Futuro Sostenibile in Lomellina ODV

Foto di Alberto Fusar

Foto di Alberto Fusar


AGRIRISORSE EX ECOTRASS

OSSERVAZIONI DI FUTURO SOSTENIBILE

IN LOMELLINA

Inviate con firma digitale il 30 agosto 2022

Provincia di Pavia

Settore Tutela Ambientale, Promozione del

Territorio e Sostenibilità

PEC provincia.pavia@pec.provincia.pv.it

p.c.:

Spett. le Comune di Mortara

PEC comune.mortara@pec.regione.lombardia.it

Spett. le Regione Lombardia

Ufficio Territoriale Regionale Pavia

PEC pavialodiregione@pec.regione.lombardia.it

Spett. le ARPA PAVIA

PEC dipartimentopavia.arpa@pec.regione.lombardia.it

Spett. le A.T.S. di Pavia

PEC protocollo@pec.ats-pavia.it

Castello d’Agogna, 30 agosto 2022

OGGETTO: Osservazioni in merito a Istanza di verifica di assoggettabilità a VIA ai sensi dell’art. 19 del d. lgs. 152/2006 e dell’art. 6 della l. r. 2 febbraio 2010, n. 5, relativa al progetto Agrorisorse srl – Impianto di trattamento fanghi per lo spandimento in agricoltura e produzione di gessi di defecazione, in Comune di Mortara

DA RELAZIONE TECNICA

VARIANTE SOSTANZIALE DELL’AUTORIZZAZIONE N. 9/2021-R DELL’IMPIANTO DI MESSA IN RISERVA (R13), TRATTAMENTO/CONDIZIONAMENTO (R12/R3), RECUPERO A BENEFICIO DELL’AGRICOLTURA (R10) DI RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI, NONCHÉ PRODUZIONE DI “GESSI DI DEFECAZIONE DA FANGHI” del 15 giugno 2022.

OSSERVAZIONE N. 1

La richiesta di aumento della potenzialità di trattamento R3 ed R12 senza modificare la potenzialità complessiva annua, la quale rimane pari a 60.000 t/anno, nasce dalla evidente necessità di non essere assoggettati alla normativa dei fanghi il cui spandimento in agricoltura è regolato in modo puntuale a differenza dei gessi di defecazione.

Si fa tuttavia presente che questa modifica potrà avere un impatto sulle matrici ambientali soprattutto in un periodo così prolungato di siccità che non ha permesso il naturale dilavamento dei suoli ma altresi una concentrazione nei suoli e nelle acque di sostanze che possono incidere sulla qualità del suolo e delle acque.

Per questo motivo si chiede che, prima di concedere l'autorizzazione, sia valutato a causa della prolungata e drammatica siccità che ha colpito il territorio della Provincia di Pavia, l'impatto agronomico e ambientale dello spandimento dei gessi di defecazione su tutte Le matrici ambientali comprese l'aria.

Si ritiene oltremodo utile una valutazione ambientale in rapporto ai nitrati considerate le recenti autorizzazioni rilasciate dalla Provincia di Pavia in merito alle attività degli allevamenti intensivi. Si ricorda solo a titolo esemplificativo quello relativo al “pesante” ampliamento a Tromello dell'allevamento intensivo “Il porcellino d'oro" che ha più che raddoppiato il numero dei capi. Difatti i capi mediamente presenti passeranno da circa 14.000 a 30.000, mentre la potenzialità massima passerà dagli attuali 19.400 a circa 43.700 capi.

DALLA RELAZIONE TECNICA:

“… vista la disponibilità delle rete di fognatura nera e la complessità di gestione dello svuotamento della vasca di prima pioggia, anche al fine di ottimizzare i costi, si intende richiedere la possibilità di scaricare le acque di prima pioggia raccolte dalla vasca di 48 m3 in fognatura nera, presso apposito punto S3 nel collettore della fognatura nera”

OSSERVAZIONE N. 2

Considerato che

· le normative in vigore prevedono l’obbligo di accumulare le acque meteoriche ricadenti sulle superfici impermeabili e di trattarle al fine di evitare il rilascio nei corsi d’acqua o nelle pubbliche fognature di: sabbia, terriccio, idrocarburi, residui oleosi, particelle di materiali di consumo provenienti dagli autoveicoli circolanti, eccetera.

· Le direttive comunitarie n° 91/676/CEE “Acque meteoriche di dilavamento e acque di prima pioggia”, entrambe recepite dallo stato italiano, affermano al punto 3:

Le regioni disciplinano altresì i casi in cui può essere richiesto che le acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne siano convogliate e opportunamente trattate in impianti di depurazione per particolari condizioni nelle quali, in relazione alle attività svolte, vi sia il rischio di dilavamento da superfici impermeabili scoperte di sostanze pericolose o di sostanze che creano pregiudizio per il raggiungimento degli obiettivi di qualità dei corpi idrici.

Tutto ciò premesso, chiediamo che siano verificati dall’autorità competente se esistono pericoli di contaminazione delle relative superfici scolanti di natura tale da provocare l’inquinamento delle acque di prima pioggia fino al punto dove queste saranno scaricate.

Le motivazioni fornite nella richiesta di autorizzazione, a parte quelle indicate dalla ditta che parla di risparmio dei costi e di difficoltà di gestione delle acque di prima pioggia, non possono certo indurre a non prescrivere la separazione e il trattamento delle acque di prima pioggia da parte di Agririsorse.

Chiediamo allora che siano esplicitate in modo chiaro le modalità che si intendono adottare per evitare i pericoli di contaminazione delle superfici scolanti e come si procederà alla verifica di assenza di contaminazioni delle acque di prima pioggia riferibili alle attività svolte

La realizzazione di un pozzetto si suppone sia per il prelievo dei campioni. Ciò permetterà controlli periodici? Con quale regolarità?

OSSERVAZIONE n. 3

RELATIVA ALLA PRESCRIZIONE PRESENTE NELL'AUTORIZZAZIONE n.22/2017-R al punto F: VALUTAZIONE DI IMPATTO SANITARIO (VIS)

L’associazione Futuro sostenibile in Lomellina già nella prima CDS (8 ottobre 2015) e nelle successive Cds per la realizzazione e l' esercizio per la produzione di gessi di defecazione e di fanghi destinati all’utilizzo in agricoltura da parte della ditta Ecotrass, oggi denominata Agririsorse, chiese la VIS.

La Provincia di Pavia nel concedere l'autorizzazione a Ecotrass, oggi Agririsorse, inserì tra le prescrizione la VIS a un anno dalla messa in esercizio.

Si chiede allora di conoscere quali procedure siano state messe in atto dalla suddetta ditta per ottemperare a tale prescrizione a un anno dalla messa in servizio dell’impianto, secondo le indicazioni suggerite dalle linee guida per la componente salute pubblica, degli studi di Impatto Ambientale, ai sensi dell’art. 12 comma 2 del regolamento regionale del 21/12/2011, successiva deliberazione DGR N. 10/1266 del 24/1/2014 allo scopo di tutelare le condizioni di salute dei cittadini dei territori interessati.

A tale fine, nonostante le varie vicende processuali, essendo ormai trascorso abbondantemente un anno dalla messa in esercizio, si chiede, che prima di concedere questa nuova autorizzazione, la ditta ottemperi a quanto prescritto nell'autorizzazione n. n.22/2017-R al punto F rendendo anche pubblici i risultati delle seguenti voci che sono parte integrante della DGR 10/1266, ovvero:

· le pressioni prodotte dell’insediamento produttivo Agrisorse, individuando fattori fisici e chimici che hanno un effetto potenziale sulla salute.

• gli effetti cumulativi in una zona fortemente antropizzata che già subisce oltre a un numero eccessivo IPPC anche la criticità di impianti obsoleti e di cui alcuni non perfettamente a norma;

• la stima degli impatti futuri sull’ambiente;

• gli effetti attesi sulla salute, considerato che lo stato di salute ante operam della popolazione residente ove si è insediata Agririsorse e nelle zone ove opera, secondo i dati resi pubblici dall’Asl di Pavia, ha subito un peggioramento con un incremento dei decessi e delle malattie causati anche da fattori ambientali.

Infine ci teniamo a ricordare un punto di fondamentale importanza.

Prima di concedere nuove autorizzazioni alla ditta Agririsorse, riteniamo opportuna una valutazione globale che tenga anche conto dello stress emotivo, fisico e psichico a cui è sottoposta da troppi anni la popolazione ove vengono sparsi sia fanghi sia gessi di defecazione.

Sappiamo bene quanto i gessi di defecazione siano oggi diventati la ghiotta opportunità da parte delle ditte che li trattano per non essere assoggettate a regole e controlli più restrittivi. Sottolineiamo infine che, date le attuali condizioni di forti criticità dovute al cambiamento climatico, l’attenzione alle ricadute sull'ambiente deve essere ancora più rigorosa. Oggi in questa situazione non è più possibile fare impresa a scapito del benessere delle comunità e della tutela delle matrici ambientali che sono la fonte della vita stessa sulla Terra.

Per tutti gli argomenti sono sopraesposti si chiede che l’istanza presentata da Agririsorse srl sia soggetta a VIA ai sensi dell’art. 19 del d. lgs. 152/2006 e dell’art. 6 della l. r. 2 febbraio 2010, n. 5.

