infrange fatalmente alla deriva dell’essere, svelando l’illusorietà di un dinamismo storico progressivo.Così, in assenza di una meta possibile o concepibile, la vita si rivela infine mero ciclo di materia, movimento illusorio dell’infinito perpetuarsi del finito.La brillanza del cromatismo annuncia a gran voce, in modo quasi infantile, che L’attesa è finita! e con essa il suo struggimento: l’avvento del sogno è prossimo, forse solo all’ombra di una nuova illusione, mentre la gracilità della sedia viene lentamente risucchiata nel verde palustre del pavimento, come un ritorno primigenio alla terra dopo il transito esistenziale.È il dinamismo dell’immobilità, vera essenza della vita, nella realizzazione della sua meccanica assurdità organicistica, fino all’irrimediabile perdita di un supremo finalismo e all’approdo ad un amaro naturalismo grottescamente espressionista.È una simbologia struggente nella sua ambiguità teleologica, che sconfina inevitabilmente nell’amara ammissione d’insensatezza dell’essere e della storia, culminante nel definitivo tramonto di qualsivoglia prospettiva finalistica.Grelo riesce a costruire ‘Architetture dell’Essere’, il cui originario progetto è andato perduto nel processo storico-esistenziale dell’umanità, in cui solo la fede vitalistica giunge a costituire una risposta veramente accettabile, un ‘reale senso’, che l’animo umano accoglie come un balsamo curativo sul doloroso groviglio interiore, che la logica ntellettualistica in cui l’uomo è tragicamente precipitato ha creato nel Sé.Così la ricerca poetico-filosofica di Grelo culmina in una nuova spedizione esplorativa, proseguendo la sua indagine della vita, anelante a quel bagliore di significato, quel ‘senso’, che continua a sfuggire, ma la cui enigmatica presenza è percepibile nelle vibrazioni della materia naturale e umana.E quella struggente solarità cromatica, estremo afflato di speranza, illumina sorprendentemente Notturno, nell’ascesi ad una visione sopraelevata della realtà, composta architettonicamente in compartimenti geometrico-spaziali, in cui si riversano gravidi i gettiti vitali del pittore demiurgo, che con la fluida corposità di un cangiante e opulento cromatismo, convoglia messaggi rivolti all’Altro e all’Altrove, all’uomo e al mondo, e in fondo a sé attraverso la sua creazione.Così il pittore demiurgo trasforma la notte buia in paesaggio iridato, in cui natura e cultura, l’uomo nello spazio e nel tempo, si incastrano in un rapporto osmotico, annunciando la genesi di un nuovo mondo, quale rifondazione ontologica del pensiero e della vita umana.

Germana Riccioli

palazzo de' notai _ bologna


Opera esposta in permanenza sulla vetrina di Piazza Maggiore  di Banca di Bologna

contemporanea

2001  Nature liquide presentate a Contemporanea_ Forlì

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il catalogo

lettura

L’opera di Grelo occupa uno spazio al confine tra terra e cielo, senza appartenere a nessuno dei due campi. Infatti l’orizzonte non compare mai, situato ad un livello inferiore o superiore, non percepibile. L’abilità del pittore consiste nel catturare lo sguardo dell’osservatore riuscendo a stabilire un rapporto così forte di scambio per mezzo del quale il quadro, o meglio quanto il quadro contiene a fatica, si ancora all’asse d’osservazione rimanendovi come appeso in equilibrio.

Gli oggetti, le nature morte, i fiori, i paesaggi si disancorano dal contesto, che porterebbe in sè il calo nel concreto, per estraniarsi sino ad attingere all’astrazione.

Il colore in questo è strumento insostituibile. Il colore di Grelo ha effetto ipnotico, non rimane sul piano della tela, ma vi galleggia sopra. La liquidità che egli cita in qualche nominazione d’opera è una sostanza quasi tattile che trasforma la materia in senso di fluidità a tre dimensioni.

Nella costruzione dell’opera il pittore non agisce utilizzando il cavalletto e quindi collocandosi assialmente e frontalmente alla tela, ma dall’alto verso il basso, con l’opera a terra e lui che l’aggredisce da sopra. Il risultato di simile aggressione da più lati è il reale senso di omnidirezionalità del dipinto che, anche privilegiando un senso di lettura, continua a presentare una potenzialità espressiva pluridirezionale.

Con la tecnica originale degli smalti colorati Grelo dipinge manovrando la materia come fosse liquida quasi dipingesse “in fondo al pozzo” -come egli dice- e dando ordine agli strati di acqua perché mandino riflessi alterni della volta celeste che vi si specchia.

La dualità cartesiana separatrice del corpo (la materia) e l’anima (il mistero dei contenuti poetici) è qui totalmente superata. La qualità sensibile delle forme, dei colori, del segno comunicano la verità del quadro come contenuto animato. Soffia, da questi dipinti un impulso vitale come in una lettura animista del creato ove ogni cosa, ogni essenza, ogni coagulo dell’essere, stesse emanando forza, energia, luce, spinta esplosiva. Gli oggetti delle nature morte non trasmettono senso della loro forma, ma della loro essenza; i cachi non sono nella loro sferica rotondità contenuta dalla buccia generosa, ma nella fluida gommosità della loro polpa liquida. I paesaggi non sono nella giacitura dei piani e nello sfondo del cielo, ma sono campi gravitazionali ove le tensioni dello spazio scorrono gravitate o repulse dalla discontinuità degli andamenti.


La pittura è arte dello spazio come la pittura è arte del tempo. E il quadro appare subito, interamente presente nel suo essere spazio congelato. Ma in Grelo si manifesta la stessa fase tipica della musica che si svolge nel tempo perché la forza del contenuto vitale, che erompe come energia misterica dal quadro, avviene con un continuum che attiene più al campo del tempo che dello spazio. La citazione di Bergson “la forma non è che un’istantanea presa su una transizione” appare qui come verificata sino in fondo con gli oggetti e le vedute viste e captate in un attimo entro il loro muoversi, maturarsi, crescere, di cui si percepisce il continuum. Nell’Ampelopsis sull’acqua le frange dei getti ramificati “non sono”, “stanno divenendo” e, sguardo dopo sguardo sono segnati dal pudore del vedere, nell’istante successivo come la ramificazione sia cresciuta. Nel Luce in fiore il fiore “ancora non è”. Il senso della sua crescita, avvitandosi nello spazio, fa apparire le foglie come gettiti “successivi” lanciati lateralmente a trovare equilibrio per lo sviluppo in altezza. Il tempo (di crescita) e lo spazio (occupato crescendo) si raccordano qui in una unità misterica.

