SQUALLOR: guida all'ascolto

Abbiamo passato interi pomeriggi ad ascoltare cassette registrate male, tredicenni nascondendoci, ventenni sbruffoneggiando: oggi abbiamo deciso di contribuire alla fruizione di un misconosciuto tesoro della stupiderìa condividendo l’ascolto attento fino al sospiro di qualche pietra miliare della vasta produzione di Pace, Cerruti & Co.

Quella che segue è una analisi critica che possa aiutare il neofita a comprendere come una puttanata possa essere ben congegnata, possa contenere riferimenti sofisticati e fintamente improvvisati: solo un malaccorto bollerebbe gli Squallor di essere semplici turpiloquenti o coprolalici: il parlare sboccato è un’affermazione del distacco dalle passioni che a volte serve a meglio capire: chi cazz’ m’o ffa fà?

Chi invece conosce e condivide la nostra passione, chi si sorprende a dire "sopradormendo" o "minchiamix" senza sapere più neanche dove ha sentito questa cosa (lo sa, lo sa) potrà confrontarsi con la nostra lettura critica.

Per rispetto e in sintonia con questi maestri abbiamo affrontato la stesura di questa guida con lo stesso spirito che li animava: pochi ripensamenti: un paio d’ascolti (ma quante volte abbiamo sentito saltare la prima piattola) e poi giù, quasi di getto.

Potrete trovare che la visione critica non è omogenea, potrete trovarvi in totale disaccordo con la nostra lettura, potrete anche pensare che Florinda Bolkan non sia mai stata a Nottingham e potrete anche comunicarcelo: vi leggeremo attentamente ma sempre profusi dello spirito atarassico riportato nel famoso haiku:

Semaforo rosso vai

Semaforo giallo tieni

Semaforo verde No

Confucio.

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