Per Associazione Futuro sostenibile in Lomellina ODV

Alda La Rosa

(Presidente)

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Richiesta a ARPA

19 maggio 2022
ENIPOWER _ PERDITA DI METANO

A

ARPA LOMBARDIA

arpa@pec.regione.lombardia.it

ARPA DIPARTIMENTO DI PAVIA

dipartimentopavia.arpa@pec.regione.lombardia.it

Per conoscenza:

PROVINCIA DI PAVIA

provincia.pavia@pec.provincia.pv.it

Sindaco Giovanni Fassina - Ferrera Erbognone

comune.ferrera@pec.regione.lombardia.it

Sindaco Roberto Zucca - Sannazzaro de’ Burgondi

protocollo.comunesannazzarodeburgondi@pec.it

Castello d’Agogna, 19 maggio 2022

OGGETTO: PERDITE DI METANO INCOMBUSTO – RICHIESTA CONTROLLI E MISURE

La sottoscritta, Alda La Rosa, in qualità di rappresentante legale dell'Associazione Futuro sostenibile in Lomellina ODV, iscritta al registro regionale del volontariato al n. 367 sez. Civile B - Pv, chiede ai responsabili di Arpa Lombardia e del dipartimento Arpa di Pavia di conoscere i dati delle eventuali analisi effettuate relativamente alla fuoriuscita di metano incombusto presso Enipower di Ferrera Erbognone, che ha un effetto di alterazione della salute umana e del clima di gran lunga superiore all’anidride carbonica, soprattutto nei primi dieci anni di rilascio in atmosfera del gas. Nel caso non fossero mai stati approntati questi studi, Futuro sostenibile in Lomellina chiede ad Arpa di attivarsi in questo senso. Si ritiene infatti urgente e non più derogabile la necessità di ridurre il più possibile le emissioni di metano, considerato che sul territorio della provincia di Pavia l'impatto di una delle più grandi raffinerie Eni si somma a tutte le criticità che insistono su questa area tra cui altre attività che emettono metano come le discariche di rifiuti, il settore agricolo e gli allevamenti intensivi.

Si chiede inoltre che in seguito al risultato dei monitoraggi delle emissioni, siano successivamente imposti limiti stringenti alle eventuali perdite di metano di Enipower, il più grande bruciatore attivo presente in questa provincia.

Restiamo in attesa di un vostro gentile riscontro.

Cordiali saluti.

Alda La Rosa

Presidente Associazione Futuro sostenibile in Lomellina Odv

https://sites.google.com/site/futurosostenibileinlomellinait/home?authuser=0



TAGLI ALBERI IN ZONE PROTETTE
SEGNALAZIONE AI CARABINIERI FORESTALI

26 aprile 2022

A: Gruppo Carabinieri forestali di Pavia

Parco del Ticino

Provincia di Pavia


Castello d'Agogna, 26 aprile 2022

Buongiorno,

ci teniamo a segnalarvi interventi alquanto distruttivi della vegetazione e di grandi alberi prodotti in pieno parco del Ticino, alla Sforzesca, in località Ronchi, dove gli alberi tagliati si susseguono per circa 1 km, e in altri Sic della Lomellina, quale ad esempio la garzaia del Bosco Basso a Sartirana. Pur essendo a conoscenza di interventi autorizzati dalla Provincia di Pavia e finanziati da regione Lombardia, vi chiediamo gentilmente di verificare se la pulizia della vegetazione e la massiccia rimozione di legno morto sia consone alla salute e alla tutela del bosco e se sono rispettati i parametri autorizzativi.

In allegato alcune foto scattate in questi giorni dai nostri soci.

Restiamo in attesa di un vostro gentile riscontro.

Cordiali saluti

Alda La Rosa

Presidente Associazione Futuro sostenibile in Lomellina ODV

https://sites.google.com/site/futurosostenibileinlomellinait/


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Castello d'Agogna, 12 gennaio 2022

DALLA LOMELLINA NON SI DEVE FUGGIRE.

Ho letto alcuni commenti di questo tipo su alcune pagine fb.


NO, NON BISOGNA FUGGIRE per rispetto di chi ha lavorato duramente nei secoli per consegnarci questa terra intatta nel suo enorme plusvalore e bellezza, non si fugge per il dovere che abbiamo nei confronti delle generazioni future.


NON BISOGNA FUGGIRE con l’illusione di trovare altrove territori intatti.


Le comunità "sane" non fuggono ma restano per riappropriarsi del proprio territorio.

Per farlo devono essere coese e lottare a fianco di chi lotta con loro e per loro.

Lo scempio, di cui oggi ci lamentiamo, è stato permesso non solo dagli amministratori locali, per altro scelti da noi tramite il voto, ma anche da una comunità distratta, da chi ha sempre temuto di esporsi in prima persona finendo per essere connivente di chi burocraticamente ha sigillato la trasformazione di parte di questo territorio in quello che oggi ci indigna e da cui si preferirebbe fuggire.


Spesso mi è capitato di provare delusione - io non lomellina d'origine, capitata qui per scelta consapevole da ormai un ventennio – per il comportamento di lomellini che temono di essere oggetto di ritorsioni nei loro confronti da parte di chi amministra il loro paese se solo osano mettere una firma sotto una petizione o farsi vedere in una manifestazione legalmente autorizzata. Questo è un retaggio medievale culturalmente inaccettabile oggi.


Quando parliamo di transizione ecologica e ci indigniamo che chi governa nulla fa in questo senso, ricordiamoci che la TRANSIZIONE ECOLOGICA nascerà dal basso! Da noi, dai nostri comportamenti e dalle nostre scelte. Continuando così, invece, le cose non solo non cambieranno mai, ma non potranno che peggiorare.


Futuro sostenibile in Lomellina è un'associazione di volontariato senza scopo di lucro attiva dal 2008, confortata dall'appoggio delle persone di tutti paesi della Lomellina che hanno scelto di essere al nostro fianco e di essere "sentinelle del territorio". Persone che insieme a noi ci "hanno messo la faccia" e che stanno tentando di salvare la Lomellina.


La Lomellina si salverà allora se impediamo altri insediamenti pericolosi, se esigiamo che gli impianti già presenti adottino le migliori tecniche possibili, se costringiamo ad andarsene chi pervicacemente continua a lavorare nell'illegalità, chi non rispetta le prescrizioni delle autorizzazioni, chi truffa e continua a farla franca incassando gli incentivi pagati da noi, chi danneggia l'ambiente e la nostra salute.

Se lottiamo insieme, salveremo il nostro vasto territorio di bellezze naturali ricco di storia. La palla è in mano a noi, cari lomellini.


Giochiamo insieme questa partita per vivere orgogliosamente qui godendo di quello di cui altri, spesso estranei usurpatori, vogliono privarci.


IN LOMELLINA NULLA PIÙ può essere aggiunto.

Sarà bene accetto solo chi intende aggiungere valore al valore naturale e culturale già immenso di questo territorio, creando veri posti di lavoro puliti, legali e sostenibili anche dal punto di vista sociale in una comunità che intende crescere democraticamente in un territorio unico al mondo.


Alda La Rosa

Presidente Futuro sostenibile in Lomellina ODV


RACCOLTA FONDI PER SPESE LEGALI

PROCESSO EREDI BERTE'

Iban:

IT 11F 07601 11300 001052435607

Intestatario:

Futuro Sostenibile in Lomellina ODV

Nella causale scrivere: nome, cognome, email e scopo del bonifico.

Cari amici simpatizzanti di Futuro Sostenibile in Lomellina, come sapete la nostra associazione si è costituita parte civile nel processo Eredi Bertè per il devastante rogo che si sviluppò a Mortara il 6 settembre 2017. A distanza di 3 anni da allora le prossime udienze sono state calendarizzate.


Ci troviamo quindi nelle condizioni di dover affrontare spese legali che una piccola associazione come la nostra fatica a sostenere avendo sul proprio conto corrente solo le quote che i soci fedelmente ci versano ogni anno.

In 13 anni di presenza sul territorio non abbiamo mai fatto una raccolta fondi. Non abbiamo mai chiesto a nessuno di aiutarci a sostenere le spese dei convegni e di tutte le attività che svolgiamo.


Ora da soli non riusciamo a farcela, vi chiediamo quindi di darci una mano. Per noi anche 5 euro sono importanti.

Se volete partecipare alla raccolta fondi destinata unicamente al pagamento delle spese legali del processo Bertè, vi invitiamo a fare un bonifico sul nostro conto corrente postale in cui vi chiediamo gentilmente di indicare il vostro nome e cognome, la causale e la vostra email in modo da potervi inviare successivamente la ricevuta.

Queste le coordinate su cui fare il bonifico:


IBAN

IT 11F 07601 11300 001052435607


INTESTATO A

FUTURO SOSTENIBILE IN LOMELLINA ODV - Castello d'Agogna


Vi ringraziamo

Vi ricordiamo che nella dichiarazione dei redditi è possibile donare a costo zero il 5×1000 a FUTURO sostenibile in Lomellina.

COMUNICATO 7 febbraio 2021

MIMOAL / TRENORD

L’associazione Futuro sostenibile in Lomellina manifesta piena solidarietà all’associazione Mimoal che ha ricevuto da Trenord la richiesta di risarcimento di 10.000 euro per un video che sottolineava i disservizi dell'azienda.

Pur consci che esistono leggi che giustamente tutelano il copyright, invitiamo Trenord a ritirare la denuncia e a dedicare invece tempo e risorse per migliorare un servizio inaccettabile che crea enormi disagi a migliaia di pendolari e alle loro famiglie. In tanti anni non abbiamo assistito a miglioramenti di alcun tipo e a seri investimenti sulla tratta Milano-Mortara-Alessandria, anzi un continuo degrado, un’inefficienza del trasporto pubblico indegno di una regione che si vanta di essere un’eccellenza nel panorama europeo. Una gestione, al contrario, superficiale e sciatta della rete ferroviaria che denota un’assoluta mancanza di attenzione nei confronti dei pendolari.

Riguardo alla cifra richiesta ricordiamo che gli associati di Mimoal dedicano grande attenzione al territorio e, come le associazioni di volontariato, impiega tutte le proprie forze per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Il lavoro fatto è inestimabile.

Noi di Futuro sostenibile in Lomellina in rappresentanza di tanti cittadini della Lomellina chiediamo quindi all’azienda Trenord, che guadagna su un servizio pagato da noi tutti, il ritiro della richiesta di risarcimento sapendo bene che Mimoal come tutte le associazioni di volontario non ha alcuna disponibilità economica svolgendo un lavoro gratuito al servizio della collettività.