Glauco Gresleri da catalogo edito da Editrice Compositori, Bologna, agosto 2001

Occasioni museali nel 

Parco Navile _ Bologna


2002  Università di Firenze _ Facoltà di Architettura
tesi di laurearelatori: Loris Macci, Alberto Baravelli







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stralcio del testo


if) Il progettoF.1) La strutturaNella evidenza logica che ogni operare nel territorio anche con un solo segno è atto di creatività antropica ( … il solco dell’aratro di Romolo è antesignano della Roma d’oggi …) il “Progetto” in argomento si è posto come proprio processo di sviluppo la ricerca puntuale e rigorosa di leggere in profondità tutta la “potenza” del sito per farne affiorare le caratteristiche non solo del “genius” materiale e di memoria (anch’essa ascrivibile in un certo senso ancora alla materialità come stato dell’essere …) ma anche di quelle più sottili presenze che si originano dalla sostanza reale delle situazioni e delle cose che costituiscono il genius del sito e che, per intenderci, potremmo circoscrivere con il termine “energia”.Questo campo aperto, di difficile analisi e resocontazione, inteso come importante e fondamentale per un vitale rapporto creativo con il sito, costituisce il vero senso conduttore di questo “progetto”.Chi scrive è fortemente convinto che il problema di procedere creativamente entro un contesto, non possa essere guidato solo da criteri di misura, di carattere, di stile, di nuovo ordine in cui vecchio e nuovo trovino un proprio equilibrio, ma debba esser quello di far si che le energie che vi albergano e di ogni natura (naturali, fisiche, acqua-verde-luce, geometriche, spaziali, ma anche di “emanazione” architettonica da elementi costruiti) possano risultare come improvvisamente scoperte, liberate, portate alla luce e rese palesi, in grado di trasformare attraverso il coordinamento attivo del progetto, il “sito” in “luogo”.Gli elementi di scala e di genius che il Progetto ha ritenuto di dover esprimere come coordinate del proprio procedere sono: F.1.1) La scala urbanaF.1.1.1) Le quattro “torri”Il primo problema progettuale è stato quello di scala, accedendo quindi all’idea di operare all'interno della città e non all'interno dell'isolato, rapportandosi alla città ma risultandone parte riconoscibile.Il Progetto affronta questo problema cogliendo dal luogo i segni di tre elementi di cerniera, forti presenze architettoniche nei vertici del quadrangolo interessato (la chiesa della Madonna del ponte delle Lame a cavallo del canale Reno, il cassero di porta Lame, la Salara) e immaginando da subito di completare l’effetto di definizione d’ambito urbano con la creazione di un quarto punto forte ad opera di un segno architettonico emblematico riconoscibile; aggiunto così da “chiudere” la referenza spaziale attinente appunto la definizione dimensionale del settore. La torre, inoltre, ha funzione di ponte sul canale Reno.I paragrafi seguenti (da F.1.1.2 a F.1.1.4) indicano carattere e funzione dei collegamenti tra le torri.  F.1.1.2) Via delle Lame e via Riva di RenoLa prima torre (chiesa della Madonna del ponte delle Lame) e la seconda (cassero di Porta delle Lame) sono collegate dal tracciato viario di via delle Lame. Questa strada, meccanizzata e resa pedonale sui due lati da portici che la fiancheggiano. Via Riva Reno, meccanizzata, è di collegamento tra l'attuale chiesa della Madonna del Ponte delle Lame e la “torre” emblematica di progetto.  F.1.1.3) Il percorso trasversale Salara-quarta torreIl collegamento di progetto tra la Salara e la torre emblematica su via Riva Reno è realizzato quale attraversamento pedonale del parco pedonale. Questo è parallelo alla via delle Lame ed altrettanto grande come ampiezza, pari almeno alla sede stradale più i portici su entrambi i lati nella sua sezione trasversale più minuta.   F.1.1.3.1) L'emanazione strutturale della SalaraPer definire la forma della “quarta torre”, quella di progetto, il progetto ha mutuato il passo strutturale della Salara riportandolo quasi parallelamente a via delle Lame sino su via Riva Reno.La traccia di questo passo è stata supportata da una traslazione ed una rotazione della stessa come:1)      enfasi dell'energia strutturale d'emanazione, dovuta alle continue occasioni d'interrelazioni tra le tre maglie sovrapposte;2)      significato di rappresentazione delle tre "scritture" sedimentate, idealmente, sul sito: la pianta del catasto pontificio, lo stato di fatto prima del concorso d'idee ed infine il progetto vincitore di Ludovico Quaroni;3)      mera funzione di scavalcamento delle costruzioni lungo la traiettoria di collegamento delle due torri in esame.  F.1.1.3.1.1) Gli “open cubes” La struttura emblematica che caratterizza tutto il percorso pedonale di distribuzione ai musei (che parte dalla “quarta torre” e arriva all'ex Salara) è generata, come già detto, dal ritmo d'interasse della pilastratura dall'ex Salara. Per mostrare le potenzialità dello spazio racchiuso da questo passo, ho operato con un’aggregazione espressiva di pilastri e di travi in modo da dare la sensazione dello spazio misurato tridimensionalmente, senza mostrare una struttura chiusa nel suo reticolo. Sarà quindi più d'effetto la scoperta della spazialità della Salara che diviene, quindi, luogo di confronto con una struttura chiusa nello spazio e articolata in funzione. Infatti gli “open cubes”, di origine sollewittiana, hanno come unica funzione di legare, con una continuità dimensionale, tutto lo spazio del parco.  F.1.1.4) Percorso di collegamento da porta delle Lame alla SalaraIl tratto tra l'ex Macello e le mura è lasciato libero per potere leggerne, passeggiando, le relazioni spaziali, dimensionali, l'estetica dei fronti ecc... Il dislivello tra la quota dei viali e il piano di giacitura del porto è risolto da una rampa in prossimità dell'ex Salara.   F.1.2) La presenza e il senso dell’argineIn una Bologna che via via ha nascosto la presenza dell’acqua ignorandola come elemento di valore naturalistico e come promozione a fasi d'astrazione spirituale, pare irrinunciabile far risorgere in questo quadrante urbano, segnato dai punti forti del canale di Reno, dal canale del Cavaticcio, dal Porto del Navile, il senso della presenza naturale dell’"acqua di Bologna”. La cui latenza non sembra doversi ricavare solo da un’opera d'esaltazione dei corsi di flusso, ma anche da affioramenti (a setaccio come recita il progetto), a memoria ed a significazione della situazione di ristagno e stati paludosi che, nella storia, hanno caratterizzato questa parte della città essendosi costituita, allora, come reale ostacolo al suo sviluppo di utilizzo reale.  F.1.2.1) Il Canale Reno ed il canale CavaticcioL'operazione di riapertura del canale Reno, per il breve tratto a fronte dell'ex Manifattura Tabacchi, permette la rilettura del tracciato del canale, del carattere dell'impianto fluviale artificiale nella città, il raffronto con il naturalistico canale Cavaticcio, la sensazione di un'articolazione dei percorsi acquei che attraversavano la città incontrandosi per fornirla maggiormente, nonché la riqualificazione dell'edificio stesso dell'Art Nouveau (ex Manifattura Tabacchi) che viveva nel riflesso e nei vapori della superficie fluviale.Inoltre la riapertura di tutto il tratto del canale Cavaticcio attraversante l'isolato (e non come oggi diviso in due tratti limitati), esplicita maggiormente il tracciato del fiume.  F.1.2.2) Il Porto NavileLa soprintendenza, attraverso scavi ha ritrovato pressocchè intatto il suddetto Porto (già affrontato in A.3.10). Obiettivo del progetto è quello di restaurarlo per permettere al cittadino di godere di un manufatto ricco di valore espressivo e d'importanza storica nella economia della città.F.1.2.3) Il “setaccioCirca la presenza dell'acqua nel sottosuolo della città il progetto intende renderla “presente” e quindi farla affiorire. La già raccontata apertura del canale in via Riva Reno e l’esistenza del canale Cavaticcio e del Porto Navile circoscrivono una fascia territoriale entro mura che deve essere esaltata non solo come scontata rilettura dei canali stessi, ma della natura acquea del sito.Come il setaccio spinto nelle acque permette nel suo scuotersi la scoperta di pagliuzze d'oro, qui il "setaccio" viene impresso nel terreno per scoprirvi, invece, superfici d'acqua nascoste. Fanno parte di questo sistema: le corti all'interno dell'isolato compreso tra via Castellaccio e via Azzo Gardino, minute bucature all'interno del disegno arabescato del percorso degli open cubes, la corte all'interno dell'edificio amministrativo, le due grandi vasche all'interno delle due corti del museo. Inoltre, fontane, sorgenti, cascate, acqua nebulizzata, determinano ulteriormente l'effetto. F.1.2.4) Le CostellazioniLe vasche presenti nelle corti del museo, della stessa ampiezza dell'auditorium, sono interessate da forme geometriche quali triangoli, cerchi, quadrati. Il progetto di questa sequenza armonica di forme ha adottato la posizione di stelle delle costellazioni di .Corvus, Virgo, Coma Berenices e Cor Caroli.Anche la variazione di forma è ottenuta dallo studio delle luminosità delle stesse scelte. Non voglio qui indicare un'operazione simile alle feritorie nelle piramidi1 oppure alla parete massiva di Ronchamp, ma solo usare le posizioni delle stelle quale elemento di gioia alla progettazione.1)  oppure al posizionamento delle piramidi nella "teoria della correlazioni di Orione".2)  Nella scala delle grandezze apparenti, da me adottata, il triangolo è simbolo delle stelle più brillanti, segue il quadrato ed ultimo il cerchio.
F.1.3) I “tagli” a scala territorialeAll'origine dei “tagli” è la volontà, in scala territoriale, di dare cadenza espressiva alla distanza dei canali e di conquistare la dimensione ipogea, la profondità oltre la coltre del terreno nello stesso territorio prima di destinare l'escavazione alle parti interrate del progetto edilizio.Come solchi impressi sul terreno, i “tagli” occupano parte di via Castellaccio e via del Rondone e, seguendone la direzione e la dimensione, si dilatano sino ad arrivare in prossimità dei canali Cavaticcio e Riva di Reno. Le strade citate divengono così occasione poetica perdendo la propria funzione distributiva. Questo criterio si attua tramite accorgimenti di scambio dal resto della rete stradale che permette di servire soddisfacentemente tutta l’edilizia interessata.I tagli si azzerano sul resto della città, si abbassano nel lotto centrale del progetto per "sfondare" sul canale del Cavaticcio. Questo degradare è così condizionato dalla non possibilità dei "tagli" di esprimersi fuori del contesto dell’isolato ma anche dalla necessità di generare dei luoghi più prossimi all’acqua dei canali.F.1.4) Il declivio del terrenoLa città di Bologna, adagiata sulla pianura di propaggine collinare, presenta una giacitura contrassegnata da un dislivello, tra i viali di circonvallazione a sud e quelli a nord di oltre ml. 22.L’andamento della composizione urbana che si plasma su tale piano inclinato non permette peraltro la lettura di questo fenomeno e la struttura compositiva non segnala in modo espressivo questo lento degradare per mancanza di situazioni compositive ove il dislivello risulti evidenziato (fatta eccezione per le diversità delle altezze nelle basi delle colonne dei portici nelle vie nord-sud, come via Indipendenza per esempio).In una lettura conoscitiva e come proposito di dare forza alle situazioni di potenza dell’area, il Progetto si pone il compito di operare perché il declivio dell’area risulti agente espressivo del sito e concorra a rendere evidente nelle modalità di lettura, e la comprensione della sua realtà di struttura “che degrada verso la pianura (vedi punto E.1.6.1)!E.1.5) Il verdeNella destinazione programmatica dell’area oltre le funzioni museografiche e di parcheggio compare anche quella a verde, con l’intendimento di dotare questo settore della città di un’area di respiro contrapposta a quelle tra le porte S. Stefano e Castiglione (giardini Margherita) di porta Saragozza (giardino dell’Università) di porta Galliera (Montagnola) e di porta Mascarella (Orto Botanico).E’ peraltro da evidenziare come il concetto di verde urbano coinvolga vari elementi di struttura che comprendono oltre la presenza di masse arboree, anche la sensazione di libertà e dimensione degli spazi, il senso della libera deambulazione, la percezione che vi sia la possibilità di esprimersi, per i singoli individui, secondo comportamenti diversificati quali: il sostare, il deambulare, il poter scegliere percorsi alternativi, la scoperta delle reazioni diverse a seconda di ambientazione, spazialità alternative e propositive.Verde urbano è quindi un insieme complesso in cui al senso di rapporto con gli elementi naturali della vegetazione, si congiungano le situazioni emozionali propri degli ambienti naturali. Così il “Progetto” deve poter assicurare qualità d'astrazione e di creatività interpretative. Promozione e percorsi obbligati, viste prospettiche, senso dello stare, alternative alla movimentazione, rapporto differenziato in senso prossenico con le piante ( … da lontano le grandi chiome, da vicino quelle minori, da sotto, da dentro da sopra, .. ecc.)Ma soprattutto il rapporto sinergico tra acqua e verde, in una spazialità controllata e generatrice d'ordine, deve manifestarsi come momento di costruzione spirituale, dalla comprensione dei contenuti di potenza del sito alla loro esaltazione attraverso l’evidenziazione delle loro energie.  