Alda La Rosa - Associazione Futuro sostenibile in Lomellina


Comunicato 30 gennaio 2021

BIOLEVANO

Le risposte dovute a un territorio che ha subito un sopruso


In questi giorni la “bomba” della vicenda Biolevano (impianto a biomassa da “presunta” filiera corta) è scoppiata in tutta la sua gravità con l’arresto di dirigenti e funzionari amministrativi, l’incriminazione di numerosi altri personaggi ed il sequestro di beni per oltre 100 milioni di euro. La società, che la nostra associazione ha contrastato fin dal suo nascere, ha truffato per anni le casse statali sottraendo centinaia di milioni di euro, soldi che tutti noi paghiamo attraverso le bollette elettriche.

Secondo i dati dell’inchiesta la truffa portata avanti dalla Biolevano, in collaborazione con società partner con sede a Vigevano si basava su un “giochino” tutto sommato semplice: oltre ai soldi per l’energia prodotta venduta, la Biolevano ha incassato per anni il surplus dovuto a chi produce energia con legno vergine raccolto entro un raggio ben preciso di 70 chilometri. Ma nel caso della Biolevano i 70 km non erano rispettati. Il legname arrivava da tutte le parti, anche dall’estero, perché costava molto meno.

Questa è l’accusa alla base dell’azione giudiziaria messa in atto in questi giorni che speriamo risponda anche a queste nostre domande:

· Perché all’atto dell’autorizzazione non vennero tenuti affatto in considerazione i dati che dimostravano, in base agli studi degli agronomi che il recupero di 180.000 tonnellate di legno all’anno nel raggio di 70 chilometri era praticamente impossibile? Quindi si sapeva già fin dall’inizio che quanto previsto dalla autorizzazione non potesse essere attuato. Mettendo in conto i viali cittadini e i parchi pubblici non si poteva rispettare quanto promesso anche se ci avevano provato persino con il progetto della tanto decantata autostrada Broni-Mortara a inserire lungo il percorso siepi di pioppelle da bruciare evidentemente alla Biolevano.

· Perché l’Amministrazione comunale di Olevano non si oppose, anzi favorì l’installazione dell’impresa?

· Perché l’Amministrazione provinciale e regionale non tennero conto di questa incongruenza e approvarono il progetto?

· Su quali basi il Consiglio di Stato annullò la sentenza del Tar?

· Perché il bubbone viene fuori solo ora quando gli incentivi statali stanno per finire (tutti sappiamo che non vengono erogati per più di 12 anni)?

· Il Ministero delle Politiche Agricole ha mai controllato e verificato i documenti di tracciabilità delle biomasse da filiera corta presentati da Biolevano per autorizzare poi l’accesso al regime incentivante per la produzione di energia elettrica secondo la circolare n.9382 del 15/12/2016?

· Perché in seguito all’istituzione del Tavolo Parona da noi chiesto dopo l’esposto che presentammo al Ministero dell’Ambiente nel gennaio 2012 e che tramite l’assessore all’Ambiente Alberto Lasagna fu reso operativo dall’Amministrazione provinciale, allora presieduta da Daniele Bosone, nel documento redatto da Arpa sulle fonti inquinanti in Lomellina si dice che l’inquinamento è dovuto alle biomasse bruciate, perfino in estate, dai cittadini nei loro camini e stufe e non fa nessun cenno agli inquinanti emessi dall’incenerimento delle 180.000 tonnellate annue della Biolevano?

· I cittadini lomellini, in particolare quelli che abitano vicino alla centrale, hanno subito un danno notevole e non solo economico e oggi si chiedono se al danno si rischia di aggiungersi anche la beffa. Infatti chi pagherà in caso di dismissione dell’impianto il ripristino dell’area, considerato che fu autorizzato senza neanche chiedere la fideiussione?

Questa ennesima squallida vicenda di arricchimento personale illecito a danno della comunità dovrà finalmente portare alla luce le responsabilità degli amministratori pubblici che consentirono il concretizzarsi di una situazione potenzialmente criminogena.


Associazione Futuro sostenibile in Lomellina

COMUNICATO STAMPA AUTOSTRADA BRONI-MORTARA

25 gennaio 2021

IL BLUFF DELLA BRONI-MORTARA: l’ennesimo inutile giro di valzer

Attorno alla parola autostrada assistiamo da qualche mese a un gran fermento. Ogni giorno leggiamo appelli pro autostrada. Tuttavia ci sfugge di quale autostrada si parli.

Signori sindaci, signori politici per davvero parlate ancora della defunta autostrada Broni-Mortara? Parlate ancora di quel progetto nato attorno agli anni ’60, tirato fuori dal cassetto da Infrastrutture Lombarde nel 2006, che, privo di qualsiasi logica funzionale, è stato bocciato da chi ha analizzato scrupolosamente gli 800 files di cui era composto?

Un progetto che aspirava a collegare Stroppiana a Broni, ovvero un tratto che andava da Est a Ovest, dannoso per la provincia di Pavia, per l'ambiente senza risolvere il problema viario dei territori attraversati, dei pendolari che si muovono da Sud a Nord.

Parlate davvero ancora di quel progetto che dopo 2 anni e mezzo di analisi e di richieste di integrazioni è stato definitivamente bocciato nel luglio del 2016 dal Ministero dell’Ambiente e dal Ministero dei Beni Culturali ma che regione Lombardia tiene ancora furbescamente nelle opere da finanziare? Sapete bene che quel progetto non esiste più. Non ingannate voi stessi e i cittadini.

Se proprio insistete a parlarne comunicate ai cittadini che cosa dicono le 49 pagine della Commissione tecnica ministeriale, i pareri dell’ISPRA, della Commissione regionale preposta alla concessione della VIA, dell’Autorità del Bacino del Po, dell’Amministrazione provinciale. Non guasta poi rileggere e comunicare a chi vi legge le centinaia di osservazioni di aziende agricole, di associazioni degli agricoltori, di Comuni, di cittadini, di associazioni del volontariato ecc.

Se lo farete constaterete la quantità di imprecisioni, omissioni, reticenze, contraddizioni relative alla gestione del prelievo dalle cave, al consumo del suolo, alle problematiche connesse al reticolo idrico, all’impatto sull’atmosfera e sul paesaggio, al calcolo del traffico (poco) che utilizzerà questa via, ai sottostimati vincoli connessi alle normative europee e nazionali (Natura 2000) e molto altro ancora. Un progetto così raffazzonato non poteva che essere bocciato.

Rassegnatevi quindi perché non influenzerete certo con la vostra grancassa il verdetto del Consiglio di Stato a cui Regione si è rivolta in extrema ratio per non pagare a Sabrom la penale dovuta per averle dato la concessione senza aspettare l'autorizzazione ministeriale. Ci sono in ballo 70 milioni di euro che, a detta di Sabrom, sono stati spesi per stendere il progetto.

Se la vedano loro legalmente ma non fate pagare al territorio l’incapacità di regione e di Sabrom.

Smettete quindi di sostenere la chimera di un progetto che sarà sempre bocciato, non rincorrete più gli interessi molto lucrosi di chi vuole la Broni-Mortara e proponete invece qualcosa che serva realmente al territorio migliorando la viabilità verso Milano favorendo anche il dormiente Polo logistico. Il territorio ha bisogno di collegamenti rapidi con Milano. Aspettiamo il doppio binario, il passante, una metropolitana leggera fino a Mortara. Noi Lomellini siamo stanchi di parole inutili, vogliamo un progetto pulito, chiaro e utile al territorio.

Se questo sarà presentato lavoreremo al vostro fianco. Sul resto metteteci una pietra sopra con buona pace di SABROM e di Infrastrutture Lombarde e di tutti coloro che fremono di fare affari a nostre spese.

Alda La Rosa - Associazione Futuro sostenibile in Lomellina

Comunicato stampa

10 gennaio 2021 - CLIR, TRASPARENZA E SOSTENIBILITA’

La nostra associazione presente sul territorio da più di 12 anni raggruppa cittadini di tutti i comuni lomellini che a loro volta sono soci del Clir.

In rappresentanza di tutti questi cittadini chiediamo la massima trasparenza nella gestione della delicata fase che vede il Clir vicino al fallimento.


Il fallimento di una società pubblica è sempre un atto vissuto con tristezza, concedeteci questo termine, da chi ha a cuore il bene di una comunità.

I cittadini soci e simpatizzanti di Futuro sostenibile in Lomellina si pongono e ci pongono a loro volta molte domande e chiedono che almeno ora con trasparenza siano forniti dati che permettano di capire perché si è arrivati a questo punto.

In molti abbiamo seguito negli anni l’andamento finanziario del Consorzio nato per incenerire i rifiuti, che come si si evince dalla sua denominazione, “Consorzio lomellino incenerimento rifiuti”, aveva lo scopo vent'anni fa di raccogliere la nostra immondizia per avviarla all’incenerimento. Con sorpresa e rammarico abbiamo visto anni di bilanci passivi fino al 2017 quando a sorpresa ci siamo trovati davanti a un bilancio attivo certificato. Che cosa era improvvisamente accaduto? Abbiamo sperato che il 2017 fosse il punto di svolta e ci siamo illusi che la situazione si fosse risanata a tal punto da migliorare il servizio offerto. Ma così non è stato.

Con gli anni l’auspicata evoluzione verso il raggiungimento degli obiettivi dell’economia circolare con una buona raccolta differenziata per creare altri prodotti non si è verificata. Vi sono stati tentativi ma non scelte compiute. Mentre intorno a noi la raccolta differenziata evolveva anche verso la tariffazione puntuale noi eravamo in una situazione di stallo e spesso di degrado. Perché? Quali sono stati gli ostacoli che si sono frapposti tra una RD efficiente e il management del Consorzio? Che cosa ha impedito una normale evoluzione nel campo dei rifiuti lomellini? Perché nello statuto non vi è mai stato prima di una certa data l’obbligo del contratto di servizio per i comuni?