F.1.5.1) Belvedere - Lettura spaziale dell'intero isolato                       Vi è un punto rialzato, di una collina ad andamento plastico accentuato, dal quale si riesce a leggere spazialmente tutto il vuoto dell'isolato. Dalla zona portuale alla Manifattura Tabacchi, da via Calori a via Marconi, tutto è libero senza impedimenti di visuali.  Questo spiega, in parte, la composizione bassa di tutto l'intervento architettonico.  F.1.5.2) Le fontanePer la progettazione delle fontane ho impiegato simbologie figurative etrusche, interpretate liberamente quali contributi formali. Va peraltro evidenziando il fatto che, benché il primo insediamento umano nell'area sia stato appunto etrusco, senza peraltro che ne sia rimasta traccia alcuna, l'operazione di utilizzo di tali referenze non intende assumere un significato letterario o storico ma solo come gioia di lavorare con forme antiche.  F.1.6) Il percorso rettilineo dall'ex Manifattura TabacchiL'ortogonalità della palazzina dell'ex Manifattura Tabacchi con il canale Reno, l'entrata del forbice d'ingresso esattamente in direzionalità centrale al parco, hanno determinato l'idea di un percorso di attraversamento veloce, quale spalla di quello di libera deambulazione parallelo a via delle Lame. Mentre il primo è un percorso di svago e di tempo libero, questo ha carattere di collegamento immediato e rapido e pertanto, anche per distinguersi da quest'ultimo, è rettilineo, di minore larghezza e di limitata lunghezza. Non attraversa interamente l'isolato, ma si ferma sull'attuale Via del Rondone.  F.1.6.1) I due muri ad "L"L’idea di queste strutture è costituire "misura d'ordine" dell'intera area, di enfatizzare e consolidare, con il loro lato ad ovest, il percorso ortogonale proveniente dalla Manifattura Tabacchi e di aprire la visuale e gli spazi verso le due corti che determinano i glomeri della vita museale, con i loro due lati trasversali.  F.1.6.2) Le corti del museo      Le due corti, contenute dai muri ad "L", evidenziano la struttura del museo come composta da due luoghi differenti. Il concetto della bipolarità funzionale è confermato con la ripetizione in entrambe le strutture di due atri e due glomeri di sale espositive indipendenti. Ognuna delle corti, nodi centrali dei musei è qui intesa (riprendendo Ando) quale <<luogo ove la vita si dispiega nell’interno di una casa e rende percepibili fenomeni quali la luce, il vento e la pioggia, osservati invece con indifferenza nella vita della città>>1.1) Francesco dal Co "Tadao Ando - Le opere, gli scritti, la critica" - Electa Milano 1994  F.1.6.3) Le piazzeEsse sono intese ed organizzate strutturalmente come punti di cerniera focale. La prima, a livello del parco e a cavallo tra i due corpi abbassati dei due musei, permette di leggere dall'alto, di qua e di là, le due ali dell'organismo. La seconda piazza, viene a riproporsi nella zona portuale per collocarsi in un luogo pressoché baricentrico alla corona costituita dalle attuali presenze edilizie.  F.1.7) Le mura urbane e la loro emanazione energeticaLo studio persegue al riguardo il criterio già seguito per la emanazione della Salara, ma con un obiettivo diverso. Nello studio delle rappresentazioni storiche dell'isolato le mura sono l'unico elemento monumentale che impressiona il luogo. Tutte le altre costruzioni (case) sono piccole e in relazione assolutamente sottodimensionata rispetto al terreno dei campi.E’ importante capire come le mura individuino le condizioni del vivere il territorio rispetto la città: uno stare dentro ed uno stare fuori. Chi è fuori vede una muraglia indistinta senza inizio, fine e ritmo. Da dentro il passo strutturale della pertica individua i contrafforti che con gli archi scolpiscono lo spazio. E' il dentro che quindi risente della struttura e deve manifestarla. Il progetto non intende le mura come reperto passivo, come ossa di dinosauro solo da conservare e da mettere in mostra, ma come sorgente di una energia plastica che influenza l’area; come se da esse si emanasse una carica che misura tutto l'interno urbano. Ma dove fermarne l'emanazione? E’ vero che concettualmente dovrebbe arrivare al centro della città, con tutte le altre emanazioni dei reperti ancora presenti, ma la relazione visuale si perde ben presto e si scontra con il perimetro, ideale, dell'ex convento di Santa Maria Nuova che interessava la zona. Questo convento è una grande presenza che con i suoi orti arrivava sino alla strada di attraversamento dei campi. Ed è proprio qui che ho voluto terminare, sulla strada, l'influsso delle mura.  E.1.7.1) Le due “bretelle”Due forme accompagnano il progetto per tutta l’area infiltrandosi in tutti gli anfratti successivi alla loro traiettoria. Mentre la struttura dei “open cubes” è chiara in tutta la sua estensione, queste “bretelle” mutano di volta in volta la loro funzione in modo da dialogare in maniera più libera con l’intorno; diventano colline, rampe, pavimentazioni.La loro genesi è legata all'emanazione delle mura e più precisamente alla loro reciproca distanza di contorno. F.1.8) Valorizzazione delle strutture esistentiF.1.8.1) Via Azzo GardinoQuesta via è di grande importanza storica in quanto ultimo segno di un ordine e di una scala delle sedi viarie che ora non è più. Nel progetto, la massa degli alberi, lo sprofondamento del Porto, lo stacco ipogeo del ristorante, la perimetrazione decisa dell'isolato compreso tra via Azzo Gardino e via Castellaccio ed il sistema determinato dalla "lama" del convento di Santa Maria della Natività delimitano con forza il nastro stradale -occupando i vuoti tra gli edifici esistenti- esaltandone così l'andamento e la sua dimensione "domestica". F.1.8.2) Superfettazioni come ritmo sul canale del CavaticcioGli edifici di via del Porto e di via Azzo Gardino seguono il corso delle strade spingendo verso il canale proprie superfettazioni. Questo determina un sistema d’incastro incompleto che trova proprio nel canale la sua mancata saturazione. E' per esorcizzare ed enfatizzare questo ritmo che i "tagli" sfociano sino sul canale, proprio come hanno fatto le superfettazioni degli altri edifici. Il secondo "taglio", di via del Rondone, è quello che conclude questo sistema per aprire ad uno spazio libero caratterizzato dalla presenza del porto Navile.  F.1.8.3) La “lingua” dell'ex FornoA nord-est abbiamo la presenza significativa del grande edificio dell’ex Forno del Pane che con la massa del suo forte prospetto chiude la zona pre-portuale e che, come punta di un sistema a “lingua” conclude la zona precedentemente descritta compresa da via del Porto e via Azzo Gardino. L’ex Forno si relaziona con l’edificio compreso da via del Porto, via Fratelli Nello e Carlo, via Don Minzoni e via Marconi per divenire un’unica struttura che si relaziona con la complessità dell’area solo come fondale, in quanto struttura chiusa in se stessa senza linee di scambio con il contesto.  F.1.8.4) Isolato compreso tra via Castellaccio e via Azzo GardinoOggi sono rimasti solo due edifici di un isolato che in tutte le rappresentazioni cartografiche e pittoriche si riconosceva come "blocco unico" nell'area; si manifestava cioè sull’area, pure inserita in un sistema rurale, come forte componente urbana.Per ridefinire la sua presenza-assenza anziché svilire l’attuale vuoto con un pieno edilizio, il progetto ha preferito bucare il terreno sino ai perimetri delle sedi stradali di via Castellaccio e di via Azzo Gardino congiungendo visivamente l’interno dell’isolato con la piazza su via Marconi.  F.1.8.5) La “lama” del convento di Santa Maria della NativitàIl volume della navata centrale della chiesa di Santa Maria della Natività continua, con altra edilizia, verso l’interno dell’isolato, come fosse una “lama” di coltello. A conclusione di questa il Progetto disegna un setto murario che arriva a chiudersi su via Azzo Gardino.Il sistema adottato nasce dall’esigenza di compattare blocchi edilizi ora disgregati; come l’edificio che fa angolo con via delle Lame, compreso inoltre da via A. Menarini e piazza VII novembre 1944, e l’ex Macello, anche questo corpo risulta così chiuso su se stesso.  F.1.9) Dalle geometrie quaroniane   F.1.9.1) La piazza e l'edificio ad "U"La dimensione a scala urbana della piazza e dell'edificio ad "U", prossimi all'ex Manifattura Tabacchi, confrontati con l'ingombro planimetrico dell'ex Macello, costituiscono un sistema d'equilibrio dell'area nelle sue estremità di nord e sud.Il progetto legge il sistema mantenendo integro il volume di perimetro dell’ex Macello e citando, tramite dislivelli del terreno e filari d'alberi, la spazialità di progetto della piazza Quaroni.  F.1.9.2) Il cerchioNon viene preso come forma assoluta ma viene interpretato come generatore d'energie centripete (concetto della sotto-cancellatura, paragrafo C.2). Questo criterio si manifesta costruttivamente attraverso la libera forma e dimensione delle rampe che servono il museo del lotto centrale, e da un complesso insieme di volumi edilizi, pendenze, eccetera.  F.1.10) Le tre “esplosioni”                                                   La complessità organizzativa e formale, che l'insieme delle tracce e delle situazioni in essere impongono all'area, hanno determinato nel progetto andamenti compositivi molto liberi e dotati di tensioni energetiche. Nell'ambito del progetto si distinguono tre punti forti di queste situazioni che sono state nominate "esplosioni" appunto ad indicare la loro caratteristica compositiva.  F.1.10.1) Prima "esplosione" - Braccio est del convento di Santa Maria NuovaIl braccio est del convento di Santa Maria Nuova (concetto della simultanea presenza, paragrafo C.2), lungo e stretto, compare nelle varie rappresentazioni cartografiche disegnato con le più svariate inclinazioni e, in epoca successiva, si trova ulteriormente caricato anche dall'edificio dell’ex Manifattura Tabacchi e da uno dei lati dell’edificio ad "U" di Quaroni.Tutte queste rappresentazioni-scritture sono riportate nel progetto entro un sistema edificato che assume, nel contenerle, forma appunto espressiva di una vera e propria "esplosione". F.1.10.2) Seconda "esplosione" - La frammentazione cortilivaLa seconda "esplosione" nasce da un sistema di vasche -aree verdi definite da un contorno architettonico in struttura muraria- composte secondo una sequenza come di sovrapposizione, accostate, contrapposte,  inclinate, che contengono essenze diverse e non calpestabili. Questi "campi" ripropongono, con la loro figurazione, un'interpretazione degli spazi ortilivi privati che da sempre (solo oggi non è più) hanno caratterizzato i lotti dell'intero isolato centrale.  F.1.10.3) Terza "esplosione" - Energia residuaLe due precedenti "esplosioni" interessano una zona limitata dell'area d'intervento -quella a sud, in prossimità della palazzina dell'ex Manifattura Tabacchi, e quella baricentrica, tra i due "tagli" a scala territoriale-, che abbisognano di equilibrio nella zona portuale.Questa terza tensione energetica non ha assunto riferimenti né tracce di edifici storici, né interrelazioni tra volumi edilizi esistenti e né geometrie quaroniane, perché non ne risultavano sovrapposizioni significative di composizione. Si è operato, quindi, per pura creatività leggendo le "cariche" delle precedenti "esplosioni" ed evidenziandone l'effettivo affiacchimento, verso nord, con un solo minuto segno di richiamo. Questa "energia residua" è un volume, a base di parallelogrammo, senza alcuna funzione specifica.  F.11.1) Relazioni con l'ediliziaF.1.11.1) Edifici storici dello stato di fattoTutti gli edifici di valore storico presenti nell'area sono integri nelle loro parti e abbisognano solo di opere di consolidamento, restauro e pulizia senza l'esigenza di dover ripristinare ex novo parti determinanti al carattere della propria forma. I recenti scavi, inoltre, hanno portato alla luce ambienti costruiti (appartenenti ad esempio all'ex convento di Santa Maria Nuova) ancora ben definiti nelle loro parti -soffitto, pavimento e pareti- e significativi per la lettura comparata con le antiche rappresentazioni degli edifici stessi divenendo parte integrante del processo filologico. Si "trovano" nel terreno quelle tracce che le iconografie del tempo suggeriscono come "possibili".  