I cittadini sono i reali pagatori di un servizio pubblico. I sindaci li rappresentano ma sono i cittadini a pagare il servizio offerto, in questo caso con la Tari. E oggi i cittadini della Lomellina si chiedono quale piano industriale, quali investimenti hanno avuto ripercussioni così negative da portare il Consorzio sull’orlo del fallimento?

E’ opportuno allora che siano fornite delucidazioni chiare con l'auspicio che mai più si ripetano errori o leggerezze perché in questi casi chi paga non sono solo i cittadini come utenti pagatori e tutti coloro che si sono illusi di avere la certezza di un posto lavoro sicuro in una società pubblica, ma anche la sostenibilità ambientale a cui tutti dobbiamo aspirare per migliorare la qualità della nostra vita e la vivibilità dei nostri comuni.


Vi ringraziamo se questo nostro appello alla trasparenza sarà recepito.

4 gennaio 2021 - La “cattiva” aria della provincia di Pavia


Dal 2008 l’Italia supera sistematicamente i valori limite giornalieri in 27 zone tra cui la Pianura Padana, (IT0310) pianura ad alta urbanizzazione B, inclusa quindi la provincia di Pavia, i cui comuni non hanno anch’essi rispettato l’obbligo sancito dalle direttive UE per un’aria più pulita in Europa.

E così il 10 novembre 2020 la Corte di Giustizia Europea ha condannato l’Italia per avere più volte superato i valori limite per le polveri sottili PM10, fissati dalla Direttiva 2008/50/CE sulla qualità dell’aria.

Condannata per “essere venuta meno, in maniera sistematica e continuata, agli obblighi derivanti dal combinato disposto dell’articolo 13 della direttiva 2008/50 e dell’allegato XI di quest’ultima, dal 1º gennaio 2008 fino al 2017”.


“Nelle zone interessate dal ricorso” – rimarca la Corte di Giustizia –“ si trovano i più grandi agglomerati d’Italia, i quali contano diverse decine di milioni di abitanti. Ignorare tale circostanza si risolverebbe nel violare gli obiettivi perseguiti dalla direttiva 2008/50, segnatamente quello della protezione della salute umana e dell’ambiente nel suo complesso” e ancora “Garantire un’aria più pulita serve al fondamentale interesse di tutelare la salute delle persone e il margine di manovra delle autorità competenti dovrebbe conformarsi a tale imperativo”.

La condanna è così il risultato di avvertimenti da parte dell’UE a cui l’Italia non ha mai risposto con l’adeguato impegno a ridurre in modo significativo le emissioni. Ci ricorda la sentenza che in caso di superamento dei valori limite dopo il termine previsto per la loro applicazione, lo Stato membro interessato è tenuto a redigere un piano relativo alla qualità dell’aria che risponda ai requisiti della direttiva europea e prevedere “misure adeguate affinché il periodo di superamento di tali valori limite sia il più breve possibile”.

Nel frattempo il Consiglio Europeo ha previsto nuovi limiti alle emissioni nazionali (National Emission Ceiling) con una riduzione dei massimi consentiti in due fasi (a partire dal 2020 e dal 2030) per il PM2,5 e i principali precursori del particolato secondario (SO2, NOx, NMVOC, NH3). L’adozione delle misure necessarie per raggiungere gli obiettivi di medio e lungo termine potrà determinare un significativo miglioramento della qualità dell’aria e un avvicinamento ai valori guida dell’OMS.

Ma l’Italia è ben lontana se, come testimoniano i dati pubblicati da Ispra nel novembre 2020 (Stato dell’Ambiente - XIV Rapporto (2018)) l’Agenzia Europea per l’Ambiente ha stimato che in Italia, nel 2015, vi sono state 60.200 morti premature attribuibili all’esposizione a lungo termine al PM2,5, 20.500 all’NO2 e 3.200 all’O3. Totale 83.900 morti premature.

In provincia di Pavia abbiamo uno scenario di danni alla salute provocato dalla “cattiva” aria preoccupante ma pur parlandone spesso nessun amministratore si adopera per monitorare adeguatamente la situazione e esigere un cambiamento che può partire dall’adozione di diverse misure. Per citarne una, ad esempio, la riduzione delle emissioni degli impianti industriali dovrebbe partire dall’obbligo di adozione in fase autorizzativa o di revisione delle autorizzazioni delle migliori tecniche per il controllo degli inquinanti.

Notiamo invece una diffusa noncuranza che porta a non cambiare nulla se non continuare a contare un numero troppo alto di tumori, di malattie cardiovascolari e di morti premature. Fino ad oggi sono stati adottati solo palliativi. Tra questi un Piano regionale per l’aria (PRIA) inadeguato. Per quanto tempo ancora intendiamo sopportare una situazione malata a tal punto da essere stata considerata da molti studi scientifici il veicolo che ha permesso la diffusione del Covid-19?

E mentre in Italia il Ministro dell’Ambiente Costa liquida la sentenza della Corte di Giustizia europea dicendo che “non coglie di sorpresa visti i dati su cui è basata, che sono incontrovertibili alla prova dei fatti. Dati che, benché si fermino al 2017, indicano un problema che purtroppo non è ancora risolto”, in Gran Bretagna l’Alta Corte di Giustizia inglese ha emesso una sentenza storica stabilendo che una ragazzina tredicenne Ella Adoo-Kissi è morta ufficialmente per inquinamento atmosferico.

Quando anche in Italia il diritto alla vita, correlato al diritto alla salute, che nella nostra Costituzione deve essere tutelato dagli amministratori pubblici, verrà sancito dai nostri tribunali non vorremmo trovarci nei panni di chi ancora oggi a tutti i livelli ci amministra con molta leggerezza e talvolta incompetenza.

Alda La Rosa - Associazione Futuro sostenibile in Lomellina.

Comunicato inviato ai sindaci e alla stampa

25 novembre 2020

FANGHI, OGNUNO FACCIA LA SUA PARTE


Parliamo ancora una volta di fanghi per ricordare al governo e a regione Lombardia che la provincia di Pavia, ma non solo, aspetta la revisione della normativa che ne regola lo spandimento in agricoltura con l’indicazione chiara e inequivocabile su quale debba essere il destino dei fanghi prodotti dai depuratori. Supponiamo che il Piano Regionale Rifiuti scaduto da oltre un anno, quando finalmente vedrà la luce, chiarirà molti aspetti. Tuttavia, in attesa di ciò ribadiamo che non siamo disposti ad accettare una semplice sommatoria di fanghi inceneriti e di fanghi sparsi in agricoltura senza CRITERI CONDIVISI che ne indichino chiaramente i vantaggi e gli svantaggi.

Nel frattempo ricordiamo a chi legge che:

· In Italia si producono circa 5 milioni di T/A di fanghi, di cui 800.000 in Lombardia provenienti il 20% da industria agro-alimentare, 50% depurazione civile, 30% industriali. In provincia di Pavia sono circa 420.000 le tonnellate di fanghi utilizzati in agricoltura, di cui solo 11.700 circa sono quelli prodotti dai nostri depuratori provinciali.

· Esiste una carenza endemica dei controlli che devono essere intensificati su tutta la filiera, dalla produzione del fango, al suo trattamento fino all’utilizzo nel campo.

· I gessi di defecazione non normati sono sparsi ovunque senza la certezza che rispettino la composizione del terreno agricolo che a seconda del PH può avere bisogno di un correttivo acido o di un correttivo alcalino.

· Durante questa pandemia il COVID-19 è presente anche nelle acque reflue e quindi nei fanghi dei depuratori tanto che l’Istituto superiore di Sanità ha avviato una sorveglianza epidemiologica di Sars-Cov-2 nelle acque reflue urbane e dettato regole con il documento “Indicazioni ad interim sulla gestione dei fanghi di depurazione per la prevenzione della diffusione del virus SARS-CoV-2”.

· I criteri adottati da regione Lombardia per escludere dallo spandimento di fanghi paesi sul cui territorio sono presenti allevamenti intensivi NON SONO CHIARI. A Mortara con la cascina Panizzina PERCHE’ NO? Chiediamo criteri uniformi su tutto il territorio, trasparenti e condivisi.

· In Lombardia oltre ai codici CER (codici dei rifiuti destinati a trasformarsi in fanghi agricoli) eliminati dalla DGR 1777 del 20 giugno 2019, occorre eliminarne altri se si intende puntare sui fanghi di alta qualità.

· La pratica dell’essicamento dei fanghi NON rappresenta l’alternativa allo spargimento dei fanghi in agricoltura quando si intendono autorizzare progetti di coincenerimento (fanghi + rifiuti) come quello presentato da Lomellina Energia/A2A a Parona. Difatti il coincenerimento non è compatibile con le direttive UE sull’economia circolare, recepite anche a livello nazionale e regionale che sollecitano l’adozione di procedimenti tendenti al recupero ed alla valorizzazione degli elementi utili presenti nei fanghi dopo una decisa minimizzazione quantitativa degli stessi. Altra cosa il monoincenerimento dei fanghi.

· La riforma del dlgs 99/92 promessa dal ministro Costa dopo il discusso innalzamento con il decreto Genova della soglia limite degli idrocarburi, e non solo, presenti nei fanghi giace da qualche parte in Parlamento. Fino a quando?

L’impegno a livello comunale deve essere idoneo a ridurre i disagi lamentati dai cittadini mettendo in atto misure quali:

1. Dotare i comuni di idonee cartografie di dettaglio che connotino specifiche aree di attitudine agli spandimenti.

2. Rendere pubblici i dati relativi ai terreni per i quali è stata concessa l’autorizzazione agli sversamenti per consentire una “vigilanza allargata” da parte dei cittadini che possono fare segnalazioni anche attraverso l’istituzione di uno sportello dedicato.