F.1.11.2) Il vuoto interno<<I vuoti interni non sono nella città storica, e in particolare a Bologna nell’addizione della terza cerchia, un “altro” dal pieno architettonico. In vero ne sono solo in apparenza l’antinomia; al contrario il pieno e il vuoto realizzano una dialettica morfologica precisa, fino a costruire un linguaggio formale, ambientale, funzionale organico, un tutt’uno imprescindibile>>1.Nel progetto il vuoto, all’interno dell’area, è mantenuto in tutta la sua estensione per mezzo d’interventi costruiti solo sotto il livello del terreno. L’impianto a verde alto nello spazio, come in tutte le corti bolognesi viene, viene fatto con essenze decidue che ne determinano il carattere e la dimensione.1) R. Scannavini / R. Palmieri "La storia verde di Bologna" - Nuova Alfa Editoriale, Bologna 1990  F.1.11.3) MisuraLa mancanza di misure, nei rilievi e nelle iconografie, del convento di Santa Maria Nuova (demolito alla fine del 1700) ha condizionato tutto lo sviluppo del progetto.L'esigenza di ridisegnare la pianta dell'oggetto1, in tutte le sue rappresentazioni, ha richiesto un attento studio di riferimento ai valori numerici ricorrenti, quali "metro" del costruire. Si è ritenuto utile l'esperimento di adottare quindi l'abbaco comune all'edilizia della città: le "antiche misure" di lunghezza, superficie e volume di Bologna.<<[...] Per quanto concerne le misure lineari comunemente adoperate dall'edilizia, la maggiore era la pertica (m. 3,80), composta di 10 piedi (cm. 38), ciascuno dei quali era suddiviso in dodici once (cm. 3,17). Il piede quadro (cm. 38x38) corrisponde a circa 0,14 mq, mentre la pertica quadra (m. 3,80x3,80) ha un'area di mq 14,44. Nella pratica di cantiere si impiegava anche il passo>>2 pari a cinque piedi (m. 1,9).L'operazione suesposta non deve essere intesa come effimero tentativo d'avvicinamento alla realtà dell'edificio, ma bensì quale occasione d'intervenire con il progetto nell'edilizia antica tramite le proprie unità di misura.L'impiego della pertica, del piede, ecc... è divenuto così naturale nel procedimento di analisi da influenzare nella fase di progettazione la scelta di tutte le misure di base -larghezza e lunghezza- e di altezza. Tutto è misurato con la pertica bolognese.1) vedi C) Il significato del progetto.2) da il Manuale di metrologia di Angelo Martini (Torino 1883).  F.1.11.4) I materialiLeggiamo dal testo di Marinelli-Scarpellini1 quali sono i materiali, oltre il mattone bolognese, adoperati nell'edilizia storica della città ed il loro valore d'impiego:<<Le pietre da taglio utilizzate attraverso i secoli nell'area bolognese sono state solamente la selenite e l'arenaria. La selenite (costituita da grossi cristalli di gesso) può essere facilmente cavata e squadrata, ma non è lavorabile secondo motivi ornamentali e decorativi, non può essere cesellata; l'arenaria invece ben si plasma con lo scalpello in qualsiasi voglia forma, ma meno di quella resiste alla compressione. Per realizzare elementi puramente strutturali, grossi blocchi murari, privi di ornamenti, in epoca romana e medievale si utilizzò la selenite (resti del teatro romano, cerchia muraria tardoantica, basamenti delle torri cittadine e dei torresotti, architravi di porte e finestre). [...] La varietà di arenaria presenti nel territorio bolognese, ed ampiamente utilizzate come pietre da taglio, sono il macigno e la molassa. "La differenza (...) attinente ai caratteri tecnologici consiste in ciò; che questa è più disgregabile di quello; presenta minor compattezza, minore uniformità di tessitura, e grado minore di resistenza alle azioni meccaniche, sia perché vi predomina l'elemento arenaceo, quarzoso, sia perché questo stesso elemento è più ineguale e grossolano". [...] (Bombicci 1872-98)>>.L'uso di questi materiali sarà adottato specificatamente per le opere di finitura quali pavimentazioni, gradini, paramenti murari ecc... manovrandoli come elementi espressivi, quasi reperti di tecnologie di memoria, riservando alle parti strutturali all'edilizia di progetto materiali pregni delle tecnologie contestuali.1) L. Marinelli / P. Scarpellini "L'Arte Muraria in Bologna nell'età pontificia" Nuova Alfa Editoriale, Bologna 1992  F.1.13.5) Il colore<<Il programma cromatico delle facciate bolognesi è basato sull'accostamento dei colori giallo e rosso, .... o meglio di color arenaria (o "bigio", o "color travertino") e del "color mattone", ... naturalmente sfumati in varie gamme tonali.>>1.1) L. Marinelli / P. Scarpellini "L'Arte Muraria in Bologna nell'età pontificia" Nuova Alfa Editoriale, Bologna 1992  F.2) Impianto distributivo e rapporti funzionaliF.2.1) Percorsi e parcheggiIl complesso parco-museo presenta massima permeabilità d'accesso e d'attraversamento dalla compagine urbana dell'intorno.Mentre il settore sud affida l'accessibilità pedonale direttamente dalle aree di connettivo urbano pensando all'attualizzazione di questi accessi da parte di visitatori che comunque frequentino pedonalmente il settore, nella zona nord, che rispetto alla centralità urbana, è più distante e che più facilmente si riferisce alla viabilità meccanizzata dei viali di circonvallazione, un ampio parcheggio di 400 vetture permette lo scambio vettura-pedone immettendo i visitatori in un punto baricentrico al settore terminale del parco.I percorsi pedonali di penetrazione sono fatti coincidere con quelli d'attraversamento rendendo così al parco-museo la situazione a forte senso di fruibilità, anche come semplici percorsi funzionali del connettivo pedonale urbano. A semplice indicazione dei grandi tracciati possiamo elencare:-          Il percorso longitudinale da sud che da via Riva Reno, nella posizione emblematizzata dalla nuova torre, entra tangente alla testata est dell'edificio Manifattura Tabacchi per percorrere, in senso longitudinale, il parco. Questo percorso è vivacizzato da tutta la serie delle situazioni topiche: del primo ingresso al museo, del piccolo ufficio informazioni vetrato su due lati e copertura, dell'affioramento del grande coperto-lucernario delle sale espositive, del doppio affaccio sulla piccola corte interrata di est e su quella più grande ad ovest, dell'attraversamento a ponte che arriva sino, verso ovest, a lambire il percorso longitudinale rettilineo di cui si dirà appresso, dell'affaccio sul primo grande "taglio" e via via ancora dell'attraversamento tra i due settori a copertura-lucernario, sino al punto d'innesto con la grande scalinata di accesso al secondo blocco del museo, e infine a sfociare direttamente, verso nord, sulla via Azzo Gardino e all'affaccio sul secondo "taglio". E' importante segnalare come questo percorso rappresenti il massimo contributo del progetto alla qualità espressiva del percorso che, attraverso la molteplicità degl'incontri figurativi con le forme architettoniche emergenti e d'escavazione, è reso complesso e di forte vivacità scultorea dalla concrezione di stampo pseudoarcheologico degli open cubes.Il percorso longitudinale, supera l'incontro con via Azzo Gardino con il quale stabilisce peraltro un rapporto diretto di scambio per proseguire attraverso lo stesso edificio dell'ex cinema Embassy trasformato in aggregato museale sino all'incontro con la grande piazza simmetrica a quella posta a cavallo tra le due corti ipogee, e concludere la sua enfasi connettiva sino al luogo monumentale del porto Navile e della Salara.-          Un secondo percorso longitudinale si costituisce come direttrice cartesiana nell'insieme articolato del complesso dando ad esso tutti gli attributi fondamentali per un possesso psicologico del sistema: l'orientamento, la linearità assoluta, l'indifferenza alla ricchezza dei fenomeni plastici sui due propri lati a costituire segno di percorso veloce e autonomo sino a sfociare sul secondo "taglio".Questo percorso galleggia sul proprio lato est in affaccio ai due grandi incassi delle corti mentre comunica a livello con la piazza alta che trasversalmente immette nel percorso a cubi di cui al punto precedente, sino a lasciare intravedere l'isolato compreso tra via Castellaccio e via Azzo Gardino nobilitato dall'affioramento delle vasche d'acqua alla massima ubicazione di est. Questo percorso che abbiamo connotato nella sua forza direzionale è fortemente accentuato, nella sua capacità d'espressione urbana, da alcuni fenomeni che vivacizzano l'esperienza del percorso stesso. L'origine del percorso che nasce nel punto emblematico dell'accesso a loggia dell'edificio ex Manifattura Tabacchi, la presenza verso ovest della grande massa arborea con piante ad alto portamento che fa da spalla a tutto l'impianto parco-museo e, verso il fondo, il glomere a forte accentuazione plastica delle colline cilindriche artificiali che concludono paesaggisticamente il complesso verso la zona terminale di nord.-          L'accessibilità e il relativo attraversamento trasversale da via delle Lame, come prosecuzione di via Grimaldi, da ovest e dal reciproco accesso da via Azzo Gardino a fronte del Largo Caduti del Lavoro che si costituisce come grande variante al percorso di via Riva Reno, qui in condizioni di vivere un esperienza di un ambiente plasticamente di grande vivacità per l'incontro con le figure di architettura, di plastica, e di paesaggio.-          Ultimo percorso trasversale è quello d'estremo margine nord che nobilita un'area libera già esistente ma ora negletta, all'interno e tangente al tratto di mura urbane ancora esistente su viale di circonvallazione. Questo percorso nasce dalla piazza di porta Lame e in, direzione est, arriva a sfociare in prossimità di via Don Minzoni nella zona di spofondamento, entro cui si colloca sul livello ipogeo originale sia l'impianto edilizio della Salara sia le vecchie strutture portuali del Porto Navile, realizzando così continuità connettiva con la parte terminale del primo grande attraversamento longitudinale. F.2.2) Organizzazione-funzioneL'impianto museale strettamente connesso e generatore dell'impianto del parco stesso presenta a livello di organizzazione generale due settori museali sufficientemente autonomi, l'uno rispetto all'altro, ma integrati e connessi con un blocco baricentrico di servizi generali, biblioteca e sala congressuale. La situazione ipogea impone alla struttura delle escavazioni che costituiscono occasione per due grandi corti interne che diventano strutture d'illuminazione e ventilazione dei blocchi interrati integrati, anche da cavedi minori. Le coperture sono in parte interessate da grandi superfici illuminanti realizzate con lucernari, quasi come fossero serre di giardini botanici che, affiorando dal terreno, costituiscono superfici riflettenti e a forte effetto plastico di giorno e immagini magiche di luce dal basso di notte.Distributivamente, a grandi linee, distinguiamo un primo settore che comprende anche la parte destinata alla ristorazione e, a fronte della prima grande corte su cui si affaccia questo blocco, una stecca organizzata per i laboratori di restauro. Il blocco centrale che gode pure dei due affacci contrapposti verso la grande e la piccola corte in cui sono ricavate la sala assembleare, la biblioteca e gli altri servizi, come già detto, e la cui testata innestandosi fra i due corpi di museo realizza un innesto sia planimetrico che altimetrico con i vari piani. Il secondo blocco beneficia dell'affaccio sulla seconda corte ma anche di quello, con andamento diagonale, verso il primo grande "taglio" sul quale si affaccia anche il corpo degli uffici e delle centrali tecnologiche .Va subito segnalato come le due corti sui quali si arroccano gli spazi ipogei hanno, parzialmente, un "pavimento ad acqua" sia a memoria della zona paludosa di questa parte della città, ma soprattutto per dare maggior senso di profondità, e per effetto della riflessione a specchio, un riverbero luminoso dal basso, affinché questi due meccanismi risultino occasioni per una spazialità gioiosa e gradevole.Dal punto di vista distributivo l'impianto, pur nella ricchezza della sua complessità intesa come occasione strutturante per rendere gli ambienti interni carichi di tensioni differenziatrici, presenta organizzazione distributiva semplice e chiara.Gli accessi a scendere dal livello del parco al livello dell'impianto ipogeo dei corpi museali avviene dai due massimi estremi dell'area, permettendo poi che i percorsi di utilizzo si incontrino e si scambino nella zona centrale, dove avviene contestualmente il fenomeno di incastro dell'area culturale della sala dei congressi con il primo grande "taglio" ipogeo.Più in particolare :-          Al blocco a sud si accede per la grande scalea, servita anche da ascensori, che immette in una zona filtro, dotata di reception e spogliatoi, da cui si passa direttamente sia allo spazio di ristorazione con affaccio diretto sulla vasca d'acqua della grande corte, sia all'area espositiva contraddistinta da una prima sala a spazialità libera e da una successione di altre in cui la complessità degli andamenti architettonici facilità l'esposizione differenziata e topica delle opere. Nella parte terminale si colloca il bookstore, illuminato ad est da un cavedo mentre il suo fronte sud si affaccia su un percorso a scendere che, costituendosi come galleria interna, realizza il passaggio al secondo blocco museo.