3. Pubblicare orari, norme e modalità delle operazioni, controlli, sanzioni

4. Dotarsi di un regolamento specifico per lo spandimento dei fanghi con norme chiare e precise che salvaguardino la salute e l’ambiente riportando lo stato dei terreni, ovvero Ph, permeabilità, pendenza, esposizione al dilavamento da agenti meteorici, soggiacenza e vulnerabilità della falda, la percolazione nel sottosuolo; la vicinanza a corsi d’acqua potenzialmente interessati; la prossimità di ricettori sensibili come le abitazioni.

5. Creare una struttura anche consortile di vigilanza istituzionale dotata di specifiche competenze che intervenga tempestivamente per verificare e reprimere gli abusi. La collaborazione con i cittadini e con gli altri Enti è essenziale.

Questi alcuni degli interventi pratici che le amministrazioni possono adottare a costi contenuti. Oggi alla luce di quanto fatto dai nostri sindaci per fronteggiare la pandemia, sollecitiamo gli amministratori a non dichiararsi impotenti di fronte al grande impatto ambientale determinato dai fanghi ma lo affrontino con lo stesso coraggio e determinazione che li porta a onorare con grande dignità e consenso il mandato amministrativo che hanno ricevuto.

PARONA: PROGETTO LOMELLINA ENERGIA/A2A

INCENERIMENTO E ESSICCAZIONE FANGHI

OSSERVAZIONI DI FUTURO SOSTENIBILE IN LOMELLINA

4 AGOSTO 2020

SI TROVANO NELLA PAGINA FANGHI

PARLIAMO DI API

UN'AGRICOLTURA PULITA PUÒ SALVARLE

FILMATO REALIZZATO DA FUTURO SOSTENIBILE IN LOMELLINA

https://youtube.com/watch?v=GZRJDtKB3p8&feature=youtu.be


EREDI BERTE' - COMUNICATO STAMPA 6 AGOSTO 2019

La Associazione Futuro Sostenibile in Lomellina ci incarica di intervenire per suo conto e nome su alcuni aspetti della vicenda Fredi Bertè, solo adombrati dalla stampa che di recente se ne è nuovamente occupata, spinta tra l’altro, dal Fallimento in data 2 luglio della Eredi di Bertè Antonio S.r.l.

Con comprensibile stupore innanzitutto la Associazione da noi rappresentata ha letto le dichiarazioni del Sindaco di Mortara (Provincia Pavese 8 luglio 2019), che con riguardo al * rebus della bonifica” tale definito nel titoletto dell’articolo dedicato al fallimento della Eredi Bertè. avrebbe dichiarato “vigileremo sul completamento dei lavori di risanamento”, dei quali non vi è però traccia apprezzabile, ma solo una serie di inquietanti interrogativi sulle modalità di esecuzione dei lavori e sull’impresa cui sono stati assegnati Eco Delphy S.r.l.

In disparte - per ora- la situazione reale dei pretesi lavori di risanamento, il Sindaco di Mortara sembrerebbe anche aver dichiarato “ora cercheremo di capire come agirà la curatela fallimentare in merito alla bonifica. Bisogna anche capire se, come sembra dalle prime udienze, l'assicurazione interverrà per i costi”.

Innanzitutto non vi è alcuna possibilità realistica e credibile che il Curatore (che dispone solo dell'attivo fallimentare, inesistente nel caso), possa, suo malgrado, offrire una qualsivoglia garanzia rispetto alla bonifica. Ma ancor meno è pensabile che questa eventualità possa scaturire dall’intervento della Assicurazione “per i costi”: come parrebbe ritenere invece il Sindaco Facchinotti.

Il legale della Compagnia, richiestane da chi scrive, conferma di avere la Compagnia Assicurativa respinto tutte le richieste relative al sinistro e fatti connessi, con la motivazione inconfutabile che la situazione del sito della Eredi Bertè fosse completamente difforme dalle condizioni prescritte e lo stoccaggio dei rifiuti, e più in generale dell’azienda/attività, fossero talmente diverse da quelle legali e autorizzate da escludere l’operatività della garanzia assicurativa.

E' quindi fuori discussione che la bonifica possa contare su risorse provenienti dai rapporti assicurativi. ma è soprattutto sconcertante che il Sindaco lo ignori: l’indisponibilità della Compagnia assicurativa è emersa nitidamente proprio nel procedimento penale nei confronti di Bertè Vincenzo ed altri nel quale il Comune ha depositato la richiesta di costituzione di parte civile.

E' escluso quindi che la bonifica possa avvalersi di risorse riferibili a qualsiasi titolo alla fallita, che peraltro già nel 2017 non aveva neppure presentato il bilancio.

Un ancora più pesante motivo di inquietudine per l'Associazione Futuro sostenibile riguardo al futuro del territorio è provocato dall'incarico di raccolta c smaltimento di rifiuti attribuito dal Comune di Mortara. dopo il rogo degli impianti della eredi Bertè, alla società Eco Delphi srl.

Eco Delphi srl è subentrata alla Eredi Bertè nel servizio di smaltimento rifiuti senza soluzione di continuità mediante affidamento diretto, quindi con affidamento al di fuori di qualsiasi procedura competitiva.

Eco Delphi srl non offre garanzie di competenza tecnica ma neppure di solidità economico finanziaria, che giustifichino la attribuzione del servizio senza gara. Di contro una semplice verifica della composizione del capitale sociale e dei collegamenti oggettivi e soggettivi di Eco Delphi srl, con il Sistema Bertè, oltre ad una minima verifica finanziaria, avrebbe invece dovuto suggerire massima cautela nella interlocuzione con un soggetto così intimamente collegato alla vicenda Bertè.

Di seguito qualche dato di per sé sintomatico e non bisognoso di commento sulla relazione “intima” tra la Eredi Bertè e la ditta Eco Delphi s.r.1. cui il Comune di Mortara da due anni assegna “direttamente” il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, con affidamenti mensili o bimestrali, sottosoglia rispetto all'obbligo di procedura competitiva perchè via via per importi inferiori a € 40.000,00=. Mentre nulla o quasi sì faceva per la bonifica del sito con intuibili conseguenze per la salute e il benessere della gente, salvo l’attivazione della stessa Eco Delphi srl in qualità di “società attivatasi per gestione dell'incendio con i mezzi di spegnimento e salvataggio merci, sgombero rifiuti come da ordinanza emessa da Arpa, Comune di Mortara”. Eco Delphi srl è partecipata al 100 % da Andrea Carlo Biani che ne è anche Amministratore unico. Andrea Carlo Biani ci riporta immediatamente ai fratelli Bertè.

Una banale verifica incrociata del sistema Bertè ha dato i risultati di seguito riassunti.

La società Eredi di Bertè Antonino srl, (costituita il 22/12/1998, 50 % Bertè Vincenzo, 50 % Bertè Giuseppe) ora fallita, ma priva di bilancio dal 2017 e decotta da anni (registra una prima perdita di esercizio di € 355.923= nel 2014), ha in data 25.05.2015 stipulato un contratto d’affitto di ramo d’azienda con la società Eredi Bertè Ecology (costituita al 21/10/2005, originariamente con ragione sociale Ariete srl, dal 2006 riconducibile ai fratelli Bertè, dal 2015 partecipata al 50% da Sabrina Zambelli — 50% da Andrea Carlo Biani). Nessuno dei due ultimi soci ha la pur minima competenza con riguardo alle attività teoricamente trasferite con il contratto de quo. Sarà questo il motivo per il quale la società Eredi Bertè Ecology rimane inattiva e non esercita nessuna delle attività trasferite. I due soci sono Andrea Carlo Biani, ignoto fino ad allora nel settore ma da allora presente a titolo diverso in tutta la vicenda come vedremo. che riveste la carica di Amministratore unico e Sabrina Zambelli, commercialista legata ai fratelli Bertè, in particolare a Vincenzo Bertè.

Sabrina Zambelli è stata Amministratore unico di Gestioni industriali srl dal 2009, società decotta di cui è anche socia al 51%, il restante 49% appartiene a Tasselli Antonietta. Nel 2015 Gestioni industriali srl ha stipulato un contratto di affitto d'azienda con GI SINCE srl rappresentata da Zambelli Giuliano. Il capitale sociale di SINGE SRL è per il 95% di Eco Delphi srl e per il 5% di Franca Caciolari.

Il contratto d’affitto di ramo d'azienda tra Eredi Bertè e Eredi Bertè Ecology (consistente nella struttura ove l'incendio si è sviluppato), rimasto inapplicato, viene risolto il 28.12.2017 (dopo il secondo incendio della Eredi Bertè Antonino S.r.l.), Eredi Bertè Ecology non risulta aver mai depositato bilanci. L'ultimo bilancio depositato è relativo all'esercizio 2011, quando ancora la ragione sociale era Ariete srl). Anche l'atto di risoluzione come quello d'affitto del 2015, è stato concluso tra Vincenzo Bertè e Andrea Carlo Biani.

Vincenzo Bertè e Giuseppe Bertè sono stati fino al 2005 al contempo titolari (al 50%) di Sviluppo Industriale S.r.l. la società proprietaria fino al 2005 del capannone (ex capannone Euroinox) sito (via Fermi 44) a lato della struttura di Eredi Bertè, nella quale si sono sviluppati gli incendi. La relazione del CTU incaricato dalla Procura di Pavia dà atto di attività di stoccaggio di rifiuti nell’area della Sviluppo industriale, effettuata senza alcun titolo autorizzativo. Anche questa società non ha presentato il bilancio al 31.12.2017 e risultava pesantemente indebitata al 31.12.2016. Oltre che destinataria al pari dei soci personalmente di una serie di decreti ingiuntivi ed iscrizioni ipotecarie fino dal 2014, Sviluppo Industriale S.r.l, è stata oggetto di pignoramento immobiliare il 14.12.2016, con riguardo all'immobile andato a fuoco il 6 settembre 2017. Nella esecuzione immobiliare in atto l'Eredi Bertè aveva presentato in data 31.07.2017 istanza di differimento. Si ricorda anche che l'impianto della Eredi Bertè sarebbe stato oggetto del primo controllo ordinario di ARPA Lombardia, in quanto impianto a regime AIA, il 27/07/2017, ma la società con nota 18 07 2017 ne ha chiesto lo spostamento in quanto il sig. Bertè era stato ricoverato in Ospedale e così il controllo era stato rinviato al 06/09/2017, proprio il giorno in cui è scoppiato l'incendio.

Pare alla Associazione da noi rappresentata che la verifica delle condizioni finanziarie del Gruppo sistema Bertè avrebbe consentito di apprezzare la inconsistenza ed irregolarità della Eredi Bertè Antonino anche a questo riguardo.

Con atto 20.09.2018 8 (notaio Giovanni Pandolfi di Mortara) Bertè Vincenzo, nella veste di legale rappresentante della fallita ha effettuato una operazione di dazione in pagamento dell’intero capitale sociale di DE, A. S.r.l. (anche questa società dei Bertè aveva subito un incendio nel gennaio 2018) a ECO. DELPHY S.r.l. a saldo di due fatture emesse e contabilizzate lo stesso giorno della dazione in pagamento (n. 78 del 20.09.2018 e n. 79 del 20.09.2018 per complessivi € 359.180,20=).

Debito e credito sono “sorti “contestualmente.

Indipendentemente dal fine strettamente finanziario per il quale l'operazione è immaginata e del riflesso che questa stessa operazione avrà ed ha sul rapporto assicurativo e sulla indisponibilità della Compagnia Assicuratrice a indennizzare Eredi Bertè/Eco Delphi, l'episodio concorre alla costruzione di un inquietante quadro di relazioni tra Eredi Fratelli Bertè ed Eco Delphi S.r.l.

Eco Delphi srl acquista l’intero capitale sociale di D. EA srl (Amministratore unico Vincenzo Bertè, socio unico Eredi Bertè srl, passività a bilancio 2017 pari a 700.000 euro) senza effettivo giro di denaro e stipula in data 12 11 2018 un contratto d’affitto di ramo d'azienda con una società decotta (cambiali protestate dal 2017 fino a ottobre 2018), Eredi Ferrari di Ferrari Lorenzo $C sas (società i cui impianti sono stati perquisiti dalla Forestale nel gennaio 2016 con sequestro a Confienza di depositi di legno nella Centrale a biomasse gestita dalla società padovana Area impianti). Rilevando il ramo d'azienda Eco Delphi si è candidata per lo smaltimento dei rifiuti post incendio. AI riguardo va ricordato che un mese prima di stipulare il contratto d'affitto d'azienda la Eredi Ferrari ha effettuato una compravendita di attrezzature con ECOSAMA srl. società anch'essa cainvolta) in vicende di elevata criticità.

Avv. Prof. Loriana Zanuttigh Avv. Ginevra Bajno LLM PhD

Cartina Lombardia 5G

Comuni dove è prevista la sperimentazione della nuova tecnologia

delibera AGCOM 231/18 dell'8 maggio 2018

Cartina Provincia di Pavia comprensiva dei comuni della Lista libera dove è prevista la banda 3600-3800

Lettera ai sindaci degli otto comuni dove è prevista la sperimentazione 5G

Castello d’Agogna, 4 giugno 2019

OGGETTO: Sperimentazione sistemi mobili di quinta generazione 5G nel suo Comune

Egregio signor Sindaco,

il Suo comune risulta tra gli otto comuni della provincia di Pavia indicati nella delibera AGCOM 231/2028 (art.12, comma 4) relativa alle procedure per l’assegnazione e regole per l’utilizzo delle frequenze disponibili nelle bande 694-790 MHz, 3600, 3800 MHz e 26.5-27.5 per sistemi terrestri di comunicazioni elettroniche.

La invitiamo per questo motivo a considerare la grave e sottostimata situazione di pericolo per la salute dei suoi concittadini incombente nel territorio del Comune da Lei amministrato, attesa l’adozione sperimentale dei sistemi mobili di quinta generazione 5G.

Le inviamo quindi in allegato le considerazioni di carattere tecnico-scientifiche strettamente correlate alla nostra richiesta che ci inducono a

CHIEDERLE

di intervenire a tutela della Salute Pubblica, poiché non è stato effettuato alcun test preliminare riguardo gli effetti a lungo termine sulla salute umana e l'ambiente dovuti all'aggiunta della nuova tecnologia 5G alle tecnologie esistenti e allo stato attuale lo Stato non risulta in grado di garantirne l'innocuità. Inoltre, l'asta delle frequenze 5G è stata effettuata senza avere ottenuto dagli Enti preposti il necessario preventivo parere sanitario ai sensi della L. 833 del 1978.

Quindi, attesa l’opposizione intrapresa da comitati, associazioni e gruppi di cittadini,

in qualità di Autorità Sanitaria locale ed ufficiale del Governo su cui incombe l’onere di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l'incolumità pubblica e la sicurezza urbana (e i provvedimenti concernenti l'incolumità pubblica sono diretti a tutelare l'incolumità fisica della popolazione ), in ossequio all’art. 32 della Costituzione e al principio di precauzione sancito dal diritto comunitario, all’ex art.38 del Dlgs 142 dell’8 giugno 1990 sull’Ordinamento delle autonomie locali, che investe il primo cittadino di

‘Attribuzioni del sindaco nei servizi di competenza statale’: “Il Sindaco, quale ufficiale del Governo, adotta, con atto motivato e nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico, provvedimenti contingibili e urgenti in materia di sanità ed igiene, edilizia e polizia locale al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l'incolumità dei cittadini” nonché all’art. 3 ter del Dlgs n. 152/2006,

LA INVITIAMO A PROVVEDERE CON ORDINANZE CONTINGIBILI E URGENTI AL FINE DI:

1. Adottare tutte le migliori tecnologie disponibili e sicure, come quelle via cavo riducendo così in modo significativo i pericoli anche solo potenziali per la salute dei suoi concittadini.

2. Attuare, tempestivamente e concretamente, ogni misura cautelare indispensabile a tutelare la salute (diritto costituzionalmente garantito) recependo gli esiti dei più recenti studi scientifici in materia.

3. Ridurre i limiti di esposizione alla radiofrequenza per i cittadini e, ove possibile, eliminare l'inquinamento elettromagnetico e le emissioni prodotte ed i rischi per la salute della popolazione.

4. Sospendere qualsiasi forma di sperimentazione della tecnologica del 5G nel territorio comunale da Lei amministrato, in attesa della produzione di sufficienti evidenze scientifiche idonee a sancirne l’eventuale (ovviamente auspicata) innocuità e di astenersi per il futuro dall'autorizzare, asseverare e dare esecuzione a progetti relativi a nuove attività tecnologiche che possano condurre ad un aggravamento delle lamentate condizioni di insalubrità ambientale.

5. Sospendere ogni potenziamento delle infrastrutture e ogni nuova installazione 3G/4G facilmente riconvertibile in 5G.

6. Collaborando fattivamente con la cittadinanza intera, in particolar modo con le persone colpite dalla Sindrome dell’Elettrosensibilità (EHS) e della Sensibilità Chimica Multipla (MCS), malattie immuno-neuro-tossiche altamente invalidanti e tutt’altro che rare, affinché venga scongiurata l’irradiazione ubiquitaria, permanente e massiccia di pericolose e inesplorate radiofrequenze dall’elevato campo elettromagnetico, rischiose in particolare anche per donne incinte, malati, neonati, bambini, anziani, portatori di protesi e pacemaker.

Certi della Sua sensibilità, restiamo a Sua disposizione per qualsiasi chiarimento o iniziativa come una eventuale raccolta firme da predisporre presso il Suo Comune.

In attesa di un suo gentile riscontro, Le inviamo i nostri più cordiali saluti.

Alda La Rosa - Presidente Associazione Futuro sostenibile in Lomellina Onlus

CONSIDERAZIONI DI CARATTERE TECNICO-SCIENTIFICHE

Castello d’Agogna, 4 giugno 2019

Il 5G prevede l'installazione in modo ubiquitario nell'intero territorio comunale di nuovi ripetitori e di numerosissime nuove “small cells” che andrebbero a sommarsi alle migliaia di antenne per la telefonia mobile già esistenti.

L'ampliamento della banda e l'installazione capillare delle nuove antenne, comporterebbe un’esposizione massiccia della popolazione all’inquinamento elettromagnetico.

Le compagnie telefoniche stanno chiedendo un ulteriore innalzamento dei limiti di legge per poter inquinare a loro piacimento.

La situazione di rischio viene segnalata dal rapporto del 20.12.2018 dello Scheer - il Comitato Scientifico per la Salute, l'Ambiente e i Rischi Emergenti della UE - che individua al punto 4.4 come rischio emergente per la UE gli "Effetti potenziali sulla natura dell'aumento delle radiazioni elettromagnetiche", specificatamente in relazione alla nuova tecnologia 5G.

Lo Scheer segnala infatti che "La mancanza di una chiara evidenza che informi lo sviluppo di linee guida per la tecnologia 5G lascia aperta la possibilità di conseguenze biologiche impreviste."

Il rapporto assegna quindi al rischio derivante da tale aumento delle radiazioni elettromagnetiche il livello più alto (3), per importanza e urgenza.

Con il 5G vengono introdotte nuove radiofrequenze molto alte (onde millimetriche), mai utilizzate prima su ampia scala, che risultano prive di studi preliminari sul rischio per la salute della popolazione esposta. La frequenza di 26 Ghz, che è stata assegnata per il 5G – insieme ai 700MHz e ai 3,6 Ghz - in aggiunta alle esistenti, è molto più alta di quelle attualmente in uso, e i suoi effetti per uomo e ambiente restano inesplorati.