-          Il secondo blocco museale si colloca all'interno di spazi connettivi e di deambulazione risultando così aggredibile sul piano visuale da tutti i lati. Con una forma pressoché triangolata presenta un lato di grande affaccio direttamente sul primo "taglio". Dalla parte opposta raggiungibile dal "taglio", attraverso una rampa che a gradoni successivi sale dal livello del museo al livello del parco costituendo l'andamento ad arco verso nord, l'accessibilità al museo avviene da un'ampia scalinata che collega il livello del parco con il piano della seconda corte ove l'ingresso è anche qui organizzato, nella zona di primo accesso, con relativi servizi d’informazione e spogliatoio. Pure questo settore è organizzato architettonicamente attraverso spazi che, pur in una continuità fluida fra di loro, presentano luoghi topici a carattere differenziato per facilitare l'esposizione frazionata e caratterizzata delle opere.-          Elemento importante nell'organizzazione e nella distribuzione di tutto il complesso organismo, è la parte centrale organizzata a ponte trasversale tra i lati est ed ovest del parco. Questo settore presenta la particolarità funzionale di doppia accessibilità meccanizzata rispettivamente nelle due testate estreme, con accesso tramite rampe dal piano veicolare urbano al piano interrato dell'organismo. E precisamente: l'accesso meccanizzato ad ovest immette in un'area centrale di distribuzione dei servizi con corsello ai depositi del ristorante e a tutta la stecca di laboratori sia del primo che del secondo corpo museale; l'accessibilità da est immette ad una piazzola ipogea con servizio diretto alle parti museali per il carico e scarico delle opere, ai depositi delle opere stesse, nonché alle centrali tecnologiche ed infine anche alla parte interrata del corpo degli uffici, che, ricavato da un edificio preesistente si affaccia sul grande "taglio" per rapportarsi direttamente con tutto l'impianto museale.Contenuto da queste due testate fortemente dotate di funzionalità di scambio con l'esterno è collocato il blocco centrale che funziona come interscambio ai due corpi museali. Organizzato su un unico livello esso comprende un settore dedicato alla biblioteca con spazi di deposito e di lettura, un'area office e di segreteria, e infine la grande sala per convegni.La spazialità di questa sala vive una condizione architettonica di grande qualità per l'affaccio su due lati verso le vasche d'acqua delle due corti nelle quali affiorano piedistalli per la locazione di elementi scultorei pure in mostra. Il fianco sud della sala è misurato ad una certa distanza dalla trabeazione architettonica che definisce la vasca a contatto con la vetrata come facente parte della struttura stessa della sala, il tutto accentuato dalla differenza di livello dalla vasca generale della corte. Questa vasca "interna" che, posizionata ad un livello più basso rispetto alla vasca esterna, permette una caduta di lama d'acqua a tutta lunghezza che si costituisce come prospetto di primo orizzonte per i fruitori dello spazio assembleare. Si mette anche qui in evidenza l'invenzione architettonica della pavimentazione ad effetto bombato sull'asse centrale, per una disposizione delle sedute secondo un andamento a superficie cilindrica che realizza, a parità di veduta verso la cattedra, un effetto di libero traguardo (per ognuna delle file longitudinali) di vista trasversale per la lettura in profondità delle due dimensioni architettoniche delle corti ipogee. In particolare l'osservatore sulla propria destra, mentre legge una vasca di minor profondità prospettica rispetto quella di sinistra, ha accesso di visibilità all'evento plastico delle colline artificiali che dal livello inferiore salgono fino al livello del giardino come un susseguirsi di forme architettoniche.  -          Nelle parti più a nord dell'organismo sono collocati rispettivamente ad ovest il parcheggio interrato ed a est un ristorante aperto sul canale.Questo ristorante si colloca a fianco di via Azzo Gardino presentando a livello stradale strutture di servizio scarico e deposito e lo stesso atrio con relativa scala a scendere, e a livello inferiore l'area di ristorazione. Particolare importante è che questo livello si raccorda in piano con il grande "taglio" ipogeo che sfocia verso il canale, in un'area resa interessante architettonicamente all'arrivo a livello della grande rampa a ripiani che scende con andamento curvo dal parco e in presenza di una parete nobilitata da una grande parete a cristalli liquidi che stabilisce un sistema di informazione per il pubblico di forte effetto di attrattiva. Il ristorante collocato in questo modo a fronte del canale, che qui costituisce appunto il riferimento altimetrico di quest'area, si affaccia su uno spazio verde di rispetto al corso d'acqua stesso con alberature tipiche del luogo, Salici a basso portamento, mentre la riva destra del canale per il naturale forte sviluppo in altezza della ripa pure alberata nel suo culmine costituisce sufficiente diaframma per parziale occultamento del retro degli edifici di via del Porto di basso livello edilizio.Sul lato ovest il grande parcheggio completamente interrato, senza relazione architettonica con l'impianto del parco museo, utilizza l'accessibilità meccanizzata diretta da via Lame, fronte via Rondone, per scaricare pedonalmente nel parco, con scale e ascensori, proprio alla testa terminale della seconda penetrazione longitudinale lineare di cui si ampiamente detto.

tadao ando

1996 
incontro con il maestro per sottoporgli questo progetto di passeggiata sull'Arno.i grafici sono stati tutti avvallati con disegno e firma autografa dell'architetto.
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