Esistono tuttavia studi scientifici pregressi che hanno riscontrato, in correlazione all'esposizione a questo tipo di frequenze, danni alla pelle e agli occhi, modifica dell'espressione genica, alterazione del ritmo cardiaco, antibioticoresistenza, ed altro ancora.

Per utilizzare queste frequenze molto alte, è necessario installare le nuove antenne “small cells” a circa 100 metri l'una dall'altra, anche sui lampioni della luce e nei tombini dei marciapiedi, quindi in stretta prossimità dei luoghi di passaggio e di permanenza delle persone, incrementando in tal modo gravemente il rischio per la salute degli abitanti.

Non va dimenticato poi l'effetto cumulo delle radiazioni a radiofrequenza (RF) delle nuove infrastrutture 5G che andrebbero a sommarsi a quelle delle dei ripetitori e antenne 2G, 3G, 4G e ai migliaia di Wi-Fi e Wi-Max, che resterebbero comunque in funzione.

Esiste un'ampia - e sempre crescente - letteratura scientifica indipendente sottoposta a peer review riguardante gli effetti biologici non termici delle radiazioni elettromagnetiche a radiofrequenza, che includono stress cellulare, aumento di radicali liberi, danni genetici, tumori, cambiamenti strutturali e funzionali del sistema riproduttivo, deficit di apprendimento e memoria, disturbi neurologici e impatto negativo sul benessere generale dell'essere umano, delineando pertanto un quadro preoccupante che potrebbe preludere a una vera e propria emergenza sanitaria.

Nel 2018 sono stati pubblicati i risultati degli studi del National Toxicology Program americano e dell'Istituto Ramazzini di Bologna, due prestigiosi e autorevoli istituti indipendenti che, dopo una lunga sperimentazione su cavie, hanno correlato in modo chiaro le radiazioni della telefonia mobile allo sviluppo di tumori a cuore e cervello, confermando in tal modo i dati epidemiologici esistenti.

Le radiazioni della telefonia mobile e dei sistemi wireless sono classificate dal 2011 dallo IARC nella categoria 2A "possibili cancerogeni", ma è già stato annunciato un riesame della questione da parte dello IARC, per spostarle nelle categorie "probabile cancerogeno" o "cancerogeno certo" sulla base dei risultati degli studi di cui sopra.

Il dottor Olle Johansson, neuroscienziato del Karolinska Institute ha affermato che la prova del danno causato dai campi elettromagnetici a radiofrequenza “è schiacciante”. Il dottor Ronald Powell, fisico laureato ad Harvard che ha lavorato presso la National Science Foundation e l’Istituto nazionale degli standard e della tecnologia, condivide preoccupazioni simili riguardo al potenziale danno diffuso dalle radiazioni a radiofrequenza.

Tra i numerosissimi studi esistenti vogliamo ricordare il rapporto Bioinitiative, che ha selezionato, raccolto e recensito numerosissimi studi che attestano gli effetti biologici avversi delle radiazioni a radiofrequenza. Il rapporto del 2012, consta di 1100 pagine e raccoglie circa 1800 studi.

Per quanto concerne specificatamente i rischi sanitari connessi al 5G, segnaliamo poi gli studi del Dott. Agostino Di Ciaula, della Dott.ssa Cindy Russell, e del Prof. Martin Pall, che in conclusione così sintetizza: “Mettere decine di milioni di antenne 5G senza un singolo test biologico di sicurezza, è l'idea più stupida che qualcuno abbia mai avuto nella storia dell'umanità.”

Una richiesta di moratoria per fermare il 5G è stata firmata da 180 scienziati e un appello internazionale lanciato dal Dott.Firstenberg ha raccolto più di 90.000 firme, delle quali moltissime provenienti dal mondo scientifico e medico.

Circa 15.000 cittadini da ogni parte d’Italia hanno già firmato una petizione in cui chiedono al Governo italiano di fermare la pericolosa avanzata del 5G e altri hanno indirizzato proprio ai Sindaci e ai ministeri competenti una diffida legale in cui si chiede di non adottare il 5G.

Nei cantoni svizzeri di Ginevra, Vaud, Neuchtel e Giura è stata approvata una moratoria del 5G fino a che non si sia in possesso di studi che ne possano garantire l'innocuità per la salute umana; lo stesso è avvenuto nella città regione di Bruxelles, dove il Ministro per l'Ambiente Céline Fremault ha bloccato il 5G dichiarando “Gli abitanti di Bruxelles non sono cavie di laboratorio, di cui posso vendere la salute per il profitto. Non possono permanere dubbi”.

Anche a Firenze e al Municipio XII di Roma e in numerosi piccoli Comuni italiani è stato votato di fermare l'avanzata della nuova tecnologia, fino a che non vengano fornite adeguate garanzie per la salute.

Appare inoltre opportuno ricordare che gli attuali limiti di legge di 6V/m, calcolati sulle 24 ore e dunque con la possibilità di picchi ben più alti, non risultano assolutamente cautelativi. Per questo 164 scienziati e 84 Organizzazioni Non Governative hanno rivolto un appello alle Nazioni Unite per modificare gli attuali limiti in senso molto più cautelativo e realistico, poiché attualmente vengono presi in considerazione solo gli effetti termici e non i diversi effetti biologici non-termici, benché ampiamente comprovati dagli studi scientifici.

Associazione Futuro sostenibile in Lomellina Onlus

COMUNICATO STAMPA 10 maggio 2019

QUANTO SILENZIO SUL 5G IN PROVINCIA DI PAVIA

E SUI PROBLEMI SANITARI A ESSO LEGATI!

Quando si tratta di problematiche ambientali, la provincia di Pavia risulta particolarmente “ fortunata” per ciò che riguarda le attenzioni rivolte ad essa da parte degli Enti nazionali e regionali.

Infatti crediamo che ben poche altre province abbiano ottenuto un così alto numero di autorizzazioni alla realizzazione di impianti di certa o assai probabile problematicità da un punto di vista dell’impatto ambientale: termovalorizzatori, impianti per la produzione di fanghi, discariche di amianto, ecc.

Tale “fortunata” condizione presenta però il drammatico risvolto di un picco di patologie di probabile origine ambientale, molte delle quali gravi e letali.

A conferma dell’”attenzione” che le superiori autorità rivolgono al nostro territorio, si è appreso che, in vista dell’espansione sul territorio nazionale di una nuova generazione di rete 5G, che trasformerà le modalità della comunicazione telematica, sono stati individuati 120 comuni italiani, di cui 15 lombardi, in cui installare diverse antenne e strumentazioni a pochi metri dalle abitazioni per la sperimentazione di tale nuova modalità per i prossimi 2 anni.

Ebbene la situazione in Lombardia risulta la seguente: province con 0 ripetitori: Milano, Varese, Como, Lecco, Monza, Brescia, Mantova, province con 1 ripetitore: Lodi, province con 2 ripetitori: Bergamo, Cremona e Sondrio, province con 8 ripetitori: Pavia.

I nostri comuni sono: Brallo di Pregola, Canevino, Cergnago, Mezzana Rabattone, Rognano, Rosasco, Santa Margherita Staffora e Val di Nizza.

La notizia in sé potrebbe sembrare poco importante se non ci fossero alle spalle numerosissimi e documentati appelli degli scienziati che segnalano come l’introduzione di questa tecnologia presenterebbe problematiche assai negative per la salute ed il benessere non solo dell’uomo ma di tutti gli esseri viventi.

Non si può in questa sede esplicitare convenientemente questa tematica ma, lo ribadiamo, sono assai numerosi gli studi scientifici che richiamano almeno all’esigenza di un’adeguata e prudente sperimentazione prima di sottoporre l’intera popolazione a questo autentico bombardamento di altissime frequenze radio.

Ci limitiamo a riportare le parole di Fiorella Belpoggi, direttrice dell’istituto per la ricerca sul cancro Cesare Maltoni dell’istituto Ramazzini:

“Sono radiofrequenze del tutto inesplorate, utilizzarle in maniera così massiccia e diffusa sulla popolazione è rischioso. Fateci studiare gli effetti del 5G. Prima di partire, la nuova tecnologia deve fornire prove di sicurezza! Noi siamo a disposizione.”

A fronte di questa situazione, solo alcune domande:

· Cosa sanno gli amministratori comunali dei comuni interessati su questa vicenda e quali sono state le loro eventuali determinazioni?

· Cosa sanno i cittadini di questi comuni su ciò che presto verrà realizzato sulle loro teste?

· Quali iniziative si sono effettuate o si intendono realizzare per informare i cittadini della nostra provincia da parte di amministrazioni pubbliche, forze politiche ed esperti?

Ci auguriamo che qualcuno fornisca risposte adeguate alle nostre domande.

Associazione Futuro sostenibile in Lomellina ONLUS

COMUNICATO STAMPA 9 MAGGIO 2019

EREDI BERTE’

Il 7 maggio 2019, si è tenuta presso il tribunale di Pavia l’udienza preliminare relativa all’incendio avvenuto il 6 settembre 2017 nello stabilimento di raccolta e smaltimento di rifiuti di proprietà della ditta F.lli Berté a Mortara.

Ci sono voluti ben 19 mesi perché si desse il via all’iter dibattimentale di una vicenda che fece molto clamore anche a livello nazionale per la dimensione dell’incendio e per le polemiche che ne seguirono circa la presenza di una quantità di rifiuti molto superiore al consentito e circa la mancanza di adeguati controlli che evitassero tale illecito accumulo.

Purtroppo l’attesa seduta giudiziaria si è risolta in un rinvio al 25 giugno 2019 a seguito dell’imprevisto intervento della società assicuratrice, garante degli impegni fideiussori della ditta in questione che ha chiesto, per il tramite del suo avvocato, un ulteriore periodo di tempo al fine di verificare la possibilità di un accordo per il risarcimento dei danni al comune di Mortara.

Pur nel rispetto delle tempistiche e delle procedure previste per tali situazioni, non si può non rilevare come tale intervento faccia ulteriormente slittare un dibattimento che dovrebbe portare chiarezza su una vicenda che ha toccato da vicino migliaia di cittadini della Lomellina.

Ci chiediamo perché gli abboccamenti e i confronti tra la società ed il comune di Mortara non siano avvenuti nei mesi scorsi e non si sia giunti a risultati soddisfacenti per entrambi dando così certezza circa i tempi, i modi e i costi di un intervento di bonifica che da mesi chiediamo venga realizzato al fine di evitare ulteriori criticità per l’ambiente circostante e per chi vive ed opera in tale contesto.

Preso atto tuttavia della decisione giudiziaria che impone un limitato rinvio, ribadiamo che Futuro sostenibile in Lomellina ha richiesto di costituirsi parte civile e che continueremo a prestare molta attenzione affinché la bonifica sia fatta nel rispetto dei corretti conferimenti e alla presenza annunciata dei carabinieri.

Associazione Futuro sostenibile in Lomellina ONLUS

OSSERVATORIO PROVINCIALE PER LA LEGALITA'

COMUNICATO STAMPA RETE AMBIENTALE PAVESE

15 GENNAIO 2018

La Rete Ambientale Pavese ha inviato al Presidente di Area Vasta, Poma, le proposte di modifica al regolamento già esistente dell’Osservatorio provinciale sulla Legalità. Come concordato nell’incontro del 22 maggio 2017 con il Presidente Poma, la Rete ha elaborato le proposte di modifica in allegato per rendere più efficiente e operativo l’Osservatorio. Ripercorrendo la richiesta fatta il 6 febbraio 2017 al Presidente da 32 Associazioni e Comitati ambientalisti, le proposte inviate evidenziano la necessità di un organismo aperto, partecipativo e responsabile che coinvolga oltre a tutti i rappresentanti della pubblica amministrazione anche l’ Università di Pavia, le Associazioni di categoria imprenditoriali, le Organizzazioni sindacali, le Associazioni ambientaliste e le Associazioni dei Consumatori, tutti direttamente interessati ad uno sviluppo economico e di relazioni trasparente. L’ obiettivo che la Rete si prefigge con le proprie proposte è di affidare all’Osservatorio provinciale sulla Legalità, oltre al compito di vigilare sulle attività produttive di settori a rischio di opacità economica, anche quello di sostegno ad attività produttive tese a costruire una economia locale sana e competitiva, là dove la qualità, la giustizia sociale, il giusto salario pagato a chi lavora diventino le priorità del territorio.

La Rete ambientale pavese

COMUNICATO STAMPA FUTURO SOSTENIBILE IN LOMELLINA

13 DICEMBRE 2017

PGT di Mortara (variante 3)

Futuro sostenibile in Lomellina ha presentato il 5 dicembre scorso le proprie proposte per la revisione del PGT di Mortara (variante 3). Abbiamo redatto i nostri suggerimenti tenendo presente l’obiettivo primario della prevenzione e del risanamento del territorio comunale sulla base dei principi fondamentali del diritto ambientale europeo recepiti dall’ordinamento nazionale tramite il dlgs 152/2006. Abbiamo così chiesto che vengano adottate misure anticipatorie volte a eliminare o a ridurre il rischio di danno all’ambiente e alle persone che potrebbe scaturire dall’esercizio di un’ attività e/o di più attività (effetto sommatorio).

Il ricorso ai principi di precauzione, di prevenzione e di correzione alla fonte – l’art. 301, c. 1 del dlgs 152/2006 recita “In applicazione del principio di precauzione di cui all’articolo 174, paragrafo 2, del Trattato CE, in caso di pericoli, anche solo potenziali, per la salute umana e per l’ambiente, deve essere assicurato un alto livello di protezione” - può evitare che i danni all’ambiente e alle persone si amplifichino e si ingigantiscano.

Per questo motivo nello specifico ci siamo soffermati sui seguenti punti:

1. Redazione dei criteri preventivi che impediscano l'insediamento di attività insalubri, nocive e pericolose

2. Regolamentazione circa lo spandimento dei fanghi e dei liquami

3. Revisione del Piano di Emergenza Comunale per la valutazione del rischio industriale

4. Applicazione della direttiva regionale grandi rischi per le ditte presenti sul territorio comunale oltre a quelle RIR

5. Aggiornamento ERIR ditta IGM RESINS, ex BASF

E’ evidente che i responsabili politici e amministrativi sono chiamati ad operare un corretto equilibrio fra interessi molteplici che non sempre sono perfettamente convergenti: da un lato la libertà e i diritti degli imprenditori e dall’altro l’esigenza di ridurre i rischi per l’ambiente e per la salute degli esseri umani, degli animali e delle piante. Per questo motivo, pur nel rispetto della libera iniziativa economica, abbiamo chiesto l’introduzione nel PGT di norme più stringenti riguardo il rischio industriale e la gestione dell’emergenza convinti più che mai oggi, dopo l’incendio della ditta Eredi Berté, che la prevenzione debba essere arbitro degli interessi in gioco.


COMUNICATO STAMPA

INCENDIO DITTA DI RIFIUTI EREDI BERTE'

Mortara, 8 settembre 2017

L'incendio alla ditta Eredi Berté è l'ultimo di una lunga serie di incendi che ha interessato non solo la Lomellina, dove purtroppo per assoluta mancanza di programmazione esiste una spropositata concentrazione di impianti, così come Futuro sostenibile in Lomellina aveva segnalato al ministero dell'Ambiente e a quello della Salute già nel gennaio 2012.

Il problema dello smaltimento dei rifiuti è un grave problema anche a livello nazionale che naturalmente si riverbera su scala locale. Come sappiamo dai giornali sono state sequestrate molte discariche per infiltrazioni mafiose ma non si è pensato poi ad attuare una rigida politica di controllo di tutte quelle ditte che operano nel settore.

Chiediamo:

- che a livello nazionale, il ministro dell'Ambiente in primis si faccia carico di un gravissimo problema su cui continua a tacere nonostante in due anni in Italia siano stati appiccati 250 incendi in tutte le regioni in ditte che trattano rifiuti;

- che siano riviste tutte le autorizzazioni concesse, VIA e AIA a tutte le ditte di trattamento rifiuti presenti sul territorio;

- sia concessa una moratoria di tutti gli impianti nei territori in cui si sono svolti gravissimi incendi come quello di Mortara alla ditta Eredi Berté, per non parlare dei ripetuti incendi all'impianto Eni di Sannazzaro, in media da 3 a 2 ogni anno, alla ditta Aboneco di Parona ecc. L'elenco è eccessivamente lungo per essere inserito in un comunicato stampa;

- alla luce della rivisitazione di tutte le autorizzazioni concesse siano programmati ferrei controlli che non possono essere affidati ad Arpa soltanto, pur continuando a essere quest'ultima un'istituzione pubblica a cui necessariamente fare riferimento, ma che non ha il compito di tranquillizzare i cittadini bensì di dire loro la verità;

- i controlli devono essere attuati capillarmente sul territorio anche dalle istituzioni comunali che devono formare il personale della polizia locale in modo che siano in grado di effettuarli.

Si provveda quanto prima alla fusione dei comuni per avere uffici sul territorio efficienti con strumenti di controllo che per ora nessun piccolo comune può permettersi. Per la tutela ambientale è importantissimo avere aree di controllo comunale più estesi. La parcellizzazione attuale del territorio danneggia l'ambiente. Si pensi seriamente alla realizzazione delle unioni di comuni.

I sindaci si facciano carico della tutela della salute, attivino uffici tecnici competenti, trattino con le ditte che vogliono insediarsi sul territorio in tutte le varie fasi, dalla presentazione dei progetti alla loro realizzazione e alle verifiche sul campo. Istituiscano le consulte ambientali, come da noi chieste già nel 2010, allargate ai cittadini e alle associazioni ambientaliste, che pur avendo solo potere consultivo sono di fondamentale importanza.

La magistratura e i carabinieri, soprattutto quelli in loco, dedichino più tempo alla salvaguardia dell'ambiente e della salute.

Si applichi con solerzia la legge sui reati ambientali.

Sia realmente operante l'osservatorio sulla legalità della provincia di Pavia, così come chiesto da noi e dalle oltre 32 associazioni ambientaliste pavesi.

Siano resi noti i risultati delle indagini di tutti gli incendi che i cittadini hanno subito con gravi ripercussioni sulla loro salute. In questi giorni siamo stati avvelenati ma non abbiamo sentito una sola parola dell' Assessore regionale alla Salute.

Se vogliamo che in Italia non si instauri una sorta di totale anarchia nello smaltimento dei rifiuti, come sta accadendo in molte zone e in Lomellina, e che chiunque accumuli rifiuti che poi bruciano a danno delle comunità, la politica se ne deve fare pienamente carico mettendo ordine nella decisiva questione dei rifiuti, dando la possibilità di attuare realmente quel ciclo virtuoso dei rifiuti che in altri paesi è realizzato con successo.

Per Associazione Futuro sostenibile in Lomellina

Alda La Rosa (Presidente)

Per firmare la petizione dei cittadini europei per dire STOP GLIFOSATO.

https://stopglyphosate.org/it/

Vietare il glifosato e proteggere le persone e l’ambiente dai pesticidi tossici. Si invita la Commissione europea a proporre agli Stati membri l’introduzione di un divieto di utilizzare glifosato, a riformare la procedura di approvazione dei pesticidi e a fissare obiettivi di riduzione obbligatori al livello dell’UE per quanto riguarda l’uso dei pesticidi.